Utente:Franco aq/sandbox1
Medaglia interalleata della vittoria | |
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Médaille de la Victoire | |
Regno del Belgio | |
Tipologia | Medaglia commemorativa |
Istituzione | 15 luglio 1919 |
Nastro della medaglia. | |
La Medaglia interalleata della vittoria in Belgio fu istituita con Decreto Reale del 14 luglio 1919[1] per ricompensare tutti coloro, sia militari che civili, che avevano prestato servizio nelle forze armate belghe schierate tra il primo agosto 1914 e l'11 novembre 1918.
Con successivi decreti la sua attribuzione fu estesa a varie altre categorie di persone, come per esempio a coloro che avevano partecipato alle campagne d'Africa del 1914-1917 (ai quali fu inoltre conferita la Medaglia Commemorativa delle Campagne d'Africa), a determinate condizioni ai membri della marina mercantile, ai pescatori belgi, ecc.
Viene portata subito dopo la Medaglia dell'Yser.
Il disegnatore fu Paul DuBois, furono emesse tra le 300.000 e le 350.000 medaglie, prodotte negli Estabilisements Jules Fonson e forse in altre fabbriche[2].
Insegne
Medaglia
La medaglia è costituita da un disco di bronzo del diametro di un pollice e sette sedicesimi (36 mm.).
- Diritto
Al centro una rappresentazione della vittoria alata in piedi su un globo, di fronte, che indossa una corona simile a quella della Statua della Libertà ed ha uno scudo sul braccio sinistro ed una spada nella mano destra.
- Rovescio
Al centro un fascio con in mezzo un'alta ascia bipenne medievale, sovrapposto ad uno scudo simile a quello presente nello Stemma degli Stati Uniti d'America, con le lettere U S nella parte superiore. Le lettere sono divise dal fascio e dall'ascia che si estendono sopra e sotto lo scudo. I nomi delle 14 nazioni alleate ed associate sono ai lati dello scudo: "GREAT BRITAIN", "BELGIUM", "BRAZIL", "PORTUGAL", "RUMANIA" e "CHINA" a destra e "FRANCE", "ITALY", "SERBIA", "JAPAN", "MONTENEGRO", "RUSSIA" e "GREECE" a sinistra. Sul bordo, in alto vi è l'iscrizione "THE GREAT WAR FOR CIVILIZATION" e sei stelle nella parte inferiore.
Barrette
DEFENSIVE SECTOR
Autorizzata per chi aveva prestato servizio generico nella difesa senza coinvolgimento in una specifica battaglia, fu assegnata anche per ogni battaglia che non avesse una sua propria barretta.
The individual must have been present for duty under competent orders in the combat zone during the period in which the unit was engaged in combat.
L'individuo deve essere stato presente per dovere agli ordini competenti nella zona di combattimento durante il periodo in cui l'unità è stata impegnata in combattimento.
(Esercito)
- Nell'area della Prima Armata tra il 30 agosto e l'11 novembre 1918, o nell'area della Seconda Armata tra il 12 ottobre e l'11 novembre 1918.
- Al Centro Smistamento delle truppe e dei rifornimenti di St. Dizier e nella relativa area di accantonamento tra il 31 ottobre e l'11 novembre 1918.
- Nell'area di corpi, divisioni, o unità indipendenti più piccole sotto il comando francese, britannico, belga o italiano tra il 6 aprile 1917 e l'11 novembre 1918.
- Per qualsiasi azione militare non inclusa in una delle tredici maggiori operazioni riconosciute da una specifica barretta di battaglia.
- Per qualsiasi azione militare nella Russia europea dopo il primo agosto 1918, o in Siberia dopo il 15 agosto 1918.
(Marina)
- Per servizio a Château-Thierry (Ile de France) tra il 6 giugno ed il 16 luglio 1918.
Note
Bibliografia
- (inglese) Alexander J. Laslo, The Interallied Victory Medals of World War I, II edizione revisionata, Albuquerque, Dorado Publishing, 1992, ISBN 0-9617320-1-6. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
Voci correlate
La Medaglia commemorativa della guerra di liberazione è una decorazione della Repubblica Italiana destinata ad onorare tutti coloro che avevano combattuto nella Guerra di liberazione.
Distintivo della guerra di liberazione in corso contro i tedeschi
Distintivo della guerra di liberazione in corso contro i tedeschi | |
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Regno d'Italia | |
Tipo | Distintivo commemorativo |
Status | cessato |
Istituzione | 21 aprile 1945 |
Concessa a | Militari partigiani |
Campagna | Guerra di liberazione dal 9 settembre 1943 |
La Medaglia è un'evoluzione del Distintivo della guerra di liberazione in corso contro i tedeschi, adottato con la Circolare n. 182 emanata dal Ministero della Guerra il 21 aprile 1945.
Descrizione
Il Distintivo consiste in un nastrino di seta largo 37 mm. formato dai colori della Bandiera italiana con il verde a sinistra di 8 mm. di larghezza, il rosso a destra di 8 mm. ed il bianco in mezzo di 21 mm., caricato al centro dai colori caratteristici degli anglo-americani disposti su cinque filetti verticali della larghezza di un millimetro ciascuno: tre rossi e due azzurri alternati.
