Castel Cellesi
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Castel Cellesi è un piccolo villaggio situato nel punto d'incontro tra Toscana, Umbria e Lazio settentrionale (Tuscia)[1] Oggi costituisce una frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo. Ha approssimativamente 350 abitanti, di cui una cinquantina stranieri del nord Europa: la cifra varia giacchè pochi castellani lavorano in paese, e Roma attrae per le sue possibilità lavorative, mentre diversi sono i casi di pensionati che si ritirano nel borgo acquistando un immobile a poco prezzo. Nonostante il nome, nel paese non è presente alcun castello, ma è la disposizione stessa delle case, conchiusa in sè stessa originariamente, a motivarlo.
Geografia fisica
Castel Cellesi sorge su uno dei bracci protesi verso il Tevere dell'altipiano attraversato dalla strada Teverina, così come Bagnoregio e Civita e, separatamente, l'altra frazione bagnorese, Vetriolo. In realtà, mentre l'altipiano rimane a 450 metri slm, Castel Cellesi scende a 370 metri circa, perchè sorge alla fine di esso. L'unica strada attualmente percorribile la congiunge alla Teverina per un percorso di 4,5 km. La strada che, a valle, congiunge Castel Cellesi con San Michele in Teverina e Civitella d'Agliano, e dunque con il Tevere e soprattutto l'autostrada A1, è attualmente non percorribile, visto che sorge in una zona non coperta da manutenzione stradale e in parte franata: è in corso (post elezioni comunali 2009) un dibattito politico legato al costo di rifacimento. Dal cimitero del paese è possibile vedere la media valle del Tevere, e alcuni paesi umbri del versante opposto, addossati sulla montagna.
In tale posizione, con orientamento E-S-E, equidistante dai centri di maggior rilievo [2], Castel Cellesi dista 10 km da Bagnoregio (VT) e 12 da Civita di Bagnoregio (VT), 15 km da Montefiascone (VT) e 25 km da Bolsena (VT).
Castel Cellesi è in una zona circondata da diversi laghi, oltre al corso del Tevere: il Lago di Bolsena e il Lago di Vico tra quelli naturali, il Lago di Corbara e il Lago di Alviano (sede di un'Oasi del WWF) tra quelli artificiali.
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta)
Clima
Castel Cellesi è innanzitutto dominata dai venti. Sorgendo ai margini di quello che può definirsi un corridoio orografico, scavato dal Tevere, ne riceve i capovolgimenti meteorologici, attenuati tuttavia dalla presenza di diversi laghi importanti. Le temperature sono mediamente 6-7 gradi centigradi inferiori a quelle di Roma e per tale ragione d'estate il villaggio si riempie di romani in cerca di refrigerio dalla forte calura estiva, fra cui anche diversi castellani emigrati nella capitale per lavoro. Le campagne della zona presentano il tipico andamento dolce dei terreni soggetti a frequenti e persistenti precipitazioni nevose. Tuttavia, con la costruzione in epoca recente delle dighe di Corbara e di Alviano, la neve ha lasciato il posto alla nebbia, che come una marea sale dalla valle del Tevere e invade i margini dell'altipiano.[3]
Classificazione climatica: zona E, 2279 GR/G
Storia
Il Conte Girolamo Cellesi[4] di Pistoia iniziò la sua edificazione intorno al 1650 su una porzione di territorio del feudo di Castel di Piero[5] (San Michele in Teverina) acquistata dai Conti Baglioni, previo consenso del Papa Rospigliosi sul quale aveva fatto pressione la sorella Lucrezia Cellesi, coniugata con Giacomo Rospigliosi. I Cellesi erano infatti una famiglia di Pistoia legata da sempre alla Chiesa[6]
Castel Cellesi era dunque una piazza chiusa, costituita dalle case dei contadini del feudo, la quale comunicava con il resto del territorio attraverso la "Porta di Sopra" (verso Bagnoregio, anticamente detta Bagnorea) e la "Porta di Sotto" (Castel Piero, attualmente San Michele in Teverina), ricavate dal muraglione che raggruppava le case. La Chiesa di San Girolamo e il Palazzo dei Conti Cellesi erano il centro del villaggio. Ma, gradualmente, altri contadini vennero e il paesino s'ingrandì verso la Valle del Tevere: una seconda piazza quadrangolare s'aggiunse alla prima, risultando poi più grande di essa, e circondata di case tutte simili fra loro, tutte sempre attaccate le une alle altre, condividendo quindi le mura portanti e costituendo, al giorno d'oggi, immobili ben più grandi e articolati a volte, mentre al di fuori non vi è traccia di tali grosse ristrutturazioni. Tuttavia, all'epoca, il Conte Cellesi aveva decretato che nessuna costruzione, eccetto quella religiosa, dovesse superare in altezza il proprio palazzo. Le case hanno cioè le stesse caratteristiche esterne: porta sulla piazza, mura di materiale povero, luci sui due lati, ecc... Inoltre, i pochi liberi, cioè non vassalli (enfiteutici), costruirono con le loro, e ulteriori, case una via rettilinea che oggigiorno precede e annuncia al visitatore il paese vero e proprio.
