Comitati Civici
I Comitati Civici furono una organizzazione creata nel 1948 da Luigi Gedda su incarico di papa Pio XII. Ebbero la funzione di educazione civico-politica dei cattolici in Italia, indirizzandoli ad una forte partecipazione alla politica. Impostarono la campagna elettorale del 1948 nel senso di una scelta di civiltà in funzione anticomunista.[1]
Inquadramento storico
Tra il 1945 e il 1949, molte persone, sospettate di essere orientate a favore del mondo cattolico o democratico o liberale, subirono violenze da una parte dei vincitori, normalmente di una specifica ideologia politica.[2] In molti casi le vittime erano ecclesiastici.
Talvolta le violenze si tradussero in omicidi: non sempre fu concesso di dare sepoltura ai corpi, visto che in alcuni casi (come in quello di Giuseppe Galassi) i cadaveri vennero occultati secondo modalità che Giampaolo Pansa ha definito simili al metodo della Lupara bianca.[3] Per questa ragione è difficoltoso accertare con precisione il numero delle vittime.
Recentemente, l'apertura di molti archivi dell'ex URSS ha reso possibili alcuni studi relativi alla diffusione di tali violenze. Secondo il rapporto inviato a Mosca dall'ambasciatore sovietico in Italia Mikhail Kostylev dopo l'incontro del 31 maggio 1945 con il segretario del PCI Palmiro Togliatti, costui valutò in circa 50.000 le persone uccise con esecuzione sommaria dopo la fine della guerra.[4] Togliatti precisò pure che molte persone rilasciate dalle autorità americane venivano poi eliminate dai poteri partigiani. Tale numero non comprende ovviamente le vittime degli anni successivi, sino al 1948 quando, con la vittoria delle forze democratiche alle elezioni politiche il consolidamento delle istituzioni democratiche contribuì a ristabilire la legalità.
Gli omicidi si concentravano nel Nord Italia, soprattutto in alcune zone dell'Emilia-Romagna, nelle quali il radicamento del PCI era più forte e non veniva scalfito dal clima di violenza: nelle elezioni amministrative del marzo 1946 il Fronte popolare ottenne 42 comuni su 45 nella provincia di Reggio Emilia.[5]
In previsione delle elezioni politiche del 1948, l'ambiente cattolico, spaventato per le uccisione di molti anticomunisti per motivi ideologici, temeva un bagno di sangue qualora avesse vinto la coalizione del Fronte Democratico Popolare, composta da comunisti e socialisti. Anche il papa Pio XII era terrorizzato da tale sequenza di omicidi[senza fonte] e temeva la vittoria del fronte popolare.
Fondazione e organizzazione dei Comitati civici
Le violenze cui era soggetto il mondo cattolico indussero i cattolici ad attuare una forma di resistenza per difendersi dalla violenza, creando allo scopo i Comitati Civici.
Essi furono fondati l’8 febbraio 1948 e si diffusero assai rapidamente su tutto il territorio nazionale. Al centro ci era il Comitato Civico Nazionale, a livello Diocesi il Comitato Civico Zonale, a livello Parrocchia il Comitato Civico Locale. Sotto la spinta del dirigente dell'Azione Cattolica Luigi Gedda furono organizzati rapidamente oltre ventimila comitati di base. Sul territorio avevano una diffusione simile alle cellule del Partito Comunista Italiano, al quale si contrapposero con decisione. Non furono un organismo di massa come le cellule del PCI cui si contrapponevano, ma furono un organismo di quadri, con forte capacità organizzativa.
I Comitati Civici sostennero la Democrazia Cristiana nelle elezioni politiche del 1948. Il risultato elettorale fu significativo: la Democrazia Cristiana superò il 48% dei voti, mentre la lista dl Fronte Democratico Popolare, costituita da socialisti e comunisti, si fermò a poco più del 30% dei consensi. In seguito Palmiro Togliatti, segretario del PCI, principale bersaglio dei Comitati Civici, in una riunione postelettorale ammise che era stata sottovalutata l'influenza della Chiesa.
Voci correlate
Collegamenti esterni
Note
- ^ [http://www.alleanzacattolica.org/idis_dpf/voci/c_comitati_civici.htm un escursus sul tema
- ^ Elena Aga-Rossi - Victor Zaslavsky: Togliatti e Stalin. Il PCI e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca - Capitolo: Il PCI: partito di opposizione e di governo pag 115 - Editore: Il Mulino data publ.: 2007
- ^ Giampaolo Pansa, Il sangue di vinti, pag. 300.
- ^ Elena Aga-Rossi, Victor Zaslavsky. "Togliatti e Stalin. Il PCI e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca", Il Mulino, 2007, pag. 115.
- ^ Giampaolo Pansa, Il sangue dei vinti, pag 337.
Bibliografia
- Marco Invernizzi «18 aprile 1948. Memorie inedite dell'artefice della sconfitta del Fronte Popolare» (Gedda)
- Aga-Rossi Elena - Zaslavsky Victor : Togliatti e Stalin. Il PCI e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca - Editore: Il Mulino - 2007
- Mario Casella, Le origini dei Comitati Civici, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, anno XL, n. 2, luglio-dicembre 1986, pp. 446-534.
- Gianfranco Maggi, voce Comitati Civici, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia 1860-1980, vol. I/2
- Luigi Gedda, 18 aprile 1948. Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare, Mondadori, Milano 1998
- I.D.I.S. - Istituto per la Dottrina e l'Informazione Sociale, Voci per un Dizionario del Pensiero Forte, voce I Comitati Civici a cura di Marco Invernizzi