Utente:Franz van Lanzee/Sandbox 2

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Trafalgar e Austerlitz

  Lo stesso argomento in dettaglio: Terza coalizione.

Napoleone studiò un'invasione dell'Inghilterra[1] e riunì un esercito di 180.000 uomini a Boulogne. Tuttavia, doveva ottenere prima la superiorità navale per iniziare la campagna, o almeno, allontanare la flotta britannica dal canale della Manica. Venne così elaborato un complesso piano per distrarre i britannici, minacciando i loro possedimenti nei Caraibi, ma questo piano cedette quando la flotta franco-spagnola al comando dell'ammiraglio Villeneuve si ritirò dopo un'azione poco decisa nella battaglia di Capo Finisterre (1805). Villeneuve si vide bloccato a Cadice fino a che la flotta alleata uscì di nuovo il 19 ottobre con destinazione Napoli, ma venne intercettato e sconfitto nella battaglia di Trafalgar il 21 ottobre dalla flotta della marina britannica, al comando dell'ammiraglio Horatio Nelson.[1] Napoleone aveva inviato nove piani d'attacco differenti a Villeneuve, ma questo tentennò costantemente, provocando questo disastroso risultato.

Dopo questo contrattempo, Napoleone abbandonò momentaneamente il progetto di invasione e pose la sua attenzione nei confronti dei suoi nemici del Continente. L'esercito francese lasciò Boulogne e si trasferì in Austria.[1]

La serie di conflitti navali e coloniali, compresa la cosiddetta "azione del 1805", dove tre vascelli francesi attaccarono un vascello di linea ed uno da carico inglesi, portarono Napoleone alla decisione di annullare i suoi piani per invadere l'Inghilterra. Questo era anche un chiaro segno della nuova natura della guerra, caratterizzata inoltre da una certa "mondialità" portata dai conflitti nei Caraibi. L'unico precedente di un conflitto tanto ampio era stata la guerra dei sette anni.

 
Battaglia di Austerlitz (1805)

Nell'aprile del 1805, il Regno Unito e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da Olanda e Svizzera. L[Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di Genova da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone Re d'Italia. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la Baviera con un esercito di circa 70.000 uomini sotto il comando di Karl Mack von Leiberich e l'esercito francese uscì da Boulogne alla fine di luglio del 1805 per affrontarli. Nella battaglia di Ulma (25 settembre - 20 ottobre), Napoleone tentò di battere l'esercito di Mack con una brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale dell'Austria battuto a nord delle Alpi, un altro esercito a sud sotto il comando dell'Arciduca Carlo d'Austria, aveva affrontato l'esercito di Andrea Massena in Italia con risultati poco concludenti e Napoleone poté così occupare Vienna. Lontano dalle sue linee di rifornimento, in Moravia, affrontò nella battaglia di Austerlitz un esercito austro-russo numericamente superiore al suo e lo sconfisse mentre era al suo comando Mikhail Kutuzov assieme agli imperatori Francesco II e Alessandro I di Russia. L'esercito francese si mantenne inizialmente sulla difensiva nelle alture di Pratzen, invogliando così il nemico ad attaccare, ma proprio quando questo tentò la manovra di accerchiamento Napoleone dispose un attacco fulmineo che portò alla vittoria[1] costata 7.000 perdite a fronte delle 25.000 subite dalla coalizione.

Dopo Austerlitz, l'Austria firmò il trattato di Pressburg, lasciando la coalizione cedendo Venezia al Regno d'Italia napoleonico e del Tirolo alla Baviera. Con la ritirata dell'Austria dalla guerra, sopravvenne una stagnazione delle ostilità. L'esercito napoleonico aveva un record di vittorie imbattibili in terra, ma la forza principale dell'esercito russo non era entrata ancora in gioco.






  • Philip Haythornthwaite, Le grandi battaglie napoleoniche, Osprey Publishing, 2005, ISBN 84-9798-181-2
  1. ^ a b c d Antonio Spoto, Napoleone Bonaparte - 2ª parte, in pdsm.altervista.org. URL consultato il 26 ott 2010.