Successivamente il feudo è passato al primogenito Alessandro e poi al secondogenito Francesco. In seguito fu venduto al Conte Cini prima ed al Conte Tomba dopo.
Con la proclamazione del Regno d'Italia Castel Cellesi diventò Comune, ma nel 1928 fu soppresso ed annesso al comune di Bagnoregio. Nella zona sono presenti reperti archeologici etruschi, e vengono indicate in documenti storici diverse risorse minerarie.
Monumenti e luoghi d'interesse
- Palazzo Cellesi
- Monumento ai Caduti
Chiesa di San Girolamo
Girolamo Cellesi aveva fatto erigere nel piccolo borgo la propria tomba[7], ma fu tumulato a Pistoia. Insieme ad essa il Conte fece erigere nel 1664 la Chiesa di San Girolamo [8] che, come detto, è davvero posta al centro della piazza più piccola e antica. La costruzione dell'edificio parrocchiale fu importante per il popolamento del borgo, visto che la gran parte dei contadini voleva morire sacramentata: ciononostante alcune difficoltà, poi appianate, vennero dal prete di Castel Piero (oggi San Michele in Teverina) che vedeva ridursi i suoi diritti di riscossione della decima. Ma un accordo fra il Conte Cellesi e il Vescovo di Bagnoregio (allora sede vescovile) appianò il lato economico della questione.
Il monumento funebre del Conte, vuoto, rimane al lato destro della chiesa, guardando l'altare dall'entrata. La chiesa fu restaurata e decorata con grandi affreschi nel tardo Ottocento e costituisce testimonianza minore di questi due diversi periodi storici dell'arte nell'Italia Centrale. L'interno della chiesa - oggi parrocchiale - ha un'unica navata di 12 metri per 7,5 metri, su cui insistono due altari laterali simmetrici.
C'è un fonte battesimale a forma di tempietto ottagonale. L'abside è piuttosto rifinito, con una volta superiore apparentemente stuccata, e ricadente nel fascio di luce di una finestra apposita. La statua di San Girolamo è inscritta in una cornice fatta di due coppie di colonne, ai lati, mentre un finto sarcofago fa da base alla mensa che, con la statua del santo, regge anche un tabernacolo in legno. Una gran statua della Vergine Maria Assunta in Cielo è alla sinistra dell'altare: la santa è venerata a Castel Cellesi con una grande processione il 15 Agosto, cui segue nella notte più di mezz'ora di spettacoli pirotecnici in piazza. Tre quadri, già pale d'altare, e sei statue nelle nicchie completano ciò che di notevole ha l'arredo interno. Esternamente sopra l'ingresso vi è una seconda statua di San Girolamo, che lo ricorda come primo autore di una traduzione storica della Bibbia, la Vulgata.
Il campanile, alto più di 20 metri, è opera novecentesca del progettista e costruttore Benvenuto Guidi.
