Discussione:Mafia
bisogna togliere il Reindirizzamento da Cosa Nostra poichè c'è una pagina apposita per Cosa Nostra MAXIMIANUS
Sposto qui sotto un inserimento di anonimo che anbrebbe eventualmente integrato nei vari articoli già esistenti. --Snowdog Lug 4, 2005 18:02 (CEST)
Mafia: organizzazione criminale E DI POTERE
Nella sezione "analisi" andrebbe evidenziato il fatto che la Mafia è un organizzazione prima di tutto di potere. Cioè che trae la sua forza non tanto dalle attività criminali, ma dalle sue alleanze politiche.--Mauro Lug 8, 2005 12:40 (CEST)
Mafie italiane
Datare le origini del potere criminale nel nostro Paese è impresa ardua, se non impossibile. Più semplice definirne la natura che rappresenta una peculiarità tutta italiana. Questo non vuol dire che in altri paesi non esistano forme di criminalità organizzata, ma è soprattutto in Italia che il sistema dell’illegalità si è storicamente definito in precise organizzazioni, ciascuna con proprie caratteristiche e precisi radicamenti regionali. Il fenomeno di gran lunga più diffuso - e che negli anni dell’emigrazione è stato esportato soprattutto oltreoceano, in paesi ricchi come gli Stati Uniti – è quello della mafia siciliana che va anche sotto il nome di Cosa nostra. Fenomeni di criminalità organizzata, con varie ramificazioni, esistono da più di un secolo anche in Campania (la camorra), in Calabria (la ‘ndrangheta) e da tempi molto più recenti anche in Puglia (la sacra corona unita). Senza avere l’ambizione di addentrasi in analisi squisitamente sociologiche, l’obiettivo di queste pagine è quello di illustrare la nascita, il radicamento, lo sviluppo, le trasformazioni e gli intrecci con il potere legale dello Stato di queste organizzazioni criminali.
La nascita della mafia (o maffia) siciliana coincide con la nascita dello Stato moderno e rappresenta uno stratificarsi di potere in alternativa alla debolezza mostrata dal radicamento del potere legale dello Stato stesso. Sono tante e tali le trasformazioni subite dall’organizzazione criminale dell’isola che è oggi impresa ardua stabilire una continuità diretta tra la mafia borbonica e quella attuale. La capacità di crescita mostrata da Cosa nostra sta tutta nella sua capacità di inquinare i rapporti sociali con la violenza, ma soprattutto nella sua abilità a mimetizzarsi nelle pieghe del sistema di potere vigente e a scendere a patti con esso: una tattica, questa, che le ha garantito lunghissimi anni di impunità. Lo scontro violento tra Cosa nostra e Stato si verificherà, infatti, soltanto negli anni Novanta del secolo appena passato (gli anni dello stragismo mafioso) ed è un aspetto della storia della mafia siciliana ancora tutto da indagare, specialmente nei suoi risvolti e nelle alleanze che sottintende.
La 'ndrangheta è un'associazione mafiosa che con gli ultimi anni è stata costretta a cambiare per adeguarsi ai nuovi standard e a una più consistente repressione delle autorità. L'inizio della nuova era è identificabile con la costruzione del centro siderurgico di Gioia Tauro e con la costruzione dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria che ha ridotto le distanze tra Reggio e Cosenza, dando vita a un giro vorticoso di mazzette e di taglieggiamenti. Nella provincia di Cosenza si verifica un aumento vertiginoso di rapine, furti, omicidi, attentati, mentre la provincia di Reggio rimane la roccaforte indiscussa dei rapimenti di persona. Ha una struttura orizzontale, non si è mai organizzata a piramide, con una rete fittissima di collegamenti. Molte famiglie della 'ndrangheta hanno la casa madre in Calabria, ma forti ramificazioni all'estero o nel nord del nostro paese. Per la 'ndrangheta gli ambienti bancari, le assicurazioni, l'alta finanza non hanno più confini. I rapporti, pur variegati, fra 'ndrangheta, mafia siciliana e camorra sono assai consistenti anche per il traffico di droga e di sigarette. Negli ultimi anni la 'ndrangheta ha assunto i caratteri di una multinazionale del crimine con un potere fortissimo almeno paragonabile a quello di cosa nostra, con un livello di repressione da parte delle forze dell'ordine ancora profondamente al di sotto del dovuto.
