Rimini

comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna
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Template:Comune Rimini (in romagnolo Rémin o Rémni, in latino Ariminum) è una città di 140.137 abitanti dell'Italia settentrionale posta sul litorale adriatico e capoluogo dell'omonima provincia dell'Emilia-Romagna, istituita nel 1992 distaccandone il territorio dall'allora provincia di Forlì. Solo nell'aprile 1995 la provincia ha iniziato a essere effettivamente operativa, con l'attivazione della Prefettura e l'elezione del primo consiglio provinciale.

Insieme con Riccione e Cattolica è una delle meta del turismo balneare italiano e, più in generale, europeo (in modo particolare di provenienza tedesca e negli ultimi anni dall'Europa dell'Est).
Le fortune turistiche di Rimini iniziarono nel XIX secolo.

Geografia fisica

Territorio

Rimini è situata in una zona pianeggiante sulla costa adriatica, nella parte sud-orientale della regione Emilia-Romagna. È bagnata da due fiumi: l'Ausa e il Marecchia, che dà il nome a parte della provincia (Valmarecchia; l'altra area è detta Valconca, dal nome di un altro corso d'acqua). Il corso del Marecchia è stato deviato in epoca recente - in base ad un progetto dell'architetto Rutelli, - per eliminare le periodiche inondazioni. Nell'entroterra comunica con il versante tirrenico dell'Appennino attraverso il Passo di Viamaggio, per cui passa l'antico itinerario che da Rimini giunge a Sansepolcro. La parte terminale del fiume è stata bonificata: una volta paludosa (pur all'interno della città) ora è un vasto parco verde attraversato da piste ciclabili, dotato di aree ricreative per bambini e con un lago artificiale per le oche, estraendo la ghiaia che assicurava la stabilità del Ponte di Tiberio, mentre la foce è stata mantenuta allagata, anche se sotto forma di canale "cieco" lungo circa 500 metri, per mantenere attivo il Porto Canale della città.

È la città italiana più vicina alla Repubblica di San Marino, alla quale è collegata con una superstrada, a scorrimento lento perché senza cavalcavia, costruita con fondi statunitensi dopo la seconda guerra mondiale sul tracciato della vecchia via consolare, che attraversa il territorio comunale di Coriano, prima di giungere a Dogana (RSM), prima località dopo il confine di Stato.

La costa si presenta come una larghissima spiaggia, le cui acque sono molto basse e quindi particolarmente adatte alla balneazione.

Clima

Rimini ha un clima di transizione fra quello mediterraneo e quello più continentale della vicina Pianura Padana, con aspetti peculiari talora dell'uno e talora dell'altro che permettono di classificarlo come clima a cavallo tra quello temperato sublitoraneo e quello temperato subcontinentale.

Le estati sono generalmente molto calde, ma grazie alla quasi mai assente ventilazione dai quadranti orientali(brezza di mare) durante il giorno le temperature massime difficilmente superano i 32°(anche se con tassi di umidità molto elevati e talvolta fastidiosi), tranne in condizioni del vento catabatico proveniente da S/W (il Garbino o Libeccio) che discendendo dai monti si riscalda e porta temperature che possono raggiungere anche punte di 38-40° ma con tassi di umidità bassissimi. Gli inverni sono invece nel complesso freddi e umidi con caratteristiche più spesso padane che mediterranee. Si contano, infatti, mediamente 46 giorni con temperature minime uguali o inferiori a 0° e anche la nebbia è un fenomeno tutt'altro che raro anche se generalmente non si presenta così fitta e persistente come in Pianura Padana e solo in rarissimi casi da luogo alla micidiale "galaverna" (nebbia congelantesi) tipica invece della regione sopracitata. Nonostante questi caratteristiche nettamente continentali l'influenza mitigatrice del mare si fa sentire e tiene le temperature quasi sempre di 1-3° gradi più alte di quella delle altre città di pianura della Romagna. Tra l'altro (anche se con maggiore rarità) il fenomeno del Garbino si può verificare anche in inverno quando porta a vertiginosi, quanto momentanei, incrementi della temperatura. Autunno e primavera sono le stagioni di passaggio per antonomasia e possono presentarsi come un proseguo delle stagione appena finita, o come un anticipo di quella futura.