Chiesa del Santo Sepolcro
Una seconda chiesa, più importante però della chiesa di San Girolamo, è quella del Santo Sepolcro. Posta a ridosso delle mura cimiteriali, fa parte di un percorso di pellegrinaggio cattolico. Fu innalzata dal Conte Girolamo Cellesi nel 1674: originariamente era una modesta cappella dedicata alla Madonna del Soccorso di Pistoia, per la cui costruzione il Conte aveva chiesto e ottenuto l'autorizzazione da parte del Vescovo di Bagnoregio. [9]
Nel 1703 un altro Conte Cellesi, Francesco, richiese alla francescana Custodia di Terra Santa alcune sacre reliquie e rifece la cappella, raddoppiandone le dimensioni, per inserirvi una ricostruzione dell'Edicola del Santo Sepolcro. La chiesa fa da allora parte di un circuito di edifici sacri chiamati "Copie" o "Memorie"[10]: ciò per la loro voluta rassomiglianza con l'Edicola interna della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. [11] L'operazione di ampliamento voluta dal Conte Francesco Cellesi si rivela da subito molto ardua: la scoperta di una roccia impossibile da togliere modifica la costruzione dell'Edicola, che la ingloba e la rende visibile con un'apertura nella propria parte posteriore.
La presenza di questo monolite accresce di molto[12] la sensazione di deja-vu che i pellegrini cristiani dovettero vivere nei tre secoli successivi, fino a oggi, facendo visita in questo luogo, con una piccola deviazione dalla strada Francigena (ossia il tratto di via Cassia tra Acquapendente e Viterbo). Difatti anche l'originale chiesa gerosolimitana presenta una roccia inamovibile [13], in cui i fedeli fin dall'epoca di Costantino e dell'imperatrice Elena riconoscono la tradizionale Roccia del Calvario, sede della Crocifissione di Cristo, ai piedi della quale si fa risiedere la Tomba di Gesù (dunque il luogo della Resurrezione): entrambi i luoghi evangelici sono racchiusi dall'odierna Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Per questo il Conte Cellesi non s'accontentò solo di erigere il Sepolcro castellano, ma affidò la chiesa alla "Confraternita di Gesù e Maria e del S. Sepolcro" detta anche "Compagnia della Passione di Gesù e Maria altrimenti del S. Sepolcro".
L'Edicola ospitò le reliquie dal loro arrivo a Castel Cellesi, nel febbraio del 1704. Il 7 Marzo dello stesso anno il Vescovo di Bagnoregio (Bagnorea) consacrava ufficialmente la Chiesa del Santo Sepolcro. Fino alla fine dell'Ottocento essa è stata una delle mete del pellegrinaggio cattolico nella Valle del Tevere, per la possibilità concessa dalla Breve di papa Clemente XI di lucrare indulgenze. Ancor oggi l'Edicola è una delle più importanti del circuito europeo.
L'Edicola era sormontata, come indica una descrizione del 1939, "da una cupoletta sostenuta da leggere colonnine" ormai persa. Nella camera sepolcrale, in muratura, trova posto un Crocifisso ligneo, staccato dalla parete posteriore, alla cui base è il reliquiario.
La chiesa è oggi cappella cimiteriale[14]. Accessibile originariamente solo da un viale in forte salita finacheggiato da cipressi, è a navata unica, orientata con la porta principale a Nord-Est. Vi corrispondono due titoli: Chiesa della Madonna del Soccorso e Chiesa del Santo Sepolcro, con il quale oggi è comunemente identificata.
Dal piccolo belvedere della collina è visibile un vasto panorama, che ingloba addirittura il Terminillo distante 70 km in linea d'aria, e quasi sempre innevato; mentre a seconda della zona è visibile in direzione opposta il Monte Amiata, distante 55 km in linea d'aria.
Economia
- Agricoltura: viti, olivi e grano le colture principali. Il frazionamento delle proprietà (tipicamente italiano) è a volte eccessivo per un discorso strettamente economico.
- Industria: frantoio per la produzione d'olio. Edile e di lavorazione del legname (riscaldamento).
- Servizi: piccola ma significativa ricettività turistica (agriturismo e case in affitto) come base a minor costo per i giri turistici nelle vicine Civita, Orvieto, ecc...
Infrastrutture e trasporti
Tradizioni popolari
- Festa dell'Assunta. Dal 10 al 15 Agosto nella piazza grande e nei dintorni, con spettacoli e attività di varia natura. Nella serata finale, a mezzanotte, un'ora circa di spettacoli pirotecnici suggestivi.
