Monte Epomeo
Il monte Epomeo è la cima più alta dell'Isola d'Ischia con i suoi 788 metri.
Monte Epomeo | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Altezza | 787 m s.l.m. |
Prominenza | 787 m |
Coordinate | 40°43′48.46″N 13°53′42.5″E |
Mappa di localizzazione | |
Geologia e topografia
Dal punto di vista geologico, il monte Epomeo è un horst vulcano-tettonico inserito al centro di un complesso sistema di faglie attive e il cui processo di sollevamento è iniziato circa 33 000 anni fà.[1] L'horst epomeo (e l'area circostante) sono state interessate, infatti, in passato, da un'intensa attività vulcanica che ha concorso all'innalzamento della superficie crostale come risultato degli sforzi normali generati sulle rocce sovrastanti alla camera magmatica per il progressivo aumento di pressione all'interno della stessa.[2]
L'eruzione più significativa nell'area dell'attuale monte Epomeo è avvenuta 55 000 anni fà ed è registrata dalla formazione stratigrafica del Tufo Verde di Monte Epomeo, una pozzolana di colore bianco/bianco-giallastro per le piroclastiti depositate in ambiente esclusivamente subaereo, tipicamente di colore verde chiaro/verde grigiastro (da cui il nome caratteristico della formazione) per i depositi - subacquei o riemersi - alterati per il contatto prolungato con l'acqua marina. L'eruzione del Tufo Verde modificò significativamente la morfologia dell'isola generando un'ampia caldera esplosiva nella parte centrale che fu successivamente invasa dal mare e parzialmente riempita dalle colate piroclastiche immediatamente successive all'evento eruttivo. Una parte dei depositi tufacei riemersero successivamente - tra 28.000 e 18.000 anni fà - a seguito di un ulteriore fase di attività vulcanica.[3][1]
Ai fianchi dell'Epomeo si sono insediati i sei comuni dell'Isola d'Ischia: Ischia Porto/Ponte, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano d'Ischia.
Mito
Il Monte Epomeo è ritenuto essere uno dei punti di accesso al mitico mondo sotterrano di Agarthi insieme al Polo Nord, il Polo Sud, le piramidi di Giza in Egitto e il deserto del Gobi in Mongolia, come descritto dallo scrittore Willis George Emerson (1856 - 1918) nel suo classico "Il Dio fumoso o il Viaggio nella Terra Cava" ("The Smokey God or A Voyage to the Inner World", Forbes & Company, Chicago, 1908).
Escursione
Lungo tutti i fianchi dell'Epomeo vi sono dei sentieri che sono più o meno indicati nelle cartine. Dal momento che essi non vengono curati, quando la vegetazione diventa rigogliosa non sono più transitabili.
Sempre libero, invece, resta il sentiero che porta più rapidamente alla vetta dell'Epomeo e che parte da Fontana, direttamente dalla piazzetta, dalla quale si arriva in cima dopo circa 1 ora di cammino.
Dapprima si procede sulla strada asfaltata a tornanti, poi, prima di entrare nella zona militare, si svolta sulla sinistra presso un ristorante. Da questo punto si procede immersi nella natura. Il sentiero nel primo tratto è carrozzabile, malamente cementato. Ascendendo fra terrazzamenti coltivati alternati a qualche villetta privata, si entra in una zona boscosa, un castagneto ceduo. Di qui il sentiero si restringe progressivamente man mano che si procede nella salita, dapprima divenendo una mulattiera infossata fra pareti terrose, poi restringendosi ulteriormente fino a prendere la forma di una stretta canaletta scavata direttamente nella roccia tufacea; in una curvatura di essa il luogo si apre mostrando squarci di paesaggio suggestivi.
Poco dopo si arriva sulla sommità, dove vi sono due terrazze: su di una si affaccia una chiesetta del 1459 scavata nel tufo, dedicata a San Nicola di Bari, un tempo un eremo, divenuto famoso poiché vi si ritirò Giuseppe d'Argut, governatore di Ischia sotto Carlo di Borbone, dopo aver inseguito fin lì due disertori; sull'altra terrazza invece si affaccia un'osteria, anch'essa scavata nel tufo.
Dopo quest'ultima è possibile ancora raggiungere in pochi minuti la vetta più alta, proseguendo su un sentierino interamente scolpito nel tufo. Dalla punta sommitale si può ammirare una scenario mozzafiato ed incomparabile: non solo in basso a destra si riconoscono Casamicciola, poi Lacco Ameno con il suo famoso "fungo", racchiusa da Monte Vico, la baia di San Montano e la colata lavica di Zaro, e poi ancora verso sinistra Forio con la tipica chiesetta di Santa Maria del Soccorso; ma anche in lontananza, quando il tempo è limpido, si possono riconoscere Capri, la Penisola Sorrentina con i Monti Lattari, il Vesuvio, Napoli, i Campi Flegrei con Monte di Procida, e se si ha fortuna si vedono anche Ponza, Ventotene e Gaeta.
Galleria
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flora spontanea (febbraio)
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felci sopra un albero
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Grotta di San Francesco
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sentiero nel bosco
(tratto iniziale) -
sentiero mulattiera
(tratto intermedio) -
sentiero a canaletta
(tratto finale) -
chiesetta rupestre ed eremo di San Nicola
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sentiero
(tratto sommitale) -
sentiero con scalinata
(tratto sommitale) -
sentiero
(tratto sommitale) -
erosione del tufo
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Panorama: Forio
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Panorama: Forio-Lacco Ameno
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Panorama: Lacco Ameno
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Panorama: Casamicciola
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cima sopra Casamicciola
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Panorama: Veduta verso le isole pontine
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Panorama: Punta Imperatore
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Panorama: Castello Aragonese, isolotto di Vivara, isola di Procida e paesi vesuviani sullo sfondo
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Panorama: Campi Flegrei
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Panorama: Barano, Castello Aragonese, Penisola Sorrentina e isola di Capri
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Panorama: isole di Vivara e Procida e il Vesuvio
Note
- ^ a b Sorveglianza geochimica dell'isola di Ischia, INGV, 2010.
- ^ Ischia - storia vulcanologica, Gruppo Nazionale Vulcanologia, Università di Roma Tre, 2010.
- ^ Osservatorio vesuviano - Ischia, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), 2010.