FIAT

azienda automobilistica italiana

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La FIAT (acronimo della Fabbrica Italiana Automobili Torino) nasce nel 1899 come casa produttrice italiana di automobili, ad opera di Giovanni Agnelli e di diversi altri soci, per poi svilupparsi in numerosi settori dando vita al più importante gruppo finanziario e industriale privato italiano. Ha da sempre sede a Torino, in Piemonte, nell'Italia nord-occidentale.

Storia e direzione aziendale

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Il vecchio logo FIAT, dal 1969 al 1999

Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario (non sempre in maniera pacifica ma anche sfociate in processi clamorosi per l'epoca), la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e resterà a capo dell'azienda sino al termine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver rischiato di perdere la proprietà dell'azienda per la propria compromissione con il regime fascista, Agnelli passa il comando a Valletta, essendo l'unico figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente aereo. Valletta, uomo di qualità non comuni, si occupò di reggere per conto della famiglia Agnelli una delle poche aziende italiane non completamente inginocchiate dalla disfatta, riuscì a farla rialzare e contemporaneamente fornì l'opportuna preparazione al ruolo che appena possibile avrebbe dovuto assumere il giovane discendente "primo in linea dinastica" (definizione attribuita a Montanelli).

Gianni Agnelli, l'erede, divenne presidente della FIAT nel 1966 e lo rimase fino al compimento del 75° compleanno, quando le norme statutarie lo obbligano a cedere la presidenza. La carica viene assunta prima dall'ex amministratore delegato Cesare Romiti e poi da un manager genovese che per molti anni ha lavorato alla General Electric negli USA, Paolo Fresco. La crisi del gruppo porta il fratello Umberto alla presidenza e dopo la morte di Umberto è la volta di Luca Cordero di Montezemolo; l'erede designato dalla famiglia Agnelli, John Elkann, è stato nominato vice presidente all'età di 28 anni e altri membri della famiglia fanno parte del consiglio di amministrazione. L'Amministratore Delegato, Giuseppe Morchio, dimissionario, è stato sostituito da Sergio Marchionne, che lo ha sostituito dal 1 giugno 2004.

La gestione di Gianni Agnelli segnò il passaggio dell'(ormai) romantica fabbrichetta ottocentesca dal rango di industria cittadina alla configurazione di azienda multinazionale plurisettoriale. La crescita, certo aiutata anche dal c.d. "boom economico" degli anni '60, fu ineguagliabile in campo nazionale e comunque di rilievo anche nei paragoni con l'estero.

Le attività e le strategie del gruppo, in origine dirette alla sola produzione industriale di autovetture (e poco dopo anche di veicoli industriali e agricoli), con il passare del tempo ed a causa delle mutate condizioni di mercato e del consolidato assetto di gruppo, sono andate verso una diversificazione in molti altri settori. Il gruppo ha al momento attività in una vasta gamma di settori dell'industria e nei servizi finanziari. Si tratta del maggiore gruppo aziendale italiano, che vanta inoltre significative attività anche all'estero, ov'è presente in 61 nazioni con 1063 aziende che impiegano oltre 223.000 persone, 111.000 delle quali al di fuori dell'Italia.

La FIAT iniziò la costruzione del famoso stabilimento produttivo denominato Lingotto nel 1916 e lo fece entrare in funzione nel 1923.

Storia dei modelli Fiat fino al 1945

La prima produzione di autovetture, datata 1900, avvenne con l'utilizzo di 150 operai nello stabilimento in Corso Dante a Torino. Da lì uscirono 24 autoveicoli modello Fiat 3/12hp, di cui una curiosità era la mancanza della retromarcia. Ancora nel 1903 la produzione era limitata a 103 pezzi di auto. Al 1902 risale anche la prima affermazione della casa nelle competizioni automobilistiche, quando, con alla guida Vincenzo Lancia si aggiudica una gara locale piemontese la Torino Sassi-Superga.

Sempre al primo decennio del XX secolo risalgono le prime diversificazioni della Fiat nel campo dei veicoli commerciali, dei tram, degli autocarri e dei motori marini. La società inizia anche un'attività all'estero con la fondazione della Fiat Automobile Co negli Stati Uniti nel 1908; nel frattempo si amplia anche il numero delle persone occupate, giunte a 2500 unità nel 1906. Nel 1908 viene messa in produzione la Fiat 1 Fiacre, prima autovettura destinata alla funzione di taxi e di cui vennero esportati numerosi esemplari nelle più importanti città come Parigi, Londra e New York.

Poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, la società torinese rinnova totalmente la gamma di autovetture in produzione con la presentazione dei modelli 1,2,3,4,5,6; di questi modelli va ricordata la presenza dei primi esempi di batteria e di trasmissione a cardano. Nel 1911 l'azienda si cimenta nella costruzione di un'autoveicolo specifico per battere il record mondiale di velocità: a tal fine costruisce la Fiat 300 hp Record, un'auto di quasi 29.000 cc e 290 cv di potenza, in grado di sfiorare i 300 kmh.

Sempre prima dello scoppio della guerra l'azienda madre fonda la Fiat lubrificanti, allarga le sue attività estere con l'apertura di una società in Russia e inizia la produzione in serie della Fiat Zero di cui costruirà circa 2000 esemplari, forniti anche di impianto elettrico. Naturalmente la produzione civile viene quasi completamente convertita ad uso bellico durante il conflitto e il modello Fiat 501 viene assemblato soprattutto per il Regio Esercito.

Alla ripresa produttiva post bellica nel 1919 l'azienda torinese presenta la Fiat 501 ad uso civile, di cui riesce a mettere sul mercato quasi 45.000 unità. Nel frattempo prosegue anche la diversificazione nel campo dei veicoli industriale e dell'accessoristica; quest'ultima rappresentata dalla fondazione della Magneti-Marelli.

Dopo la visita del Senatore Agnelli agli stabilimenti della Ford, fondata da Henry Ford nel 1903 negli USA, appare evidente che l'unica via percorribile sia quella di operare in serie, attraverso la catena di montaggio. Le prime manifestazioni del nuovo metodo di costruzione sono evidenti dopo l'inaugurazione del Lingotto, modernissimo stabilimento di 153.000 mq, disposto su 5 piani e con la presenza sul tetto di una pista di prova per i nuovi modelli.

I modelli in produzione negli anni '20 spaziano dall'utilitaria Fiat 509 alla lussuosa berlina Fiat 529 equipaggiata di freni su tutte le 4 ruote e di volante regolabile. Una innovazione tecnologica importante è quella del 1928 dove la Fiat, prima al mondo, utilizza l'alluminio per la costruzione delle teste dei motori.

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Fiat 500 Topolino

Il decennio antecedente lo scoppio della seconda guerra mondiale è caratterizzato dalla politica autarchica voluta da Mussolini che impedisce uno sviluppo all'estero dell'azienda, ma che aiuta nell'espansione sul mercato interno. É di questo periodo il debutto della Fiat 508 Balilla, presentata nel 1932, inizialmente fornita di cambio a 3 marce e in un secondo tempo (dal 1934) con uno più moderno a 4, che segna il nuovo record di produzione per la Fiat con oltre 110.000 esemplari. Pochi anni dopo il record verrà sbriciolato con la Fiat 500, conosciuta nella prima versione con il nomignolo di Topolino e che, presentata nel 1936, in un ventennio di produzione riuscì a raggiungere l'invidiabile cifra di oltre 500.000 unità. Appena prima dello scoppio della guerra viene inaugurato anche il nuovo stabilimento di Mirafiori dove viene iniziata la turnazione del lavoro sull'arco delle 24 ore.

Un modello che non può essere dimenticato é la Fiat 6 cilindri 1500, lanciata alla fine del 1935, che si distingue per una innovativa linea aerodinamica e filante della carrozzeria; questa nuova linea, molto accattivante, sarà estesa (ovviamente in formato ridotto) dalla Topolino nel 1936 e dalla Fiat Nuova Balilla 1100, la prima Fiat a fregiarsi del titolo di 1100,che sarà immessa sul mercato nel giugno 1937. L'ultimo prodotto anteguerra - uscito nel 1938 - é l'ammiraglia Fiat 2800 : per ovvie ragioni (la natura stssa della vettura e lo scoppio della seconda guerra mondiale) questo modello, che inaugura, in casa Fiat, una nuova forma del cofano (un muso detto a spartivento) sarà costruito (anche in versione "militare") in soli 621 esemplari sino al 1944.

La seconda guerra mondiale porta ad una drastica riduzione della produzione di autovetture con una conversione delle linee alla costruzione di veicoli commerciali richiesti dalla macchina bellica. Gli impianti subiscono gravissimi danni a causa dei bombardamenti e vengono pressoché fermati.

