UniCredit
Template:Infobox Azienda UniCredit S.p.A. (fino al maggio 2008 Unicredito Italiano S.p.A.[1]) è tra i primi gruppi di credito europei e mondiali, ha sede legale a Roma e sede amministrativa ed operativa a Milano. L'UniCredit Banca S.p.A., società con socio unico soggetta all'attività di direzione e coordinamento di UniCredit S.p.A., aveva invece sede legale e direzione generale a Bologna.
Conta oltre 40 milioni di clienti e opera in 22 paesi. I mercati principali nei quali opera sono Italia, Austria, Germania meridionale, Svizzera e paesi CEE.
La società è quotata presso la Borsa valori di Milano (codice isin: IT0000064854, codice alfanumerico: UCG, segmento: Blue Chip).
Storia
Nascita del gruppo
Nel 1998, dalla fusione dei gruppi: Credito Italiano (formato da Credito Italiano e Rolo Banca 1473 (nata nel 1996 dalla fusione tra il Credito Romagnolo, la Cassa di Risparmio di Modena e la Banca del Monte di Bologna e Ravenna; e che in quell'anno incorporò la Banca Popolare del Molise, allora la principale banca della regione) e Unicredito (formato da Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (Cariverona), Cassa di Risparmio di Torino, Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Cassa di Risparmio di Trieste e Cassamarca) nasce Unicredito Italiano.
Nel 1999 entrano nel gruppo Unicredito Italiano: Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (Caritro) e Cassa di Risparmio di Trieste.
Tra il luglio e il settembre 2002 le sette banche di prima vengono fuse, secondo la prima fase del "progetto S3", in Unicredito Italiano, e le attività bancarie vengono scorporate in Credito Italiano.
Il 1 gennaio 2003 Unicredito Italiano al termine del "progetto S3" (da Credito Italiano vengono create tre nuove banche divise per la categoria a cui si rivolgono: una banca per la clientela retail, privati, famiglie e piccole imprese (Unicredit Banca), una banca per la clientela redditualmente elevata (Unicredit Private Banking), una banca per le imprese (Unicredit Banca d'Impresa)) adotta il marchio Unicredit, e l'1 del marchio viene arrotondato agli angoli piegato verso destra.
Sempre nel 2003 vengono fuse in Unicredit le già appartenenti al gruppo: Banca dell'Umbria (ex Cassa di Risparmio di Perugia) e Cassa di Risparmio di Carpi.[2]
Fusione con HVB
Nel 2005 UniCredit annunciò l'OPA sulla banca tedesca HypoVereinsbank AG (HVB-Group), che portò alle OPA a cascata su Bank Austria Creditanstalt e BPH (controllate da HVB). Il 17 novembre 2005 UniCredit annunciò di aver raggiunto il 93,93% di adesioni all'Offerta Pubblica HVB.[3]
L'OPA ebbe conseguenze importanti in Polonia. In quel paese Unicredit (Gruppo Unicredito) controllava già la Bank Polska Kasa Opieki Spólka Akcyjna (Bank Pekao S.A.), acquistata il 23 giugno 1999, mentre Austria Creditanstalt AG controllava BPH con il 71,03% delle azioni. Pekao e BPH erano due tra i maggiori istituti bancari polacchi e la loro fusione avrebbe dato vita al primo operatore del credito nel paese, superando la banca Pko controllata dallo Stato. All'epoca dell'acquisto di Banca Pekao il Gruppo Unicredito aveva assunto un impegno con lo stato polacco di non acquistare altre banche e il governo di Kazimierz Marcinkiewicz ha preteso il rispetto di quest'accordo. La Commissione europea è intervenuta ed attraverso i commissari alla Concorrenza, Neeelie Kroes, e al Mercato interno, Charlie McCreevy ha attivato l'8 marzo 2006 una doppia procedura d'infrazione contro il governo di Varsavia ritenendo l'accordo tra Unicredit e la Polonia contrario alle direttive europee e all'avvenuta approvazione della fusione nella sua interezza da parte dell'Unione Europea.[4]
Il 5 aprile 2006, presenti Kazimierz Marcinkiewicz e l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, è stato firmato un accordo tra Unicredit e il Ministero del Tesoro polacco che prevede la vendita di 200 dei 480 sportelli di Bph, l'integrazione dei rimanenti nella rete di Pekao e l'impegno a non ridurre il personale delle due banche fino al 31 marzo 2008. Per convalidare l'accordo manca ancora il nulla osta della Commissione di Supervisione bancaria (Knb). L'indagine della Commissione Europea è ancora in corso. La fusione con HVB ebbe effetti anche in Croazia: in tal modo, Unicredit si trovava in possesso di Zagrebačka banka (acquisita nel 2002 insieme ad Allianz) e in maniera indiretta di Splitska banka (già acquistata da Unicredit a fine anni '90 e poi rivenduta proprio a Bank Austria Creditanstalt, poi rilevata da HVB, per evitare problemi antitrust dovuti al possesso della maggiore banca croata), primo e terzo tra gli istituti bancari del paese. La controllata austriaca vendette nel 2006 la banca dalmata a Société Générale.