- Il Maggio.
- Festa di San Girolamo, il 29 Settembre.
Cultura e associazioni
- Confraternita di Gesù e Maria e del S. Sepolcro (nata il venerdì 2 febbraio 1703, lo stesso giorno della posa della prima pietra della Chiesa; estinta alla fine del 1800)
- Amministrazione Separata Beni e Usi Civici di Castel Cellesi (dal 1931; ex Università Agraria)
- Cooperativa "La Frantoiana" (dal 1956)
- Banda di Castel Cellesi (estinta, ricomposta e poi nuovamente estinta); circolo ACLI (estinto)
- Comitato dei Festeggiamenti di Castel Cellesi in onore dell'Assunta: viene rinnovato di anno in anno tramite estrazione a sorte da parte del parroco di Castel Cellesi. Viene eletto un Presidente e un Segretario. Organizza i cinque giorni di festeggiamenti che hanno il loro culmine a Ferragosto, più eventi collaterali durante l'anno, fra cui quelli in onore di San Girolamo (ultimi giorni di settembre).
Altro
- In diversi momenti della sua storia recente, Castel Cellesi come altre località del Viterbese è stata indicata quale luogo ricco di Radon (cancerogeno, presente nel tufo delle costruzioni e del sottosuolo) e Arsenico (velenoso, presente nell'acqua di rubinetto in parti superiori al massimo consentito).
- Castel Cellesi è comparsa in epoca recente sui giornali suo malgrado, perché paese originario del 1ºMaresciallo Tecnico Meccanico di Aeromobile (TMA) della Brigata Aeromobile Friuli Massimiliano Biondini, perito insieme agli altri membri dell'equipaggio di un elicottero Agusta-Bell AB 412 dell'Esercito Italiano precipitato nella notte del 31 maggio 2005 in Iraq.[15]
Galleria fotografica
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Le rose di Castel Cellesi a Maggio
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Uno scorcio di Castel Cellesi
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La natura a Castel Cellesi
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Una visione suggestiva a Castel Cellesi
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Uno scorcio di Castel Cellesi
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Uno scorcio di Castel Cellesi
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Il Campanile della Chiesa di San Girolamo
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Uno scorcio di Castel Cellesi
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Particolare del Monumento ai Caduti e della Chiesa di San Girolamo
Note
- ^ Castel Cellesi infatti è a 27 km dall'Oasi WWF di Alviano (TR), a 43 km da Amelia (TR), a 46 km da Tuscania (VT), a 52 km da Todi (PG), a 70 km da Tarquinia (VT), a 81 km dalla Cascata delle Marmore (TR), a 101 km da Assisi (PG), a 150 km da Siena, a 160 km dall'Aeroporto Internazionale di Fiumicino (RM) e a 190 km da Firenze.
- ^ Viterbo e Orvieto (TR): entrambi distanti 26 km, una mezz'ora scarsa di macchina.
- ^ Nella vicina Civita di Bagnoregio, altra frazione bagnorese, ciò da luogo a un fenomeno scenografico molto ricercato da turisti e fotografi, soprattutto alle prime ore del mattino: la Città Che Muore infatti appare come una nave che solca un oceano di nebbia bianca. Ma la nebbia ha effetti collaterali sulla circolazione stradale e, in ultimo, sullo sviluppo economico dell'alto viterbese, anche per la presenza di animali di piccola (scoiattoli, ricci, istrici, gatti selvatici) e grande taglia (cinghiali e cervi) che non di rado sono vittime di incidenti stradali.
- ^ Esiste un Castel Cellesi proprio a Pistoia http://robertopuccianti.blogspot.com/2008/06/pillole-su-pistoia-volte-del-castel.html
- ^ Castel Cellesi risultò essere una frazione amministrativa di Castel Piero fino al 1698. Il 10 ottobre di quell'anno, infatti, il Conte Francesco Cellesi riuscì ad avere dal papa Innocenzo XII una Breve in cui si dichiarava Castel Cellesi Comune Autonomo. Il Comune eleggeva due Priori, in carica per 4 mesi.