Criteri di eligibilità
Il distintivo era destinato a tutti coloro che dal 9 settembre 1943, quando iniziarono di fatto delle ostilità contro la Germania che terminarono l’8 maggio 1945 con la resa della Germania agli Alleati,
- abbiano prestato servizio per almeno 3 mesi, anche non consecutivi, nelle FF.AA. dello Stato o nelle formazioni partigiane riconosciute ottenendo la qualifica di
- “partigiano combattente”,
- “caduto per la lotta di liberazione”,
- “mutilato o invalido per la lotta di liberazione”,
- “patriota”,
- abbiano riportato ferite, mutilazioni o infezioni in dipendenza dei fatti di guerra ovvero
- abbiano, prima del 13 ottobre 1943 (data della dichiarazione di guerra da parte del Regno del Sud alla Germania), ottenuto una ricompensa la V.M. per fatti di guerra o azioni contro i tedeschi.
Inoltre il distintivo venne concesso anche agli ex prigionieri di guerra che entrarono volontariamente in formazioni di cooperatori al seguito delle FF.AA. Alleate operanti sui fronti europei.
Quindi, dalla concessione di questo distintivo, vennero esclusi gli appartenenti alle FF.AA. della RSI.
Distintivo della guerra di liberazione
Distintivo della guerra di liberazione | |
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Repubblica Italiana | |
Tipo | Distintivo commemorativo |
Status | cessato |
Istituzione | 17 novembre 1948 |
Cessazione | 6 maggio 1959 |
Concessa a | militari, assimilati, civili e partigiani. |
Campagna | Guerra di liberazione dal 9 settembre 1943 |
Con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1590 del 17 novembre 1948[1] il Distintivo della guerra di liberazione, avente le stesse caratteristiche, fu istituito dalla Repubblica Italiana, a carattere esclusivamente onorifico.
Criteri di elegibilità
Ebbero il diritto a fregiarsi del distintivo:
- i militari e militarizzati delle Forze armate italiane,
- gli appartenenti alla Guardia di finanza,
- il personale della Croce Rossa Italiana e del Sovrano Militare Ordine di Malta,
- gli assimilati ed ai civili,
caduti in combattimento durante la guerra di liberazione ovvero che si erano trovati in una delle seguenti condizioni:
a) avevano prestato servizio dal 9 settembre 1943 in poi, per un periodo di almeno tre mesi anche non consecutivi, alle dipendenze di enti delle Forze armate dello Stato, mobilitati dai rispettivi Stati Maggiori o, se civili o assimilati, al seguito delle Forze armate operanti;
b) avevano riportato ferite o mutilazioni o contratto infermità riconosciute dipendenti da cause specificamente derivanti da azioni di guerra;
c) avevano onorevolmente partecipato ad un importante fatto d'arme;
d) avevano ottenuto, in dipendenza dell'attività bellica nella guerra di liberazione o in azioni contro i tedeschi prima della dichiarazione di guerra alla Germania (13 ottobre 1943), una ricompensa al valor militare o la Croce al merito di guerra.
Inoltre avevano diritto al Distintivo coloro ai quali era stata attribuita la qualifica di "partigiano combattente".
La speciale autorizzazione a fregiarsi del Distintivo veniva concessa, a domanda degli interessati, sotto forma di un certificato nominativo rilasciato dalle autorità all'uopo indicate dal Ministro della difesa.
Computo delle campagne della guerra 1940-45 - L. 24 aprile 1950, n. 390 [2]
1
La partecipazione alla condotta ed allo svolgimento delle operazioni di guerra dall'11 giugno 1940, all'8 maggio 1945 nel territorio metropolitano ed extra metropolitano, e su navi in mare o su aerei in volo durante i cicli operativi fissati con apposite disposizioni dagli Stati Maggiori delle Forze armate su determinazione dello Stato Maggiore generale o durante la lotta partigiana od anche, indipendentemente da tali cicli o da tale lotta, nei casi indicati nei successivi articoli, dà diritto al riconoscimento delle campagne di guerra.
Tale riconoscimento, in base ai titoli che lo giustificano, quali sono in seguito specificati, va compiuto in ragione di una campagna per ogni anno solare.
2
Hanno diritto al computo delle campagne:
a) i militari dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, della Guardia di finanza, della disciolta milizia volontaria per la sicurezza nazionale e delle milizie speciali;
b) coloro che, ai sensi del D.Lgs.Lgt. 21 agosto 1945, n. 518 , abbiano ottenuto una delle seguenti qualifiche: partigiano combattente, caduto per la lotta di liberazione; mutilato o invalido per la lotta di liberazione; patriota, purché abbia militato nelle formazioni partigiane per un periodo non inferiore a tre mesi;
c) i personali civili anche non appartenenti alle Amministrazioni dello Stato, militarizzati in base ad una delle seguenti disposizioni: R.D.L. 14 ottobre 1937, n. 2707 ; bandi nn. 108 e 118 rispettivamente datati 6 febbraio 1942 e 7 marzo 1942, art. 1 del R.D.L. 30 marzo 1933, n. 123[3];
d) i militarizzati in base alle LL. 25 agosto 1940, n. 1304 e 1° novembre 1940, n. 1610 , e i militarizzati dell'Africa italiana ai sensi dei decreti del Governo generale dell'Africa orientale italiana 24 settembre 1940, n. 1930, e 30 dicembre 1940, n. 1810, purché abbiano effettivamente appartenuto ad unità mobilitate operanti.
Hanno inoltre diritto al computo delle campagne i personali civili non militarizzati ai quali sia stata concessa la croce al merito di guerra ai sensi del R.D. 14 dicembre 1942, n. 1729[4]; per quest'ultimo personale la campagna da riconoscersi è quella dell'anno in cui si verificò l'evento che dette luogo al conferimento della croce.