Rimini è una città piuttosto ventosa (e questo ha anche il vantaggio di tenere solitamente più basso il livello delle polveri sottili) e viene attraversata generalmente da tutti i venti. Il più frequente è quello da N/E che si presenta in estate sotto forma di brezza di mare e in inverno sotto forma del freddo e impetuoso (con punte che hanno passato i 150 km/h nel settembre 2004) vento di Bora, che precede solitamente le ondate di freddo ma che da solo non è in grado di portare la neve, tranne che in rare eccezioni. Il vento più freddo invece è il Ponente che in inverno raccoglie il freddo accumulatosi (a seguito di un'irruzione fredda) nel "catino padano" e, trascinandolo verso la città, è praticamente l’unico vento capace di portare la neve sulla costa.

Il regime pluviometrico presenta un andamento sostanzialmente simile a quello caratteristico del tipo "Litoraneo padano" con una piovosità totale annua che mediamente si attesta sui 754 mm, abbastanza equamente distribuiti durante l'anno, con un massimo nella stagione autunnale (229 mm) ed un minimo relativo in inverno. La primavera ha invece una piovosità di 173 mm. La stagione estiva presenta una media di 188 mm di precipitazioni, che si presentano generalmente sotto forma di temporali anche violenti, sempre più rari però in questi ultimi anni e che hanno fatto diminuire sensibilmente i quantitativi medi di pioggia estiva. Come già detto, con i suoi 164 mm l'inverno è invece la stagione più asciutta, anche se in questo periodo non è raro che le precipitazioni assumano carattere nevoso, con accumuli generalmente scarsi, ma che a seguito di irruzioni fredde particolarmente intense possono risultare sorprendentemente ingenti (superiori anche a 20cm) per una città costiera. Non a caso l'accumulo nevoso medio annuo è di circa 10 cm (uno dei più alti di tutte le città costiere dell'Italia e del Mediterraneo intero), comunque molto diminuito rispetto agli anni '60 del secolo scorso quando si avevano accumuli medi di 35/40cm per inverno[1], con quello del 1962/'63 che risultò il più nevoso dall'inizio delle rilevazioni, con ben 103cm di accumulo totale[2].

Temperature medie

  • Gennaio: 1° C / 7° C
  • Febbraio: 2° C / 9° C
  • Marzo: 4° C / 13° C
  • Aprile: 7° C / 17° C
  • Maggio: 11° C / 21° C
  • Giugno: 17° C / 26° C
  • Luglio: 20° C / 28° C
  • Agosto: 19° C / 28° C
  • Settembre: 14° C / 24° C
  • Ottobre: 10° C / 19° C
  • Novembre: 5° C / 13° C
  • Dicembre: 2° C / 8° C

Storia

La storia di Rimini ha avuto inizio dalla spiaggia. Dal paleolitico, l'uomo primitivo ha abitato la zona tra la costa e il colle di Covignano. Dalla preistoria, la strada della civilizzazione (umbri in maggioranza, celti ed etruschi) ha portato Rimini fino a diventare un' importante città dell'Impero Romano. La prima fondazione dovette probabilmente avvenire grazie all'arrivo di genti etrusche villanoviane stanziate a Verucchio, caposaldo villanoviano della zona. La creazione doveva avere probabilmente ragioni di tipo commerciale, dovute alle possibilità di approdo che permetteva la zona. Come un'eredità del mondo villanoviano, Rimini si dovette probabilmente trovare a far parte del mondo etrusco, cui si seguì probabilmente un dominio umbro ed in seguito, celtico. In epoca classica si hanno tracce di contatti col mondo Egeo, testimoniati dal ritrovamento di frammenti di ceramica greca. Si pensa che la città fosse considerato come un emporio dalle genti di Egina.

L'arrivo dei Celti non dovette essere troppo violento, ma si ebbe un'occupazione della zona da parte di Galli Senoni, i quali continueranno in seguito la loro marcia verso sud, occupando gran parte delle Marche ed arrivando poi ad occupare, seppur per breve tempo, Roma. L'eredità celtica non è visibile oggi, ma è grazie a questa occupazione che la città crebbe d'importanza e divenne uno dei porti maggiori dell'Adriatico, insieme alla vicina Ravenna. Questa crescita, sancì la fine delle fortune di un'altra città importante, posta sulla foce del Po, Spina.

Intorno al III secolo, la città si venne a trovare in mezzo alle vicende che videro contrapposti i Galli e i Sanniti contro i Romani.

