Severo di Napoli
San Severo fu il dodicesimo o il quattordicesimo vescovo di Napoli. Il suo episcopato data dal 363 al 409 e s'inserisce d'autorità nella storia napoletana all'indomani di complesse vicende religiose e civili. Scarse sono le notizie sulla vita del santo, ma un'importante testimonianza ne illumina lo spessore umano e religioso: una lettera a lui indirizzata da sant'Ambrogio nel 393. Anche il pagano Quinto Aurelio Simmaco, prefetto romano, riconosce le qualità di san Severo, come dimostra una sua lettera del 397-8 al console napoletano Decio Albino.
A san Severo inoltre, secondo la leggenda, è legato il primo miracolo della liquefazione del sangue di san Gennaro. L'episcopato severiano è caratterizzato da una forte spinta evangelizzatrice, concretizzatasi nella costruzione di diversi edifici di culto, tra cui la basilica di san Giorgio Maggiore dove, sotto la mensa dell'altare maggiore, sono tuttora conservate le spoglie del santo e del battistero di Napoli, considerato il più antico dell'Occidente. Ha riportato a Napoli i resti del suo predecessore S. Massimo.
San Severo è patrono secondario di Napoli e patrono principale della città e diocesi di San Severo (FG). La sua festa si celebra il 29 aprile.