Storia della Repubblica Italiana
Nascita della repubblica
Il 2 giugno 1946 un referendum istituzionale sancì la fine della monarchia e la nascita della repubblica. In contemporanea vennero eletti i delegati all'Assemblea Costituente.
Il 25 giugno 1946 cominciò ufficialmente i lavori l'Assemblea Costituente con Giuseppe Saragat alla presidenza.
La nuova costituzione repubblicana entrò in vigore il 1 gennaio 1948.
Questo fu un periodo particolarmente felice per la letteratura italiana ed ancor di più per il cinema. Furono gli anni del neorealismo.
Gli anni della ricostruzione
(Indicativamente dal 1946 al 1958).
Vedi anche Il piano Marshall.
Vedi anche la legge truffa. (legge 148/1953)
Vedi anche Enrico Mattei.
Nel 1949 l'Italia aderì alla NATO (North Atlantic Treaty Organization) e nel 1955 venne ammessa alle Nazioni Unite. Il 1955 vide la nascita della Comunità Economica Europea, il primo passo verso la realizzazione dell'Unione Europea.
Gli anni del "miracolo economico"
Le cifre del miracolo economico
Tra il 1958 e il 1963 l'economia italiana, ma anche la società e le famiglie italiane si trasformarono completamente in seguito al c.d. miracolo economico.
In questi anni il Prodotto interno lordo, che fino al 1958 era cresciuto in media del 5.5%, crebbe nei sei anni successivi del 6.3%. Tale crescita rappresentò un record nella storia dell'Italia. Il reddito pro capite passò da 350000 lire a 571000 lire. Tra il 1958 e il 1959 gli investimenti lordi crebbero del 10% e tra il 1961 e il 1962 l'incremento era del 13%. Questi numeri ridussero sensibilmente il divario storico con i grandi Paesi europei: Inghilterra, Germania e Francia.
La crescita del reddito pro capite produsse l'aumento dei consumi individuali che registrarono una crescita media di cinque punti percentuali l'anno. La domanda di beni durevoli ( automobili, elettrodomestici, ecc. ) raggiunse una crescita annua pari al 10.4%.
Importanti cambiamenti ci furono anche nell'alimentazione, grazie alla diffusione del frigorifero. Questo elettrodomestico fino al 1955 rappresentava un bene di lusso; dieci anni dopo il frigorifero era presente nel 30% delle case degli italiani. Come gli elettrodomestici, anche le automobili e le motociclette divennero beni accessibili per un gran numero di italiani. Si affermarono marchi come: Fiat, Gilera, Lancia, Alfa Romeo e Piaggio.
L'industria registrò una crescita pari all'84% tra il 1953 e il 1961. A testimonianza di tale crescita può essere considerato questo dato: nel 1947 Candy produceva una lavatrice al giorno, nel 1967 una ogni 15 secondi. La produzione industriale raggiunse tali livelli grazie alle nuove tecnologie di produzione che arrivavono in gran parte dagli Stati Uniti, ma anche grazie ad una manodopera che aveva dei salari bassissimi.
L'elevata disponibilità di manodopera era dovuta ad un forte flusso di migrazione dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. Chi si trasferiva, dal sud al nord o dalle campagne verso le città, spesso si trovava in condizioni economiche disperate. Tali condizioni disperate portavano questa gente ad accettare condizioni di lavoro pesanti e mal retribuite.
Contestualmente all'aumento dell'industrializzazione si verificò la diminuzione della produzione agricola. Tra il 1954 e il 1964 in tutta Italia vi fu una diminuzione di 3 milioni di posti di lavoro nel settore agricolo. Il peso dell'agricoltura si ridusse del 10.8% del Prodotto nazionale lordo.
Questo notevole sviluppo fu possibile anche grazie all'intervento dello Stato nell'economia. Lo Stato intervenne con politiche economiche di stampo Keynesiano. L'intervento del governo nell'economia avvenne soprattutto attraverso l'aumento della spesa pubblica e la creazione di società a partecipazione statale. Inoltre fondamentale fu l'intervento dello Stato nella realizzazione delle infrastruture necessarie per lo sviluppo del mercato. In tale ambito un importante ruolo fu ricoperto dall'IRI. L'IRI (che fu costituita nel 1933) intervenne sostanzialmente nella costruzione della rete autostradale (costituì la Società autostrade ) e nel potenziamento del settore dei trasporti, sia automobilistico, sia navale e aereo (costituzione dell'Alitalia).
Infine, contribuì alla crescita dell'Italia un fattore esterno, cioè, la creazione del Mercato comune europeo e la creazione della CEE nel 1957, a cui l'Italia aderì da subito. Con la creazione del mercato comune europeo vi fu l'apertura delle frontiere col conseguente aumento delle esportazioni tra i Paesi europei.
Il boom economico provocò, anche, l'aumento del divario economico tra il nord e il sud d'Italia. Si cercò di ridurre tale squilibrio, tra nord e sud, con la creazione della Cassa per il Mezzogiorno ma i risultati ottenuti con la "cassa" non furono soddisfacenti.