La produzione Fiat del dopoguerra

La fine del conflitto mondiale lascia un cumulo di macerie degli impianti industriali e si somma, per l'azienda, alla morte del suo co-fondatore e il conseguente passaggio della dirigenza all'Ing. Valletta: solo nel 1948 e grazie agli aiuti stanziati dal Piano Marshall terminano i lavori di ricostruzione degli stabilimenti e riprende la produzione di autovetture, sempre con i modelli progettati nell'anteguerra, come la Topolino.

Solo nel 1950 avviene la presentazione di un modello veramente nuovo, la Fiat 1400; sarà il primo modello con carrozzeria portante e fornito di serie di impianto di riscaldamento. Negli anni immediatamente successivi verranno presentati anche dei veicoli "inusuali" nella produzione dell'azienda fino ad allora: la Fiat Campagnola, mezzo fuoristrada di derivazione della mitica Jeep utilizzata dall'esercito americano durante la guerra e la Fiat 8V, una berlinetta sportiva a 2 posti caratterizzata dalle sospensioni a 4 ruote indipendenti, novità per l'azienda torinese. Altro traguardo importante raggiunto nel 1951 è rappresentato dalla presentazione di un aereo il modello G80, primo jet costruito in Italia.

Nel 1953 l'occupazione negli stabilimenti raggiunge la cifra di 71.000 unità mentre nel campo della tecnica viene prodotta la prima versione della Fiat 1400 con motorizzazione Diesel ripresa da un mezzo commerciale prodotto in precedenza. Dello stesso anno è la commercializzazione del modello Fiat 1100 nella sua nuova edizione a struttura portante denominato e conosciuto come "modello 103" e considerato un po' come l'erede della mitica Balilla.

 
Fiat Nuova 500

Il 1955 è caratterizzato dalla presentazione della Fiat 600, primo tentativo di motorizzazione di massa degli italiani, seguito dalle Nuova 500 nel 1957, la Fiat 1800/2100 nel 1959 e dalla Fiat 1300/1500 nel 1961.

Nell'arco di pochi anni la società cercò di coprire le varie richieste degli automobilisti spaziando dalle piccole cilindrate alle grandi berline e presentando i vari modelli con allestimenti berlina, giardinetta, coupé e spyder, diventando, in quanto azienda automobilistica più grande, uno dei perni del cosidetto boom economico di quegli anni.

Nel 1964 viene messa in produzione un'altra autovettura destinata ad un notevole successo, la Fiat 850, nella sua classica versione berlina e in quelle, altrettanto di successo, coupé e spyder. Nel 1966, stesso anno in cui avviene il passaggio di consegne tra Valletta e l'Avv. Gianni Agnelli, viene presentata la vettura più sportiva della gamma, la Fiat Dino progettata in parte con la Ferrari che ne presenta un modello omologo.

I primi anni della nuova gestione sono caratterizzati da nuovi modelli che man mano sostituiscono quelli prodotti nel primo dopoguerra, presentando nel 1967 la Fiat 124 che riesce a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno e sulla cui meccanica la Pininfarina crea un modello spyder molto apprezzato. Nel 1968 esce la Fiat 125 e contemporaneamente l'azienda intensifica la sua presenza produttiva nel Sud Italia; inoltre acquista parte della Ferrari e la totalità della Lancia. Il 1969 vede la presentazione della prima autovettura torinese con il motore e la trazione anteriori, la Fiat 128, anch'essa destinata ad un buon successo di vendita e a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno. Dello stesso anno è anche la Fiat 130 ammiraglia della casa con il suo motore da 2900 cc.

L'inizio degli anni '70, oltre che rappresentare l'inizio della produzione di autovetture all'estero con l'inaugurazione dello stabilimento in Unione Sovietica, vede la presentazione sui mercati mondiali del modello Fiat 127, erede della Fiat 850 e di cui, nei soli primi 3 anni di produzione, ne verranno costruiti oltre un milione di esemplari.

 
Fiat 126

Il 1972 porta contemporaneamente nuovi modelli in vari segmenti di mercato, quello delle utilitarie con la sostituzione della Fiat 500 con la nuova Fiat 126, quello delle berline di gamma alta con la Fiat 132 e quello delle autovetture sportive con la Fiat X1/9. Dopo alcuni anni di poche novità significative, dovuto anche alle prime crisi petrolifere, esce nel 1974 la sostituta della Fiat 124, la nuova Fiat 131 assemblata nello stabilimento di Mirafiori con l'uso di nuove tecnologie in parte robotizzate.