Il diritto al computo delle campagne di guerra è riconosciuto anche quando si tratti di militari e militarizzati che, pur non appartenendo alla Marina, abbiano preso imbarco su navi da guerra, o requisite o noleggiate o comunque provviste di armamento difensivo, o che, pur non appartenendo all'Aeronautica, abbiano preso imbarco su aerei. In ambo i casi l'imbarco deve aver avuto luogo per servizio di guerra o per esigenze connesse con le operazioni militari durante i cicli di cui all'art. 1.
3
Per ottenere il riconoscimento della campagna è necessario che le persone di cui all'articolo precedente abbiano complessivamente prestato per ogni anno solare non meno di tre mesi di servizio, anche non continuativo, di cui all'art. 1.
Qualora nell'anno solare non si raggiunga il periodo minimo di cui al comma precedente, ma la partecipazione al ciclo operativo sia continuativa a cavallo di due anni, può essere computato per il riconoscimento di almeno una campagna, il servizio prestato nell'anno successivo, a meno che questo a sua volta non sia di tale durata da comportare il riconoscimento di un'altra campagna. In tal caso verrà riconosciuta solo quest'ultima.
Per il riconoscimento della campagna di guerra ai partigiani combattenti e ai patrioti è richiesto per ogni anno solare un periodo minimo di tre mesi di effettiva appartenenza, anche non continuativa, alle formazioni partigiane. Si applicano peraltro le norme dell'art. 4 ed il secondo comma del presente articolo.
4
Il periodo minimo di tre mesi stabilito dal precedente articolo non è richiesto per coloro che siano deceduti, feriti o mutilati per fatti d'arme o che abbiano ottenuto la qualifica di caduto o di mutilato o di invalido per la lotta di liberazione o siano decorati al valore militare o abbiano ottenuto la croce al merito di guerra ai sensi del R.D. 14 dicembre 1942, n. 1729[4], oppure siano stati fatti prigionieri o si siano ammalati per cause di servizio di guerra, sempre che la malattia comporti l'assegnazione di pensione od assegno di guerra di una delle otto categorie.
La campagna riconosciuta è quella dell'anno in cui si verificò il fatto che interruppe la partecipazione al ciclo operativo o si produsse l'evento che dette luogo al conferimento di una decorazione al valor militare o della croce al merito di guerra.
I prigionieri hanno diritto al riconoscimento del beneficio previsto nel presente articolo qualora abbiano ottenuto il giudizio favorevole delle apposite commissioni di interrogatorio all'atto del rimpatrio.
Non hanno diritto al computo delle campagne coloro che dopo l'8 settembre 1943 hanno combattuto con le forze armate germaniche o della sedicente repubblica sociale italiana e coloro che, comunque, per la condotta tenuta dopo l'8 settembre 1943, hanno subito condanne penali, anche se amnistiate o condonate, o sanzioni disciplinari non inferiori al rimprovero solenne.
5
In deroga alla disposizione del secondo comma dell'articolo precedente il periodo tra il 20 maggio 1944 e l'8 maggio 1945 ai militari e militarizzati delle divisioni «Cuneo» e «Regina», nonché ai militari e militarizzati delle altre forze armate riunitisi in formazione, i quali dopo il ciclo di operazioni a Creta e nelle isole dell'Egeo comprese nella giurisdizione del Comando forze armate dell'Egeo, furono impiegati, quali cooperatori per i servizi di guerra dalle autorità militari alleate, è utile al fine del computo delle campagne di guerra.
In deroga alla stessa disposizione del secondo comma dell'articolo precedente, ai militari e militarizzati in servizio l'8 settembre 1943, che vennero catturati dai tedeschi o dai giapponesi e trattenuti in Germania o in Giappone oppure in territori controllati dalle forze armate di dette Nazioni, e che, all'atto del rimpatrio, siano stati giudicati favorevolmente dalle apposite commissioni, i periodi di prigionia sono riconosciuti utili per il computo delle campagne di guerra.
In deroga alla stessa disposizione del secondo comma dell'articolo precedente, ai prigionieri militari e militarizzati di cui al precedente art. 2, che, dopo l'8 settembre 1943, siano entrati a far parte volontariamente di formazioni di cooperatori a seguito delle Armate alleate operanti sui fronti europei, indicate nelle apposite circolari dagli Stati Maggiori delle forze armate e che, all'atto del rimpatrio siano stati giudicati favorevolmente dalle apposite commissioni, i periodi di effettiva collaborazione durante le operazioni, entro i limiti fissati nelle circolari stesse, sono riconosciuti utili per il computo delle campagne di guerra.
6
Il diritto al computo delle campagne di guerra è riconosciuto, indipendentemente dai cicli operativi, ai militari delle Forze armate dello Stato ed ai militarizzati di cui all'art. 2 della presente legge impiegati in rastrellamenti e dragaggio bombe, mine ed ordigni esplosivi in genere.
Tale diritto è altresì riconosciuto ai militari e militarizzati suddetti impiegati nello stesso servizio dopo la data dell'8 maggio 1945 e fino al 16 aprile 1946.
Il periodo minimo richiesto per il riconoscimento di una campagna è, per ogni anno solare, di tre mesi di servizio, anche non continuativo, nello speciale incarico. Per il computo di questo periodo valgono le norme del secondo comma dell'art. 3.
7
Il periodo minimo di cui all'articolo precedente non è richiesto per il caduto, il ferito, il mutilato, l'invalido, il decorato al valor militare e l'insignito di croce al merito di guerra per eventi verificatisi nello speciale servizio.
La campagna riconosciuta è quella dell'anno in cui si verificò il fatto che interruppe la partecipazione al rastrellamento e al dragaggio degli esplosivi o si produsse l'evento che dette luogo al conferimento di una decorazione al valor militare o della croce al merito di guerra.
