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Rappresentazione istoriata di un antico Camuno e di una Rosa camuna

La civiltà camuna si sviluppò in Val Camonica dal Neolitico all'Età del ferro. Attribuita all'antico popolo dei Camuni, è nota soprattutto per le celebri incisioni rupestri della Valcamonica.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.
Boccale tipo
1) Cultura di Breno
2) Dos dell'Arca
3) Lovere

Nel linguaggio parlato spesso ci si riferisce ai "Camuni" come ad un'unica entità etnica presente dalla preistoria ai giorni nostri. Sebbene accomunati da una tradizione comune, si possono delineare diverse definizioni dei gruppi umani che abitarono la Valle Camonica. Il nome Camunni compare per la prima volta con gli scrittori del I secolo a.C., corrispondente alla tarda età del ferro. Ma non si sa nulla sui nomi di coloro che abitarono nell'area nell'età del bronzo, del del rame, nel neolitico o Epipaleolitico.[1]

Secondo le fonti più antiche i Camunni erano un antico popolo di origine incerta: secondo Strabone erano reti, mentre secondo Plinio il vecchio erano euganei.

Secondo studiosi odierni come Raffaele De Marinis[2] e Francesco Fedele [3] essi sono associabili all'ambiente retico, in base ad una comunanza di maniere ed accessori sociali di una regione compresa tra le alpi italiane e l'alta regione del Reno.

Il grandissimo interesse storico di questa popolazione è dovuto soprattutto alle incisioni rupestri rinvenute, circa 300.000, che ne fanno la zona con la più alta densità in Europa.

Iscrizione riportante le voci Quirina, Camunni e Res Publica Camunnorum (Brescia, Capitolium)

Cultura di Breno (ca 5000-4000 aev)

Il termine Cultura di Breno è stato utilizzato da Francesco Fedele alla fine degli anni '80 allo scopo di definire un'epoca databile al neolitico (ca 5000-4000 a.C.) circoscritta agli scavi eseguiti presso la collina del Castello di Breno[4]

Nel corso degli scavi sono stati rinvenute, oltre ai resti di un'abitazione rettangolare lunga circa 5 metri con pareti in graticci e buche per riti di fondazione, anche due sepolture. Le salme, di un uomo e di una donna di 35-40 anni, sono state deposte al suolo e coperte di pietre; esse sono poste distese su un fianco, con i piedi in direzione dell'est ed il volto che guarda a nord. La figura maschile aveva tra le mani un vaso, mentre quella femminile è stata tranciata dall'erezione di un muro medievale.[5]

Oltre a ciò sono stati rinvenuti una serie di oggetti in osso ed in selce (punteruoli, raschiatoi, trapani) e alcuni recipienti decorati, definiti come vasi da cucina e da tavola. Tra questi si identifica una classe di vasetti a ceramica fine a parete sottile dalla caratteristica superficie nera lucidata, che è stata chiamata ceramica Breno Nera.[6]

Cartina del nord Italia in epoca augustea, dove è segnalato il popolo dei Camunni.

Dos dell'Arca (età del Bronzo-età del Ferro)

Da Emmanuel Anati è stato scavato presso la Chiesa delle sante Faustina e Liberata il sito fondato nel II millennio a.C. (età del bronzo) e frequentato fino alla tarda (età del ferro) posto in località Dos dell'Arca.

Nei lavori del 1962 sono stati rinvenuti i resti di alcune capanne e ceramica databile al 1700 a.C. (Bronzo Antico). L'abitato è stato poi fortificato divenendo un castelliere nel Bronzo Medio e Recente (circa 1600-1200 a.C.). Il sito, frequentato fino alla tarda (età del ferro) è noto soprattutto per il ritrovamento di molti frammenti di boccale, alcuni inscritti con lettere in alfabeto camuno, definiti appunto (Tipo Dos dell'Arca) e tipici delle fasi finali della protostoria camuna. [7]

Età del Ferro

Nel periodo dell'età del Ferro si ebbe l'apice della civiltà camuna: sebbene siano rimasti pochi reperti sui cui basare questa supposizione, si ritiene che il 70-80% delle incisioni rupestri rinvenute appartengano a questo periodo, dimostrando indirettamente il fiorire di questa civiltà. [1]

Alla fine dell'età del Ferro, che si confonde con l'arrivo dei popoli Etruschi, celtici e romani (16 a.C.) si ha l'apprendimento della scrittura, come dimostrano le oltre 200 iscrizioni in alfabeto camuno conservate sulle pareti rocciose.

Il nome di Camunni compare scritto per la prima volta alla fine di questo periodo (I secolo a.C.).[1]

Insediamenti

I primi insediamenti stabili in Valle Camonica si datano al Neolitico; infatti in questo periodo il clima era stato secco e i ghiacciai che occupavano la valle si erano da lungo tempo ritirati permettendo l'emigrazione dalle pianure della Val Padana appunto in Val Camonica. Precedentemente sono attestati alcuni campi stagionali mesolitici, nei quali bivaccavano cacciatori semi-nomadi.[8]

La corrente di pensiero inaugurata da Giovanni Marro nel 1932 sosteneva che gli abitati sorgessero su palafitte, ma a partire dal 1961, grazie soprattutto allo studio di Delia Brusadin, questa ipotesi venne definitivamente confutata, dimostrando come in epoca preistorica fosse geologicamente accertata l'assenza di qualsiasi bacino lacustre nella media Valcamonica.