La Sacra Corona Unita e la Sacra Corona Libera Nascita e crisi della Sacra Corona Libera
Valentina Campana ha valutato alcuni elementi della SCU in generale, a Mesagne in particolare, patria, fra gli altri, di Giuseppe Rogoli. Anche nell'ambito mesagnese le vendette, le esecuzioni in pieno giorno, i rapimenti, gli assassini tutti eseguiti secondo precise ritualità, sono stati all'ordine del giorno: "spesso i corpi venivano trovati brutalmente martoriati secondo un preciso rituale di morte e di vendetta. Dagli occhi, la lingua o i genitali strappati alle decapitazioni, ogni tipo di morte corrispondeva ad una sorta di dantesco trapasso che indicava il tipo di "peccato" di cui si era macchiata la vittima". In particolare negli ultimi anni sono emersi numerosi nuovi personaggi, dai soprannomi coloriti, che hanno concentrato sul rachet, sul contrabbando di sigarette e sulla droga, le principali attività criminali. Alcuni di loro hanno fondato la Sacra Corona Libera, che conservava alcune caratteristiche della SCU, e che accoglieva esponenti già appartenuti alla Sacra Corona Unita. Il motivo della nascita di questa nuova organizzazione criminale risiedeva nei contrasti con i vertici della SCU, e comportava talune differenze di concreta operatività come, per esempio, l'impiego di minorenni e la sostanziale abolizione dei riti d'iniziazione. Ultimamente qualche membro di rilievo della SCL ha deciso di collaborare con le forze dell'ordine, determinando così l'arresto di altri esponenti dell'organizzazione.
"Associazione segreta con leggi proprie, avente lo scopo di procacciare, con qualsiasi mezzo, favori e guadagni a coloro che ne fanno parte": così un dizionario della lingua italiana, il Devoto-Oli, spiega la voce "camorra", una realtà - aggiunge - "tipica della malavita napoletana". L'etimologia più accreditata la fa derivare dal termine mediterraneo "morra", che significa "rissa", "confusione"; inoltre, la "morra" era un gioco molto diffuso a Napoli, "camorrista" era il "capo della morra, colui che dirige il gioco e prende i soldi su di esso", e con tale significato "morra" compare per la prima volta, nel 1735, in un documento ufficiale del regno, una prammatica, un'ordinanza del sovrano con la quale venivano autorizzate case da gioco. La dinamicità del fenomeno camorristico, la molteplicità dei clan, il carattere aperto e non esclusivamente familistico delle organizzazioni, spiegano le difficoltà che ha incontrato la storiografia nell'identificare le origini e nel descrivere le caratteristiche della camorra. Trascurando ipotesi meno facilmente accreditabili - benché non poco suggestive, come quella di una derivazione spagnola -, la maggior parte degli storici indica la data di nascita, per così dire ufficiale, della camorra, utilizzando come punto di riferimento un "processo" svoltosi davanti al tribunale della camorra, la cosiddetta "grande mamma", nel 1819-1820, processo del quale è conservata traccia nell'archivio di polizia. Inoltre, è opinione prevalente nella storiografia che il fenomeno camorristico nasca nelle carceri.
Poi vi è anche la
Bibliografia
quando inserite testi sulla mafia assicuratevi prima di sapere di quale mafia tratta il libro.... non inserite tutto sotto cosa nostra..... Maximianus
Etimologia
Capisco che un'etimologia araba del termine, "estranea" al contesto culturale e linguistico italiano e/o siciliano, faccia talora assai comodo (sovente anche agli Arabi che cercano spasmodicamente di marcare della loro presenza anche sistemi culturali "altri") e che questo sia anche parecchio consolante (le brutture ci vengono da fuori). Non riesco però a capire su quali basi scientifiche si poggi l'ipotesi "araba" anzidetta (si badi bene, non è il mio un rimprovero all'estensore della voce ma, semmai, a quanti hanno disseminato e seguitano a disseminare i loro libri d'una simile fantasia).
