Valerio Morucci
Valerio Morucci (Roma, 22 luglio 1949) è un ex terrorista italiano. Nella sua militanza nelle Brigate Rosse partecipò tra l'altro al sequestro di Aldo Moro, al cui tragico epilogo dice di essersi opposto.
Biografia
Dal '68 a Potere Operaio
Dopo aver iniziato la militanza politica nel Movimento del '68, Morucci entrò poi in Potere Operaio, organizzazione extraparlamentare dove si occupò prima dell'intervento nelle scuole superiori e poi del servizio d'ordine.
Di questo periodo rimase tristemente famoso il suo gioco alla 'roulette russa' praticato ai danni di un compagno di PO per ottenere la verita' sul Rogo di Primavalle[1].
Dalle FCA alle Brigate Rosse
Dopo lo scioglimento di Potere Operaio, nel 1973, tenta la formazione di organizzazioni politico-militari (terroriste), tra le quali le Formazioni Comuniste Armate F.C.A, parte delle quali confluirono infine (nel 1976) nelle Brigate Rosse.
La militanza nelle Brigate Rosse
Incaricato del Fronte Logistico della Colonna Romana ( Morucci era considerato un esperto e un fanatico di armi,da cui il suo soprannome all'interno del Movimento di 'Pecos') Morucci ( il cui nome di battaglia nelle BR era 'Matteo') partecipa tra l'altro all'agguato di via Fani a Roma come uno dei quattro componenti del nucleo di fuoco travestiti da avieri Alitalia ( insieme a Raffaele Fiore,Prospero Gallinari e Franco Bonisoli). Suo e' il ruolo piu' delicato: aprire il fuoco sulla FIAT 130 con Aldo Moro a bordo ed uccidere il caposcorta Oreste Leonardi ( ritenuto l'uomo piu' pericoloso ed esperto della scorta) senza colpire il Presidente della DC. Morucci ( armato di un mitra FNA-43) riuscira' a neutralizzare il povero maresciallo (che cercava di far riparare Moro) e ,nonostante il momentaneo inceppamento del suo mitra, intervenne anche sull'autista Domenico Ricci che cercava di svincolare la FIAT 130 dal tamponamento , uccidendo anche lui (Fiore ,che doveva secondo lo schema occuparsi del Ricci, ebbe anche lui il suo mitra inceppato quasi subito e quindi non riusci' a portare a termine il suo compito). Dopo lo scontro a fuoco Morucci si incarico' di prelevare due delle borse di Moro , per poi allontarsi rapidamente insieme agli altri componenti del commando dal luogo della strage su una FIAT 128 blu in compagnia di Bonisoli e Barbara Balzerani [2]. Durante il sequestro il ruolo di Valerio Morucci fu' fondamentale: responsabile logistico e personaggio di maggior prestigio ed esperienza della colonna Romana, si incarico' ( insieme alla sua compagna Adriana Faranda) della distribuzione di tutti i comunicati delle BR e di tutte le lettere di Moro, sfuggendo sempre ai tentativi di intercettazione delle Forze dell'Ordine. Inoltre Morucci partecipo' al vivace dibattito all'interno della colonna e con il responsabile del Comitato Esecutivo delle BR Mario Moretti riguardo allo svolgimento e all'esito finale del sequestro. Apparentemente contrario ( come anche la Faranda e qualche altro componente minore della colonna romana) all'esecuzione del Presidente,cerco' una diversa via di uscita ,rimanendo anche in contatto con leader del Movimento come Lanfranco Pace e Franco Piperno ( a sua volta collegati con Claudio Signorile e il PSI). Di fronte all'intransigenza di Moretti e di gran parte dell'Organizzazione i suoi abbastanza velletari tentativi non portarono a nulla e il 9 maggio 1978 Aldo Moro venne ucciso ( sembra da Moretti, forse con la partecipazione anche di Germano Maccari). In questa fase finale Morucci ,insieme a Bruno Seghetti , si incarico' di scortare fino a Via Caetani la Renault 4 rossa con il cadavere di Moro guidata da Moretti, per poi fare la tristemente famosa telefonata al professor Franco Tritto per comunicare l'ubicazione del corpo del Presidente. In effetti la voce del telefonista che chiamo' piu' volte la famiglia durante il lungo sequestro era la proprio la sua ( tranne nel caso della la drammatica telefonata di Moretti del 30 aprile 1978) [3].
L'arresto, la dissociazione, le condanne
Arrestato nel 1979, Morucci ricevette più condanne all'ergastolo, portate poi a ventidue anni e mezzo per l'applicazione della legge sulla dissociazione.
Morucci fu tra coloro che, in cambio di riduzioni di pena, ricusarono la causa delle BR e contribuirono alla cattura di altri brigatisti [senza fonte]. Ottenne poi il regime di semilibertà e la libertà condizionale, finendo di scontare la sua pena nel 1994.
Dopo la militanza terroristica
Ha pubblicato alcuni libri, come Ritratto di un terrorista da giovane o La peggio gioventù, in cui racconta la sua vita prima, durante e dopo l'esperienza nelle BR e Patrie galere. Cronache dall'oltrelegge che descrive la sua esperienza carceraria.
Oggi Morucci si occupa di informatica, vive a Roma ed ha un figlio di cinque anni.
Note
- ^ "Ritratto di un terrorista da giovane", di Morucci, 1999
- ^ Sui dettagli operativi della strage di Via Fani e dell'intero sequestro Moro le fonti sono disparate e abbastanza contradditorie. Si possono consultare, per esempio: V.MORUCCI 'La peggio gioventu',Rizzoli 2004; M.MORETTI 'Brigate Rosse, una storia italiana' Baldini e Castoldi 1998; ALDO GRANDI 'L'ultimo brigatista' BUR 2007; S.FLAMIGNI 'La tela del ragno' KAOS edizioni 2003; V.SATTA 'Odissea nel caso Moro', EDUP 2003; M.CASTRONUOVO 'Vuoto a perdere' BESA editrice 2007; G.BIANCONI 'Eseguendo la sentenza' Einaudi 2008.
- ^ Vedere i riferimenti bibliografici alla nota precedente
Bibliografia
- Ritratto di un terrorista da giovane, di Valerio Morucci. editore Piemme, ISBN 978-88-384-4462-3
- La peggio gioventù, di Valerio Morucci. Rizzoli editore, ISBN 978-88-1700-436-7
- Patrie galere. Cronache dall'oltrelegge, di Valerio Morucci. Editore Ponte alle Grazie, ISBN 978-88-7928-988-7