La teoria riguardante le case su palafitte nacque a causa di una interpretazione realistica di una determinata categoria di incisioni rupestri denominate figure di capanna. Secondo l'ultima catalogazione (2006) si sono riscontrate sulle rocce istoriate della Valcamonica oltre 1500 esemplari di questo simbolo. Si ritiene però che proprio a causa della diversità tipologica riscontrata sulle rocce esse rappresentino più una capanna simbolica piuttosto che una raffigurazione reale.

Sono state inoltre ritrovate abitazioni risalenti all'età del ferro a Temù, Berzo Demo e Pescarzo. Si tratta di costruzioni con un piano interrato rivestito in pietra, sul quale sorgeva una stuttura in legno (tecnica a blockbau). Simili ad altre costruzioni alpine del periodo le abitazioni camune sorgono a mezza-costa sulla montagna e quindi si esclude che fossero palafitte. Template:Storiavalcamonica

Religione

Lo stesso argomento in dettaglio: Religione in Valle Camonica.
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Placchetta votiva rinvenuta nel santuario di Minerva a Breno

Esistono diverse pubblicazioni riguardanti l'antica religione dei camuni. Sfortunatamente, però, esse si basano tutte su teorie attuali, suffragate da criteri e tipologie settoriali di studio.

Sicuramente le incisioni rupestri dovevano avere un particolare valore, data la loro enorme diffusione, soprattutto in media Valcamonica. Infatti è qui che si trova il 90% di tutte le 300.000 incisioni presenti sul territorio.

Oltre a queste centinaia di migliaia di simboli ci rimangono anche alcuni santuari risalenti all'età del rame a Ossimo ed a Cemmo, nel quale erano presenti massi istoriati.

Sono stati segnalati anche anche alcuni brandopferplatz, ovvero siti con roghi votivi, in quanto sono stati rinvenuti degli antichissimi focolari.

In epoca romana abbiamo il santuario di Minerva rinvenuto a Spinera di Breno. L'eccezionale scoperta ha riportato alla luce uno dei più grandi santuari dell'area alpina, finemente decorato con mosaici e posto accanto ad una sorgente ed al fiume Oglio.

L'inizio del medioevo si data in concomitanza con l'arrivo della religione cristiana. Attorno al IV-V secolo dell'era volgare si assiste alla distruzione degli antichi luoghi di culto: l'abbattimento delle statue stele ad Ossimo e Cemmo, l'incendio del tempio di Spinera[9].

Economia

Le risorse su cui gli antichi Camuni si potevano basare per sopravvivere erano in un primo tempo la caccia di animali, in secondo l'agricoltura. Entrambe queste pratiche sono rappresentate sulle incisioni rupestri della Valcamonica. A ciò si aggiungeva l'allevamento di suini, ovini, caprini e bovini. L'addomesticazione degli equidi avverrà solo durante l'età del ferro.

Una forte importanza dovevano avere anche le risorse naturali, come i minerali. I complessi istoriativi datatabili all'età del rame ( Ossimo, Cemmo, Nadro) confermano l'importanza dell'area già nel 3.500 a.C. L'attività mineraria di quel periodo si sviluppava raccogliendo o estraendo quel poco che si trovava in superficie oppure scavando piccole buche.

A seguito di un'età del bronzo di breve durata, causata dalla poca disponibilità di stagno per creare la lega, si segnala l'apice della civiltà Camuna durante l'età del ferro. Questo minerale, molto diffuso nella vallata, avrà un ritorno non solo economico, ma anche militare, facendo della Val Camonica un luogo d'importanza strategica fino alla metà del XX secolo.

Note

  1. ^ a b c Archeocamuni - Età del ferro, su archeocamuni.it. URL consultato il 22 gennaio 2009.
  2. ^ Raffaele De Marinis, Italia, omnium terrarum alumna, Ed.Garzanti-Scheiwiller, capitolo Le popolazioni alpine di stirpe retica
  3. ^ Francesco Fedele, L'uomo, le Alpi, la Valcamonica - 20.000 anni di storia al Castello di Breno, Boario Terme, La Cittadina, 1988, p. 84.
  4. ^ Francesco Fedele, L'uomo, le Alpi, la Valcamonica - 20.000 anni di storia al Castello di Breno, Boario Terme, La Cittadina, 1988, p. 106.
  5. ^ Francesco Fedele, L'uomo, le Alpi, la Valcamonica - 20.000 anni di storia al Castello di Breno, Boario Terme, La Cittadina, 1988, p. 95.
  6. ^ Francesco Fedele, L'uomo, le Alpi, la Valcamonica - 20.000 anni di storia al Castello di Breno, Boario Terme, La Cittadina, 1988, p. 80.
  7. ^ Francesco Fedele, L'uomo, le Alpi, la Valcamonica - 20.000 anni di storia al Castello di Breno, Boario Terme, La Cittadina, 1988, p. 128.
  8. ^ Alberto Marretta, BCSP 34, Capo di Ponte, Edizioni del Centro, 2003, p. 180, ISSN 0577-2168.
  9. ^ Itinera 5 - Valcamonica preistorica e romanità, pg. 62

Bibliografia

Voci correlate

Rapporti con Roma

Lo stesso argomento in dettaglio: Valle Camonica romana.

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