Fusione con Capitalia
Il 20 maggio 2007 i Consigli di Amministrazione di UniCredit e Capitalia, riunitisi rispettivamente a Milano e Roma, Profumo e i suoi inferiori amministratori delegati Fiorentino e Milanta e il direttore generale Schiattarella e il suo vice Donisi, hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione di Capitalia S.p.A. in Unicredito Italiano S.p.A. sulla base di un rapporto di concambio di 1,12 nuove azioni ordinarie di Unicredit per ogni azione ordinaria di Capitalia. Inoltre, i Consigli di Amministrazione di Unicredit e Capitalia hanno convocato le rispettive assemblee degli azionisti, in seduta straordinaria, per l’approvazione della fusione e delle relative modifiche statutarie. L'antitrust ha approvato con riserva l'accordo e ha posto dei paletti.
La fusione è diventata operativa dal 1º ottobre 2007, trasferendo la sede legale da Genova a Roma e mantenendo i marchi di Capitalia (tranne Bipop Carire). Dal 1º novembre 2008 fino al 1º novembre 2010 è stata attuata una strategia volta a consolidare tre banche territoriali:
- Nel centro e sud Italia è presente con il marchio Unicredit Banca di Roma (nel quale sono confluiti tutti gli sportelli Unicredit Banca, Bipop Carire e Banco di Sicilia del centro e sud Italia);
- Nel nord Italia Unicredit è presente con il marchio Unicredit Banca (nel quale sono confluiti tutti gli sportelli Banca di Roma e Banco di Sicilia e Bipop Carire del nord Italia);
- In Sicilia è presente con il marchio Banco di Sicilia (nel quale sono confluiti tutti gli sportelli Unicredit Banca, Banca di Roma e Bipop Carire dell'isola).
La fusione ha portato nelle casse di Unicredit un ulteriore 9% del capitale di Mediobanca in aggiunta al 9% che già possedeva. Per evitare di alterare gli equilibri all'interno del patto di sindacato di Mediobanca, Unicredit si è impegnata a cedere ai componenti del patto la quota portata in dote da Capitalia.
Crisi 2008 e aumento di capitale
La crisi finanziaria 2007-2008 colpisce anche Unicredit, con il valore delle sue azioni che crolla in poco tempo (nel mese di settembre 2008 Unicredit perde il 29%). L'amministratore delegato, Alessandro Profumo, convoca un cda straordinario per domenica 5 ottobre 2008 e propone un aumento di capitale da 3 miliardi di euro, che permette all'Istituto di rafforzare la propria liquidità.
2009 e nuovo aumento di capitale
Nel cda del 29 settembre 2009 viene deciso un aumento di capitale di 4 miliardi di euro, che allinea definitivamente i coefficienti patrimoniali di UniCredit ai migliori standard mondiali e permette alla banca di non ricorrere agli aiuti statali, i cosiddetti "Tremonti bond".
