Roberto Saviano

scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano (1979-)

Roberto Saviano (Napoli, 22 settembre 1979) è uno scrittore e giornalista italiano. Nei suoi scritti, articoli e nel suo libro, Gomorra, romanzo d'esordio, usa la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d'impresa della camorra e della criminalità organizzata in genere.

Roberto Saviano

Dalle prime minacce di morte del 2006 da parte dei cartelli camorristici, denunciati nel suo "expose" e nella piazza di Casal di Principe durante una manifestazione per la legalità[1], Roberto Saviano è sottoposto a un serrato protocollo di protezione. Dal 13 ottobre 2006 vive sotto scorta[2].

Numerose le sue collaborazioni con importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Attualmente in Italia collabora con L'espresso e La Repubblica, negli Stati Uniti con il Washington Post[3] e il Time[4], in Spagna con El Pais[5], in Germania con Die Zeit[6] e Der Spiegel[7], in Svezia con Expressen e a breve in Gran Bretagna con il Times[8].[senza fonte]

Per le sue posizioni coraggiose non sono mancati gli appelli a non lasciarlo solo di importanti scrittori e personaggi culturali del calibro di Umberto Eco[9].

Cenni biografici

«I primi a fare una rivolta sul territorio dopo una strage di camorra, in questo caso a Castel Volturno, sono stati gli africani e non gli italiani.»

Figlio del medico Luigi Saviano, e (meglio evitare di diffondere il suo nome) di origine ebraica sefardita [10] si è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è stato allievo dello storico meridionalista Francesco Barbagallo[11]. Comincia la sua carriera giornalistica nel 2002 scrivendo per numerose riviste e quotidiani tra cui: Pulp, Diario, Sud, Il Manifesto, il sito web Nazione Indiana e per l'osservatorio sulla camorra del Corriere del Mezzogiorno. Nel Marzo 2006 pubblica il romanzo no-fiction Gomorra. È autore insieme a Mario Gelardi dello spettacolo teatrale Gomorra ed è sceneggiatore del film Gomorra.

Il caso Gomorra

«Ad aver dato fastidio alle organizzazioni criminali è il mio lettore, non sono io. Il mio lettore è ciò che loro non vogliono, il fatto che in questo momento ne stiamo parlando, che ne hanno parlato tutti i giornali, che continuano ad uscire libri, che continuano a nascere documentari, è tutto questo che loro non vogliono, è l'attenzione su di loro, sui loro nomi, soprattutto sui loro affari»
«Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l'odore. L'odore dell'affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. Io so dove le pagine dei manuali d'economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti. Io so. Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto terra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesi di montagna. Né possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, guardo, parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussurra: "È falso" all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità»

Nel marzo 2006 esce nella collana Strade Blu dell'editore Mondadori il suo primo romanzo[12] Gomorra - Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra, un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive: la Campania, Napoli, Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, l'agro aversano, luoghi dove l'autore è cresciuto dei quali fa conoscere al lettore una realtà inedita agli occhi di chi da tali luoghi non proviene. Il libro parla di ville sfarzose di boss malavitosi create a copia di quelle di Hollywood, di campagne pregne di rifiuti tossici smaltiti per conto di mezza Europa, di una popolazione che non solo è connivente con questa criminalità organizzata, ma addirittura la protegge e ne approva l'operato; l'autore ci racconta quindi di un Sistema (questo il vero nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca nuove reclute non ancora adolescenti, facendo loro credere che la loro sia l'unica scelta di vita possibile, di boss-bambini convinti che l'unico modo di morire come un uomo vero sia quello di morire ammazzati[13], e di un fenomeno criminale influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.

Ad agosto 2009 il libro ha venduto oltre 2,5 milioni di copie nella sola Italia[14] ed è stato tradotto in 43 paesi. Nel resto del mondo Gomorra è stato venduto in circa 2 milioni di copie. È presente nelle classifiche di Best seller in Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia, Lituania, Albania, Israele, Libano, Austria.