Nel 1978 esce in produzione la Fiat Ritmo, autovettura che si distacca notevolmente nelle linee da tutta la produzione precedente e che ha la caratteristica curiosa di dover essere messa sul mercato degli Stati Uniti con un altro nome, Fiat Strada, a causa della presenza sul mercato di un tipo omonimo di profilattici. In questo stesso anno l'azienda subisce un radicale cambiamento di struttura con la creazione della Fiat Auto Spa sotto cui vengono raggruppate tutte le aziende del gruppo attive nel comparto automobilistico (Fiat, Lancia, Autobianchi, Ferrari e Abarth) scindendo le attività collaterali in nuove ragioni sociali come Fiat Ferroviaria, Fiat Avio e Fiat trattori. Nel frattempo anche tutta la produzione di veicoli industriali aveva perso la denominazione di Fiat per essere inglobata nel marchio Iveco. In effetti, fino agli anni '70, il marchio Fiat era stato apprezzato anche per la produzione di autocarri, ma ancora di più per la produzione di furgoni come il Fiat 242, il Daily che l'ha sostituito, e per la serie di mezzi il cui nome è stato preso da famose monete del passato come il Marengo, Fiorino (su meccanica della Fiat 127), Talento.

L'inizio degli anni '80 presentano un ulteriore ringiovanimento della gamma con le Fiat Panda del 1980 in sostituzione della Fiat 126, della Fiat Argenta in sostituzione della Fiat 132 nel 1981 e della Fiat Regata che prende il posto della Fiat 131 nel 1983.

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FIAT Uno Rally

Forse un capitolo a parte merita la presentazione, datata 1984 della Fiat Uno, degno successore della Fiat 127, si merita anch'essa il titolo di Auto dell'anno, è la prima autovettura della casa il cui motore è prodotto negli stabilimenti di Termoli ed è a tutt'oggi il modello Fiat che vanta il più grande numero di esemplari costruiti, oltre 3.000.000.

Nel 1985 vede la luce il primo esemplare frutto della collaborazione tra le aziende del gruppo, utilizzando la stessa meccanica, la Fiat presenta la Croma contemporaneamente alla Lancia Thema e alla Alfa Romeo 164.Di quel progetto faceva parte anche la Saab 9000.

Nel 1988 esce la Fiat Tipo che va a sostituire, nel campo delle berline di media cilindrata, la Fiat Ritmo, seguita a distanza di 2 anni dalla presentazione della Fiat Tempra, altro progetto di collaborazione con la Alfa Romeo 155 e la Lancia Dedra.

 
FIAT Seicento

Sempre del 1988 è la presentazione di un altro modello che ha fatto la storia, purtroppo in questo caso negativa, dell'azienda Fiat, la Fiat Duna, un'autovettura che si rivelò un vero fiasco commerciale e ricordata ancora oggi soprattutto per le battute umoristiche nate intorno a questo modello.

Gli anni '90 sono caratterizzati dell' entrata in produzione dei modelli che vediamo circolare ai giorni nostri e che possiamo, in parte, ritrovare ancora nei listini di vendita odierni come la Fiat Cinquecento del 1991, la Punto e la Coupé del 1993, l'Ulysse del 1994, le Fiat Barchetta, Bravo e Brava del 1995, la Fiat Marea del 1996 e la Fiat Palio del 1997, la Fiat Seicento nel 1998. Questi modelli sono caratterizzati dalla presenza di varie motorizzazioni sia benzina che diesel e in taluni casi anche di motori elettrici o a doppio funzionamento.

Produzione Fiat attuale

Oltre ai modelli Punto e Barchetta (non più commercializzata in Italia, ma presente ancora nei cataloghi europei) che hanno subito dei restyling e al modello Ulysse che rappresenta la presenza della casa nel segmento delle monovolume, la produzione attuale si compone anche di alcuni altri modelli presentati nel nuovo secolo.

