Giovanni Arrivabene
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Il conte Giovanni Arrivabene (Mantova, 24 giugno 1787 – Mantova, 11 gennaio 1881) è stato un patriota, politico ed economista italiano.
Figlio del conte Alessandro e di Adelaide Malaspina della Bastia, durante l'occupazione napoleonica fu costretto all'esilio insieme alla famiglia, ritenuta leale all'Austria.
Di idee liberali, rientrato in Patria con la Restaurazione, fondò nei suoi possedimenti una scola di mutuo insegnamento, frequentata da duecento fanciulli. L'improta liberale suscitò i sospetti degli austriaci, che imposero la chiusura della scuola e arrestarono l'Arrivabene (1821). Rilasciato, si rifugiò dapprima in Svizzera, quindi in Belgio e infine a Londra, da dove seppe della sua condanna a morte e della confisca dei beni, che vennero revocate nel 1838.
Prese parte ai moti del 1848 in Lombardia e, dopo la loro repressione, trovò nuovamente rifugio in Belgio, dove si dedicò ad opere benefiche.
Nel 1859 rientrò in Patria e l'anno seguente fu nominato Senatore del Regno.
Pubblicò volumi di economia e di storia e le Memorie della mia vita[1].
Onorificenze
- Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, dal 18 dicembre 1862
- Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, dal 9 maggio 1866
- Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, dal 22 aprile 1868
- Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, 1875
- Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia, 1879[2]
Note
- ^ Enciclopedia Italiana Treccani (1939), voce Arrivabene Giovanni; Enciclopedia Motta (1990), voce Arrivabene Giovanni
- ^ Senatore Giovanni Arrivabene