Da Gomorra sono stati tratti uno spettacolo teatrale, che è valso a Saviano gli Olimpici del Teatro 2008 come miglior autore di novità italiana, e l'omonimo film vincitore al Festival di Cannes del prestigioso Grand Prix Speciale della Giuria.

Il romanzo-saggio

«Annalisa Durante, uccisa a Forcella il 27 marzo 2004 dal fuoco incrociato, a quattordici anni. Quattordici anni. Quattordici anni. Ripeterselo è come passarsi una spugna d'acqua gelata lungo la schiena»
«Il tacere in queste terre non è la banale omertà silenziosa che si rappresenta di coppole e sguardo abbassato. Ha molto più a che fare col "non mi riguarda". La parola diviene un urlo. Controllato e lanciato acuto e alto contro un vetro blindato: con la volontà di farlo esplodere.»

La struttura del saggio romanzato (o del romanzo-saggio o romanzo-inchiesta o romanzo-verità), per la precisione, fu già utilizzata nella narrativa di denuncia dell'Ottocento. Per fare un esempio in ambito partenopeo, fu sperimentata con notevole successo nel romanzo d'appendice da Francesco Mastriani, prolifico raccontatore napoletano del cosiddetto basso romanticismo. Il successo crescente e un rapporto sempre più diretto con la folla dei lettori lo indussero a utilizzare, con l'uscita di scena dei Borbone e della censura, la narrazione più oggettiva e cronachistica tratta dagli ambienti più sordidi e malavitosi (le classi pericolose). In particolare Mastriani trattò con metodologia e articolate classificazioni la società criminale del suo tempo e i mali di Napoli e del meridione, sfociati nella questione meridionale. Quelli che lo scrittore definì studi in quel filone narrativo allora in voga con i romanzi d'Oltralpe e d'Oltremanica sulle metropoli europee. Romanzi diventati best seller per morbosa curiosità o per la cronica sete di verità dei lettori. Ne I Vermi (si tratta di "vermi sociali"), Mastriani esamina, tra l'altro, La Camorra elegante, I Vagabondi e I Lavori forzati.[15]. Come poi notò Benedetto Croce, fu il narratore più letto dal suo popolo al di fuori della «gente letterata».[16].

Le minacce e la vita sotto scorta

«Cito una frase di Von Clausewitz: " Quando ad un nemico gli togli tutto, gli lasci l'arma più pericolosa, la rabbia". Loro mi hanno tolto tutto in qualche modo, ma si sono dimenticati di questo riferimento di Clausewitz.»

Il successo ottenuto dal libro di Saviano ha creato diversi problemi all'autore: a partire dalle lettere minatorie, le telefonate mute ma anche e soprattutto da una sorta di isolamento ambientale.

Durante una manifestazione per la legalità tenuta nell'ottobre del 2006 a Casal Di Principe, lo scrittore denunciò in piazza gli affari dei capi del clan dei Casalesi, Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone (attualmente in carcere) e dei due reggenti, Antonio Iovine e Michele Zagaria invitando la popolazione a ribellarsi[1]. A causa delle minacce ed intimidazioni subite, l'allora Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha deciso di affidargli la scorta per motivi di sicurezza.

Il 14 Marzo 2008, durante il Processo Spartacus, il legale dei boss Francesco Bidognetti ed Antonio Iovine, Michele Santonastaso (coadiuvato dal collega Carmine D'Aniello), lesse dinanzi al presidente della prima sezione di corte d'assise d'appello Raimondo Romeres, una lettera scritta congiuntamente dai boss Francesco Bidognetti ed Antonio Iovine (il primo in carcere, il secondo latitante da 13 anni). La lettera conteneva una richiesta di spostamento del processo per legittima suspicione causata dalle influenze che Roberto Saviano, Rosaria Capacchione ed il pubblico ministero Raffaele Cantone avrebbero avuto sui giudici[17]. A seguito della lettera, il Ministero dell'Interno ha deciso di rinforzare le misure di sicurezza dello scrittore, aumentando la scorta da tre a cinque uomini.