Ariminum

Nel 268 a.C., alla foce del fiume Ariminus (oggi Marecchia), in una zona già abitata in precedenza dagli Etruschi, dagli Umbri, dai Greci, dai Sanniti e dai Galli, i Romani "fondarono" la colonia di Ariminum e vi stanziarono, prima della guerra contro Annibale, una legione e coloni plebei di Roma. La posizione geografica ne fece un bastione contro l'avanzata dei Galli, e un avamposto per le conquiste verso la Pianura Padana. Rimini era un'importante rotta di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia. Vi transitavano, anzi vi partivano, ben tre delle più importanti vie Romane:

  • la Via Flaminia (220 a.C.), che partiva da Roma, la capitale dell'Impero, e arrivava direttamente ad Ariminum
  • la Via Emilia (187 a.C.), che partiva da Ariminum e arrivava a Placentia (l'odierna Piacenza)
  • la Via Popilia-Annia (132 a.C.), altro proseguimento della via Flaminia, verso Nord-Est: partiva da Ariminum passando per Rabenna (Ravenna), Atria (Adria), Patavium (Padova), Altinum, Aquileia, Tergeste (Trieste).

Rimini era di particolare importanza anche per il traffico di merci grazie al porto.
La città venne coinvolta anche in diverse guerre civili, ma rimase sempre fedele al popolo romano, in particolare a Mario e a Giulio Cesare, che dopo il passaggio del Rubicone (quale degli attuali corsi d'acqua fosse il Rubicone oggi è incerti. Taluni lo collocano dove ora scorre il Pisciatello, nel vicino paese di Savignano sul Rubicone, altri ritengono fosse l'attuale Marecchia, in un letto parzialmente diverso. Comunque, attraversando quel fiume che segnava l'inizio del territorio urbano di Roma, il Pomerium, pronunciò la sua leggendaria frase «Alea iacta est» (il dado è tratto) alle legioni, nel Foro di Rimini.
Rimini, che attirò l'attenzione di molti imperatori, soprattutto Augusto e Adriano, attraversò un periodo di splendore sotto Roma, vi si costruirono prestigiose costruzioni, come il Ponte di Tiberio (che subì durante l' ultima guerra numerosi bombardamenti e il passaggio dei carri armati Panzer; la sua solidità è dovuta all' ingegnoso sistema di archi che si prolungano sul letto del fiume, alla curvatura degli archi di sostegno che seguono la direzione del fiume e allo strato di ghiaia che, rimossa, ha messo in pericolo la relativa stabilità; ancora oggi utilizzato dalle automobili e chiamato anche "ponte del diavolo" per via di due buchi che la superstizione vuole fossero l'impronta di una cornata di Lucifero), l'Arco di Augusto, di grande importanza perché è il più antico arco romano ancora esistente - 2050 anni; non è stato edificato in città, ma fuori le mura, perché aveva un particolare significato: "qui comincia la pax e la civiltà romana", il teatro e l'anfiteatro.
L'opera che dovette però rappresentare meglio la città era probabilmente il suo porto, del quale oggi non rimane traccia, ma che si è riconosciuto essere nei pressi della odierna stazione ferroviaria e costituito in pietra bianca, probabilmente d'Istria, come quella dell'Arco d'Augusto e come quella del Tempio malatestiano, il quale venne costruito utilizzando pure pietre appartenute all'antico porto romano. I fasti di questo periodo sono comunque visibili nel museo della città, nella sezione archeologica. Altro ritrovamento d'interesse, posto vicino al museo stesso, è la famosa domus del chirurgo, una casa del III secolo d.C., appartenuta a un ricco chirurgo romano. La sua importanza risiede nella grande quantità di mosaici ritrovati, ma soprattutto nel ritrovamento di un importante numero di strumenti chirurgici, oggi visibili nella sezione archeologica del museo. Nel 359, a seguito della crisi dell'Impero Romano causata da invasioni e guerre interne, la nascente comunità Cristiana tenne un importante Concilio a Rimini.

In epoca tardo antica, Rimini si trovò invischiata nelle vicende della guerra greco-gotica, che ne decimò la popolazione e portò pure ad un progressivo abbandono della città. nel 538 d.C.venne assediata dalle truppe del goto Vitige, ma venne liberata dal generale bizantino Narsete, poi, venne assediata nel 552 d.C. dai bizantini in seguito all'occupazione gotica del 549 d.C.. Questo assedio portò alla distruzione della prima arcata del Ponte di Tiberio perpetrata dal goto Usdrilla. Con l'avvento della metà del VI d.C. Rimini conobbe finalmente un periodo di tranquillità, quando si venne a trovare sotto la tutela dell'Impero bizantino. Divenne così una città importante della zona, in quanto si trovò a far parte della Pentapoli marittima. Nonostante le incursioni longobarde, i bizantini riuscirono a conservare la città e tutto il territorio di Ravenna, fin quasi a Bologna. Questa distinzione portò alla suddivisione in Longobardia, (dalla quale deriverà il nome Lombardia) e Romània (dalla quale deriva l'odierno Romagna), in quanto i bizantini erano riconosciuti come gli eredi dei romani.

