Good Bye, Lenin!
Good Bye Lenin! è un film del 2003 diretto da Wolfgang Becker. Costato € 4.800.000, solo in Germania ne ha incassati più di € 37.000.000, diventando uno dei maggiori successi del cinema tedesco di sempre[senza fonte].
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[[File:File:Good bye lenin.png|frameless|center|260x300px]]Una scena del film. | |
Durata | 121 min |
Regia | {{{regista}}} |
– Perchè, doveva cambiare qualcosa?»
Trama
Berlino Est, 26 agosto 1978. Dopo essere stata interrogata dalla Stasi a proposito di suo marito che è riuscito a scappare all'Ovest, Christiane decide di dedicare anima e corpo alla politica ed alla causa della Repubblica Democratica Tedesca. Ma il 7 ottobre 1989 (quarantennale della DDR), durante alcuni tumulti, a cui partecipa anche suo figlio Alex, la donna vede proprio Alex pestato e portato via dalla polizia: a quella vista, Christiane viene colpita da un infarto e cade in coma.
La donna si risveglia 8 mesi dopo, ma in questo lasso di tempo relativamente breve il mondo attorno a lei è profondamente cambiato: il muro di Berlino è caduto, il governo socialista della DDR non esiste più, e le due Germanie si stanno avviando alla riunificazione. I suoi figli si sono subito adattati alla nuova realtà: Alex, dopo la chiusura della cooperativa di riparatori tv dove lavorava, è restato nel settore diventando installatore di parabole satellitari (e troverà tanto lavoro, in quanto molta gente vuole vedere i prossimi mondiali di calcio di Italia '90), ed ha iniziato una relazione con Lara, una bella infermiera conosciuta per caso la sera del suo pestaggio, che poi ha reincontrato in ospedale mentre assisteva sua madre; invece Ariane, giovane ragazza-madre, ha lasciato l'università per andare a lavorare da Burger King, dove ha conosciuto il collega Rainer, che presto è diventato il suo nuovo ragazzo.
Per evitarle il contraccolpo psicologico, ritenuto fatale dai medici, il figlio - confidando nel fatto che la madre deve restare a riposo per molto tempo, ed aiutato dalla riluttante sorella e dall'amico Denis, compagno di lavoro e aspirante regista - "preserva" la normalità della DDR all'interno di una stanza del proprio appartamento; recupera cimeli, prodotti e giornali della Germania Est, insieme al collega realizza improbabili ma credibili telegiornali per tenere aggiornata la madre, e coinvolge amici e vicini nella lunga pantomima, sperando che la donna non venga mai a sapere la verità.
Tutto sembra precipitare quando un giorno Christiane, non controllata dai figli, si alza dal letto ed esce di casa. Percorrendo pochi metri vede intorno a sé un mondo completamente diverso: arredamenti creativi, automobili di lusso, immagini sante, pubblicità e non ultimo un elicottero che sta portando via una statua di Lenin. Ancora una volta Alex riesce a cavarsela con uno stratagemma, inventando una fuga di cittadini da Berlino Ovest a Berlino Est, e riesce a convincere la madre che nulla è cambiato. In seguito, durante una gita fuoriporta, la madre racconta ai due figli la verità riguardo al padre scappato anni prima all'Ovest: Christiane aveva sempre raccontato loro che il padre era fuggito con un'altra donna; in realtà lei e il marito avevano progettato di comune accordo la fuga dal regime socialista che opprimeva lui, ma all'ultimo lei non se l'era sentita di raggiungerlo per la paura di perdere i figli.
Saputa la verità, Alex corre a rintracciare il padre, anche perché la madre ha avuto un nuovo infarto e le resta poco da vivere: il suo ultimo desiderio è quello di rivedere il marito. Mentre Alex è fuori in cerca del padre (che nel frattempo si è ricostruito una nuova famiglia), la sua ragazza Lara sembra approfittare per raccontare alla madre la verità, ma lei continua a credere - o forse a fingere di credere - al gioco del figlio anche quando, poco prima di morire, lui ritrova il padre (che può così rivedere l'ex-moglie un'ultima volta), e prepara con Denis una decorosa uscita di scena della DDR: mettendo fine alla loro "creatura", i due ribaltano la storia consegnando la vittoria ad un socialismo cui pure le popolazioni dell'occidente ardentemente cercherebbero di approdare... conseguenza di questo fatto sarebbe l'abbattimento del muro e la fine della divisione tedesca. La madre di Alex sopravvive così per tre giorni alla sua amata DDR, spegnendosi serena dopo la festa della riunificazione del proprio Paese, il 3 ottobre 1990.
Errori ed anacronismi
- Un piccolo errore è presente quando viene mostrato il lavoro di Ariane al Burger King: sebbene la storia sia ambientata a cavallo tra il 1989 ed il 1990, il logo di Burger King mostrato è la versione adottata nel 1994.
