Alex l'ariete

film del 2000 diretto da Damiano Damiani
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«Per prendere il Grande Maiale mi mettete in pericolo la Eva! Porcaccia la miseria!»

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Durata122'
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(Alex l'Ariete)

Alex l'ariete è un film poliziesco italiano del 2000, diretto da Damiano Damiani.

Trama

Alessandro Corso (Alberto Tomba) è un giovane ed esuberante carabiniere che appartiene al Gis, il Gruppo Intervento Speciale delle forze dell'ordine. Per la sua specializzazione nello sfondamento durante le irruzioni è soprannominato "Alex l'ariete". Durante un importantissimo bliz, per salvare la vita ad un bambino, si allontana momentaneamente e non svolge il suo compito, e il suo collega rimane ucciso. Viene quindi trasferito per negligenza in un piccolo e sperduto paesino in cui non succede mai nulla. A sorpresa un giorno gli viene dato l'incarico di scortare una ragazza, Antavleva (Michelle Hunziker), dal giudice per una deposizione. La ragazza, ricoverata in ospedale dopo un leggero coma per un incidente stradale causato da 3 delinquenti, era stata arrestata perché sospettata dell'omicidio di una sua amica. In realtà lei è la testimone, e i delinquenti che avevano già provato ad ucciderla continuano ad inseguirla per impedirle di arrivare a deporre davanti al giudice e smascherare le loro malefatte. Potere e sesso, su questo binomio girerà tutta la vicenda e Alex dovrà incastrare una persona potente e rispettata che si rivelerà essere un poco di buono e nel film verrà ribattezzato "il Grande Maiale".

Il flop

Il film viene ricordato per essere stato un fiasco colossale, ricevendo giudizi negativi sia di critica che di pubblico. Alla sua uscita nelle sale totalizzò meno di mille spettatori[1] e un incasso di pochi milioni di lire. Alex L'Ariete avrebbe dovuto dare il via alla carriera da attore di Alberto Tomba, il quale si era appena ritirato dalle competizioni sportive e si stava trasformando sempre di più in un personaggio televisivo. Si pensava quindi che le sue nuove vesti di attore avrebbero potuto incuriosire e attirare il pubblico che già lo apprezzava come sciatore, ma i risultati estremamente negativi del film sancirono immediatamente la fine della sua nuova carriera. In quel periodo, infatti, l'ex-sciatore era in contatto con la Rai per la realizzazione di una fiction poliziesca [2] intitolata "Turbo" [3]; l'attore apparve addirittura su una copertina di Tv Sorrisi e Canzoni in una posa alla James Bond[4], ma nonostante questa risalisse a ben due anni prima dell'uscita del film, di tale fiction non si seppe più nulla[5]. Già allora la partner designata di Tomba fu Michelle Hunziker, pertanto è molto probabile che Alex L'Ariete possa essere stata la trasposizione cinematografica dello stesso soggetto della fiction [6].

Il film venne immediatamente considerato un perfetto esempio film trash: oltre all'insuccesso di pubblico, anche la critica ne stroncò ogni suo aspetto, dalla trama alla recitazione[7]. Proprio per questa concordanza di giudizi negativi da parte di critica e pubblico, attorno al film nacque una specie di “culto” da parte degli appassionati di film trash [8] (o semplicemente “brutti”[9]) che non mancano di citare ‘’Alex L’Ariete” quando si tratta di parlare di film dalla realizzazione scadente o che si sono rivelati dei fallimenti finanziari. Il film ha ottenuto, quindi, una specie di rivalutazione e interesse da parte di un certo tipo di pubblico, anche se in un contesto che molto probabilmente non era quello ricercato degli autori. Infatti, nonostante alcune soluzioni volutamente umoristiche e leggere [10] il film, almeno nelle intenzioni, voleva essere serio (nel rispetto dello stile di Damiano Damiani). Tuttavia le scarse doti recitative degli attori (soprattutto quelle di Alberto Tomba, il quale non riesce a nascondere il suo marcato accento bolognese), la trama traballante, alcune scene d'azione poco verosimili, il doppiaggio spesso fuori sincrono e numerosi bloopers, gettano sul film un alone di involontaria comicità anche nelle scene più drammatiche o concitate.

Proprio per rappresentare la scarsa cura nella realizzazione del film, viene spesso citata una scena che, pur essendo evidentemente un ciak errato, è stata inserita nel montaggio finale. In tale scena, Alex, mentre è impegnato in una sparatoria, deve sfondare sfonda una porta a vetri camminando all'indietro: nella scena si può vedere chiaramente che l'attore sbaglia la direzione e, anzichè centrare la porta, colpisce violentemente la schiena contro entrambi gli infissi.

Note

  1. ^ http://archiviostorico.corriere.it/2000/agosto/02/Solo_285_spettatori_hanno_visto_co_0_0008021532.shtml L'articolo è relativo alla prima settimana di programmazione. Anche se il film è stato ritirato quasi subito, si presume che gli spettatori possano essere stati pochi di più rispetto al numero indicato dal titolo
  2. ^ http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/febbraio/05/invasione_Tomba_ga_0_9802052122.shtml
  3. ^ http://www.broadcast.it/BeP/Rivista/2000/2000_3/leader.htm
  4. ^ http://www.sorrisi.com/1998/01/20/sorrisi-1998/1998-sorrisi-n41/
  5. ^ A tal proposito, il comico Gioele Dix, nelle sue imitazioni dell'ex-sciatore a Mai dire Maik si presentava indossando uno smoking e brandendo pistola (come nella copertina di “Tv Sorrisi e Canzoni”) ed aveva inserito in repertorio il tormentone "ho girato anche una fìssion" ('fiction' pronunciato in bolognese). In risposta a questa frase, la Gialappa's Band ribatteva che questa fiction, girata più di un anno prima prima, non era mai andata in onda.
  6. ^ http://filmup.leonardo.it/alex.htm Diretto da Damiano Damiani ("Il sole buio") il film era stato presentato come una mini serie per la tv, ma poi è stato scelto il suo lancio sul grande schermo.
  7. ^ Un esempio simile potrebbe essere il film ‘’Troppo belli’’, interpretato dai due tronisti Costantino Vitagliano e Daniele Interrante
  8. ^ http://www.pellicolascaduta.it/wordpress/?p=1411
  9. ^ http://www.filmbrutti.com/reviews.php?ShowReview=36
  10. ^ Ad esempio, il personaggio interpretato da Michelle Hunziker si chiama “Antavlèva”: in dialetto romagnolo significa "non ti volevo" (an t'avleva) ed è un riferimento ad un nome che si dice sia stato realmente registrato nella provincia di Ravenna, da parte di due genitori che speravano nella nascita di un maschio.

Collegamenti esterni

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