Il 14 ottobre 2008 arriva la notizia di un possibile attentato nei confronti di Roberto Saviano. Un ispettore di Polizia della DIA di Milano[18] informò la Direzione distrettuale antimafia di essere venuto a conoscenza, dal pentito Carmine Schiavone (cugino del boss Francesco Schiavone detto Sandokan), di un piano, ormai in fase operativa, per uccidere lo scrittore e gli uomini della scorta entro Natale con un attentato spettacolare sull'autostrada Roma-Napoli in stile Capaci[19]. Tuttavia, Carmine Schiavone, interrogato dai magistrati, ha smentito, di essere a conoscenza di un piano dei Casalesi per uccidere Saviano, provocando l'immediata risposta dello scrittore: "È ovvio che lo dica; se lo dicesse, implicitamente dovrebbe ammettere di avere ancora rapporti con la criminalità organizzata"[20]. Il pubblico ministero titolare dell'indagine ha, infine, chiesto e ottenuto l'archiviazione dopo che la notizia si è rivelata infondata[21].

Nell'ottobre del 2008 Roberto Saviano ha deciso così di lasciare l'Italia, "almeno per un periodo e poi si vedrà", anche in seguito alle minacce, confermate da informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno svelato il progetto di eliminarlo da parte del clan dei Casalesi.

«Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me.»

Il 25 marzo 2009 è stato protagonista di uno speciale di Che tempo che fa su Rai Tre. La serata era divisa in due parti: la prima composta da un suo lungo monologo,[23] la seconda dall'intervista da parte di Fabio Fazio allo scrittore.[24] Il programma ha suscitato molto interesse tra il pubblico, ottenendo il 19% di share.[25]

L'appello dei premi Nobel

«Chi non conosce le dinamiche di potere della camorra spesso crede che uccidere un innocente sia un gesto di terribile ingenuità da parte dei clan perché legittima e amplifica il suo esempio, le sue parole. Errore. Non è mai così. Appena muori in terra di camorra, vieni avvolto da molteplici sospetti, e l'innocenza è un'ipotesi lontana, l'ultima possibile. Sei colpevole sino a prova contraria. La teoria del diritto moderno nella terra dei clan è capovolta.»

Il 20 ottobre 2008, sei premi Nobel internazionali si mobilitano per Roberto Saviano, chiedendo che lo Stato Italiano faccia qualsiasi sforzo per proteggerlo e sconfiggere la camorra, ponendo l'accento sul fatto che la criminalità organizzata non è un problema di polizia che riguarda solo lo scrittore, ma un problema di democrazia che riguarda tutti i cittadini liberi. Questi cittadini, concludono i sei premi Nobel nel loro appello, non possono tollerare che gli eventi descritti nel libro accadano in Europa nel 2008, così come non possono tollerare che il prezzo da pagare per aver denunciato questi eventi sia la rinuncia alla propria libertà ed alla propria incolumità. I sei premi Nobel firmatari dell'appello sono Dario Fo, Mikhail Gorbaciov, Günter Grass, Rita Levi Montalcini, Orhan Pamuk e Desmond Tutu.

L'appello è stato firmato da scrittori del calibro di Jonathan Franzen, Javier Marías, Jonathan Safran Foer, Jonathan Lethem, Martin Amis, Chuck Palahniuk, Nathan Englander, Ian McEwan, Hans Magnus Enzensberger, José Saramago, Elfriede Jelinek, Wislawa Szymborska, Betty Williams, Lech Wałęsa, Paul Auster, Siri Hustvedt, Peter Schneider, Colum McCann, Patrick McGrath, Cathleen Shine, Junot Diaz, Tahar Ben Jelloun, Taslima Nasreen, Caro Llewelyn, Ingrid Betancourt, Adam Michnik e Claudio Magris. Anche i media stranieri rilanciano l'iniziativa: da El País al Le Nouvel Observateur, dal Courrier International fino ad Al Arabiya e alla Cnn[26].

Dopo l'iniziativa, diverse radio hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti sul tema, in particolar modo la trasmissione Fahrenheit trasmessa da Radio 3 ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Numerose città italiane hanno inoltre offerto la cittadinanza onoraria allo scrittore, mentre numerose sono state le scuole che hanno sottoscritto l'appello. La Casa della Memoria e della Storia, a Roma, ha infine ospitato per otto ore una lettura corale di Gomorra[27].

