Britanni

popolazione celtica delle Isole britanniche

I Britanni erano l'antico popolo che viveva in Britannia (Inghilterra) perima dell'arrivo dei romani nell'isola e che parlavano una lingua celtica. Questo termine si riferisce in maniera specifica a coloro che parlavano la branca conosciuta come P celtico, contrapposta al Q celtico, cioè il gaelico o goidelico.
Gaio Giulio Cesare, che nel 55 a.C. giunse con la sua flotta sull'isola, li distingueva tra quelli autoctoni e quelli costieri, che nel II secolo a.C. emigrarono in Belgio, fondando potenti stati. Tra le popolazioni più importanti sono da ricordare i canti, che popolavano il Kent, i dumnoni, nell'attuale Cornovaglia, e a nord gli iceni.
Alcune notizie sui britanni le dobbiamo a Imilcone (V secolo a.C.), che intraprese un viaggio in quest'isola, e a Pitea. Ai tempi di Cesare avevano ottimi rapporti con i galli, tanto da ospitare i capi dei bellovaci, appena ribellatesi al generale romano.
Dopo l'esperienza di Cesare, che vi si recò due volte (per una tempesta prima e per la rivolta di Ambiorige re degli eburoni poi dopo dovette limitarsi a imporre dei tributi), i britanni rimasero indipendenti sino al 43 d.C., quando al tempo dell'imperatore Claudio, il generale Aulo Plauzio sconfisse il re Caratacus e conquistò l'isola.
Altre spedizioni furono quelle di Publio Ostorio Scapula (47 - 51) e di Svetonio Paolino (60 - 61), che affrontò e vinse l'indomita regina Boudicca, e di Agricola, che conquistò le terre dei briganti. I britanni furono grandi produttori di stagno e coltivatori di grano, oltre che allevatori di bestiame. Sentirono poco l'influenza della lingua latina, che era parlata solo dalle classi più elevate. La storia romana della Britannia terminò agli inizi del V secolo, quando le legioni lasciarono l'isola (attorno al 410), lasciandola in balia delle invasioni di sassoni, juti e angli. Iniziava così il anglosassone.

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