2010 e l'uscita di Profumo
Nel 2010 ha superato lo "stress test" effettuato dal Committee of European Banking Supervisors (CEBS). Il test analizzava la solidità patrimoniale degli istituti bancari per verificare le capacità di resistenza alle crisi.[5]
Il 21 settembre 2010 l'amministratore delegato Alessandro Profumo si dimise a seguito della sfiducia espressagli dalla maggioranza del CdA a causa della mancata comunicazione dell'avvenuto acquisto delle nuove azioni societarie da parte dei fondi libici Lia (detentrice del 7,58% del capitale sociale del gruppo), divenuti in tal modo azionisti di maggioranza relativa[6]. La fiducia verso Profumo era già venuta parzialmente meno dopo il drastico crollo del titolo nei due anni precedenti, le forti richieste economiche ai soci per l'adesione ai due aumenti di capitale, il deciso taglio ai dividendi a partire dal 2009 e il progetto della Banca Unica che comportava circa 4.700 esuberi[7]. Profumo quindi esce di scena, ricevendo comunque una buonuscita davvero rilevante, che ammonta a 40 milioni di euro[8]. di cui 2 verranno dati dall'ex Amministratore in beneficenza.
Dal 30 settembre successivo Federico Ghizzoni, già presente in UniCredit come responsabile per l'area dell'Europa centro-orientale, è il nuovo amministratore delegato del gruppo.
Nel frattempo prende corpo e sostanza quello che viene definito il nuovo modello organizzativo ONE4C ("Insieme per i clienti"). Il progetto "Insieme per i clienti" è stato attuato per aumentare ulteriormente la soddisfazione dei clienti, attraverso la specializzazione delle competenze e tempi di risposta sempre più rapidi. In pratica con una semplificazione della struttura societaria del Gruppo, si è cercato di accrescere la vicinanza ai territori e alle comunità in cui Unicredit opera. al tempo stesso si è cercato di salvaguardare i marchi delle principali banche (UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia). Il 1º novembre 2010 le società UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia, UniCredit Corporate Banking, UniCredit Private Banking, UniCredit Family Financing Bank, UniCredit Bancassurance Management & Administration fanno parte integrante del gruppo UniCredit Spa a seguito di delibera del CdA del 13 aprile precedente, approvata dalla Banca d'Italia il 25 giugno successivo, con trasferimento di tutti i rapporti in capo a UniCredit Spa; ove continuino a essere presenti, i marchi citati hanno solo scopo commerciale. Sono rimaste a se: la Unicredit Credit Management Bank, società del Gruppo con sede in Verona e specializzata nella gestione dei crediti insoluti (NPL); la FINECO bank con sede in Milano, banca specializzata nel trading on line; la Unicredit Factoring, specializzata in operazioni di factoring.
Strategie nella particolare contingenza del 2011
Il 2011 doveva essere un anno di transizione per Unicredit, ma la crisi estiva dei debiti sovrani europei, porta al crollo delle azioni Unicredit: dal 16 febbraio 2011 al 16 settembre 2011 le azioni Unicredit hanno perso il 63% del loro valore. Entro fine anno è atteso un nuovo piano industriale, mentre un nuovo aumento di capitale diventa praticamente indispensabile. Unicredit in Italia: A partire dal 7 novembre, nel mondo F&SME (Famiglie, Privati e Piccole Imprese) sarà attuata una politica di razionalizzazione dei distretti operativi, in modo da rafforzare la vicinanza con il cliente. Attualmente la strategia operativa in Italia vede 9 Direzioni Network da cui dipendono le Aree Commerciali in cui operano appunto i Distretti. La riorganizzazione vede una riduzione di tali strutture con accorpamenti e razionalizzazioni nelle strutture delle singole Agenzie. Figura centrale e di rilevanza con la clientela e gli altri stakeholders locali sarà il DDD, Direttore di Distretto, che coadiuvato da un Vice e da un responsabile piccole Imprese, attuerà gli indirizzi commerciali nei territori presidiati.
Terzo aumento di capitale
Il 14 novembre viene presentato il piano industriale 2012-2015: si decide un nuovo aumento di capitale (terzo in 3 anni) di 7,5 miliardi di euro e niente dividendi per il 2012. Contestualmente è stato dichiarato un esubero di 5200 dipendenti per l'Italia[9].
dicembre 2011: accorpamento azioni 10 a 1
Il 27 dicembre Unicredit apre con un accorpamento delle azioni 10 a 1 (chi possedeva 10 azioni si ritrova con una nuova azione); il capitale sociale passa da 19.298.490.693 a 1.929.849.069 azioni.
