Emilio Salgari

scrittore italiano

Emilio Carlo Giuseppe Maria Salgàri (Verona, 21 agosto 1862Torino, 25 aprile 1911) è stato uno scrittore italiano di popolari romanzi d'avventura.

Emilio Salgari

Autore straordinariamente prolifico, è ricordato soprattutto per il ciclo dei pirati della Malesia. Scrisse anche diverse storie fantastiche ed è considerato uno dei precursori della fantascienza in Italia[1]. Dalle sue opere è stata tratta una cinquantina di film.

In suo onore l'asteroide 1998 UC23 è stato denominato 27094 Salgari.

Biografia

Nacque a Verona in una famiglia di piccoli commercianti nel 1862, da madre veneziana e padre veronese. Crebbe in Valpolicella, nel comune di Negrar, nella frazione di Tomenighe di Sotto, poi abbandonata per trasferirsi all'attuale "Ca' Salgari".

A partire dal 1878 studiò al Regio Istituto Tecnico e Nautico "P. Sarpi" di Venezia, ma non arrivò mai ad essere capitano di marina, come avrebbe voluto ed anche se per tutta la vita amò fregiarsi impropriamente di questo titolo. In questo contesto navigò le coste dell'Adriatico per tre mesi a bordo della nave Italia Una e questa fu l'unica sua esperienza di mare significativa, mentre non gli fu mai possibile viaggiare nei paesi lontani in cui ambientò la maggior parte dei suoi romanzi, e che lui conobbe solo tramite le letture dei libri.

L'esordio letterario

Il suo primo lavoro edito fu un racconto in quattro puntate, I selvaggi della Papuasia, scritto all'età di vent'anni e pubblicato su un settimanale milanese. A partire dal 1883 riscosse notevole successo con il romanzo La tigre della Malesia, pubblicato a puntate sul giornale veronese La nuova Arena, ma non ne ebbe nessun ritorno economico significativo. Nel 1884 pubblicò a puntate il suo primo romanzo, La favorita del Mahdi, che aveva scritto nel 1877.

Nel 1889 vi fu il suicidio del padre. Nel 1892 sposò Ida Peruzzi, attrice di teatro, e si trasferì a Torino.

Dal 1892 al 1898, sotto contratto con l'editore Speirani, pubblicò una trentina di opere. Dal 1898 invece lavorò con l'editore Antonio Donath, inizialmente a Genova, poi di nuovo a Torino. Nel 1906 passò all'editore Bemporad.

Molti suoi romanzi ebbero grande successo, ma a causa della sua ingenuità furono soprattutto gli editori a beneficiarne, mentre per Salgari le difficoltà economiche furono una costante, fino alla fine. In particolare a partire dal 1903, quando la moglie iniziò a dare segni di follia, si moltiplicarono i debiti che fu costretto a contrarre per poter pagare le cure. Nel 1910 la salute mentale della donna peggiorò, e nel 1911 Salgari fu costretto a farla ricoverare in manicomio.

Il suicidio

«A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna.»

Era un forzato del lavoro. I contratti l'obbligavano a scrivere tre libri l'anno: ogni libro, un migliaio di pagine in bella copia: tre pagine in bella copia ogni giorno: e se una domenica voleva riposare, o se un giorno era preso dalla febbre, all'indomani le pagine da scrivere erano sei. Più il lavoro di direzione di un periodico di viaggi, più le novelle. Per aiutarsi, cento sigarette al giorno. Più una bottiglia di marsala, che beveva da mattina a sera.

All'amico pittore Gamba aveva scritto nel 1909:

«La professione dello scrittore dovrebbe essere piena di soddisfazioni morali e materiali. Io invece sono inchiodato al mio tavolo per molte ore al giorno ed alcune delle notte, e quando riposo sono in biblioteca per documentarmi. Debbo scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle, e subito spedire agli editori, senza aver avuto il tempo di rileggere e correggere.»

Finché i nervi non hanno ceduto. Nel 1910 tenta per la prima volta il suicidio, ma viene salvato. La mattina del 25 aprile del 1911 lascia sul tavolo tre lettere ed esce con un rasoio in tasca. Le lettere sono indirizzate ai figli, ai direttori di giornali, ai suoi editori.