In conclusione c'è da dire che, grazie al miracolo economico, l'Italia uscì dall'arretratezza in cui versava. Tuttavia un prezzo alto fu pagato soprattutto da chi, per vivere, fu costretto ad abbandonare la propria terra d'origine per trasferirsi nelle grandi città industriali.
Il miracolo economico non fu gratis. Vedi anche Strage del Vajont.
Il sessantotto e la contestazione
(Indicativamente dal 1963 al 1969).
Il 1968 vide l'Italia trasformarsi radicalmente sul piano sociale, in seguito alle migliorate condizioni di vita dovute al boom economico degli anni precedenti, e il sorgere di movimenti radicali, soprattutto comunisti, di giovani e operai, che portarono profonde modifiche al costume, alla mentalità generale e particolarmente alla scuola.
Vedi articoli (stub):
Il dualismo dei termini rispecchia la tendenza italiana ad indicare gli eventi con date. Ciò che fuori d'Italia fu 'contestazione' in Italia viene solitamente definito 68.
Gli anni '70
Negli anni '70 alcuni dei numerosi movimenti politici, sorti negli anni precedenti, si estremizzarono e degenerarono nel terrorismo rosso, accompagnato da quello nero. Tristemente celebri le Brigate Rosse, dette anche BR, che rapirono e/o gambizzarono numerosi esponenti del mondo culturale e politico italiano considerati "reazionari"; l'episodio più eclatante si ebbe nel 1978 quando rapirono e assassinarono il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, proprio nel momento in cui il Presidente del Consiglio incaricato, Giulio Andreotti, stava tentando di far nascere un governo con l'appoggio del PCI.
Gli anni '80
La scoperta, all'inizio degli anni '80, della loggia massonica P2 mise in nuova luce molti dei misteri italiani. Il presidente del consiglio Arnaldo Forlani si dimise per lo scandalo che seguì.
In questi anni ci fu anche un declino del potere dei sindacati e del PCI.
Crebbe la disaffezione dei cittadini per la politica.
Dal punto di vista sociale furono gli anni del riflusso, con un ritorno delle persone dalle piazze al privato. Aumentò, in altre parole, l'individualismo, unito al consumismo in un edonismo consumista.
Nel 1984 (a febbraio), Bettino Craxi (all'epoca Presidente del Consiglio) firmò con il Vaticano un protocollo aggiuntivo ai Patti lateranensi del 1929. Tale protocollo verrà ratificato dalla legge 206 del 1985.
Da ricordare a livello internazionale la caduta del Muro di Berlino nel 1989, che ebbe ripercussioni anche in Italia, assumendo il significato di un crollo ideale dell'alternativa al capitalismo.
Dalla prima alla seconda repubblica
Cominciano quelli che Montanelli chiamerà "anni di fango".
Il governo della Repubblica Italiana era rimasto dal 1946 fino al 1992 nelle mani della Democrazia Cristiana, partito moderato conservatore di centro, che cadde sotto i colpi dei processi per corruzione (il cosiddetto pool di "Mani Pulite" o "Tangentopoli") che coinvolsero anche il Partito Socialista Italiano (PSI), e che distrussero di fatto la struttura di molti partiti (specialmente quelli di governo).
Nel 1993 un referendum modifica la legge elettorale elettorale del Senato in senso fortemente maggioritario. La successiva legge 277 del 1993 estende anche alla Camera tale sistema maggioritario. Il passaggio al maggioritario spinge i partiti ad accorparsi in coalizioni.
Nel caos politico derivato dalla disintegrazione dell'ordine precedente (tale che Tangentopoli è comunemente designato a indicare il passaggio dalla cosiddetta "prima repubblica" alla "seconda") emerse un nuovo partito, Forza Italia (destra liberista moderata conservatrice), che ottenne il potere nel 1994. In seguito alla defezione del suo alleato, il partito della Lega Nord, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi dovette dimettersi da Presidente del Consiglio nel gennaio del 1995. Dopo un anno di governo provvisorio presieduto da Lamberto Dini, vinse le elezioni la coalizione dell'Ulivo (centrosinistra riformista), guidata da Romano Prodi (poi presidente della commissione europea).
Anni recenti
Dopo alcuni sconvolgimenti interni, al regolare termine della legislatura, vinse di nuovo le elezioni Silvio Berlusconi, reincludendo i partiti della coalizione precedente (ma con in aggiunta l'UDC, Unione dei Democratici Cristiani), che è attualmente in carica. Quest'ultimo, aspramente criticato per la sua presunta scorrettezza personale (è stato giudicato colpevole di reati di corruzione per oltre 400'000 euro, ma non condannato per prescrizione di reato), per il conflitto di interessi (è attualmente l'uomo più ricco d'Italia) e per le cosiddette "Leggi ad personam" che l'avrebbero avvantaggiato, è riuscito a mantenere il governo più a lungo di qualsiasi predecessore.
Voci correlate
- Nascita della Repubblica Italiana
- Costituzione della Repubblica Italiana
- Elenco dei Presidenti della Repubblica Italiana
- Elenco dei Primi Ministri del Governo Italiano
- Elenco delle consultazioni referendarie
- Palmiro Togliatti
- La contestazione
- Aldo Moro
- Gli anni di piombo
- La loggia massonica P2
- Mani pulite