8
I mutilati o invalidi in conseguenza di ferita o malattia riportata o aggravata per fatti d'arme o per causa di servizio di guerra durante il periodo dal 10 giugno 1940 all'8 maggio 1945, titolari di pensione od assegno di guerra di una delle prime sei categorie, i quali alla data della ferita o della malattia stessa facevano parte di enti delle Forze armate mobilitati e partecipanti ai cicli operativi, debbono essere considerati, agli effetti del computo delle campagne di cui alla presente legge, come appartenenti ai comandi, corpi e servizi mobilitati e operanti per tutto il tempo decorso dalla data della ferita che ha causato la mutilazione o della malattia che ha provocato l'invalidità di cui sopra fino alla data dell'8 maggio 1945.
I partigiani combattenti che, successivamente all'8 settembre 1943, siano venuti a trovarsi nelle condizioni previste dal comma precedente, i quali alla data della ferita o della malattia facevano parte di formazioni partigiane, devono essere considerati, agli effetti del computo delle campagne di cui alla presente legge, come appartenenti a formazioni partigiane dalla data della ferita che ha causato la mutilazione o della malattia che ha provocato l'invalidità, fino alla data dell'8 maggio 1945.
Per i militari e militarizzati di cui agli articoli 6 e 7, i quali siano venuti a trovarsi nelle condizioni previste dal primo comma del presente articolo, è considerato valido, ai fini del computo delle campagne di guerra, il tempo decorso dalla data della ferita che ha causato la mutilazione o della malattia che ha provocato l'invalidità fino alla data dell'8 maggio 1945, se impiegati nello speciale servizio non oltre la detta data, o fino al 16 aprile 1946, se impiegati nello speciale servizio dopo la predetta data dell'8 maggio 1945.
9
I mutilati e invalidi in conseguenza di ferita o malattia riportata o aggravata per fatti d'arme o per causa di servizio di guerra, durante il periodo dal 10 giugno 1940 all'8 maggio 1945, titolari di pensione o assegno di guerra della 7ª o 8ª categoria e i feriti per fatto d'arme o per causa di servizio di guerra, i quali alla data della ferita o della malattia facevano parte di enti delle Forze armate mobilitate e partecipanti ai cicli operativi, debbono essere considerati, agli effetti del computo delle campagne di cui alla presente legge, come appartenenti a comandi, corpi e servizi mobilitati e operanti anche dopo la data della ferita o malattia suddetta, soltanto per il periodo trascorso in luoghi di cura, in licenza di convalescenza o in aspettativa in conseguenza di tale ferita o malattia, e comunque, non oltre la data dell'8 maggio 1945.
I partigiani combattenti che, successivamente all'8 settembre 1943, siano venuti a trovarsi nelle condizioni previste dal comma precedente, i quali alla data della ferita o della malattia facevano parte di formazioni partigiane, devono essere considerati, agli effetti della presente legge, come appartenenti a formazioni partigiane anche dopo la data della ferita o malattia suddetta, fino al momento della accertata guarigione e, comunque, non oltre la data dell'8 maggio 1945.
Per i militari e militarizzati di cui agli artt. 6 e 7, i quali siano venuti a trovarsi nelle condizioni previste dal primo comma del presente articolo, è considerato valido, ai fini del computo delle campagne di guerra, il tempo successivo alla data della ferita che ha causato la mutilazione o della malattia che ha provocato l'invalidità, trascorso in luoghi di cura, in licenza di convalescenza o in aspettativa in conseguenza di tale ferita o malattia, e comunque non oltre la data dell'8 maggio 1945, se impiegati nello speciale servizio non oltre la detta data, o fino al 16 aprile 1946, se impiegati nello speciale servizio dopo la predetta data dell'8 maggio 1945.
10
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Medaglia commemorativa della guerra di liberazione | |
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Repubblica Italiana | |
Tipologia | Distintivo commemorativo |
Istituzione | 6 maggio 1959 |
Trasformazione del distintivo in medaglia
Il Distintivo fu trasformato nella Medaglia commemorativa della guerra di liberazione con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1959 del 6 maggio 1959[5] che autorizzava a fregiarsi della medaglia il personale militare, militarizzato, assimilato e civile che aveva (o che avrebbe) ottenuto l'autorizzazione a portare il Distintivo.
Descrizione
La medaglia commemorativa della guerra di liberazione ha un diametro di 33 mm. e reca:
- sul diritto
- l'immagine della Dea Roma quale risulta scolpita sulla tomba del Milite Ignoto;
- sul rovescio
- un serto formato da un ramo d'alloro a sinistra e da un ramo di quercia a destra, legati in basso, con al centro una stella a cinque punte ed in alto: "Guerra 1943-45", in basso: "Z".
La medaglia si porta al lato sinistro del petto, appesa ad un nastro di seta avente gli stessi colori e le stesse caratteristiche del Distintivo. Sul nastro della medaglia e sul nastrino dei distintivi vanno applicate, rispettivamente, fascette e stellette metalliche in numero eguale agli anni di campagna riconosciuti.
Due onorificenze gemelle
Con lo stesso decreto nr. 1590 fu istituito anche il Distintivo del periodo bellico 1940-43, che fu pure trasformato in una medaglia con il citato decreto n. 1959: la Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940–43, identica alla presente tranne che per le date, è interessante notare che una era riservata a chi si era battuto con i nazifascisti contro gli Alleati, l'altra a chi invece aveva fatto il contrario.