2012
Il 4 gennaio 2012 Unicredit rende noti i dettagli dell'aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro; il forte sconto (43%) offerto alle nuove azioni (2 nuove azioni ogni vecchia azione esistente) provoca un crollo delle azioni - 37% in 3 giorni.
Attività
È presente:
- in Italia (quota di mercato 15 %: secondo gruppo bancario);
- in Germania (quota di mercato 5 %: secondo gruppo bancario);
- in Austria (quota di mercato 18 %: primo gruppo bancario);
- nell'Europa Centro Orientale, dove ha posizioni significative in molti Paesi; in particolare è presente in Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Slovenia, Turchia, Ucraina, Lituania, Lettonia, Estonia e Russia. In Bulgaria è proprietario della Bulbank, primo istituto di credito del Paese.
Nell'ambito dell'asset management opera attraverso la controllata Pioneer Investments, operante in 19 paesi. Il Pioneer Group è stato fondato nel 1928 negli Stati Uniti, è diventato leader del risparmio gestito negli Stati Uniti nel corso del 900 ed è stato acquisito da Unicredit nel 2000 per essere fuso con le attività che la banca italiana aveva già nel settore.
Posizioni critiche
Organizzazioni non governative come Greenpeace e la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale hanno criticato Unicredit per la sua intenzione di partecipare a ben due consorzi (uno direttamente e uno tramite HypoVereinsbank AG) che partecipano alla gara d'appalto per la realizzazione del progetto di centrale nucleare di Belene, sito soggetto a forte rischio sismico, nel nord della Bulgaria. Unicredit ha successivamente ritirato la partecipazione alla gara per finanziare il progetto.[10]
Unicredit fu coinvolta in un'inchiesta della trasmissione Report nella quale si denunciò che la banca aveva fatto sottoscrivere ad aziende private ed enti pubblici dei contratti, detti derivati, contenenti costi impliciti che i clienti inesperti non sono in grado di calcolare[11][12]; l'ex ministro delle finanze Domenico Siniscalco affermò di avere egli stesso avuto difficoltà a leggere e a capire i prospetti informativi di tali derivati[11]. Secondo la trasmissione, la Consob ha multato Unicredit Banca d'Impresa per mezzo milione (provvedimento impugnato).
Consiglio d'amministrazione
- Presidente: Dieter Rampl; siede anche nel consiglio di sorveglianza di Mediobanca
- Vicepresidente Vicario: Luigi Castelletti
- Vicepresidente: Farhat Omar Bengdara ex governatore della Banca Centrale di Libia
- Vicepresidente: Fabrizio Palenzona
- Vicepresidente: Vincenzo Calandra Buonaura; è consigliere anche di Enel Spa
- Amministratore delegato: Federico Ghizzoni
- Consigliere: Giovanni Belluzzi
- Consigliere: Manfred Bischoff
- Consigliere: Donato Fontanesi
- Consigliere: Francesco Giacomin
- Consigliere: Helga Jung
- Consigliere: Friedrich Kadrnoska
- Consigliere: Marianna Li Calzi; ex magistrato, parlamentare e sottosegretario
- Consigliere: Luigi Maramotti; è consigliere anche di Credito Emiliano Spa
- Consigliere: Antonio Maria Marocco; è consigliere anche di IFIL Investment Spa
- Consigliere: Lucrezia Reichlin
- Consigliere: Hans Jurgen Schinzler
- Consigliere: Theodor Waigel (dimissionario con efficacia dal 19 aprile 2012 in seguito all’entrata in vigore della L. 214/2011 – art. 36)
- Consigliere: Anthony Wyand
- Consigliere: Franz Zwickl
Consiglio d'amministrazione in carica al 10 febbraio 2012 (dati Unicredit group)[13].
Capitale sociale
Il capitale sociale sottoscritto e versato della Società al 4 gennaio 2012 è pari ad Euro 12.148.463.316,00, suddiviso in 1.927.425.171 azioni ordinarie e 2.423.898 azioni di risparmio.
