Guglielmo di Tiro

arcivescovo cattolico e storico francese

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Guglielmo di Tiro scopre i primi sintomi della malattia di Baldovino (dal MS L'Estoire d'Eracles (Traduzione in francese della Historia di Guglielmo di Tiro), realizzato in Francia intorno al 1250. British Library, Londra.)

Guglielmo di Tiro[(LA) Guillelmus Tyrensis episcopus] (Gerusalemme, ca. 1130 – ca. 1186) fu arcivescovo della città di Tiro, nell'odierno Libano.

Biografia

Molto probabilmente nacque a Gerusalemme da una famiglia francese. Studiò a Parigi e a Bologna.

Nel 1167 l’arcivescovo di Tiro lo elesse arcidiacono della città di Tiro su richiesta del re Amalrico I di Gerusalemme. Si fece apprezzare per le sue capacità intellettuali e subito dopo fu inviato a Bisanzio a capo di una delegazione.

Nel 1169 era a Roma; fece ritorno in Terra Santa, dove Amalrico lo scelse prima come precettore del figlio, il futuro Baldovino IV di Gerusalemme, e poi cancelliere del Regno di Gerusalemme.

Fu eletto arcivescovo di Tiro nel maggio 1174.

Entrò in conflitto con i Templari, probabilmente per motivi legati a una differente visione politica nei rapporti con i musulmani. Nei suoi scritti si scagliò contro il Gran Maestro del Tempio, Oddone di Saint Amand.

Preoccupato per i problemi incontro ai quali andava il Regno di Gerusalemme, minacciato da Saladino e governato da un giovane Baldovino attaccato dalla lebbra, nel 1177 si recò in Europa, dove non fu ascoltato. Al ritorno si imbarcò da Brindisi con le truppe di Pietro di Courtenay e giunse a Costantinopoli, dove rimase alcuni mesi presso la corte di Manuele I Comneno con quale mise in atto importanti relazioni diplomatiche; si recò anche ad Antiochia per concludere altre alleanze politiche e poi rientrò a Tiro.

Ma già l'anno dopo era in viaggio per partecipare al Concilio Lateranense III e per una nuova missione diplomatica col papa Alessandro III e presso i re di Francia e di Inghilterra.

Tornato in Terra Santa, morì poco dopo, tra il 1184 e il 1186.

Le opere

 
Guglielmo di Tiro scrive la sua Cronaca, da una traduzione francese del XIII secolo, Bibliothèque Nationale, Parigi.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Historia rerum in partibus transmarinis gestarum.

La Historia rerum in partibus transmarinis gestarum è un dettagliato resoconto scritto in latino della storia delle prime crociate e del Regno di Gerusalemme dal 1095 al 1183. Da molti critici, il tono degli scritti viene considerato distorto ed eccessivo, ma le sue cronache sono state in realtà ricchissime di notizie anche sull'Ordine dei Templari e sulla loro origine. D'altra parte, egli viene considerato come uno dei pochi cronisti del tempo che conosceva approfonditamente il mondo musulmano, i sunniti, le dinastie al potere. Era in stretto contatto con i regnanti di Gerusalemme e partecipò in prima persona a parecchi eventi.

La cronistoria si interrompe intorno al 1183, pressappoco l'anno della sua morte. Tuttavia altri cronisti proseguirono la cronaca redigendo altri scritti in antico francese: tra i Continuatori di Guglielmo (come oggi sono noti alla storiografia) spicca Ernoul.

A Guglielmo vengono anche attribuiti i Gesta orientalum principum, una storia dell’Impero romano d’Oriente dal 612 al 1182, che ci è pervenuta solo frammentaria.

Bibliografia

  • R.B.C. Huygens, Guillaume de Tyr étudiant, in "Latomus" 21 (1962), pp.811-829.
  • M.R. Tessera, Guglielmo di Tiro e Bernardo di Clairvaux: uno sguardo da oltremare sulla seconda crociata, in "Aevum: Rassegna di scienze storiche linguistiche e filologiche", 73, 1999, pagg.247-272.
  • M.R. Tessera, Prudentes homines: ricerche sul lessico del potere nell'"Historia Hierosolymitana" di Guglielmo di Tiro, in "Aevum: Rassegna di scienze storiche linguistiche e filologiche", 74, 2000, pagg.493-510.

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