In aggiunta alle firme dei sei eminenti esponenti, i normali cittadini hanno potuto firmare l'appello su una apposita pagina del quotidiano La Repubblica[28]. Le firme raccolte sono state complessivamente più di 250.000[29].

Insinuazioni e dubbi sulla necessità della scorta

Nell'ottobre 2009 il ca­po della Squadra Mobile di Na­poli Vittorio Pisani ha messo in dubbio la necessità della scorta per proteggere Roberto Saviano[30] sostenendo che non vi erano riscontri alle minacce di morte. Il capo della polizia Antonio Manganelli ha replicato ribadendo la necessità della scorta[31]. Roberto Saviano ha replicato in un articolo su la Repubblica[32] denunciando il tentativo di isolamento della sua persona e di "sgretolamento" della pubblica solidarietà verso di lui, confrontando il suo caso con quello di Peppino Impastato, Giuseppe Fava e Giancarlo Siani. A seguito dell'iniziativa di Pisani, Saviano ha dovuto "esibire, come richiesto, la giusta causa delle minacce"[33].

Musica

Il gruppo britannico dei Massive Attack ha creato un brano ispirato alla storia di Roberto Saviano e Gomorra, "Herculaneum", il brano è diventato la colonna sonora del film Gomorra.

Il rapper napoletano Lucariello, dopo aver ottenuto il consenso di Roberto Saviano, ha scritto una canzone "Cappotto di legno", musicata da Ezio Bosso, in cui è descritta la storia di un killer che si prepara ad uccidere lo stesso Saviano[34].

Il gruppo torinese dei Subsonica ha dedicato a Roberto Saviano la canzone "Piombo", contenuta nell'album L'eclissi.

Alla fine del video del brano "In Italia" del rapper Fabri Fibra è presente una parte dell'intervista di Enzo Biagi a Roberto Saviano in cui afferma: "Uno dei miei sogni era stato quello di rimanere nella mia terra, raccontarla, e continuare, come dire, a resistere."

Nel brano del gruppo rap 'A 67, "TammorrAntiCamorra" Roberto Saviano legge un frammento del suo libro in una Tammurriata anticamorra dedicato alla morte di don Giuseppe Diana.

Lo scrittore sul suo sito ufficiale ha dedicato uno spazio alla musica nella sezione Gallerie[35].