Note
- ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 del 3 febbraio 1949.
- ^ Pubblicata nella Gazz. Uff. 3 luglio 1950, n. 149
- ^ Recte, R.D.L. 30 marzo 1943, n. 123, recante norme sulla disciplina della motorizzazione.
- ^ a b Recante norme per la concessione della croce al merito di guerra al personale che dal 10 giugno 1940 abbia partecipato ad operazioni militari nella guerra 1940-1945.
- ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 148 del 24 giugno 1959, con lo stesso decreto fu istituita la Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940–43.
Il Decreto legislativo luogotenenziale - D.Lgs.Lgt., fu una forma di legislazione introdotta in Italia con il decreto legge luogotenenziale 151/1944, con il quale, tra l'altro, si modificò lo Statuto del Regno (meglio noto come Statuto Albertino) che, essendo una costituzione flessibile (non prevedendo cioè l'esistenza di leggi costituzionali) poteva essere modificato con legge ordinaria).
Storia
Il 4 giugno 1944, con l'ingresso delle truppe alleate, Roma fu liberata. Vittorio Emanuele III nominò suo figlio Umberto II luogotenente del Regno. Fu nominato un nuovo Governo, in cui entrarono tutti i partiti del Comitato di liberazione ed il cui Presidente del Consiglio fu Bonomi. Il precedente accordo tra la Corona ed il CLN fu formalizzato nel decreto legge luogotenenziale 151/1944 in cui si stabiliva che alla fine della guerra sarebbe stata convocata un'Assemblea costituente per dare una Costituzione allo Stato e risolvere la questione istituzionale. I Ministri, nel frattempo, si sarebbero impegnati ad agire senza in nulla pregiudicare la risoluzione della questione istituzionale.
Il Governo, inoltre, con tale decreto si attribuiva la funzione legislativa, di fatto tale decreto dava vita ad una sorta di assetto costituzionale transitorio, che introduceva una nuova forma di legislazione: il Decreto legislativo luogotenenziale.
Fu proprio uno di questi decreti, nel 1945, a riconoscere per la prima volta in Italia il diritto di voto alle donne.
L'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra (A.N.F.C.D.G.) è un Ente Morale che rappresenta gli interessi morali e materiali dei familiari di militari, partigiani e militarizzati caduti o dispersi in guerra o deceduti in seguito a ferite, lesioni od infermità riportate in guerra e di militari e militarizzati che hanno perso la vita nel compimento del dovere durante il servizio di leva o in opposizione ad ogni forma di eversione e terrorismo, ovvero nell’espletamento di missioni in nome e per conto delle organizzazioni internazionali alle quali l’Italia aderisce.
La sede centrale è a Roma.
Storia
Associazione Nazionale Madri e Vedove dei caduti. La nascita di organizzazioni per l'assistenza ai figli dei caduti di guerra fu prevista dalla Legge 18 luglio 1917, n. 1143 "per la protezione e l'assistenza degli orfani di guerra" e dal successivo regolamento approvato con decreto 30 giugno 1918, n. 1044. Con Regio decreto 19 aprile 1923, n. 850 la rappresentanza esclusiva degli interessi materiali e morali delle famiglie dei caduti in guerra fu riconosciuta all'Associazione nazionale madri, vedove e famiglie dei caduti e dispersi in guerra, questa fu eretta Ente Morale con il regio decreto 7 febbraio 1924, n. 230, che ne approvò anche lo statuto. L'Associazione divenne Opera nazionale con la legge 26 luglio 1929, n. 1397, seguita dal regolamento approvato il 13 novembre 1930.
Con r.d. 28 novembre 1932 la denominazione fu cambiata in Associazione nazionale famiglie caduti in guerra e fu emanato un nuovo statuto. L'ente, cambiò più volte nome, anche in funzione di volontà politiche superiori, ma ebbe sempre tra i suoi compiti istituzionali la commemorazione e la celebrazione dei militari scomparsi durante guerre nazionali.
La sede centrale era a Roma, da cui dipendevano i comitati provinciali, a livello locale operavano le commissioni comunali di vigilanza.
Caduto il fascismo, nel secondo dopoguerra, l'Associazione ebbe un ulteriore statuto, approvato con D.P.R. 18 aprile 1951.
Ogni comune aveva il compito di tenere uno schedario anagrafico comprendente le schede di famiglia e quelle individuali di ogni orfano residente nel comune. Inoltre era prevista la tenuta di un elenco nominativo degli orfani stessi, con annotazione di quelli aventi diritto all'assistenza.
L'Associazione, sottoposta alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri in forza del decreto 19 aprile 1953, n. 1023 contava nel 1953 circa 317.000 iscritti.
Fu riordinata, sotto la denominazione attuale, con lo statuto approvato con d.p.r. 3 maggio 1955, n. 535.
Già compresa ufficialmente tra gli enti pubblici di notevole rilievo nazionale, dal 1979 è stata trasformata in ente morale di diritto privato. Lo statuto vigente è stato approvato con Decreto del Ministro della difesa del 25 marzo 1992.
Collegamenti esterni
- Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, sito ufficiale
- Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi in guerra - ANFCDG, 1917, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche
China-Denkmünze | |
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<br\>Impero tedesco | |
Tipo | Medaglia commemorativa |
Istituzione | 5 maggio 1901 |
Concessa a | Militari tedeschi |
Campagna | Alleanza delle otto nazioni |
Modellista | Walter Schott |
Diametro | 32 (35) mm. |
Gradi | bronzo per i combattenti, acciaio per i non combattenti |
La China-Denkmünze è la versone tedesca della medaglia commemorativa della campagna in Cina, fu istituita il 10 maggio 1901 dal Kaiser Guglielmo II per i militari tedeschi che avevano partecipato alla repressione della Ribellione dei Boxer in Cina, nel 1900 e 1901.
