Chiesa di San Giovanni Evangelista (Brescia)

edificio religioso di Brescia

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La chiesa di San Giovanni è un edificio religioso situato nel centro storico di Brescia, in Contrada San Giovanni, una traversa di Corso Garibaldi.

Storia

Non si hanno notizie certe sulla data effettiva del primo nucleo architettonico, ma si ipotizza che esso possa essere datato intorno all'inizio del V secolo[1]. Le prime tracce sono comunque più antiche, del IV secolo, di epoca tardo-imperiale romana. Proprio nel 390, infatti, viene eletto Vescovo di Brescia San Gaudenzio, successore di San Filastrio, il quale, rientrato dalla terra santa con molte reliquie, fonda qui la terza basilica bresciana con il titolo di Concilium Sanctorum, consacrata nel 400 o 402. È questo il primo nucleo architettonico della chiesa. Negli anni successivi, sia il Concilium Sanctorum sia una già esistente chiesa di San Giovanni lì vicina vengono distrutte dai barbari e un successivo tempio dedicato ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista sorse in poco tempo sulle macerie. Subì incendi nel 1096 e nel 1144, mentre nel 1151 si ha la prima riedificazione[2]. Nel 1173 la chiesa è elevata a Parrocchia e viene eretto un ospedale. Fino a questo momento, dal XI al XIV secolo la chiesa viene officiata da un gruppo di canonici capeggiati da un prevosto, sottomessi alla regola di vita di Sant'Agostino. Nel 1440-47 si ha un'ulteriore riedificazione[3] e l'aggiunta dei due chiostri; inoltre, il governo della chiesa viene affidato ai Canonici regolari di San Salvatore di Venezia, dando il via a un florido periodo per la vita di comunità e per l'arricchimento della chiesa di opere illustri. Seguono modifiche architettoniche di varia entità all'interno, tra cui la più rilevante in epoca barocca messa il pratica dal 1651 per circa vent'anni[1] [4] su progetto del milanese Girolamo Quadri, che annullò l'aspetto gotico. Dalla soppressione del Capitolo, avvenuta nel 1771, la chiesa è affidata al clero diocesano.

Struttura

 
Particolare del portale

La facciata, principalmente in stile gotico, è caratterizzata dalla sovrapposizione dei vari stile che ne hanno influenzato la realizzazione, quasi allo stesso modo della facciata della chiesa di Santa Maria del Carmine. Il primitivo rivestimento medievale a ricorsi regolari in mattoni rossi e pietra bianca, senz'altro dominante, è il fondale di interventi successivi, fra cui la sostituzione del rosone originario, di cui rimane una traccia, con un rettangolare finestrone rinascimentale. Altra aggiunta successiva, dell'inizio del XVI secolo, è il portale in pietra, attribuito a Filippo de' Grassi di Milano. Gli archi che lo affiancano appartenevano ad antiche tombe nobiliari. Il campanile è anch'esso romanico e presenta su un lato nuovamente il rivestimento a corsi di pietra e mattoni alternati][5].

Internamente, la chiesa si articola su un impianto a tre navate, una centrale e due laterali più strette divise dalla precedente attraverso cinque imponenti pilastri per lato. Si ha un accenno di transetto prima del presbiterio, in corrispondenza della cupola centrale. La copertura è costituita da una volta a botte, che sostituì l'originario tetto a spiovente scoperto. L'abside poligonale è invece l'unico elemento strutturale della chiesa rimasto intatto durante i vari rifacimenti. Delle varie cappelle e altari laterali solamente due non fanno parte della struttura originaria: la Cappella del SS. Sacramento, che sostituì nel 1509 la preesistente cappella del Crocifisso, e la Cappella della Madonna del Tabarrino, che Agostino Avanzo sostituì alla Cappella di San Gaudenzio. La Cappella di Santa Maria, invece, annessa alla chiesa a nord della Cappella del SS. Sacramento, sarebbe in assoluto la più antica: la struttura attuale è del XV secolo, ma è probabile che fu costruita sull'originario Concilium Sanctorum[6].

Le opere

È parere comune che la chiesa di San Giovanni sia una delle chiese bresciane più importanti a livello artistico[3]. L'edificio, infatti, ospita numerosissime capolavori sopratutto pittorici, tra cui l'importante Cappella del SS. Sacramento (vedi dopo). Degni di particolare nota sono: L'Assunta di Francesco Paglia, autore bresciano seicentesco (primo altare a destra); la Strage degli Innocenti del Moretto con soasa di Stefano Lamberti (terzo altare a destra); il grande Altare delle Reliquie di Gaspare Bianchi (quarto a destra); La nascita del Battista, di Grazio Cossali (altare di fondo della navata destra); la pala d'altare Maria con il Bambino, Angeli e Santi del Moretto con soasa attribuita a Stefano Lamberti; le quattro originarie ante dell'organo dipinte nuovamente dal Moretto, appese sulle pareti del presbiterio, una a sinistra e tre a destra; Imposizione del nome al Battista, di Grazio Cossali (altare di fondo della navata sinistra; la Sacra conversazione del Romanino (quarto altare a sinistra); Sante Cecilia, Caterina e Lucia di Giuseppe Nuvoloni (terzo a sinistra) e lo Sposalizio della Vergine del Romanino (parete sinistra del Battistero). Tutte le lunette sormontanti gli altari, anche sopra la Stele di Paolo VI (vedi dopo), sono opere di di Salloni, della metà del Seicento.

Fra le opere di tipo non pittorico si ricorda il coro, molto semplice, che presenta eleganti sculture a separazione dei vari stalli ed è databile al primo '500. Seguono l'ambone, decorato da un'aquila nera, scultura in legno risalente al Quattrocento rappresentante il simbolo dell'Evangelista Giovanni, anticamente collocata sul portale d'ingresso al convento, e l'organo, originariamente un Facchinetti del 1517 e oggi, dopo una decina di rifacimenti, un Maccarinelli del 1940[7].