Come già detto, la fase alto medievale, portò ad uno spopolamento della città, che si restrinse al punto di lasciare in stato di abbandono la zona compresa tra l'Arco d'Augusto e il Foro. Quest'area venne destinata ai campi, nonostante fosse all'interno delle mura cittadine.

Rimini nel Medioevo

La città divenne un Comune nel corso del XII secolo, e a seguito dei crescenti ordini religiosi che vi si stabilirono durante il XIII secolo, vennero edificati numerosi conventi e chiese. Conseguentemente arrivarono in città anche illustri artisti per progettare e decorare questi edifici. Il grande pittore Giotto fu l'ispiratore della scuola pittorica riminese del quattordicesimo secolo. Dell'insigne pittore, ci rimane un crocifisso e parte di un affresco conservata nella Chiesa di Sant'Agostino.

Altro edificio di grande importanza, sebbene sia oggi ridotto ad un semplice abside sfuggente, è la chiesa di San Michelino in Foro. La sua importanza risiede in un affresco ritrovato recentemente, che la collega al mondo dei Templari e rievoca antiche leggende.

Oltre agli edifici religiosi, possiamo ricordare gli edifici civili, che si ammassano tutti intorno alla Piazza del Comune (l'attuale piazza Cavour), il Palazzo dell'Arengo e il Palazzo del Podestà. In epoca comunale infatti, il centro del potere a Rimini venne spostato in questa zona, mentre l'antico Foro, veniva utilizzato per il mercato e, successivamente, per le giostre.

Altro importante impianto fu quello del nuovo porto, già presente a fianco del vecchio dall' XI secolo. Il nuovo porto risultava più riparato rispetto a quello vecchio, ma dovette inizialmente subire la furia del fiume Marecchia, che periodicamente allagava la città, creando così disagio anche ai pescatori. Lo spostamento del porto verso la foce del fiume, sancì la nascita di un nuovo borgo a ridosso di esso. Il Borgo San Giuliano, lo stesso che diede i natali al grande regista riminese Federico Fellini.

Anche questo periodo venne comunque segnato da disordini interni, come quelli dovuti ai Patarini, dichiarati eretici dalla Chiesa. I Patarini, derivavano il loro nome dal Rione Pataro, quello che si estendeva nella zona dei campi all'interno delle mura.

In seguito ad una prima fase in cui la città sposò la causa ghibellina (guidata dalla potente famiglia dei Parcitadi), Rimini divenne guelfa, grazie soprattutto all'avvento della nobile famiglia dei Malatesta da Verucchio, il cui capostipite fu Malatesta il Vecchio, detto anche il Mastin Vecchio e ricordato nella Divina Commedia di Dante.

Dal 1295 Rimini, divenne una signoria, il cui territorio supera i confini geografici della Romagna, legando alla città alcuni centri dell'entroterra appenninico quali Sansepolcro (1370-1430), Sestino e Citerna.

Dal punto di vista letterario, si può rammentare che il forlivese Jacopo Allegretti fondò a Rimini, nel XIV secolo, quella che molti considerano la Prima Accademia letteraria d'Italia.

Uno dei monumenti più celebri della città romagnola, presente nei testi di architettura anche stranieri, è il Tempio Malatestiano, progettato da Leon Battista Alberti intorno al 1450 per volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini durante il XV secolo. Il tempio, così chiamato a causa dell'abbondanza di elementi pagani (la sigla I/S = la giovane Isotta amante di Sigismondo) a scapito di una pressoché totale mancanza di simboli cristiani, venne costruito su preesistenze medievali. La Chiesa di San Francesco, venne completamente ricoperta dalla nuova facciata progettata da Leon Battista Alberti. Il nuovo impianto non seguì totalmente le indicazioni dell'artista, vi sono infatti alcune modifiche dovute a motivi strutturali. Il vero progetto del genovese, è visibile sulle medaglie bronzee di Matteo dè Pasti il quale era pure il capo cantiere a Rimini. Gli interni del Tempio vennero affidati a maestranze toscane, come le sculture di Agostino di Duccio e le pitture di Piero della Francesca. Nella facciata principale il Duomo riprende l' Arco d' Augusto; in quelle laterali, il Ponte di Tiberio.