La China-Denkmünze in bronzo fu assegnata ai militari dell'esercito e della marina tedeschi che parteciparono al conflitto, a tutto il personale non di nazionalità cinese dell'ambasciata a Pechino o del consolato di Tien-Tsin presente durante questo periodo ed anche al personale infermieristico che operò negli ospedali e sulle navi ospedale.
Potevano essere premiati anche membri delle truppe alleate, infatti la China-Denkmünze fu conferita in Italia (1901), Francia (1902), Regno Unito, Stati Uniti, Giappone e Russia .
Insegne
Medaglia
La medaglia è costituita da un disco di bronzo, del diametro di 32 mm., recante:
- sul dritto
un'aquila imperiale tedesca, coronata e con le ali spiegate, che tiene tra gli artigli un drago imperiale cinese sconfitto; tutto circondato da una corona di alloro sul bordo;
- sul rovescio
al centro una "W" (iniziale dell' imperatore Wilhelm II) coronata, circondata dalle scritte "DEN SIEGREICHEN STREITERN" (I vittoriosi combattenti) nella parte superiore e "1900 CHINA 1901" nella parte inferiore; tutto circondato da una corona di alloro sul bordo.
Nastro
Bianco con una riga nera e una rossa ad ogni lato ed una riga gialla piu' grande al centro.
Barrette
Per indicare che il decorato aveva partecipato ad uno specifico evento bellico, nel settembre 1901 furono autorizzate 13 barrette in bronzo dorato, da apporre sul nastro della medaglia, recanti una delle seguenti iscrizioni, a ricordo delle battaglie o operazioni militari della campagna di Cina:
- ufficiali
- La barretta Pechino fu autorizzato solo per i membri del III.Seebatallion che avevano servito sotto Lt Graf von Soden durante l'assedio delle legazioni straniere a Pechino.
- Kitchou
- Peitang-Forts
- Hophu
- Liang-Hsiang-Hsien
- Fouphing
- Kaumi
- non ufficiali
- Nan-Hung-Men
- Tschang-Tschöng-Ling
- Tonku
- Chouchouang
- Kuant-Schang
- Nankuanto
Die Spangen sind aus vergoldetem Messing gefertigt und werden auf dem Band befestigt. Bei Teilnahme an mehreren Gefechten wurden die Spangen untereinander angebracht.
Le barrette sono in ottone dorato e montato su nastro. Per la partecipazione a impegni diversi, le clip sono stati attaccati l'uno all'altro.
Variante in acciaio per i non combattenti
La China-Denkmünze in acciaio fu assegnata a tutte le persone che erano impegnati in modo straordinario nell'interesse delle truppe inviate in Asia orientale ed agli equipaggi tedeschi delle navi noleggiate per trasportare le truppe in Asia orientale.
Differiva dalla medaglia per i combattenti, oltre che nel metallo, nell'iscrizione sul rovescio: "VERDIENST UM DIE EXPEDITION NACH CHINA" (Servizio nella spedizione in Cina).
Voci correlate
Note
Collegamenti esterni
- (DE) Michael Lobbe, Ordensspange Chinadenkmünze für Nichtkämpfer, su militaria-lexikon.de. URL consultato il 2 gennaio 2011.
- (DE) Michael Lobbe, Ordensspange Chinadenkmünze für Kämpfer, su militaria-lexikon.de. URL consultato il 2 gennaio 2011.
Bibliografia
- André Hüsken: Katalog der Orden, Ehrenzeichen und Auszeichnungen des Kurfürstentums Brandenburg, der Markgrafschaften Brandenburg-Ansbach und Brandenburg-Bayreuth, des Königreiches Preußen, der Republik Preußen unter Berücksichtigung des Deutschen Reiches. Band 3, Hamburg 2001, ISBN 3-89757-138-2.
- Ercole Ercoli, Le Medaglie al Valore, al Merito e Commemorative - Militari e Civili nei Regni di Sardegna, d'Italia e nella Repubblica Italiana - 1793-1976, Milano, I.D.L., 1976.
- Giuseppe Morittu, Guerre e decorazioni 1848 - 1945, Padova, Bolzonella s.n.c, 1982.
- Giuseppe Morittu, Meriti e decorazioni 1839 - 1945, Padova, CS, 1982, S28/00010255.
- Costantino Scarpa, Paolo Sézanne, Le decorazioni del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia, (due volumi), Uffici storici Esercito - Marina - Areonautica, 1982-1985.
- Costantino Scarpa, Paolo Sézanne, Le decorazioni al valore della Repubblica Italiana (medaglie al valore e croce al valore militare), Uffici storici Esercito - Marina - Areonautica, 1981.
- Esherick, Joseph W. (1987). The Origins of the Boxer Uprising University of California Press. ISBN 0-520-06459-3
- Roberto Manno, Duecento anni di medaglie. I segni del valore e della partecipazione ad eventi storici dal 1793 al 1993, Hobby & Work Publishing, 1995, ISBN 8871331915, 9788871331911.
- Alessandro Brambilla, Le medaglie italiane negli ultimi 200 anni, (due tomi), Milano, 1997 [1985].
- Spence, Johnathon D. The Search for Modern China, II ed. New York, Norton, 1999.
