Commodo

diciassettesimo imperatore romano (r. 180-192)
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Lucio Elio Aurelio Commodo (latino: Lucius Aelius Aurelius Antoninus Commodus; Lanuvium, 31 agosto 161Roma, 31 dicembre 192) è stato un imperatore romano, membro della dinastia degli Antonini; regnò dal 180 al 192. Come Caligola e Nerone, è descritto dagli storici come stravagante e depravato.

Commodo
Commodo con gli attributi di Ercole
Imperatore romano
In carica177 - 17 marzo 180 (con Marco Aurelio)
18 marzo 180 - 31 dicembre 192 (da solo)
PredecessoreMarco Aurelio (da solo)
SuccessorePertinace
Nome completoMarcus Aurelius Commodus Antoninus Augustus
(dalla nascita al 166);
Caesar Lucius Aurelius Commodus (dal 166 al 176);
Caesar Lucius Aurelius Commodus Augustus (dal 176 al 180);
Caesar Lucius Aurelius Commodus Antoninus Augustus (180);
Caesar Marcus Aurelius Commodus Antoninus Augustus (dal 180 al 191);
Caesar Lucius Aelius Aurelius Commodus Augustus (dal 191 alla morte)
NascitaLanuvium, 31 agosto 161
MorteRoma, 31 dicembre 192 (31 anni)
DinastiaAntonini
PadreMarco Aurelio
MadreFaustina minore
ConiugeBruzia Crispina

Biografia

Vita e ascesa al potere (161-180)

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dinastia degli Antonini.

Infanzia

Commodo, figlio del regnante imperatore Marco Aurelio nacque come Lucio Aurelio Commodo a Lanuvio, l'antica Lanuvium vicino a Roma. Aveva un fratello gemello, Fulvo Tito Aurelio Antonino, morto nel 165. Il 12 ottobre 166, Commodo fu nominato Cesare insieme al fratello minore, Marco Annio Vero; quest'ultimo morì nel 169, perciò l'unico figlio superstite rimase Lucio Aurelio Commodo.

Commodo ricevette una buona istruzione nelle mani di quella che Marco Aurelio chiamò "un'abbondanza di buoni maestri".

Adolescenza

 
Commodo in età giovanile

Nell'aprile del 175, Avidio Cassio, governatore della Siria, si dichiarò imperatore seguendo la voce che Marco Aurelio era morto. Essendo stato riconosciuto imperatore dalla Siria, Palestina ed Egitto, Cassio portò avanti la sua ribellione anche dopo che era diventato evidente che Marco Aurelio era ancora in vita. Durante i preparativi per la campagna contro Cassio, il principe assunse la sua toga sul fronte del Danubio il 7 luglio 175, entrando così ufficialmente nell'età adulta. Cassio, invece, fu ucciso da uno dei suoi centurioni prima che la campagna contro di lui potesse iniziare.

Commodo successivamente accompagnò il padre in un lungo viaggio nelle province orientali, durante il quale visitò Antiochia. L'imperatore e il figlio si recarono successivamente ad Atene. Poi tornò a Roma nell'autunno del 176.

Marco Aurelio è stato il primo imperatore dopo Vespasiano, che ebbe un figlio proprio, e sembra fosse sua ferma intenzione che Commodo divenisse il suo erede, nonostante da molto tempo gli imperatori adottassero i loro eredi. Il 27 novembre 176, Marco Aurelio conferì a Commodo il rango di Imperatore, e nel 177, il titolo di Augusto, attribuendo al figlio la sua stessa posizione, e formalmente condivise il potere con lui. Il 23 dicembre dello stesso anno, ottenne il tribunato. Il 1º gennaio 177, Commodo divenne console per la prima volta, e questo a soli 15 anni, diventando il più giovane console nella storia romana fino a quel momento. Durante il regno assieme al padre Commodo non commise stranezze nè crudeltà. Sposò poi Bruzia Crispina prima di accompagnare suo padre ancora una volta al fronte del Danubio nel 178 per le guerre contro i barbari, dove poi Marco Aurelio morì il 17 marzo 180, lasciando a 19 anni come unico imperatore suo figlio Commodo.

