Lingua flessiva
Le lingue flessive sono un tipo morfologico. Il tipo linguistico flessivo si caratterizza nell'esprimere le diverse relazioni grammaticali mediante un solo suffisso.
L'italiano, come la maggior parte delle lingue indoeuropee appartiene a questo tipo morfologico.
Esempio: gatte: la "e" è un suffisso che indica sia il genere (femminile) che il numero (plurale) dell'entità a cui si riferisce
Le lingue flessive possono anche operare la "flessione interna" (apofonia), cioè indicare le diverse categorie grammaticali variando la vocale della radice della parola (quindi in posizione interna, e non finale della parola).
Esempio: fare - feci, drInk - drAnk
Questo è un fenomeno molto diffuso nelle lingue indoeuropee e semitiche, che non opera solo nei verbi ma è molto produttivo, ragione per cui spesso ci si riferisce a quelle lingue in cui è molto comune come "introflessive".
Il tipo linguistico delle lingue flessive si divide in due sottocategorie:
- analitico: può anche usare più parole per definire una relazione grammaticale (come nei tempi passati dei verbi italiani: "ho ascoltato").
- sintetico: concentra le relazioni grammaticali in una sola parola.
Bibliografia
G. Graffi e S. Scalise, Le lingue e il linguaggio, introduzione alla linguistica, Il Mulino, Bologna, 2003