Altro luogo di interesse appartenente a quest'epoca, è il Castel Sismondo, il castello-reggia di Sigismondo Pandolfo Malatesta, che venne iniziato nel 1437 e finito nel 1446. Il suo impianto venne pensato per meglio difendersi dai colpi delle bocche da fuoco, ma sembra che fosse più che altro rivolto per intimorire la cittadinanza, visto che, la maggior parte dei bastioni, guardano verso l'attuale piazza Cavour. Del palazzo ci rimane oggi solo la parte centrale, mentre è andata distrutta tutta la cinta muraria esterna. Il fossato è invece stato interrato.

Leonardo a Rimini

Leonardo da Vinci giunge a Rimini, come ingegnere e consigliere militare di Cesare Borgia, e rimane colpito dal gioioso suono delle cannelle d’acqua della fontana principale della Città (l’attuale Fontana della pigna). Come lui stesso scrive: “Fassi un’armonia colle diverse cadute d’acqua, come vedesti alla fonte di Rimini, come vedesti addì 8 d’agosto 1502”. Questa armonia gli suggerisce l’idea di costruire un organo idraulico utilizzando l’acqua non già come pompa per comprimere l’aria, come accadeva negli organi tradizionali conosciuti anche in antico e descritti dallo stesso Vitruvio nel “De Architectura”, ma di far suonare l’acqua stessa che cade entro “vasi di terra”. Tale caduta produce suoni diversi a seconda della forma dei vasi. Non si ha notizia se Leonardo sia veramente riuscito a realizzare tale strumento musicale, di certo, non ci sono pervenuti disegni, o anche solo schizzi, che ci facciano capire come egli intendesse realizzare tale macchina. L’architetto Pier Luigi Foschi, direttore dei Musei Comunali di Rimini, ha interpretato l’idea di Leonardo realizzando anche un modello. L’idea è stata sottoposta e condivisa dal prof. Carlo Pedretti, docente presso l’Università della California, uno dei massimi studiosi di Leonardo.

Nel laboratorio di fisica tecnica della facoltà di ingegneria di Bologna il prof. Alessandro Cocchi, con la collaborazione dell’ing. Paolo Guidorzi, ha individuato la dimensione dei “vasi”, ovvero delle colonne d’aria necessarie per ottenere le singole note musicali. La parte meccanica è stata realizzata con ingranaggi in legno, innescati da una turbina mossa dalla caduta dell’acqua, in modo tale da muovere un cilindro che a sua volta muove le leve del comando di apertura delle cannelle. Le valvole di chiusura sono state eseguite del tipo “conico”, già disegnato dallo stesso Leonardo, in modo tale da evitare una “coda” di caduta d’acqua dopo la chiusura della valvola stessa, alterando quindi il suono. Lo strumento realizzato è composto da otto canne corrispondenti alle note fondamentali di un’ottava. Il sistema sopra descritto è in grado di suonare, in maniera autonoma secondo una programmazione, brani musicali con una o più note in contemporanea: “D’una caduta d’un’acqua di fonte che ne facci un’armonia, che componga una piva co’ molte consonanze e boci”. Lo strumento musicale è stato realizzato dallo stesso arch. Pier Luigi Foschi, coadiuvato dall’ing. Lanfranco Ricci e da Marcello Iriti.

L'opera è attualmente esposta al Museo della Città di Rimini; di recente è stata esposta agli Uffizi a Firenze.

Citazione di Leonardo tratta dal Codice II di Madrid, f. 55 r : "D’una caduta d’un’acqua di fonte se ne facci un’armonia, che componga una piva co’ molte consonanze e boci Fermeremo i nostri vasi di terra di poi il corso dell’acqua ch’essce de’ vasi mova una rota dentata nell’albero suo. Li quali denti apra le canne dell’acqua che cade ne'vasi di mano in mano secondo il loro bisogno, come fa la mano sopra li tasti dell'organo. Vole infine essere in modo di tastame d'organo, acciò che toccando un tasto e' s'alzi l'oposita sua partee apra la canna dell'acqua".