Il Principato (180-192)

La sua salita al trono che avvenne a Vindobona ove era assieme al popolare e vittorioso padre Marco Aurelio il giorno della sua morte, fu inizialmente vista dal popolo di Roma come un presagio di fortuna. Tuttavia, per quanto generoso e magnanimo fosse suo padre, Commodo si dimostrò l'opposto. Molti ritengono che Commodo fosse pazzo, ma di certo si sa che fu dedito agli eccessi.

Amministrazione interna e provinciale

Spettacoli gladiatori
Commodo: sesterzio[1]
 
L AEL AVREL CO MM AVG P(ius) FEL(ix), testa laureata a destra PROVIDENTIA AVG, L'Africa in piedi a sinistra, che veste con una pelle di elefante in testa ed una pelle di leone ai piedi, tiene in mano un sistrum e porge ad Ercole (in piedi a destra) delle spighe di grano; S C in basso.
34 mm, 27.77 g; coniato nel 192. Commodo come Ercole rappresenta la passione dell'imperatore per i giochi gladiatori.

Commodo aveva la passione per i combattimenti gladiatori e quelli contro le bestie, al punto da scendere egli stesso nell'arena vestito da gladiatore, come l'Ercole romano. Questo comportamento era considerato scandaloso dai Romani: la morale comune poneva i gladiatori nei ranghi più bassi della scala sociale. Ereditò, pare, tale passione dalla madre: una leggenda priva di fondamento voleva, del resto, che non fosse figlio di Marco Aurelio ma di un gladiatore.[2]

Corte imperiale e vizi privati

L'instabilità di Commodo non si limitava a questo hobby. Nel 190, una parte della città di Roma fu distrutta da un incendio, e Commodo colse l'opportunità per "rifondarla", chiamandola in suo onore Colonia Commodiana (come avrebbe voluto fare Nerone nel 64). Anche i mesi del calendario furono rinominati in suo onore, e perfino al Senato cambiò il nome in Senato della Fortuna Commodiana, mentre l'esercito divenne Esercito commodiano e cosí pure la flotta Classis Commodiana.

Politica estera

Cominciò il suo regno con un trattato di pace sfavorevole concordato con le tribù dei Marcomanni, Quadi e Buri (tribù dei Germani), che erano state in guerra contro Marco Aurelio. Più tardi egli stesso intraprese guerre contro i Germani, riportando spesso parziali vittorie, per le quali inoltre pretendeva onori dal Senato.

Caduta e morte

Di fronte al crescente malcontento per gli eccessi di Commodo, il prefetto del Pretorio Quinto Emilio Leto ed il maestro di camera Ecletto, temendo per la propria vita dopo essersi opposti alle ultime stravaganze dell'Imperatore, organizzarono una congiura con numerosi senatori, anch'essi esasperati dallo stato di cose. Venne ben presto coinvolta la concubina Marcia, favorita di Commodo di probabile fede cristiana, cosicché, approfittando della sua prossimità al principe, si riuscisse ad avvelenarlo.

L'attentato venne messo in atto il 31 dicembre 192, vigilia dell'insediamento dei nuovi consoli, durante un banchetto. L'Imperatore, però, credendo di sentirsi appesantito dal lauto pasto chiese ai domestici di aiutarlo a vomitare, salvandosi così inconsapevolmente. A quel punto, avendo mancato il bersaglio e temendo di poter essere presto scoperti, i congiurati si rivolsero al maestro dei gladiatori Narcisso, istruttore personale dell'Imperatore, il quale, spinto dalla promessa di una ricca ricompensa, strangolò quella sera stessa Commodo nel bagno.