La società torinese è presente attualmente nel segmento delle utilitarie con la Nuova Panda, la Idea e la Seicento, tra le medie cilindrate sono presenti la Stilo, la Albea (non commercializzata in Italia]], la Palio (non più commercializzata in Italia), la Nuova Punto (conosciuta come la Grande Punto), la Siena (non commercializzata in Italia) e la Nuova Croma, tra le monovolume la Fiat Multipla e la Ulysse. In una categoria a se stante si può inserire il Doblò, veicolo utilizzabile sia come trasporto passeggeri che come trasporto merci.Il 2006 segnerà il ritorno anche nella categoria dei fuoristrada con il nuovo modello Sedici frutto della collaborazione con Suzuki.

Nel campo dei veicoli commerciali la gamma della Fiat spazia dalle versioni Van delle autovetture Panda, Seicento, Punto e Stilo, sino a dei modelli specificatamente destinati al mondo del trasporto: Scudo e Ducato

Il gruppo Fiat

Il Gruppo FIAT, a partire dalla fine degli anni '60, ha acquistato o si è comunque assicurato il controllo di una vasta gamma di aziende, tra cui:

  • Aziende automobilistiche - il lungo elenco comprende anche marchi molto noti come la Ferrari, la Lancia, l'Autobianchi (a suo tempo incorporata dalla Lancia), Alfa Romeo, Maserati e Innocenti (i modelli della quale ultima non sono più in produzione dal 1997). FIAT possiede anche fabbriche di veicoli industriali, tra cui l'ormai non più operante OM e la Iveco, dove vengono prodotti autocarri e mezzi commerciali per uso speciale o per trasporti specifici.
  • Aviazione - aeroplani e relative parti e componenti sono prodotti dalla FIATAvio, che controlla anche EVL, industria aereospaziale.
  • Veicoli militari - veicoli speciali espressamente prodotti per particolari esigenze militari o di polizia ed in genere venduti (anche all'estero) con i marchi FIAT e Iveco.
  • Parti e componentistica per veicoli - la principale azienda produttrice in Italia, la Magneti-Marelli è di proprietà della FIAT, ed a sua volta possiede gli altri marchi Carello, Automotive Lighting, Siem, Cofap, Jaeger, Solex, Veglia Borletti, Vitaloni, Automotive Lighting e Weber; altri marchi di accessori comprendono Riv-Skf (cuscinetti a sfere) e la brasiliana Cofap.
  • Acciaieria e metallurgia - FIAT possiede la Teksid e produce macchine industriali (anche per la produzione di auto) con Comau (ora Comau Systems), che ha comprato l'americana Pico, la Renault Automation e la Sciaky.
  • Editoria - È noto che il gruppo FIAT comprende anche importanti marchi editoriali, come la casa editrice "La Stampa" (fondata nel 1926 insieme al famoso quotidiano), Itedi, Italiana Edizioni. Alcuni quotidiani e periodici nazionali e locali sono controllati attraverso altre aziende del gruppo, tra cui il Corriere della Sera. La rivendita degli spazi pubblicitari è curata dalla Publikompass, con il Consorzio FIAT Media Center.
  • Servizi finanziari - Un'importante compagnia assicuratrice, la Toro Assicurazioni, permette a FIAT di controllare una parte rilevante di questo mercato, anche con compagnie più piccole (quali il Lloyd Italico e Augusta Assicurazioni), e le ha consentito di estendere i servizi con la raccolta previdenziale ed in collaborazione con alcune banche associate.
  • Costruzioni - Ingest Facility e FIAT Engineering lavorano in alcuni settori delle costruzioni, mentre l'IPI è una compagnia di mediazione e gestione di patrimoni immobiliari.
  • Informatica e comunicazioni - La FIAT è attiva anche nel campo dell'informatica e delle telecomunicazioni con l'ICT - Information & Communication Technology, Espin, Global Value e TeleClient. Negli anni 1970 e 1980, l'azienda torinese fu tra le prime a fare uso intensivo di robotica industriale per il montaggio dei motori destinati ai veicoli. Le strutture e gli impianti di produzione FIAT sono tra i più avanzati al mondo da un punto di vista tecnologico.
  • Tempo libero - Il gruppo possiede gli impianti sciistici del Sestriere, essendo stato fondamentale il ruolo della famiglia Agnelli nello sviluppo della località alpina; una delle piste oggi è stata rinominata "GA" (Gianni Agnelli). Anche ascrivibile al gruppo, sebbene di interesse più personalistico, è la proprietà della squadra di calcio Juventus F.C..
  • Altri servizi - FIAT Gesco, KeyG Consulting, Sadi Customs Services, Easy Drive, RM Risk Management e Servizio Titoli sono compagnie minori che lavorano nel campo dei pubblici servizi, come spedizioniere doganale e nel campo finanziario. Altre attività, come la sicurezza aziendale, vengono svolte da Consorzio Sirio, (FIAT Geva), FIAT Information & Communication Services.
 