Presenza e ruolo degli Ebrei a Rimini

  • XI-XIII secolo. Nel 1015 l'appalto dei dazi d'entrata nel porto (il cosiddetto teloneo «judeorum») è concesso ad israeliti che operano assieme al monastero di San Martino nel 1015 ed ai Canonici cittadini nel 1230.
  • XV secolo. Gli Ebrei ricevono favori dai Malatesti. Agli inizi del Quattrocento Rimini è «costituita prevalentemente da ceti mercantili e artigianali», con «una fiorente comunità ebraica a completare il quadro variopinto di una città cosmopolita» (A. Vasina). Dopo la morte di Carlo Malatesti nel 1429, si registrano manifestazioni contro la comunità ebraica ed i suoi banchi, saccheggiati. Nel 1432 Galeotto Roberto Malatesti ottiene da papa Eugenio IV un «breve» che introduce per gli Ebrei il «segno» di distinzione obbligatorio. Anche Sigismondo Pandolfo Malatesta è in rapporto con i banchieri ebraici. Nel 1462 per la fabbrica del Tempio ottiene un prestito da Abramo figlio di Manuello di Fano. Il quale aveva un fratello, Salomone, banchiere ed importante personaggio della comunità ravennate. Abramo e Salomone si trasferiscono nel territorio riminese, e gestiscono un banco nel castello di Montefiore attorno al 1459 (Muzzarelli). Nel 1489 a carico degli Ebrei è decisa un'imposta destinata a finanziare la difesa costiera contro i Turchi.
  • XVI secolo. Nel 1503 si replica l'assalto contro i loro banchi, due anni dopo la creazione del «Sacro Monte della Pietà». Il 13 aprile 1515 il Consiglio cittadino stabilisce il dovere per gli Ebrei d'indossare una berretta gialla se maschi ed un qualche «segno» (una benda anch'essa gialla) se donne. Il 22 luglio 1548 il Consiglio obbliga gli Ebrei riminesi a non abitare fuori delle tre contrade (San Silvestro, Santa Colomba e San Giovanni Evangelista) dove già si trovavano. Si anticipa così il provvedimento di papa Paolo IV («bolla» Cum nimis absurdumdel 17 luglio 1555 con cui si istituisce il ghetto in tutto lo Stato della Chiesa). Il 20 agosto 1555 si delimita la zona in cui agli Ebrei è permesso risiedere, ovvero la sola di Sant'Andrea (corrispondente all'odierna via Bonsi), in un tratto che va dall'angolo degli attuali Bastoni Occidentali (detti allora «Costa del Corso») sino all'oratorio di Sant'Onofrio. All'inizio ed alla fine del ghetto sono posti due portoni. Nel 1556 le famiglie ebree riminesi sono dodici. Nel 1557 la Municipalità ha già realizzato il ghetto trasferendovi i singoli nuclei famigliari. Nel 1562 la Municipalità proibisce (29 aprile) ai Cristiani di abitare nella contrada degli Ebrei, ma autorizza (14 ottobre) il ricco Ebreo Ceccantino di avere casa «extra ghettum». Nel 1569, il 26 febbraio, Pio V dà il bando agli Ebrei da tutte le sue terre, ad eccezione di Ancona e Roma. Però nel 1586 se ne trovano ancora a Rimini. Essi chiedono in Consiglio il 22 dicembre di poter continuare a vivere «familiariter» in città al di fuori del luogo detto «il ghetto» dove si rifiutano di permanere. Non ricevono risposta. Il 9 dicembre 1586 il Consiglio aveva autorizzato gli Ebrei che avevano licenza di abitare in tutto lo Stato della Chiesa, a risiedere a Rimini nel ghetto. Il 19 settembre 1590 non è approvata in Consiglio la proposta di approntare gli strumenti amministrativi per cacciare dalla città gli Ebrei che non l'avevano ancora abbandonata, e che sono equiparati a «vagabondi e forestieri» per i quali si voleva una pronta espulsione.

Sempre del XVI secolo, nell'attuale piazza Tre Martiri (allora piazza Giulio Cesare), venne eretto il Tempietto del Bramante, nel luogo dove si narra avvenne il miracolo della mula ad opera di S. Antonio da Padova.

  • XVII secolo. Nel 1615 il ghetto è distrutto da una rivolta popolare, secondo il racconto di monsignor Giacomo Villani (1605-1690). Alla «perfida gens Iudeorum» è ordinato di lasciare Rimini, e le porte del ghetto sono distrutte su richiesta di alcuni nobili. Nel 1656 a «un tal Hebreo Banchiere» di cui non si fa il nome ma che era conosciuto dal mallevadore («il gentilhuomo Hebreo di questa Città»), si concede di aprire un banco con la facoltà di avere presso di sé la famiglia. Il 16 giugno 1666 il Consiglio di Rimini invece boccia (31 contrari, 14 a favore) la proposta di chiedere al papa di ricostituire il ghetto per gli Ebrei ad «utile e beneficio» della città. Infine nel 1693 alcuni commercianti ebrei «soliti a venire a servire con le loro mercanzie» a Rimini, con un memoriale letto in Consiglio il 17 febbraio ottengono l'autorizzazione ad inoltrare al pontefice la supplica per poter rientrare in città. Come sia andata a finire la faccenda, la Storia non lo dice. Essi ritornano ad apparire nei documenti un secolo dopo.