Il giorno successivo, 1º gennaio, i congiurati sparsero la voce dell'improvvisa e provvidenziale morte dell'Imperatore per un colpo apoplettico e di come quel fortuito evento avesse evitato appena in tempo il piano di Commodo per assassinare i consoli designati, Quinto Pompeio Sosio Falcone e Gaio Giulio Erucio Claro Vibiano, per poi recarsi in Senato, accompagnato da un gladiatore e vestito egli stesso in abiti da arena, per essere assieme a questi acclamato console per l'ottava volta. Leto ed Eletto si recarono quindi dal Praefectus Urbi Publio Elvio Pertinace, generale e console in carica e collega dell'imperatore defunto, offrendogli la porpora imperiale. Questi, temendo dapprima per la propria vita, si convinse ad accettare solo quando, condotto al Palatino, vide il corpo di Commodo privo di vita.

A Roma, la notizia della morte del Principe spinse il Senato ed il popolo a chiedere che il cadavere fosse trascinato con un uncino e precipitato nel Tevere, così come voleva un'antica usanza per i nemici della Patria.

«Che il ricordo dell'assassino e del gladiatore sia cancellato del tutto. Lasciate che le statue dell'assassino e del gladiatore siano rovesciate. Lasciate che la memoria dell'osceno gladiatore sia completamente cancellata. Gettate il gladiatore nell'ossario. Ascolta o Cesare: lascia che l'omicida sia trascinato con un gancio, alla maniera dei nostri padri, lascia che l'assassino del Senato sia trascinato con il gancio. Più feroce di Domiziano, più turpe di Nerone. Ciò che ha fatto agli altri, sia fatto a lui stesso. Sia da salvare invece il ricordo di chi è senza colpa. Si ripristino gli onori degli innocenti, vi prego

Pertinace diede tuttavia incarico affinché Commodo fosse segretamente sepolto nel mausoleo di Adriano. Avutane notizia, il Senato dichiarò allora Commodo hostis publicus e ne decretò la damnatio memoriae: venne ripristinato il nome corretto delle istituzioni, mentre le statue e gli altri monumenti eretti dall'Imperatore defunto venivano abbattuti.

Appena due anni dopo tuttavia, nel 195, l'imperatore Settimio Severo, cercando di legittimare il proprio potere ricollegandosi alla dinastia di Marco Aurelio e in aperta contrapposizione con il Senato, riabilitò la memoria di Commodo, ordinando che ne fosse decretata l'apoteosi. Commodo passò quindi dall'essere un nemico dello Stato alla condizione di divus, con un apposito flamine preposto al proprio culto.

Titolatura imperiale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione degli Antonini.
Titolatura imperiale Numero di volte Datazione evento
Tribunicia potestas 18 anni: la prima volta (I) dalla fine del 176, una seconda volta a metà del 177 e poi rinnovata annualmente al 10 dicembre di ogni anno.
Consolato 7 volte: nel 177, 179, 181, 183, 186, 190 e 192.
Titoli vittoriosi Germanicus il 15 ottobre del 172, Sarmaticus nel 175, Germanicus Maximus nel 182, Britannicus Maximus nel 184.
Salutatio imperatoria 8 volte: I (al momento della assunzione del potere imperiale) nel 176, (II) nel 177, (III) 179, (IV) 180, (V) 182, (VI) 183, (VII) 184 e (VIII) 186.
Altri titoli Pater Patriae e Pontifex Maximus nel 180; Pius nel 182; Felix nel 185.

Personalità e interessi

 
Busto di Commodo (Kunsthistorisches Museum, Vienna)