Collegamenti esterni
- (EN) China Medal 1900 : Able Seaman R Williams, New South Wales Naval Contingent; Australian War Memorial
Gentiluomo di corte
La maggior parte dei Lords in Waiting (femminile Lady-in-Waiting) sono whips del Governo nella Camera dei Lord che sono membri della Famiglia Reale dei Sovrani del Regno Unito.
In quanto membri della Famiglia Reale i loro doveri sono nominali, sebbene viene occasionalemnte loro richeisto di to meet visiting political and state leaders on visits to the United Kingdom.
In quanto di designazione politica, il Sovrano li nomina su raccomandazione del Primo Ministro.
Un certo numero di Lords in Waiting non politici sono inoltre nominati, come Permanent Lords in Waiting, che disoloto sono funzionari anziani della Royal Household in pensione.
These, being non-political, are at the personal discretion of the Sovereign.
La maggior parte dei signori nell'attesa (femmina cheAttende) sono fruste di governo nella Camera dei Lord che sono membri della famiglia reale del sovrano del Regno Unito.
Poichè i membri della famiglia reale le loro funzioni sono nominali, benchè siano tenuti occasionalmente a venire a contatto della visita politica ed a dichiarare i capi sulle chiamate nel Regno Unito.
Come beneficiari politici, il sovrano li nomina sulla raccomandazione del Primo Ministro.
Un certo numero di signori non-political nell'attesa inoltre sono nominati, così come i signori permanente nell'attesa, che sono solitamente funzionari pensionati della famiglia reale.
Questi, essendo non-political, sono alla discrezione personale del sovrano.
Il Templare di Tiro (francese: Le Templier de Tyr) è il nome di uno storico medievale che, negli anni 1300, scrisse una cronaca, in lingua francese, che costituisce la terza e più ampia sezione delle Gestes des Chiprois. Si crede che tale cronaca sia stata scritta da un cavaliere sull'isola di Cipro, attorno all'epoca durante la quale l'isola fu la base delle operazioni dei tre maggiori ordini militari, i cavalieri Templari, Teutonici ed Ospitalieri. L'autore del documento fu probabilmente un traduttore dall'arabo, un segretario e confidente del Gran Maestro dell'Ordine templare Guillaume de Beaujeu, sebbene non Templare egli stesso.
La cronaca contiene un resoconto, spesso di prima mano delle esperienze personali dell'autore, e fornisce informazioni preziose ed approfondite su un importante periodo delle Crociate, quello che va dai primi anni 1230 fino al 1309 per quanto riguarda l'oriente ed al 1314 per l'occidente, cioè gli ultimi giorni degli Stati Crociati in Terra Santa. Narra di come i cristiani combatterono una battaglia persa contro i musulmani Mamelucchi ed eventi di grande importanza, come la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291 (di cui è la sola testimonianaza oculare) e la dissoluzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nei primi anni 1300. Non si occupa solo dell'Oriente latino ma arriva fino alle origini dei primi movimenti di espansione dei Mongoli dai territori dell'Asia interna, dopo aver spaziato per tutto il bacino del Mediterraneo, soffermandosi in particolare sulle contese fra Angioini, Aragonesi e Svevi e sull'interminabile lotta delle Repubbliche Marinare.
Bibliografia
- Templare di Tiro, Cronaca del templare di Tiro: 1243-1314 : la caduta degli stati crociati nel racconto di un testimone oculare, a cura di Laura Minervini, illustrata, Liguori, 2000, ISBN 8820730235, 9788820730239.
- (inglese) Templare di Tiro, The 'Templar of Tyre': Part III of the 'Deeds of the Cypriots', a cura di Paul Crawford, traduzione di Paul Crawford, illustrata, Ashgate Publishing, Ltd., 2003, ISBN 1840146184, 9781840146189. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
- (inglese) Malcolm Barber, The trial of the Templars, 2ª ed., Cambridge University Press, 2001, ISBN 978-0-521-67236-8. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
Collegamenti esterni
- (FR) Gestes des Chiprois, at the Medieval Sourcebook
Bio
Ferdinando I di Borbone (Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto; Napoli, 12 gennaio 1751 – Napoli, 4 gennaio 1825)<br\> Figlio terzogenito del re di Napoli e Sicilia Carlo di Borbone e di Maria Amalia di Sassonia, fu re di Napoli dal 1759 al 1799, dal 1799 al 1806 e dal 1815 al 1816 con il nome di Ferdinando IV di Napoli, nonché re di Sicilia dal 1759 al 1816 con il nome di Ferdinando III di Sicilia.
Dopo questa data, e con l'unificazione delle due monarchie nel Regno delle Due Sicilie, fu sovrano di tale regno dal 1816 al 1825 con il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie.
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Quando, nel 1805 scoppiò la guerra tra Austria e Francia, Ferdinando firmò un trattato di neutralità con quest'ultima ma, alcuni giorni dopo, si alleò con l'Austria e permise ad un corpo di spedizione Anglo-Russo di entrare nel regno per difenderlo dalle truppe francesi che, al comando di Saint Cyr, manovravano vicino alla frontiera. Ma dopo la disfatta subita il 2 dicembre nella Battaglia di Austerlitz, i Russi lasciarono l'italia mentre gli Inglesi si ritirarono in Sicilia.
Napoleone dichiarò decaduta la dinastia borbonica e proclamò suo fratello Giuseppe Bonaparte Re di Napoli.
Ai primi di febbraio le truppe francesi, riorganizzate e poste sotto il comando di André Masséna invasero il Regno di Napoli, ma già il 23 gennaio Ferdinando, con la solita precipitazione, si era imbarcato sull'Archimede alla volta di Palermo, presto seguito dalla moglie (quest'ultima non avrebbe più rivisto Napoli) insieme all'oro dei Banchi ed ai preziosi dei palazzi reali, furono bruciate le carte dei processi della Giunta si Stato.