Bibliografia

Libri

Audio libri

Articoli
  • Mauro Curradi, scrittore d'Africa, «Nazione Indiana», 17-07-2004 (da «Pulp Libri»[36], gennaio 2003)
  • L'odiatore, «Nazione Indiana», 04-05-2004 (una versione ridotta di quest'articolo è uscita su «Pulp Libri» nel 2003)
  • L'infinita congettura, «Nazione Indiana», 27-02-2004
  • La città di notte, «Nazione Indiana», 22-03-2004
  • Un sogno leghista, «Nazione Indiana», 21-02-2003
  • La parola camorra non esiste, «Nazione Indiana», 16-09-2003
  • Annalisa. Cronaca di un funerale, «Nazione Indiana», 9-04-2004
  • Su Gustaw Herling, «Nazione Indiana», 03-06-2004 (da «Pulp Libri», n. 48)
  • Giancarlo Siani, «Nazione Indiana», 11-06-2004
  • Vi racconto di Marano e dei due compari, «Nazione Indiana», 05-08-2004
  • L'affermazione della libertà. Intervista a Mauro Curradi, «Nazione Indiana», 24-08-2004
  • Kaddish per Enzo, «Nazione Indiana», 27-08-2004
  • La bugia perenne, «Nazione Indiana», 23-09-2004
  • Lettera a Federico Del Prete, «Nazione Indiana», 13-10-2004
  • La brillante carriera del giovane di sistema, «Nazione Indiana», 26-10-2004 (da «il manifesto», 24-10-2004)
  • Qui, «Nazione Indiana», 23-11-2004
  • Il mestiere dei soldi, «Nazione Indiana», 15-12-2004 (da «Sud. Rivista di cultura, arte e letteratura» [37], n. 3, dicembre 2004)
  • Felicia, «Nazione Indiana», 08-12-2004
  • Pandori e moda. La camorra spa, «Nazione Indiana», 23-12-2004 (da «il manifesto», 16-12-2004)
  • Isaac Bashevis Singer, «Nazione Indiana», 14-01-2005 (da «Pulp Libri», n. 52, novembre-dicembre 2004)
  • Boss e poeti, «Nazione Indiana», 13-02-2005 (da «Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno», gennaio 2005)
  • Giuliana Sgrena: quello che sta accadendo di Sergio Nazzaro e Roberto Saviano, «Nazione Indiana», 25-02-2005
  • 33, «Nazione Indiana», 14-03-2005 (da «Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno», 13-03-2005)
  • Ferdinando Tartaglia, Fenomenologia di un'eresia anarchica, «Nazione Indiana», 10-04-2005 (da «PULP», n. 53, gennaio-febbraio 2005)
  • Il matriarcato, «Nazione Indiana», 14-05-2005 (da «Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno», 16-04-2005)
  • Scrivere sul fronte meridionale. Lettera agli amici indiani, «Nazione Indiana», 17-04-2005
  • La terra padre, «Nazione Indiana», 02-06-2005 (da «Nuovi Argomenti», n. 30, aprile-giugno 2005)
  • Io so e ho le prove, «Nazione Indiana», 02-12-2005 (da «Nuovi Argomenti», n. 32, ottobre-dicembre 2005)
  • Super santos, pali e capistazione, «Nazione Indiana», 10-10-2005 (da Il pallone è tondo, a cura di Alessandro Leogrande, L'ancora del mediterraneo, 2005)
  • Scampia Erzegovina 13-07-2005 «I Miserabili» (da Generazioni. Nove per due, L'ancora del mediterraneo, 2005)
  • Langewiesche, scrittore d'aria, di terra e di mare, «Nazione Indiana», 02-12-2005 (da «Pulp Libri», n. 56, luglio-agosto 2005)
  • Inferno napoletano, «L'espresso» n. 36 del 14/09/2006
  • Da Scampia si vede Pechino, «L'espresso» n. 38, 28-09-2006
  • E voi dove eravate, «L'espresso» n. 46, 21-11-2006
  • Quanto costa una parola, «L'espresso» n. 52, 4-01-2007
  • Vi racconto l'impero della cocaina, «L'espresso» n. 10, 15-03-2007
  • Spartani di George Bush, «L'espresso» n. 12, 29-03-2007
  • Guai a raccontare questo paese, «L'espresso» n. 15, 19-04-2007
  • Io sto con gli indiani, «L'espresso» n. 16, 23-04-2007