Secondo alcuni storici, Commodo era ben proporzionato ed attraente, con capelli biondi e ricci. Portava la barba e gli occhi erano leggermente sporgenti. Come Nerone e Caligola era considerato folle e come Domiziano e Tiberio era considerato crudele e arbitrario. Pareva strano che fosse figlio dell'imperatore filosofo Marco Aurelio e così fu messa in giro la voce che fosse il figlio naturale di un gladiatore.[3] Finché il padre fu in vita Commodo si comportò apparentemente in maniera normale anche se si racconta che da giovane cercò di fare bruciare vivo un servo delle terme perché gli aveva preparato un bagno troppo caldo, nonché di altri comportamenti crudeli e considerati indegni (ad esempio esibirsi come attore e gladiatore, frequentare prostitute, uccidere persone che non aveva in simpatia senza processo). Tuttavia è da considerare che le fonti siano tutte ostili. Da imperatore si paragonava a Ercole, scendendo nell'arena contro individui non allenati o zoppi, o uccidendo moltissimi struzzi e animali poco pericolosi, ma in alcuni casi anche elefanti. Tuttavia, anche i detrattori gli riconoscono una certa destrezza nel combattimento corpo a corpo e nel tiro con l'arco.[4] Per molti era semplicemente affascinato, come già Caligola e successivamente Eliogabalo, dalla figura ellenistica e orientale del sovrano divino[5] (venerava il culto orientale di Mitra) e, comunque, era inadatto al governo di Roma, ma secondo alcuni aveva invece un vero squilibrio mentale e caratteriale, con comportamenti che oggi definiremmo sociopatici, cioè privi di rispetto per le regole sociali e i sentimenti altrui [6]sebbene non fosse pazzo. È possibile che soffrisse inoltre di intossicazione da piombo (saturnismo) dovuta all'uso di bere vino addolcito in otri di piombo, consuetudine comune tra i ricchi romani.[7]Cassio Dione lo descrisse come cresciuto in un clima stoico e austero, e divenuto quindi un ribelle appena poté avere il potere, benché non fosse di indole malvagia, traviato ben presto dai suoi amici a causa della sua debolezza di carattere.[8]

Antenati

Antenati di Commodo in tre generazioni
Commodo Padre:
Marco Aurelio
Nonno paterno:
Marco Annio Vero
Bisnonno paterno:
Marco Annio Vero
Bisnonna paterna:
Rupilia Faustina
Nonna paterna:
Domizia Lucilla
Bisnonno paterno:
Tullio Domizio Calvisio
Bisnonna paterna:
Catilia
Madre:
Faustina Minore
Nonno materno:
Antonino Pio
Bisnonno materno:
Tito Aurelio Fulvo
Bisnonna materna:
Arria Fadilla
Nonna materna:
Faustina Maggiore
Bisnonno materno:
Marco Annio Vero
Bisnonna materna:
Rupilia Faustina

Note

  1. ^ Roman Imperial Coinage, Commodus, III, 641; MIR 18, 861-6/30; Banti 355.
  2. ^ Historia Augusta, Vita di Marco Aurelio, 19.
  3. ^ Historia Augusta, Vita di Marco Aurelio, XIX
  4. ^ Elio Lampridio, Historia Augusta
  5. ^ Link
  6. ^ Marcus Aurelius
  7. ^ Link
  8. ^ Cassio Dione 73.5.3, edizione Loeb tradotto E. Cary

Bibliografia

Fonti primarie

Fonti secondarie

  • Guido Clemente, La riorganizzazione politico-istituzionale da Antonino a Commodo in: AA.VV., Storia di Roma, Einaudi, Torino, 1990, vol. II, tomo 2; ripubblicata anche come Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Ediz. de Il Sole 24 ORE, Milano, 2008 (v. il vol. 16°)
  • Albino Garzetti, L'Impero da Tiberio agli Antonini, Cappelli, Bologna, 1960 (v. pag. 551 e segg.: Commodo)
  • Michael Grant, Gli imperatori romani, Roma 1984.
  • Santo Mazzarino, L'Impero romano, tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); riediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. I)

Filmografia moderna

  • La caduta dell'impero romano (1964) interpretato da Christopher Plummer.
  • Nel 2000 compare il film Il gladiatore, ispirato molto liberamente alla vita di Commodo, in quanto rimane ben poco fedele alle fonti antiche. Lí il ruolo dell'imperatore è impersonato da Joaquin Phoenix. Tra gli errori si annoverano l'omicidio di Marco Aurelio per rmano di Commodo stesso: Marco morì, invece, molto probabilmente di peste. Anche per l'aspetto fisico (completamente sbarbato) il personaggio di Commodo appare ispirato più alla iconografia di Caligola che a quella che ci è nota tramite statue e monete. Infine, come si è visto, Commodo non morí nell'arena ma fu assassinato nel suo palazzo.

Voci correlate

Altri progetti

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