Serraglio veronese
Il Serraglio (dal latino serraculum[1]) è un'opera di fortificazione costruita dagli Scaligeri tra il XIII e il XIV secolo per proteggere il territorio veronese dalle incursioni milanesi e mantovane. Si sviluppava costeggiando in parte il corso del fiume Tione fra Valeggio sul Mincio e la Torretta di Gazolo (località Corte Gazol) dove iniziavano le paludi di Grezzano.


Storia
Già nel XII secolo, il Comune di Verona aveva volto la sua attenzione al confine sudoccidentale del suo territorio, dove le difese naturali costituite dal Lago di Garda, dal fiume Mincio, dalle colline moreniche e dalle paludi del Tione non erano sufficienti a contrastare le minacce che giungevano dai Visconti e dai Gonzaga. Il Comune aveva quindi individuato nel corso del fiume Tione la linea di confine verso il mantovano, decisione che aveva portato nel 1185 alla fondazione di Villafranca.
Gli Scaligeri consolidarono in seguito tale disegno estendendolo anche alla linea del Mincio.
Per prevenire attacchi da Brescia e da Mantova, erano stati costruiti i castelli difensivi di Ponti sul Mincio, Monzambano, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Custoza e Sona. A partire dal 1284, Alberto I della Scala rafforzò quei fortilizi, aggiungendo la fortificazione del villaggio di Borghetto e predisponendo, sulla base del preesistente sistema di difesa comunale, la costruzione del Serraglio. I lavori iniziarono nel 1345 con Mastino della Scala, furono interrotti nel 1349 a causa della peste e ripresero nel 1353 venendo ultimati da Cangrande II[2].
Il Serraglio consisteva in un'alta cortina merlata lunga circa 13 chilometri e alta circa 16 m.[3], intervallata da 150 o forse 200 torri (torresini) distanti circa 80 m. l'uno dall'altro e protetta da un fossato, con un vallo largo in media 12 metri e profondo 3, nel quale era stato incanalato poco lontano da Villafranca il fiume Tione. L'opera raccordava, oltre a Borghetto, i tre castelli Scaligeri di Valeggio sul Mincio, Gherla e Villafranca. Il progetto prevedeva il proseguimento fino al castello di Nogarole Rocca ma la presenza delle paludi di Grezzano ne impedì la realizzazione[4][5].
Di fronte al castello di Villafranca, al di là del Tione, era stato innalzato una specie di grande antemurale, il Porton, che dava accesso alla porta sud e quindi alla corte d'armi del castello[6]. L'opera, iniziata da Mastino II nel 1345 e completata da Cangrande II nel 1355, venne nel 1359 inglobata in un recinto quadrato di 140 metri di lato, con alte cortine e 10 torri, che racchiudeva il castello e consentiva lo stazionamento, oltre a parte del presidio del Serraglio, di 200-250 cavalieri. In tal modo Villafranca divenne il centro di comando del Serraglio.
Dopo la caduta della signoria scaligera, l'opera venne rafforzata da Gian Galeazzo Visconti con la costruzione a cavallo del Mincio del Ponte-diga, raccordato con tratti di mura al castello di Valeggio sul Mincio.
Nel 1404 fu danneggiata dalle soldatesche di Federico Gonzaga durante le operazioni belliche contro i Visconti. Nel 1544 la Repubblica Veneta lo restaurò assegnandogli la funzione di controllo doganale [7]. I resti della muraglia furono infine demoliti dagli Austriaci nel XIX secolo (nel 1850 circa [8]), al fine di garantire la libera circolazione delle truppe nella pianura padana.
Situazione attuale
Di tutto il Serraglio restano oggi, oltre a Borghetto, il castello di Valeggio sul Mincio, i ruderi del castelletto della Gherla (fortilizio oggi in stato di abbandono, forse edificato su preesistente fortificazione, la cui importante caratteristica era la comunicazione visiva tra il castello di Valeggio e quello villafranchese), il castello di Villafranca (e qualche rudere lungo il Tione). In realtà la parte che fungeva da base alla muraglia è presente lungo tutto il percorso, seppure per lo più interrata[9]. Non molti decenni fa era consuetudine delle gite scolastiche nella zona del Fontanin una tappa per visitare i ruderi del Serraglio in località Torretta, nella zona terminale delle mura (a sud-est di Villafranca, in direzione Grezzano)[10].
A Valeggio nei pressi della chiesa parrocchiale rimangono i resti della possente torre eretta come porta fortificata per l'accesso all'esterno del Serraglio. Divenuta in seguito campanaria, la torre è crollata improvvisamente il 21 gennaio 1977. Lungo la strada SP24 che unisce Valeggio sul Mincio e Villafranca è ancora riconoscibile a tratti il vallo allagabile, seppure adibito a terreno coltivabile. Lungo questa strada, poco fuori Valeggio, nel 2001 durante i lavori per la tangenziale furono portati alla luce porzioni del Serraglio (poi ricoperte)[11].
Note
- ^ L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona (contributo di Oscar Cofani), p. 85 ss..
- ^ Villafranca di Verona. Dal borgo libero ai giorni nostri, p. 10.
- ^ L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona (contributo di Oscar Cofani), p. 85 ss..
- ^ L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona (contributo di Oscar Cofani), p. 85 ss..
- ^ Gruppo Obiettivo Verde, p. 24.
- ^ L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona (contributo di Oscar Cofani), p. 85 ss..
- ^ Gruppo Obiettivo Verde, p. 24.
- ^ L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona (contributo di Oscar Cofani), p. 85 ss..
- ^ L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona (contributo di Oscar Cofani), p. 85 ss..
- ^ progetto per un "Parco del Fontanin".
- ^ Polemiche sulla tangenziale, su gardanotizie.it. URL consultato il 18-05-2011.
Voci correlate
Bibliografia
- Cesare Farinelli, Storia di Valeggio sul Mincio e del suo territorio, Verona, Amministrazione comunale di Valeggio sul Mincio, 1994. ISBN non esistente
- Gruppo Obiettivo Verde (a cura di), Il fiume Tione, storie, culture, genti, Verona, Comune di Villafanca di Verona, 1993. ISBN non esistente
- Il Serraglio (a cura di Oscar Cofani) (PDF), su lnx.sanroccovillafranca.it. URL consultato il 17-05-2011.
- Progetto per un "Parco del Fontanin" (a cura di Ernesto e Massimo Cavallini), su digilander.libero.it. URL consultato il 03-06-2011.
- L'Oratorio di San Rocco e i Tesori di Villafranca di Verona, Verona, Comitato di San Rocco, 2009. ISBN non esistente
- Mario Franzosi, Villafranca di Verona. Dal borgolibero ai giorni nostri, Verona, Libreria Veneta Editrice, 1989. ISBN non esistente