Monte Tibert

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Il Monte Tibert (2.647 m s.l.m.) è una montagna delle Alpi Cozie situata sullo spartiacque tra Valle Maira e valle Grana, del quale costituisce il punto più elevato.[1]

Monte Tibert
Il Monte Tibert visto da Rocca la Meja
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Piemonte
Provincia  Cuneo
Altezza2,647 m s.l.m.
Prominenza131 m
Isolamento1,03 km
CatenaAlpi
Coordinate44°25′04.76″N 7°09′03.81″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Tibert
Monte Tibert
Mappa di localizzazione: Alpi
Monte Tibert
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Sud-occidentali
SezioneAlpi Cozie
SottosezioneAlpi del Monviso
SupergruppoCatena Chambeyron-Mongioia-Marchisa
GruppoGruppo dell'Oserot
SottogruppoGruppo della Meja
CodiceI/A-4.I-A.2.b

Caratteristiche

È un grosso ammasso roccioso omogeneo sulla dorsale che scende dal colle di Esischie a separare la valle Maira dalla valle Grana. In questo punto la dorsale assume un andamento circa ovest-est, e dal colle Sibolet e dal colle Intersile sale dapprima ad una punta secondaria, a quota 2616 m, poi alla vetta principale a quota 2647 m. Da qui la dorsale piega più decisamente verso nord-est, scende alla quota 2480, poi prosegue più piatta allontanandosi in direzione della Rocca della Cernauda. Dalla vetta scende una dorsale secondaria che, con direzione media est-sud-est, raggiunge il monte Crosetta per poi digradare verso l'abitato di Campomolino.[2] Nella conca tra questa dorsale e la dorsale principale sorge la frazione di Narbona, antico centro abitato fondato da profughi provenzali fuggiti dalle persecuzioni religiose, ed oggi completamente abbandonato.[3]

La quota 2616 è il punto di incontro dei territori comunali di Castelmagno in val Grana, e di Marmora e Celle di Macra in val Maira; la vetta principale è sul confine tra i comuni di Castelmagno e Celle di Macra.[2]

La situazione geologica è abbastanza complessa. Dalla vetta, in direzione ovest si trovano dapprima quarziti conglomeratiche del verrucano alpino, poi scisti quarzoso-sericitici e rioliti; entrambe queste formazioni risalgono al Permiano. Ad est della vetta si trovano di nuovo scisti quarzitici e quarziti, ma di epoca più recente (Triassico), e più a ovest ancora si incontrano i calcari misti del complesso dei calcescisti ofiolitiferi (pietre verdi di Gastaldi).[4]

L'etimologia del nome non è certa. Il termine Tibert sembra unire una radice prelatina tib, con significato di pietra, roccia, al nome di persona germanico Bert.[1]

Ascensione alla vetta

L'accesso alla vetta è un itinerario di tipo escursionistico, con difficoltà valutata in E.[1][5]

Partendo dal santuario di San Magno, si risale per carrareccia fino alla grangia Sibolet, poi per il sentiero R6 in direzione del colle Sibolet. A quota 2240 m, si svolta a destra lasciando il sentiero R6, e per traccia di sentiero si raggiunge la cresta in corrispondenza del colle Intersile; da qui, per cresta, si arriva prima alla quota 2616, infine alla vetta.[1][5] Per la sua posizione, la vetta offre un'ottima vista panoramica sia sulle valli circostanti che sulla pianura cuneese, con un notevole colpo d'occhio sul Monviso.[5]

Note

Cartografia

Collegamenti esterni