Si segnalano due opere contemporanee di valore: la Statua del Sacro Cuore di Gesù, opera del 1955 dei fratelli Poisa, e la Stele di Paolo VI di Enrico Savelli, pistoiese, opera d'arte moderna in marmo molto recente.

La Cappella del Santissimo Sacramento

Si tratta dell'opera pittorica più prestigiosa qui conservata e forse la più importante in Brescia assieme al Polittico Averoldi di Tiziano nella Chiesa dei Santi Nazaro e Celso. La cappella del SS. Sacramento, costruita nel 1509, rimase per lo più priva di decorazioni per circa un decennio, fino a che la Confraternita del SS. Sacramento, il 21 marzo 1521, chiamò i due importanti autori Romanino e Moretto per realizzare un ciclo pittorico di qualità unica. La cappella si compone di tre nicchie, una di fondo e due laterali, sormontate da tre rispettive lunette al di sotto della volta di copertura. I dipinti del Moretto sono quelli sulla parete destra, quelli del Romanino sulla sinistra: i primi raffigurano scene dell'Antico Testamento, i secondi episodi del Nuovo Testamento. Nell'insieme, le varie opere sono legate fra loro da una scelta comune di fondo di tipo catechetico: si ha la rappresentazione del dialogo fra Dio e gli uomini attraverso i profeti, della testimonianza della sua esistenza grazie agli Evangelisti e di alcuni episodi centrati sul mistero eucaristico. Agli affreschi nelle lunette si aggiungono le tele dei rispettivi autori nelle nicchie sottostanti, mentre la parete di fondo è occupata dall'altare del SS. Sacramento ospitante la preesistente Deposizione di Bernardino Zenale.

La Cappella della Madonna del Tabarrino

Il locale, costruito all'inizio del Seicento da Agostino Avanzo, nacque per ospitare la tela del Moretto riproducente una Madonna che allatta il Bambino, fedele copia della miracolosa immagine conservata nella Cappella (vedi dopo). La tela veniva sovente portata in processione per scongiurare la siccità e si tramanda che, ancor prima del rientro in chiesa, cominciasse a piovere, obbligando così i partecipanti alla processione a indossare il tabarro, un lungo mantello. L'immagine è venerata il 2 febbraio, il giorno della Purificazione di Maria o Candelora. La cappella fu rimodernata del XVIII secolo da Alessandro Callegari che affrescò la volta e realizzò il scenografico altare decorato da un fondale di angeli e nuvole poggianti su un sontuoso panno di marmo giallo. In alto è posta la colomba del Santo Spirito, mentre sotto il quadro è posto un bassorilievo rappresentante la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. A sinistra, nel lunettone, si ha una Natività di Maria di Francesco Paglia, mentre il lunettone di destra è decorato dalla Presentazione di Gesù al Tempio di Giuseppe Nuvoloni, opera notevole e ricca di luce.

La Cappella di Santa Maria

Il locale, posto a nord della Cappella del SS. Sacramento, ha avuto diverse denominazioni e utilizzi nel corso dei secoli. Originariamente non nacque certo come tale e si può forse ricollegare all'antica chiesa longobarda qui presente adattata a cimitero. Nel Quattrocento lo spazio era utilizzato dalla Confraternita dei Devoti alla Vergine, che lo fece affrescare con un ciclo di scene tratte dalla vita di Maria. Si trova qui, sulla parete nord, la miracolosa immagine della Madonna copiata dal Moretto sulla sua tela della Madonna del Tabarrino, anche se resta indefinito l'autore dell'affresco originale. L'immagine, fra l'altro, era considerata perduta e fu ritrovata solo nel corso dei restauri degli anni '60 del Novecento. Le pitture più antiche, due Madonne in Trono e due gruppi di Santi con devoti, sono datate 1486 e sono opera di Paolo Caylina il Vecchio, mentre i riquadri su due ordini con scene della vita di Maria e le due lunette dell'abside sono di Paolo Caylina il Giovane, databili alla prima metà del Cinquecento. Opera di inizio Cinquecento di Floriano Ferramola è invece l'affresco della volta, con i quattro Evangelisti, i loro simboli e i Padri della Chiesa Latina: Gregorio Magno, Sant'Ambrogio, San Girolamo e Sant'Agostino.

Galleria fotografica

Note

  1. ^ a b Comune di Brescia - Chiesa di San Giovanni, su comune.brescia.it. URL consultato il 30-09-2009.
  2. ^ Chiesa di San Giovanni su guide.travelitalia.com, su guide.travelitalia.com. URL consultato il 30-09-2009.
  3. ^ a b San Giovanni Evangelista su bresciainvetrina.it, su bresciainvetrina.it. URL consultato il 30-09-2009.
  4. ^ Alcune fonti citano il 1674 come anno di fine lavori, altre il 1685: è probabile che la prima data si riferisca alla chiusura del cantiere vero e proprio, mentre la seconda potrebbe essere la conclusione effettiva dei lavori, compresi quelli di fino
  5. ^ Francesco de Leonardis, Guida di Brescia, Grafo Edizioni, Brescia 2008, pag. 67
  6. ^ Dépliant illustrativo della Chiesa di San Giovanni Evangelista fornito all'interno
  7. ^ Dépliant illustrativo della Chiesa di San Giovanni Evangelista fornito all'interno

Bibliografia

  • Francesco de Leonardis, Guida di Brescia, Grafo Edizioni, Brescia 2008
  • Dépliant illustrativo della Chiesa di San Giovanni Evangelista fornito all'interno

Voci correlate

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