Mutande
Con il termine mutanda si indica un capo d'abbigliamento (sia maschile che femminile), in genere fatto di materiali naturali come cotone, seta, merletti oppure artificiali come nylon, lycra, tulle, da indossare a contatto con le parti intime.

Etimologia del termine
Il termine italiano "mutanda" deriva dal gerundivo latino mutandus (del verbo mutare) che significa "da cambiarsi".
Storia
Durante il periodo longobardo, le mutande erano anche note come femoralia. La parola è riferita da Paolo Diacono. Alahis, duca di Trento, a un diacono che gli domanda udienza per trasmettergli un'ambasciata dall'Arcivescovo fa rispondere che può essere ammesso "si munda femoralia habet"[1]. Anticamente, le mutande erano un indumento tipicamente maschile, solitamente in lino e di lunghezza variabile a seconda della moda del periodo. Nel Trecento ad esempio con l'accorciamento della veste maschile sotto all'inguine, le mutande erano cortissime, e bastava che un uomo si piegasse per poterle vedere. Le donne solitamente non portavano mutande ma la camicia. Nel 1500 braghesse larghe e lunghe fino al ginocchio furono a volte indossate in Italia, ma diventarono subito un indumento per le prostitute, pur essendo state introdotte - si dice - da Isabella d'Este. Le mutande femminili entrarono nell'uso comune piuttosto tardi. All'inizio dell'Ottocento, diventarono, pur fra molte resistenze, parte della biancheria femminile. Il modello era formato da lunghe brache tubolari accuratamente nascoste. Era vietato pure nominarle e le si chiamava tubi della decenza. Assieme alle mutande proliferò la biancheria intima, bianca e ornata di pizzo. Essa era tuttavia riservata soprattutto alle signore, e solo all'inizio del Novecento entrò anche nell'uso delle classi popolari. Quando cominciarono ad essere adottate più ampiamente non mancarono le critiche: "Questo costume mezzo maschile ha qualcosa di strano e l'esiguo numero di donne che si è fatto vedere coi mutandoni sui boulevards e alle Tuileries, sono state oggetto di un'attenzione così conturbante che solo le ragazze di vita hanno indossato questo indumento"[2]. Durante l'Ottocento solo alle bambine era dato girare con la gonnella corta e le mutande bene in vista; si trattava di un primo tentativo di creare una moda infantile, che mai era esistita prima di allora. Coll'andar del secolo le mutande si accorciarono e arricciarono. Con l'avvento della celebrata donna fatale la biancheria assunse tonalità più erotiche, e addirittura le mutande si mostrarono, appaiate a calze nere, nello sfrenato ballo del can can. Negli anni 1920 le mutande diventarono corti pagliaccetti, per poi accorciarsi sempre di più fino agli anni Sessanta, quando la minigonna obbligò ad usare slip di piccola taglia. Sebbene questo indumento sia generalmente considerato necessario sia per gli uomini che per le donne, non tutti portano le mutande. In particolare le donne di spettacolo prefericono talvolta rinunciarvi specie sotto certi abiti da sera, per evitare che l'intimo risulti visibile.
Nel linguaggio moderno la mutanda assume anche significati metaforici,ad esempio l'espressione "mutanda in testa" indica il legame tra due componenti di una coppia che comporta l'impossibilità da parte di uno dei componenti di essa,a compiere azioni non gradite dal partner.
Tipologie
La mutanda ha forme diverse a seconda che sia maschile o femminile.
Femminile
Le donne utilizzano più tipi di mutande (che, in generale, nella loro versione femminile vengono chiamate "mutandine", indipendentemente dalle effettive dimensioni e dal modello):
- lo slip (simile a quelli da uomo)
- il tanga, uno slip estremamente sgambato, tanto da consistere, sui fianchi, in un semplice cordoncino o nastrino;
- il perizoma, diverso dallo slip per il fatto di essere costituito, nella parte posteriore, da una strettissima striscia di tessuto (o in un cordoncino); una volta indossato l'indumento, la parte posteriore si posiziona all'interno dell'incavo tra le natiche e viene quindi totalmente nascosto, lasciando quindi le natiche quasi interamente nude;
- la brasiliana, una via di mezzo tra slip e perizoma, caratterizzata dall'avere la parte posteriore costituita da un triangolo che copre solo una parte minima del deretano;
- la culotte, uno slip piuttosto alto che copre tutto il sedere ed eventualmente una parte delle cosce; può svolgere una blanda funzione contenitiva.
- esistono inoltre vari tipi di guaina (un indumento contenitivo destinato e modellare e contenere vita, addome e sedere) aventi foggia di mutandina, sia con gamba, sia sgambate; esse sono appunto dette "guaina mutandina". Ad esempio la mutanda-guaina contenitiva da gravidanza.
Maschile
Per gli uomini esistono i modelli di mutanda:
Note
Bibliografia
- Cecil Saint Laurent (1986), Intimo. Storia immagini, seduzioni della biancheria intima, Ed. Idealibri
- Giorgio Conversi - Susanna Zucchi Piras (1997), Intimo, Ed. Idealibri
- Mara Parmegiani Alfonsi (1997), I Segreti della Seduzione. Secoli di mutande, Ed. Marsilio
- Luciano Spadanuda (1997), Storia delle mutande, Ed. Castelvecchi
- Gilles Neret (1998), 1000 dessous. A History of Lingerie, Ed. Taschen
- Augusto Vecchi (1999), Storia della biancheria che seduce, Ed. Di Fraia
- Gilles Neret (2001), Dessous, Ed. Taschen
- Catalogo della Galleria del Costume, Palazzo Pitti, Firenze, edizioni Centro Di, 1986
Film in cui le mutande appaiono in una scena "clou"
- Riso amaro
- Quando la moglie è in vacanza ("The Seven Year Itch", 1955). (La famosa scena in cui uno sbuffo d'aria dalle feritoie della metropolitana solleva le gonne a Marilyn Monroe)
- La signora in rosso ("The Woman in Red", 1984). (In questa commedia romantica, la stessa scena è rivissuta da Kelly LeBrock)
Voci correlate
- Biancheria intima
- Sanculotti (storia e politica)
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su mutande
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su mutande