Il fatto si è che, pur ammettendo che l'uso del termine risale al XIX secolo, a pochi viene però in mente che la presenza araba in Sicilia si è compiuta nell'arco di due secoli, a partire dal primo sbarco a Mazara nell'827 dei tanti Berberi e dei pochi Arabi provenienti dal Nordafrica aghlabide.
Due secoli dopo i quali la presenza araba e berbera si ridusse (anche se non si estinse grazie alla lungimirante politica normanna e sveva che non aveva troppa necessità d'una legge Bossi-Fini ante litteram). Dopo il XIII secolo, però, il ricordo arabo fu estirpato con certosina applicazione per opera della Chiesa e degli Angioini e le permanenze lessicali arabi sono riscontrabili solo nei settori più decentrati dell'agricoltura e dei sistemi idraulici, oltre che (inevitabilmente) nei toponimi che furono parecchio modificati dai Siciliani.
Perché mai si debba allora pensare a una "difesa dei deboli", in un ambiente come quello arabo-islamico del IX-X secolo o normanno-svevo dei due secoli successivi, resterà per me per sempre un mistero. Del tutto paragonabile (con rispetto parlando) a quello di S. Gennaro il cui sangue annualmente si scioglie. Nel nostro caso è l'etimo arabo a riproporsi annualmente alla folla dei devoti, a dispetto dell'implausibilità storica d'una sopravvivenza tanto prolungata, in grado di traversare l'Alto e il Basso Medioevo.
Il fatto è che le etimologie sono argomento complesso e retto dalle leggi "scientifiche" della storia e della linguistica comparata. Curiosamente però ognuno - per quanto dilettante - si sente autorizzato a dire la sua. I linguisti definiscono tali ipotesi col termine (accademico) di lectio facilior, ma, ahimè, le cose non sono sempre così facili come si vorrebbe talora credere.
Il che non dovebbe comportare la cancellazione d'una simile ipotesi etimologica "alla Kolosimo" nel cappello del lemma ma credo che che la si dovrebbe accompagnare da qualche aggettivo ("ipotesi improbabile" o "non condivisibile", "desunta di qualsiasi scientificità" o "veridicità storica" o quant'altro). Come diceva qualcuno «Non garantiamo l'esattezza della notizia ma la sua freschezza (leggi "corretta metodologia" ) sì».
Perché poi si debba ricorrere, per un fenomeno tanto isolano, al vernacolo toscano o agli acrostici anche queste sono altre belle questioni. --Cloj 12:14, Lug 20, 2005 (CEST)
Per quanto riguarda l'etimologia della parola Mafia...una interpretazione potrebbe essere dall'arabo (vista la lunga dominazione araba in Siclia) 'Mafi' che significa 'non c'è'...è possibile?
Ricavato da "http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Mafia"
mafie e non mafie
come la mala del brenta anche la banda della magliana non può essere considerata una mafia nel vero senso della parola...
Per quanto riguarda l'etimologia della parola Mafia...una interpretazione potrebbe essere dall'arabo (vista la lunga dominazione araba in Siclia) 'Mafi' che significa 'non c'è'...è possibile?
- Mi accorgo che questo titolo organizzazioni criminali è vuoto ma avete tanto di dire della Mafia, della Cosa Nostra e poi altre organizzazioni criminali del mezzogiorno. Questi sono l'uniche organizzazioni che esistono? Non c'è mai stato dei criminali in altre parti di l'Italia? Mai? ρ¡ρρµ δ→θ∑ - (waarom? jus'b'coz!) 06:10, 14 gen 2006 (CET)
Etimologi
Tempo fa uscì un articolo sul Venerdì di Repubblica in cui era scritto che ma fi ah in arabo mediorientale vuol dire non c'è, non esiste Alla domanda "cosa è la mafia" una delle risposte tipiche dei mafiosi è :la mafia non c'è, non esiste...........--Bizarria 09:15, 4 apr 2006 (CEST)