- ^ La famiglia Cellesi godeva la prerogativa di accompagnare in corteo alla cattedrale i nuovi vescovi di Pistoia il giorno in cui prendevano possesso della sede.
- ^ Così descritta dalla Regia Sovrintendenza ai Musei e alle Gallerie del Lazio e degli Abruzzi nel 1939: «Fra due pilastrini, opera di connessi marmorei vi è la lapide epigrafica sormontata dal teschio; sotto i detti pilastrini sono graffiti due stemmi, sotto il monumento due putti di mezzo tondo in marmo bianco e fra loro una testa di Cherubino: sopra la lastra epigrafica vi è il ritratto del defunto su tela ad olio, di forma circolare in cui vi è l'effige di un vecchio sbarbato, coi capelli canuti vestito di nero, con intorno al collo un colletto bianco.»
- ^ Evidente l'omonimia con il Conte che la volle, cui tuttavia non dovette sfuggire che la vicina Civita di Bagnoregio era già patria di un altro Dottore della Chiesa, San Bonaventura.
- ^ Tale costruzione va identificata oggi con la parte vicino all'altare e aveva un ingresso opposto a quello moderno.
- ^ Nel territorio laziale sono state individuate "Copie" o "Memorie" nella Chiesa di Santo Stefano Rotondo (V secolo) a Roma, nella Basilica del Santo Sepolcro (785) ad Acquapendente (VT), nella Chiesa del Santo Sepolcro (1703) di Castel Cellesi, nella Chiesa di Santa Maria del Sepolcro a Vicovaro. Tali edifici sacri venivano edificati lungo le vie del pellegrinaggio medievale, come la Francigena, per rammentare al pellegrino la propria meta, p.es. il Santo Sepolcro a Gerusalemme, di cui erano in qualche modo l'immagine.
- ^ In quanto tale è stata parte di un progetto nell'ambito del programma comunitario Cultura 2000, che ha avuto come organizzatore il Comune di Asti e come coorganizzatori la Regione Lazio, il Centro Universitario per i Beni Culturali di Ravello, Firma Zajaczkoswka_kloda (Polonia), e Association Europea Maimonides (Spagna) per la durata di un anno (1 ottobre 2004 - 30 settembre 2005).
- ^ E la sensazione è accresciuta da altre caratteristiche: la chiesa di Castel Cellesi sorge su una collina, la quale è coltivata a ulivi (notte del Giovedì Santo). Per secoli, l'unica via percorribile era una stretta e accidentata salita, molto ripida, che doveva richiamare in un certo qual modo la Via Dolorosa. E inoltre: la posa della prima pietra, il venerdì 2 febbraio 1703, all'epoca giorno festivo (Purificazione della Vergine Maria), ci fu a mezzogiorno una forte scossa di terremoto: tracciando così un parallelo con la santificazione del sepolcro nuovo che Giuseppe di Arimatea aveva scavato per sè nella viva pietra e che poi, secondo tradizione, cedette al corpo di Cristo deposto dalla croce.
- ^ Un altro monolite rappresentava la parte originaria del Tempio di Gerusalemme e, oggi, è il luogo da dove la tradizione islamica fa partire l'Ascensione del profeta Maometto, evento che rende Gerusalemme una delle tre città sante dell'Islam
- ^ Non vi è da parte dei castellani, in occorrenza del Venerdì Santo, una rappresentazione sacra della Via Crucis, ma la devozione spinge a vedere quelle dei paesi vicini, Bagnoregio e Vetriolo.
- ^ http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/31/militari.shtml La salma del maresciallo Biondini è stata tumulata nel cimitero di Castel Cellesi dopo i funerali di Stato avvenuti a Viterbo.
Collegamenti esterni
- Tuscia Viterbese a cura della Camera di commercio di Viterbo
- [1] portale gestito da privati su Castel Cellesi in lingua inglese
- Turismo nella Tuscia Portale per la valorizzazione del Turismo, delle Tradizioni e del Territorio della Tuscia
- LaTuscia.com Informazioni sulla Tuscia Viterbese e sui comuni dell'alto Lazio