Onorificenze

Medaglia d'oro al valor civile (decreto del Presidente della Repubblica del 16.1.1961)
«Fedele alle sue più nobili tradizioni, subiva stoicamente le distruzioni più gravi della guerra per la liberazione, attestando, con il sacrificio eroico di numerosi suoi figli, la sua purissima fede in un’Italia migliore, libera e democratica.»
— Rimini, 1940-1944

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Architetture civili

Altro

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[3]

Cultura

Istruzione

Università

Ha sede un polo scientifico-didattico dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

Musei

Media

Internet

  • È sede del LUG.
  • È sede di CentroLinux, associazione culturale per la divulgazione del software OpenSource per le P.M.I.

Personalità legate a Rimini

Eventi

Geografia antropica

Suddivisioni amministrative

Zona litoranea nord

Da nord-ovest verso sud-est

  • Torre Pedrera
  • Viserbella
  • Viserba
  • Rivabella
  • San Giuliano a Mare (da non confondersi con il borgo San Giuliano, un quartiere della città)

In particolare nella zona di Viserba e Viserbella sono presenti belle villette del primo Novecento. La costa in questo tratto presenta tratti di spiaggia relativamente corta ma ben tenuta e attrezzata, ideale per famiglie. Il fondale è molto basso: a 500 metri dalla costa si raggiungono circa 5 metri di profondità. Viserba, la più grande delle frazioni di Rimini nord, è detta anche "regina delle acque": qui è presente la famosa fonte Sacramora ed essendo perfettamente al centro del conoide fluviale del Marecchia ha nel suo sottosuolo acqua in abbondanza. La nascita della frazione a mare si ebbe dopo il 10 gennaio del 1889, anno della realizzazione della stazione ferroviaria, creata per favorire il commercio dei materiali della corderia, una fabbrica presente dal 1840 e passata da semplice mulino a pillificio e corderia. Nel corso dell'ultimo decennio, l'abitato di Viserba si è ulteriormente espanso verso l'entroterra (c.d. Viserba Monte), fino a raggiungere la linea tracciata dalla superstrada Adriatica, attraverso la costruzione di innumerevoli fabbricati destinati, per lo più, all'edilizia popolare.

Zona litoranea centrale

Rimini Marina centro. Non è una vera e propria frazione, ma parte integrante del capoluogo. Comprende il porto.
Rappresenta la parte centrale dell'area litoranea e ospita gli alberghi più importanti e più eleganti del comune (tra cui il famoso Grand Hotel di Rimini raffigurato nel film Amarcord di Fellini). La zona del porto è piena di locali come il Coconuts, il Turquoise, il Rockisland e il The Barge che, durante il periodo estivo, sono affollati di turisti di tutte le età e sono principalmente diventati delle discoteche all'aperto. Le spiagge in questa zona (che si estende principalmente dalla spiaggia libera del porto fino al bagno 57-58) sono caratterizzate da una vasta distesa di sabbia, tra le più lunghe d'Europa, e da un fondale molto basso.

Zona litoranea meridionale

Da nord-ovest verso sud-est

Si tratta di località prettamente turistiche, nella zona compresa tra la ferrovia e il mare. La zona ha subito il fenomeno della cosiddetta "riminizzazione" degli anni sessanta quando, senza ancora un piano regolatore preciso, furono costruite numerose palazzine diventate pensioni e hotel economici, aperti a partire da aprile-maggio, uno a ridosso dell'altro. Anche il litorale meridionale ha visto sorgere aree residenziali a monte della linea ferroviaria negli ultimi anni, anche se in misura meno massiccia rispetto al litorale nord.

Entroterra

Rimini ha un entroterra ricco di storia e cultura, ma anche piacevoli scoperte enogastronomiche. Il territorio si suddivide in tre vallate che prendono il nome dai fiumi che le attraversano. A nord la Val Marecchia con i borghi di Santarcangelo di Romagna, Verucchio culla della civiltà villanoviana i cui reperti sono conservati nel Museo Villanoviano, Torriana e il borgo di Montebello. Più a sud la Val Marano dominata dai borghi di Coriano, Montescudo e Montecolombo. L’estremità sud della provincia di Rimini è percorsa dal fiume Conca che dà il nome all’omonima valle, Val Conca, con i borghi di S.Giovanni in Marignano, Morciano, Montefiore Conca, Saludecio, Mondaino, Montegridolfo.

