Interplanetary Monitoring Platform D

Satellite per lo studio di fonti energetiche del sistema solare
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Explorer-33, a volte citato anche come IMP-D (acronimo inglese per Interplanetary Monitoring Platform-D, ovvero Piattaforma per il monitoraggio interplanetario-D) o anche come AIMP-1 (Anchored IMP-1), è stato un satellite artificiale messo in orbita dalla NASA nell'ambito del Programma Explorer.

Lanciato il 1 luglio 1966 usando come vettore un razzo Delta-E, avrebbe dovuto posizionarsi su un'orbita lunare, tuttavia gli addetti al controllo della missione, preoccupati dall'eccessiva velocità raggiunta dal satellite e temendo che sfuggisse all'attrazione lunare[1], preferirono posizionarlo su un'orbita terrestre caratterizzata da un apogeo di 480.763 km e da un perigeo di 265.680, che comunque lo portava oltre la distanza Terra-Luna. Terminò la sua vita utile il 21 settembre 1971.

Principali risultati scientifici

Pur non posizionato sull'orbita originalmente prevista, Explorer 33 raggiunse gli obiettivi di ricerca scientifica fissati nello studio del vento solare, del plasma interplanetario e dei raggi X solari. James Van Allen studiò i raggi X e altre particelle cariche tramite i sensori di elettroni e protoni. Il gruppo di lavoro di Joan Feynman[2] riuscì ad individuare la correlazione tra l'intensità del campo magnetico terrestre e la velocità del vento solare in prossimità della Terra.

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ (EN) J.J.Madden - Interim Flight Report Explorer 33 - Dicembre 1966 - NASA La versione PDF del rapporto di missione del dicembre 1966.
  2. ^ (EN) N.U. Crooker, J. Feynman, J.T. Gosling - On the high correlation between long-term averages of solar wind speed and geomagnetic activity - Journal of Geophysical Research, vol. 82, 1 maggio 1977, p. 1933-1937 versione on-line
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