Liberal Democratici (Regno Unito)
I Liberal Democratici (in inglese Liberal Democrats, Lib Dems) sono un partito politico britannico centrista nato dalla fusione tra i Liberali ed i Social-democratici nel 1988.
Liberal Democrats | |
Leader | Nick Clegg |
Presidente | Rosalind Scott |
Fondazione | 1988 |
Sede | 4 Cowley Street, London SW1P 3NB |
Ideologia | Liberalismo, Liberalismo economico, Liberalismo sociale, Liberalismo verde, Progressismo |
Internazionale | Internazionale Liberale |
Partito Politico Europeo | Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori |
Gruppo Parlamentare Europeo | Gruppo dell'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa |
House of Commons | 63 / 646 |
House of Lords | 71 / 724 |
Parlamento europeo | 11 / 72 |
Sito Web | www.libdems.org.uk |
Sono il terzo partito nel Parlamento del Regno Unito dopo Laburisti e Conservatori. Ideologicamente liberalsociali, progressisti, ambientalisti ed europeisti.
Storia
I Liberali ed i Socialdemocratici
È erede diretto dei "whigs", i liberali, che hanno conteso la scena politica inglese ai "tories", i conservatori, per tutto il XIX secolo. Tra i suoi esponenti più illustri si ricorda il Primo Ministro David Lloyd George, l'ultimo Primo Ministro liberale.
Fino agli anni venti i liberali hanno rappresentato l'ala sinistra del parlamento britannico. Con l'avvento, agli inizi del secolo, del Partito Laburista, i liberali si sono caratterizzati sempre più come un partito di centro-sinistra, accusati dai laburisti di essere troppo "borghesi". Per tutta la seconda metà del XX secolo, i liberali sono stati ai margini della scena politica nazionale, nonostante la buona presenza nelle elezioni amministrative, a causa del sistema maggioritario che favoriva il partito laburista e quello conservatore. Del resto, dall'immediato dopoguerra al 1962, il Partito Liberale subì la scissione e la diretta concorrenza del Partito Liberale Nazionale, contrario a qualsiasi forma di accordo con i laburisti. Dalle elezioni del 1970, i liberali cominciarono a riguadagnare consensi, passando dal 7,5% al 13% del 1979. Alle politiche del 1982 i Liberali si presentarono alle elezioni con il Social Democratic Party, partito riformista e centrista scissosi nel 1981 dal Labour Party. Le elezioni vennero vinte dai conservatori con il 42% dei voti. L'alleanza Lib-SDP ottenne il 25% dei consensi, contro il 27% dei laburisti, ma i liberal-socialdemocratici elessero appena 23 deputati, contro i 209 dei laburisti.
I Lib Dems
Nel 1988 i liberali ed i socialdemocratici si sono uniti ed hanno dato vita vita al Liberal-Democratic Party, più comunemente riferito quale Lib-Dems.
Le elezioni del 1997 hanno visto per la prima volta un notevole avvicinamento dei Lib-Dems verso i Laburisti di Tony Blair. Con la maggiore autonomia riconosciuta a Scozia e Galles nel 1999, i Liberal Democratici, da sempre fautori di un più deciso decentramento, sono entrati a far parte dei governi locali, insieme ai Laburisti, ottenendo importanti concessioni sui programmi di governo (ad esempio l'abolizione delle tasse universitarie in Scozia).
Nel 1999 dopo 8 anni il leader Paddy Ashdown ha lasciato il timone al giovane e carismatico parlamentare scozzese Charles Kennedy MP, da molti visto come l'antitesi del tipico e grigio politico britannico. Secondo molti osservatori, Charles Kennedy ha portato i Liberal-Democratici alla sinistra del c.d. New Labour (Nuovo Labour) di Tony Blair. Negli ultimi anni, infatti, i Lib-Dems hanno sostenuto politiche quali la tassazione fino al 50% per i redditi più alti; educazione universitaria gratuita; politiche ambientali più radicali; depenalizzazione della cannabis; difesa ad oltranza di diritti civili; riforma elettorale in senso proporzionale; devoluzione; difesa dei diritti omosessuali.
Con il suo stile meno convenzionale (soprannominato chatshow Charlie), Charles Kennedy ha portato i Lib-Dems ai migliori risultati elettorali dagli anni '20, ottendo 63 Parlamentari (e oltre il 23% dei voti) alle elezioni del Maggio 2005. Un altro fattore cruciale per la sorprendente crescita dei Lib-Dems è stata la loro ferma e coerente opposizione alla guerra in Iraq. Un numero notevole di ex-simpatizzanti Laburisti, infatti, in contrasto con il loro partito tradizionale, hanno premiato la politica estera dei Lib-Dems.
Nel Gennaio 2006, i Lib-Dems hanno conosciuto uno dei più difficili momenti negli ultimi vent'anni. Sotto crescente pressione da parte di alcune fazioni interne (la destra del partito accomunata dal programma liberista dell'Orange Book), il leader Charles Kennedy ha rassegnato le dimissioni a causa delle complicate condizioni di salute, dovute all'eccessivo uso di alcool. La campagna per eleggere il nuovo Leader si è conclusa il 2 marzo 2006 con l'elezione di Sir Menzies Campell, di gran lunga il più anziano dei contendenti e da taluni visto come il candidato più conservatore all'interno dei Lib-Dems.
Nel 2007 alle elezioni per il Parlamento Scozzese e per L'Assemblea Gallese, i Lib-Dems mantennero sostanzialmente inalterati i propri seggi, rispettivamente 16 (1 meno) e 6. Il dato più preoccupante furono, invece, le contemporanee amministrative in Inghilterra. I Lib-Dems ottennere 2126 consiglieri, ben 246 in meno, con un calo del 10%. A ciò si aggiunse il controllo di 23 consigli, contro i 27 precedenti. Il dato però, si offriva ad una duplice interpretazione. Da un lato i Lib-Dems perdevano consersi a vantaggio dei conservatori, soprattutto nel Sud dell'Inghilterra, a causa della campagna ambientalista condotta dai Tories. Dall'altro lato i Lib-Dems superavano i Laburisti in termini di consiglieri (2126 contro 1865) e vi si avvicinavano molto in termini percentuali, 26 contro 27%. In tal modo, i Lib-Dems confermavano il proprio ruolo di terza forza del paese, con un consenso di almeno il 20% dei voti.