San Lorenzo in Correggiano

(San Lurènz in Curzein) La piccola frazione è situata sull'omonimo colle, posto tra via Coriano e via Montescudo a circa 4 km dall'Adriatica ed ha una popolazione di circa 500 abitanti. Fece sempre parte del contado riminese e nel 1371 Villa Plebis Sancti Laurentii in Coregiano conteneva 34 focolari. Il celebre orientalista Giuseppe Adolfo Noel des Verges comprò in questi luoghi nel 1843 una villa, visitata spesso dall'amico suo Bartolomeo Borghesi, che allora dimorava in San Marino. (Tratto da La Romagna: geografia e storia di Emilio Rosetti, Hoepli, 1984)

Frazioni

Bellariva, Corpolò, Marebello, Miramare di Rimini, Rivabella, Rivazzurra, San Fortunato, San Giuliano a Mare, San Lorenzo a Monte, San Lorenzo in Correggiano, San Martino in Venti, San Paolo, Santa Cristina, Santa Giustina, San Vito, Spadarolo, Torre Pedrera[4], Vergiano, Villaggio Primo Maggio, Viserba, Viserbella.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Rimini è collegata alla rete autostradale nazionale tramite due caselli, situati a Nord e a Sud della città, della Autostrada A14 Bologna-Taranto. Altre strade importanti che toccano la città sono di origine romana e sono:

Ferrovie

La città è dotata di cinque stazioni: Rimini, Rimini Fiera, Rimini Miramare, Rimini Viserba e Rimini Torre Pedrera ed è attraversata da due linee ferroviarie: la Bologna-Ancona e la Ferrara-Ravenna-Rimini.

Aeroporti

Rimini è dotata di un proprio aeroporto internazionale che è il secondo della regione per importanza. Nato come aeroporto militare (numerosi i piloti riminesi in guerra tra cui Fabbri, Melandri e Grossi) è dotato di una pista di decollo/atterraggio molto lunga, pertanto talvolta viene utilizzato come scalo secondario di Bologna soprattutto per aerei e cargo di grosse dimensioni che non potrebbero atterrare altrove. Collega quotidianamente i principali aeroporti europei come Roma-Fiumicino, Londra, Mosca e Sharm el Sheik. Gli altri principali impianti aeroportuali internazionali o intercontinentali più vicini alla città sono: Bologna-Borgo Panigale (circa 115 km), Ancona-Falconara (circa 95 km), Venezia-Tessera (circa 230 km) e Roma-Fiumicino (circa 355 km).

Mobilità urbana

L'azienda di trasporto pubblico urbano è la Agenzia di mobilità (ex TRAM Rimini).

Distanza dalle principali città italiane

Bari 560 km
Bologna 110 km
Firenze 165 km
Genova 420 km
Milano 330 km
Napoli 525 km
Palermo 1225 km
Roma 345 km
Torino 450 km
Venezia 190 km

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione

Gemellaggi

Sport

Centri e impianti sportivi

  • Circolo Tennis Rimini
  • Circolo Tennis Rivazzurra
  • Centro sportivo Gaiofana
  • Impianto Sportivo Viserba
  • Centro sportivo Salesiani
  • Polisportiva Sanges, Campo Don Pippo
  • Stadio Baseball
  • Centro sportivo D.L.F.
  • Centro sportivo Seminario
  • Baseball e softball Rivabella
  • Centro Polisportiva Rex
  • Centro sportivo Stella
  • Aeronautica Sportiva e Aeroclub
  • Centro sportivo Fossati
  • Centro Sportivo Torre Pedrera
  • Garden Sporting Center
  • Stadio Comunale di Rimini

Galleria fotografica

Voci correlate

Altri progetti

Note

  1. ^ http://marcopifferetti.altervista.org/Grafici%20citt%E0/Rimini.GIF
  2. ^ http://marcopifferetti.altervista.org/Grafici%20citt%E0/carta%20grafuci.htm
  3. ^ Dati tratti da:
  4. ^ Il termine mostra uno sviluppo semantico: dal latino petranea, il settore del territorio dove si estraggono le pietre da costruzione. Cfr.: Ottavio Lurati, Toponymie et géologie, in Quaderni di semantica, anno XXIX, numero 2, dicembre 2008, 441.

Collegamenti esterni

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