Catena di montaggio della Fiat 125 in Polonia

Il gruppo è presente anche in numerosi Paesi non occidentali. In particolare va ricordato che nel dopoguerra la FIAT fu una delle prime compagnie straniere a costruire fabbriche in Unione Sovietica e nei Paesi da questa controllati, con i noti esempi di Kiev, Togliattigrad e Vladivostok, dove formò partnerships e joint-ventures tecnico-strutturali a vario titolo con le aziende locali, come la russa AutoVAZ (più nota come Lada, produttrice della Lada Niva). Altre fabbriche furono aperte o rilevate, o comunque gestite, in Jugoslavia (la Zastava), in Polonia a Tychy (dove nacque la popolarissima Fiat 126), presso la FSM, tuttora in produzione. Con il crollo del muro di Berlino, sono state aperte numerose altre fabbriche per la componentistica anche in altri paesi come la Romania.

Le partecipazioni e le iniziative nei paesi dell'ex "cortina di ferro" furono causa di polemiche politiche ed anche di qualche tensione con gli alleati statunitensi, poiché per taluni non era opportuno fornire strumenti di progresso tecnico a potenziali avversari. Inoltre, aleggiava il pesante sospetto che la FIAT, già da prima della guerra avviatasi sui settori dello strategico-militare, stesse in realtà fornendo altri tipi di assistenza a paesi ostili. Altri analisti invece consideravano che la presenza italiana nel blocco comunista fosse da un lato ben più vantaggiosa del rischio di ottenimento degli stessi risultati con la via dello spionaggio industriale, e dall'altro comunque un ponte diplomatico sempre aperto che poteva essere (ed infatti fu) di gran comodo per le naturali tendenze alla mediazione della politica italiana.

Con lo stato italiano, comunque, dopo di ciò la FIAT si comportò come un interlocutore di pari livello, quasi che si trattasse di un altro stato, interno alla nazione. La politica industriale e quella economica del Paese furono condizionate da questo gruppo al punto che anche durante le gravi crisi economiche degli anni '70, dai governi fu sempre assicurato un valido ausilio per la sopravvivenza del Gruppo. Si giunse sino alla nota ridicolizzazione delle componenti sindacali nazionali (dirette emanazioni di alcuni partiti di governo e di opposizione), alla contestazione del loro leader più rappresentativo (Luciano Lama) ed alla "marcia dei quarantamila", con la quale, anche in assenza di apologhi, i quadri dell'azienda spontaneamente sospesero gli scioperi e ripresero il lavoro.

Vi fu più d'uno che parlò di Agnelli come del nuovo "re d'Italia", senza peraltro suscitare grossa sorpresa, né riprovazione.

La FIAT ha altre fabbriche in Brasile, Turchia, Cina, Argentina ed India, dove si producono varianti personalizzate per i mercati locali di modelli come la Palio.

La crisi del settore auto aveva indotto Gianni Agnelli a ricercare accordi di partenariato con importanti aziende straniere, fra le quali destò scalpore quella con la casa statunitense General Motors: la centralità economica e sociale della FIAT Auto in Italia era tale da non poter evitare timori di penetrazione di mentalità commerciali ed industriali assai distanti dalle nostre, ed a livello popolare la prospettiva fu vissuta come rischio di appannamento della tradizione automobilistica italiana, oltre che come rischio di perdita degli usi industriali nazionali. In pratica, la morte dell'Avvocato congelò le trattative.

Gli accordi con General Motors sono stati sciolti all'inizio del 2005 con il pagamento da parte dell'azienda americana di circa 1,5 Miliardi di Euro a FIAT.

La FIAT finanzia la Fondazione Giovanni Agnelli (dedicata al fondatore), un ente distintosi per la serietà operativa e presto divenuto di profonda importanza per la ricerca socio-economica. Del gruppo era fino all'inizio del 2005 il celebre Palazzo Grassi di Venezia, sontuosa dimora patrizia oggi convertita in un elegantissimo quanto ampio museo.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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