I principi reali Francesco, cui era stata affidata la reggenza, e Leopoldo, raggiunsero l'esercito in Calabria.
Il 14 febbraio, 1806 i francesi entrarono di nuovo a Napoli.
Il 3 marzo l'esercito borbonico agli ordini del generalissimo Ruggero Damas (un emigrato francese) fu sconfitto nella Battaglia di Campo Tanese dalle truppe comandate da Jean Reynier.
Il 12 maggio gli Inglesi ed i Siciliani occuparono le isolette di Capri e Ponza.
Il 21 maggio si arrese Civitella del Tronto; la fortezza, comandata dall'irlandese Matteo Wade e rifornita dai briganti di Sciabolone, dal 27 marzo aveva resistito all'assedio dei duemila soldati agli ordini di Frégeville, che avevano sacchggiato i dintorni.
Rimaneva in mani borboniche solo Gaeta, ma i francesi non poterono concentrare le truppe sulla fortezza perché nel frattempo una serie di rivolte era scoppiata in Calabria, fomentate dai borboni e dagli inglesi, che riportarono una vittoria nella battaglia di Maida contro circa 5'500 soldati del generale Reyner.
Alla fine il 18 luglio anche la Fortezza di Gaeta, che sin da 26 febbraio era stata posta sotto assedio dalle forze comandate da André Masséna, si arrese.
La rivolta della Calabria fu repressa nel sangue e non si ripetè quanto accaduto nel 1799 alla Repubblica Partenopea.
Ferdinando continuò a regnare sulla Sicilia, con la protezione Britannica, ma ben presto nacquero dei contrasti tra la corte borbonica e Lord William Bentinck, ministro plenipotenziario e comandante delle truppe britanniche.
Il re nominò vicario generale il figlio Francesco (16 gennaio 1812), la regina Carolina e i maggiori esponenti del suo partito furono allontanati, importanti incarichi furono affidati a nobili siciliani e fu preparata una nuova Costituzione di tipo britannico che Ferdinando fu costretto ad accettare, sebbene con qualche riserva.
La Costituzione siciliana del 1812, insieme alle aspirazioni d'indipendenza dell'isola, furono poste nel nulla quando, tramontanto l'astro napoleonico, nacque il Regno delle due Sicilie.
Il Coppiere, nei banchetti dell'antichità e del medioevo, aveva il compito di versare da bere ai commensali. Nelle corti reali era un funzionario di alto rango il cui dovere era di servire le bevande alla tavola regale evitando che la coppa del re fosse avvelenata, a volte doveva assaggiare il vino prima di servirlo; in considerazione della costante timore di complotti ed intrighi una persona doveva essere considerata completamente affidabile per avere questa posizione. Dalle sue relazioni confidenziali con il re spesso gli derivava una grande influenza.
La posizone di coppierefu molto apprezzato e dato solo a pochi in tutta la storia.
Delle qualifiche per il lavoro non si sono svolte con leggerezza, ma di grande stima valutati per la loro bellezza e ancor più per la loro modestia, laboriosità e coraggio.
La figura del
I primi coppieri furono gli oinokóos greci e poi i cyntus o pincerna[1] Romani; questa posizione acquisì grande importanza presso le corti reali e principesche medievali, soprattutto in Francia e in Germania.
, acquistando sempre più importanza e diventando un vero e proprio ufficio onorifico. Esso veniva esercitato solo nelle occasioni solenni dal titolare effettivo, sostituito normalmente dai coppieri di rango inferiore. Il titolo di gran coppiere in Francia sopravviveva ancora durante la Restaurazione.
Nella Corte pontificia il titolo di Coppiere di Sua Santità spettava in passato ad uno dei nove camerieri segreti partecipanti, quello che assisteva il papa nei pranzi solenni.
Francia
Au Moyen Âge, le titre de bouteiller (en latin buticularius) était donné à l'officier chargé de l'approvisionnement en vin d'une cour royale, impériale ou princière. Il pouvait aussi avoir un rôle d'échanson, ce qui signifie qu'il pouvait être amené à servir le roi à table dans les grandes occasions.
Époque carolingienne
Le titre apparaît en Occident à l'époque carolingienne. Le bouteiller est alors un des quatre grands officiers de la cour, avec le cancelliere, le cameriere et le Siniscalco.
La fonction se diffuse alors dans la plupart des cours d'Europe occidentale. Dans les cours anglaises du Moyen Âge, il porte le nom de butler, qui a gardé les deux sens premiers d'échanson (celui qui sert le vin) et de bouteiller (celui qui gère les réserves de vin).
Royaume de France
Dans le royaume de France sous la dynastie capétienne, le bouteiller perd sa fonction de gestion des approvisionnements de la cour, rôle désormais dévolu à des échansons. Il est désormais chargé d'administrer le vignoble du domaine royal, fonction pour laquelle il perçoit une redevance sur certaines abbayes fondées par le roi.
Le bouteiller est alors un des principaux officiers de la cour : il atteste très souvent les chartes royales. Aux |XI e XII secolo, sous les règnes de Louis VI et Louis VII notamment, la famille de Senlis est traditionnellement attachée à cet office, à tel point que son chef est souvent désigné sous le nom de « Bouteiller de Senlis ».
À partir du Template:XIVe siècle, le bouteiller porte le titre de Grand Bouteiller de France, et la fonction devient purement honorifique.