- Altro anacronismo è presente nella scena in cui Denis mostra ad Alex il suo cortometraggio amatoriale: indossa infatti una maglietta con il motivo caratteristico del film Matrix. L'errore - che considerando la prolungata esposizione della maglietta sarebbe fin troppo palese - viene tuttavia giustificato da una delle scene eliminate del film: in essa, Denis afferma di aver avuto la stessa idea per un film che avrebbero avuto e realizzato i fratelli Wachowsky quasi un decennio dopo (la maglietta sarebbe quindi presumibilmente stata realizzata da lui stesso).
- Un anacronismo "calcistico" si ha quando Denis e Alex si trovano a montare un'antenna parabolica a casa di una coppia intenta a guardare una partita della Germania Ovest ai mondiali di calcio di Italia '90: l'uomo indossa la divisa che la nazionale tedesca (ormai riunificata) utilizzerà a Euro '92.
- Un altro piccolo errore legato al mondo del calcio si ha quando Alex e Denis tornano alla sede della loro azienda a conclusione del loro turno di lavoro (presumibilmente verso le 20:00), proprio nell'attimo in cui l'Inghilterra sbaglia l'ultimo e decisivo rigore nella semifinale contro la Germania Ovest: la gara iniziò alle 20:00 e si concluse appunto ai rigori, pertanto Alex e Denis non potevano giungere alla sede della loro azienda a gara conclusa, semmai a gara iniziata.
Riferimenti ad altri film
- Molti sono gli omaggi presenti nel film a vari capolavori di Stanley Kubrick: il cortometraggio matrimoniale di Denis e il momento in cui Alex urla sul tetto imitando una scimmia riprendono palesemente 2001 Odissea nello spazio, mentre la scena in cui Alex e Denis riordinano la stanza della madre riprende per tipo di riprese e colonna sonora la scena in cui Alex (curiosamente omonimo di Alexander Kerner), protagonista di Arancia Meccanica, fa sesso con le due ragazze nella sua stanza.
- Altro palese riferimento alla filmografia passata si ha nella scena cult del film, ovvero quella dove la madre di Alex esce per la prima volta in strada dopo la caduta del muro e rimane esterrefatta nel vedere la grande statua di Lenin che viene trasportata via da un elicottero. Il riferimento è alla scena d'apertura de La dolce vita di Federico Fellini, dove un elicottero trasporta una statua di un Cristo a braccia aperte, sorvolando un quartiere in costruzione di Roma.
Curiosità
- L'edizione italiana del film è stata curata dalla di laBibi.it, e i dialoghi e la direzione del doppiaggio sono di Gianni Galassi.
- La produzione ha dovuto far ricorso alla grafica computerizzata per "ritoccare" molto della Berlino attuale e farla così somigliare alla vecchia Berlino Est che faceva parte della Repubblica Democratica Tedesca. Molti manifesti pubblicitari e insegne sono stati cancellati virtualmente, e i colori sono stati digitalmente smorzati per ricreare l'atmosfera del tempo.
- Il quotidiano la Repubblica ha dato notizia di due fatti che ricordano molto da vicino quelli narrati nel film, che viene ovviamente citato:
- Nel giugno del 2007 un cittadino polacco rimasto in coma per 19 anni si è risvegliato, non rendendosi ovviamente conto che in Polonia vi era stata la transizione dal comunismo al capitalismo[1].
- In una scena del film, Lara ed Alex trovano una casa abbandonata dove sono ancora presenti diversi oggetti risalenti al regime passato (ormai introvabili nei negozi dopo la caduta del muro), che di tanto in tanto consegnano alla madre di Alex per farle credere di vivere ancora in un paese socialista. Nel gennaio del 2009, a Lipsia, venne scoperta davvero una casa che era stata abbandonata dai proprietari prima della caduta del muro di Berlino, e che era rimasta per vent'anni esattamente così com'era ai tempi della DDR[2].
Bibliografia
- Geremia Carrara. Immagini di un'immagine. La rappresentazione della Repubblica Democratica tedesca dallo stereotipo all'utopia nel cinema dell'Ostalgie, in Eva Banchelli (a cura di): Taste the East: Linguaggi e forme dell'Ostalgie. Sestante Edizioni, Bergamo 2006, pp. 113-130, ISBN 88-87445-92-3.
Note
- ^ Polonia, esce dal coma dopo 19 anni e trova, a sorpresa, la democrazia., su repubblica.it, La Repubblica, 2-6-2007.
- ^ Qui Crottendorfer Strasse, Lipsia, la casa dove il tempo si è fermato., su repubblica.it, La Repubblica, 27-1-2009.
Voci correlate
Altri progetti
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