Principali azionisti[14]
- Aabar Luxembourg S.A.R.L. - 6,5%
- Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (Fondazione Cariverona) – 3,534%
- Fondazione Cassa di Risparmio di Torino – 3,345%
- BlackRock Inc. - 3,106%
- Carimonte Holding S.p.A. – 2,997%
- Lia (Lybian Investment Authority) - 2,594%
- Allianz SE – 2,016%
- Central Bank of Libya – 4,988% (dato precedente all'aumento di capitale del 2012)
Dati di UniCredit dicembre 2011
Altri azionisti
- ABN AMRO 1,88%
- Mediobanca S.p.A. – 1,767%
- Fondazione Cassa di Risparmio di Roma 1,10%
- Fondazione Manodori 0,90%
- Fondiaria SAI 0,77%
- Regione Siciliana 0,62%
- Fondazione Banco di Sicilia 0,60%
- Assicurazioni Generali 0,42%
Dati assemblea straordinaria azionisti Unicredit.
Partecipazioni azionarie
Il gruppo detiene numerose partecipazioni anche importanti in varie società per azioni:
- Generali - 4,670%
- Mediobanca - 9,020%
- Banco Sabadell - 4,00% acquisito il 10 maggio 2007[15]
Valore delle azioni
- Valore massimo: 65,05 euro per azione; 26 aprile 2007
- Valore minimo: 4,54 euro per azione; 5 gennaio 2011, equivalenti a 0,454€ del valore pre-accorpamento.
Dati legali ed iscrizioni
- Denominazione: UniCredit S.p.A.
- Sede legale: Via Alessandro Specchi, 16 - 00186 Roma
- Sede amministrativa: Piazza Cordusio - 20123 Milano
- Codice Fiscale e Partita IVA: 00348170101
Altri progetti
- Wikinotizie contiene l'articolo UniCredit acquisisce il controllo di Hypovereinsbank 2005
- Wikinotizie contiene l'articolo Unicredit e Capitalia verso la fusione
Note
- ^ Il cambio della denominazione è stato deliberato dall'assemblea straordinaria dei soci in data 8 maggio 2008
- ^ Gruppo Unicredit, su unicreditgroup.eu, La Storia. URL consultato il 16 giugno 2011.
- ^ Unicredit all’11 novembre ha 93,93% del capitale Hvb, su archivio-radiocor.ilsole24ore.com, Radiocor - Il Sole 24 Ore. URL consultato il 16 giugno 2011.
- ^ Unicredit via di Bruxelles a procedura contro Polonia, su archivio-radiocor.ilsole24ore.com, Radiocor - Il Sole 24 Ore. URL consultato il 16 giugno 2011.
- ^ Le cinque banche italiane promosse dagli stress test, in Il sole 24 ore, 23 luglio 2010. URL consultato il 23 luglio 2010.
- ^ Vittorio Carlini, Andrea Franceschi, Il giorno più lungo di UniCredit. La cronaca ora per ora, in Il Sole 24 ORE, 22 settembre 2010. URL consultato il 21 aprile 2011.
- ^ Niccolò Davini, Libici in UniCredit, "Profumo" di dimissioni. Il titolo recupera a PiazzAffari, in CNRmedia, 21 settembre 2010. URL consultato il 21 aprile 2011.
- ^ Unicredit, il Cda sfiducia Profumo: l'AD firma la lettera di dimissioni, in la Repubblica, 21 settembre 2010. URL consultato il 21 aprile 2011.
- ^ http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/11/13/visualizza_new.html_640034382.html
- ^ CRBM: Unicredit e Deutsche Bank escono dal nucleare bulgaro
- ^ a b Stefania Rimini, Il Banco vince sempre, in Report - RAI Radiotelevisione Italiana, 14 ottobre 2007. URL consultato il 21 aprile 2011.
- ^ Daniele Lepido - Enti locali, paura derivati - Il Sole 24 Ore - 18 ottobre 2007
- ^ http://www.unicreditgroup.eu/it/Governance/Board_of_Directors.htm
- ^ http://www.unicreditgroup.eu/it/Governance/Shareholder_structure.htm
- ^ Fonte: sito del Banco Sabadell.