Roberto Calvi

banchiere e giornalista italiano (1920-1982)

Roberto Calvi, (13 aprile 1920 - 17 giugno 1982), è stato un banchiere e finanziere conosciuto alla stampa come il Banchiere di Dio, per via della sua vicinanza al Vaticano.

Da semplice impiegato di banca diventa velocemente presidente di una banca privata, il Banco Ambrosiano, che riesce a controllare attraverso amicizie e rapporti pericolosi con esponenti del mondo degli affari e della mafia, ma soprattutto usando i soldi della banca e soldi di dubbia provenienza per organizzare la scalata della banca stessa.

Calvi organizza con l'aiuto della banca vaticana IOR l'esportazione illegale di capitali dall'Italia per conto proprio, di imprenditori e mafiosi. Quando la situazione del Banco Ambrosiano diventa difficile, Calvi ne tenta il salvataggio con ogni mezzo. Viene arrestato e condannato per alcuni reati. Nel tentativo di trovare i capitali con i quali impedire il fallimento del Banco Ambrosiano fugge dall'Italia e qualche giorno dopo il suo corpo viene trovato impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri (fra l'altro un significativo riferimento massonico), nel giugno 1982. Calvi era un affiliato della loggia massonica segreta P2 di Licio Gelli. La polizia inglese liquida la morte di Calvi come suicidio, nonostante tutte le evidenze dimostrassero il contrario. Un'inchiesta consecutiva alla riesumazione della salma di Calvi nel 1992 conferma l'assassinio.

Nel 1997, i magistrati di Roma collegarono un membro della Mafia siciliana, Pippo Calò, all'omicidio di Calvi, insieme a Flavio Carboni, un uomo d'affari con attività in numerosi campi. Altri due uomini, Ernesto Diotallevi (si suppone leader della "Banda della Magliana", la più pericolosa associazione mafiosa di Roma) e il banchiere della Mafia Francesco Di Carlo, sono stati dichiarati connessi all'omicidio compiuto da uomini della mafia per liberarsi del banchiere, colpevole di aver investito male i soldi che gli erano stati affidati.