Ai figli Omar, Nadir, Romero e Fatima scrive:

«Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600 che incasserete dalla signora...»

Li avverte poi dove potranno trovare il suo corpo, in uno dei burroncelli del bosco della Madonna del Pilone. Ma a trovarlo per caso è una lavandaia. Ha la gola e il ventre squarciati. In mano stringe ancora il rasoio. Si è ucciso come avrebbe potuto uccidersi uno dei suoi personaggi: facendo harakiri, con gli occhi rivolti al sole che si leva.

La tragedia colpirà anche i figli dello scrittore: nel 1931 è di nuovo il suicidio la causa della morte di Romero, uno dei suoi quattro figli; ed anche il più piccolo, Omar, si uccide buttandosi dal secondo piano del suo alloggio nel 1963.

La produzione romanzesca

 
Copertina de "I Misteri della Jungla Nera" di Emilio Salgari
 
Copertina generica usata per vari romanzi di Salgari: in questo caso si tratta de "Il Figlio del Corsaro Rosso" (Ed. Bemporad)
 
Copertina de "Il Continente Misterioso" di Emilio Salgari

Salgari deve la sua popolarità ad una impressionante produzione romanzesca, con ottanta opere (più di 200 considerando anche i racconti) distinte in vari cicli avventurosi, con l'invenzione di personaggi di grande successo come Sandokan, Yanez de Gomera e il Corsaro Nero. Tali personaggi risultano inseriti in un accurato contesto storico; la ricostruzione delle informazioni riguardanti le vicende istituzionali dei paesi da lui descritti non si limita, ad esempio, alla figura di James Brooke, il raja bianco di Sarawak.

Seri studi condotti dalla storica olandese Bianca Maria Gerlich (i cui lavori sono stati pubblicati da autorevoli riviste scientifiche quali Archipel nei Paesi Bassi e, in Italia, Oriente Moderno[2]) hanno infatti permesso di ricostruire le fonti storiche e geografiche lette e utilizzate nelle biblioteche di Verona dal grande scrittore di romanzi d'avventura.

La popolarità degli eroi salgariani è provata anche dalla grande diffusione di apocrifi: più di un centinaio, che editori privi di scrupoli gli attribuivano; alcune di queste opere furono messe in giro addirittura dai figli dello scrittore.

Egli stesso pubblicò con vari pseudonimi numerose opere, spinto da motivazioni diverse la più nota delle quali fu l'urgenza di aggirare la clausola contrattuale di esclusiva che lo teneva legato all'editore Donath. Tuttavia per lo stesso Donath pubblicò con lo pseudonimo di Enrico Bertolini tre romanzi, nonché diversi racconti e testi di vario genere; in questo caso si sarebbe trattato di una precauzione utilizzata quando, incalzato da contratti e scadenze, lo scrittore usava più del dovuto elementi tratti da opere altrui (come nel caso di Le caverne dei diamanti, una libera versione del romanzo Le miniere di re Salomone di H. Rider Haggard[3]).

Note filologiche

Anche se la pronuncia "Sàlgari", con l'accento sdrucciolo, è indubbiamente diffusa, essa è scorretta. Si tratta infatti di un cognome fitonimico, che deriva cioè dal nome di una pianta. Questa pianta è il salgàr (parola veneta), una specie di salice ("salice nero") del Veneto. L'accento va quindi posto sulla seconda "a", "Salgàri".

Opere

Cronologia delle opere, divise per cicli narrativi.

Ciclo dei corsari delle Antille

I Corsari delle Bermude

Ciclo delle avventure nel Far West

Cicli minori

I due marinai

Il Fiore delle Perle

I figli dell'aria

Capitan Tempesta

Romanzi singoli

Filmografia

In ordine alfabetico-cronologico i film tratti dalle opere salgariane (parziale):

Note

  1. ^ La Cartagine di Salgari ∂ Fantascienza.com
  2. ^ "Sandokan personaggio storico", LXXXVI, 1996, pp. 111-126 + 1 cartina.
  3. ^ Emilio Salgari, Storie con la maschera, a cura di F. Pozzo, Mephite 2003. Notizia tratta da http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/4353/

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

Emilio Salgari, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. (aggiornato fino al gennaio 2010) Errore: l'id specificato non è valido, modifica il template consultando le istruzioni