Elio Romano
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Elio Romano (Trapani, 21 marzo 1909 – Catania, 12 luglio 1996) è stato un pittore italiano.
Il Maestro
Elio Romano è nato il 21 marzo 1909 a Trapani, ma poco dopo la sua nascita, il padre magistrato si trasferì presto a Catania. In questo modo il giovane artista ebbe modo di iniziare i suoi primi studi pittorici da un pittore locale, Saro Spina. Nella bottega di questo artista, Elio Romano ebbe modo di conoscere altri giovani artisti etnei come Lazzaro, Saro Mirabella, Tino Condorelli.
Il Percorso Formativo
Dietro consiglio dell'amico di famiglia, Giuseppe Lombardo Radice, andò nel 1928 a Roma per frequentare la Scuola Libera del Nudo. Nel 1929 si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti di Firenze ed ebbe tra i compagni di studi Mafai. Fu allievo di Felice Carena e alla fine degli studi ne divenne assistente. Da Carena apprese i modelli classici della pittura, ma Elio Romano ricordava che “l’esempio di alcuni colleghi più grandi mi conduceva anche verso esperienze differenti, post-impressioniste, più libere e forse più liberatorie”. Influente fu la conoscenza di Giorgio Morandi, insegnante in un altro corso della stessa Accademia, il cui metodo di osservazione ed analisi rimase presente fin nell’ultimo dei suoi quadri. A soli venticinque anni, nel 1934, vinse il premio “Ruggero Panerai” nel 1934 con il quadro “Contadini davanti la loro casa”, da allora esposto alla Galleria di Arte Moderna in Firenze. La formazione artistica di Elio Romano, iniziata in Sicilia si è così approfondita nella Firenze delle “Giubbe rosse” dove incontrò Montale, Vittorini, Noventa, Raffaello Franchi. Della formazione giovanile il maestro Romano conservò sempre il senso di osservazione della realtà legata al desiderio di rivelarne la sua profonda percezione. In Accademia, sperimentando negli anni trenta l’attività scultorea, acquisì il senso della plasticità che ebbe una notevole influenza nella successiva produzione pittorica. A Firenze, in Accademia, conobbe anche la collega Gabriella Pescatori, che sposò e dalla quale ricevette affetto e conforto quotidiano anche nella pittura. Gabriella fu inoltre fonte di ispirazione di numerosissimi ritratti durante la sua vita. A Firenze rimase quasi ininterrottamente fino al 1942. Con l'inizio della guerra dovette tornare, con la moglie e le prime due figlie, Antonella e Giovanna, in Sicilia.
Il ritorno in Sicilia
Ritornato a Firenze subito dopo la guerra, trovò che tutto era mutato; la sua casa-studio era stata bombardata, poche le opere rimaste integre. Decise allora di restare nella sua isola operando sia a Catania, dove successivamente insegnò all’Accademia delle Belle Arti, sia nella sua casa di campagna nell’ennese, alle cui terre è sempre stato spiritualmente legato. Nel contempo ebbe altri tre figli. Si applicò con una sempre maggiore concentrazione al proprio lavoro, perfezionando e personalizzando lo stile. Pur nel suo isolamento, Romano mantenne i contatti e le attività culturali partecipando a mostre sempre più numerose e prestigiose. E’ stato presente alle Biennali di Venezia del 1936 e del 1950 (nella giuria di questa edizione erano presenti anche Carlo Carrà, Felice Casorati, Giacomo Manzù e Giorgio Morandi), a numerose Quadriennali, all’esposizione degli artisti siciliani della Fondazione Bevilacqua La Masa nel 1949. Numerose le personali in Italia ed all’estero (Malta, Francoforte, Budapest). Nel giugno del 1995 la sua ultima mostra antologica al Castello Ursino di Catania con opere dal 1926 al 1995. Il suo desiderio di esprimersi attraverso le opere è sempre stato vivo. Anche da anziano la sua giornata era segnata dal desiderio di imparare, di imparare dal reale, osservando: “cerco di migliorare le mie realizzazioni, tento sempre di migliorare il mio rapporto con la realtà”. Morì il 12 luglio 1996, pochi anni dopo la moglie Gabriella, lasciando una tela incompiuta sul cavalletto ed i pennelli ancora umidi di colore.
Lo Stile
Lo stile di Romano deriva dall’impressionismo ed ha una evidente tendenza alla struttura realistica. Le opere hanno una composizione tonale in cui i colori sono in stretto rapporto l’uno con l’altro. La tematica preferita delle sue composizioni è quella della vita di tutti i giorni, con particolare riguardo ai paesaggi ed agli oggetti tipici della Sicilia.
Le Opere
Oltre alle numerossissime tele, in gran parte vendute durante la sua vita ed in parte conservate presso l'archivio della famiglia Romano, del maestro Elio Romano si possono anche osservare affreschi eseguiti nella chiesa Madre di Nissoria, nella sala consiliare del municipio ad Assoro, a Furci Siculo, ad Enna e a Leonforte in alcune scuole, e nella cappella Chiara a Catania.
Hanno detto di lui
Delle sue opere si sono occupati studiosi e critici come V. Apuleo, F. Bellonzi, N. Bertocchi, M. Biancale, L. Borgese, A. Bonsanti, S. Cairola, F. Cairoli, R. Campanella, G. Colacicchi, R. De Gradai, A. F. Dentice, Del Massa, G. Etna, A. Entità, U. Ferroni, F. Gallo, F. Grasso, V. Guzzi, R. Franchi, G. Frazzetto, M. M. Lazzaro, M. Lepore, V. Librando, E. Maganuco, P. Marletta, A. Mezio, S. Nigro, U. Ojetti, S. Quattrocchi, M. Riposati, P. Scarpa, E. Scuderi, E. Somarè, L. Trucchi, M. Venturoli, O. Vergani.
