Il Giustino (catalogo RV 717) è un’opera in tre atti di Antonio Vivaldi su libretto del conte Nicolò Beregan; è l'ultima opera composta dal maestro veneziano per i teatri romani, probabilmente in seguito al successo riscosso da quella scritta per lo stesso teatro l’anno precedente (e cioè, l' Ercole sul Termodonte). Il principale interprete (nel ruolo di Arianna) fu il celebre castrato del tempo Francesco Fontana, detto il Farfallino, che si era specializzato nei ruoli femminili.

L'opera rappresenta una transizione fra la prima produzione operistica di Vivaldi (Ottone in villa, Orlando finto pazzo, Tieteberga) e le opere della maturità (L'Olimpiade, Farnace, Griselda), e rappresenta la fase in cui il Vivaldi operista comincia ad essere apprezzato anche fuori da Venezia. Come molte opere vivaldiane, c'è una preminenza di voci femminili (cinque soprani e due contralti) che si esibiscono in splendide arie, mentre l'azione drammatica procede attraverso il recitativo (numerosi nell'opera quelli accompagnati).

Il libretto

Il libretto è conservato, assieme alla musica, nell'archivio vivaldiano della Biblioteca Nazionale di Torino. Fu scritto oltre 50 anni prima della versione vivaldiana dal conte Nicolò Beregan. Il libretto fu musicato nel 1683 a Venezia da Giovanni Legrenzi, e fu molto famoso nel Seicento; fu musicato tra gli altri da Domenico Scarlatti nel 1706 e da Albinoni nel 1711, e riadattato (forse da Antonio Maria Lucchini, lo stesso librettista del Farnace) per Vivaldi nel 1724. Attraverso passaggi oscuri lo ritroviamo musicato per il Covent Garden da Händel a Londra nel 1737.

A Venezia i libretti di ambientazione orientale erano abbastanza frequenti: in parte per la vocazione naturale di Venezia, in parte per la vicinanza temporale della battaglia di Kahlenberg (1683) in cui i Turchi erano riusciti persino ad assediare Vienna. La trama dell' opera è guarda caso incentrata sull'assedio di Costantinopoli ad opera del tiranno Vitaliano, sulla ascesa al trono di Giustino, contadino e poi imperatore, zio di Giustiniano, e sulla vittoria finale della romanità sull'usurpatore asiatico. Questa trama è però, come d'uso nell'opera barocca, solo il perno attorno al quale si sviluppano intrecci amorosi e il consueto dilemma fra amore/dovere, lealtà/potere su uno sfondo ideale cavalleresco.