Note

  1. ^ a b Il video dell'intera manifestazione dell'ottobre 2006 a Casal di Principe con l'intervento di Saviano
  2. ^ Biografia di Roberto Saviano Sito personale dello scrittore
  3. ^ (EN) Roberto Saviano, Striking Back Against the Mob., su washingtonpost.com, The Washington Post Company, 29-06-2008. URL consultato il 03-10-2009.
  4. ^ (EN) Roberto Saviano, Maimed by the Mob, su time.com, Time Inc., 13-03-2008. URL consultato il 02-10-2009.
  5. ^ (ES) Roberto Saviano, El valor olvidado, su elpais.com, EDICIONES EL PAÍS, S.L., 17-05-2009. URL consultato il 03-10-2009.
    (ES) Roberto Saviano, Nunca debajo de una mujer, su elpais.com, EDICIONES EL PAÍS, S.L., 15-07-2009. URL consultato il 03-10-2009.
    (ES) Roberto Saviano, Por la libertad de prensa en Italia, su elpais.com, EDICIONES EL PAÍS, S.L., 02-10-2009. URL consultato il 03-10-2009.
  6. ^ (DE) Roberto Saviano, Gift für unsere Seelen, su zeit.de, Die Zeit, 21-02-2008. URL consultato il 03-10-2009.
    (DE) Roberto Saviano, Die Paten zittern, su zeit.de, Die Zeit, 03-07-2008. URL consultato il 03-10-2009.
    (DE) Roberto Saviano, Die Hummel, die nicht fliegen darf (PDF), su pdf.zeit.de, Die Zeit, 25-06-2009, 1-5. URL consultato il 03-10-2009.
    (DE) Roberto Saviano, Im Bett mit dem Tod, su zeit.de, Die Zeit, 23-07-2009. URL consultato il 03-10-2009.
  7. ^ (DE) Roberto Saviano, Angst vor dem Erwachen, su spiegel.de, Der Spiegel, 27-08-2007. URL consultato il 03-10-2009.
  8. ^ (EN) Roberto Saviano, Italy demands answers, not smears and threats, su timesonline.co.uk, Times Newspapers Ltd., 02-10-2009. URL consultato il 03-10-2009.
  9. ^ Umberto Eco: non lasciamo da solo Saviano La Repubblica, 16 ottobre 2006
  10. ^ [1]
  11. ^ Francesco Barbagallo; Università di Napoli
  12. ^ Saviano ha definito il testo come una no-fiction novel: ascolta l'intervista su RadioRai
  13. ^ Robertosaviano.com, Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss
  14. ^ Robertosaviano.com, rassegna stampa
  15. ^ Francesco Mastriani, I misteri di Napoli, scelti e annotati da Giuliano Innamorati; collana Classici italiani dell'Ottocento, Novara, Edizioni per il Club del Libro, 1972, pp. 659.
    Francesco Mastriani, I vermi, studi storici su le classi pericolose in Napoli, Napoli, presso Luigi Gargiulo, 1863-1864, pp. 10 voll..
  16. ^ Benedetto Croce, La vita letteraria a Napoli dal 1860 al 1900 in La letteratura della nuova Italia, Bari, Laterza, 1915, p. 284-287.
  17. ^ http://robertosaviano.it/documenti/9201/ Processo Spartacus. Lettera choc, minacce dei boss in tribunale. Roberto Saviano è definito dai boss, prezzolato.
  18. ^ Episodio citato da Roberto Saviano in un'intervista alla trasmissione di Canale 5, 'Matrix' di mercoledì, 15 ottobre 2008
  19. ^ Un piano per uccidere Saviano, La Stampa, 14 ottobre 2008
  20. ^ Attentato a Saviano, pentito smentisce Adn Kronos, 15 ottobre 2008
  21. ^ La Repubblica, 20 giugno 2009. Articolo: Il legale dei boss diffamò Saviano di Dario del Porto, su ricerca.repubblica.it, Gruppo Editoriale L’Espresso Spa, pagina 20. URL consultato il 04-10-2009.
  22. ^ Io, prigioniero di Gomorra lascio l'Italia per riavere una vita, La Repubblica, 15 ottobre 2008
  23. ^ Che tempo che fa - Il monologo di Roberto Saviano, su rai.tv, Rai.tv, 25 marzo 2009. URL consultato il 12-4-2009.
  24. ^ Che tempo che fa - L'intervista a Saviano, su rai.tv, 25 marzo 2009. URL consultato il 12-4-2009.
  25. ^ Leandro Palestini, Un'altra tv è possibile, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 27 marzo 2009. URL consultato il 12-4-2009.
  26. ^ Per Saviano in campo gli scrittori, boom di adesioni all'appello dei Nobel La Repubblica, 21 ottobre 2008
  27. ^ Saviano: "Ogni voce che resiste mi rende meno solo" La Repubblica, 22 ottobre 2008
  28. ^ Raccolta firme per Roberto Saviano La Repubblica
  29. ^ Firma per Roberto Saviano La Repubblica
  30. ^ [2]
  31. ^ [3]
  32. ^ [4]
  33. ^ Video con la registrazione del colloquio tra Roberto Saviano e Carmine Schiavone, collaboratore di giustizia e zio del boss Francesco Schiavone, detto Sandokan.
  34. ^ Lucariello racconta la nascita di Cappotto di Legno
  35. ^ Il sito di Roberto Saviano
  36. ^ "Pulp Libri" è una rivista culturale periodica (caporedattore Fabio Zucchella)
  37. ^ "Sud. Rivista europea", Lavieri edizioni

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