Niccolò Giani
Niccolò Giani (Muggia, 20 giugno 1909 – fronte greco-albanese, 14 marzo 1941) è stato un giornalista e filosofo italiano, direttore della Scuola di mistica fascista Sandro Italico Mussolini e medaglia d'oro al valor militare fondò la corrente di pensiero[1][2] nota come "Mistica fascista".

Biografia
Dopo aver frequentato il Liceo-ginnasio Dante Alighieri di Trieste si trasferì quindi a Milano dove nel 1928 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza di Milano e quindi ai Gruppi Universitari Fascisti (GUF) laureandosi nel 1931.
Direttore della Scuola di mistica fascista
Il 4 aprile 1930 Giani anticipò l'imminente apertura della scuola sul foglio dei GUF "Libro e moschetto"[3][4] della Scuola di Mistica Fascista Sandro Italico Mussolini che fu fondata infatti nella stessa primavera nel capoluogo lombardo con Arnaldo Mussolini. Nel 1931 Giani ne divenne direttore, carica che lasciò alla fine dell'anno seguente dopo aver scritto il suo ampio discorso da tenersi a Roma tra il 9 e il 15 ottobre 1932 in occasione della XXI riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) che coincideva anche con il decennale della Marcia su Roma[5] in cui enunciò i principi della nuova scuola.
Su impulso di Giani si cominciò inoltre a pubblicare i Quaderni della scuola di mistica.
Le dimissioni
Poche settimane dopo la riunione presso la SIPS si dimise da direttore, con una lettera inviata a Mussolini, per contrasti interni con il segretario politico dei GUF[6]. Nelle lettera inviata a Mussolini Giani imputò le dimissioni al mancato trasferimento della Scuola nella vecchia sede del Il Popolo d'Italia chiamato anche "Il covo"[7] La richiesta di entrare in possesso de "Il Covo" puntava ad ottenere il possesso di uno degli ambienti più importanti dell'immaginario fascista[8]. Giani continuò quindi a collaborare con diversi quotidiani come "Il Popolo d'Italia" e "Gerarchia". Nel 1934, il saggio "Lineamenti sull'ordinamento sociale dello Stato" gli fece ottenere la libera docenza in Diritto del lavoro e previdenza sociale e quindi la cattedra di Storia e dottrina del fascismo all'Università di Pavia ma nel 1935, dopo essersi sposato con Maria Rosa Sampietro, partì volontario per la guerra d'Etiopia arruolandosi col grado di capomanipolo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale nel CXXVIII Battaglione Camicie Nere "Vercelli"[9].
Il ritorno alla guida della scuola
Rientrato in Italia dall'Etiopia, verso la fine del 1936 Giani riassunse la carica di direttore della "Scuola di Mistica Fascista" lanciando due importanti iniziative, rilanciò la pubblicazione della serie di "Quaderni"[10] che affrontavano differenti problematiche e a partire dal 1937 e sempre per sua iniziativa fu creata nell'ambito della scuola la rivista mensile, Dottrina fascista[11] che divenne l'organo ufficiale della Scuola di mistica fascista, in cui pubblicò nel 1939 il "Decalogo dell'italiano nuovo", tratto dagli scritti e discorsi di Arnaldo Mussolini [12]. Si dedicò inoltre al giornalismo diventando direttore a Varese del quotidiano "Cronaca prealpina"[13] e collaborando a diverse testate, tra cui Tempo di Mussolini (Direttore : Alfredo Acito). Dalle pagine del quotidiano "Cronaca prealpina" prese parte, nel 1939, alla campagna anti-ebraica[14] fondata sui propri convincimenti di "razzismo spirituale"[15], contrapposto al "razzismo biologico" nazista, che lo avevano portato in passato a firmare, nel 1938, il Manifesto della razza in appoggio alle leggi razziali fasciste e a pubblicare nel 1939 l'articolo Perché siamo antisemiti[16]. La Cronaca prealpina dopo la nomina di Giani a direttore arrivo nel 1940 a quadruplicare la tiratura[17].
Nel 1939, su impulso di Giani, con una cerimonia presieduta dal segretario del PNF Achille Starace, la sede ufficiale della Scuola di Mistica si spostò nel medesimo edificio che ospitò ai suoi primordi il giornale Il Popolo d'Italia, chiamato "il Covo". Il "Covo" negli anni era stato trasformato in un museo permanente della Rivoluzione fascista e a partire dal 15 novembre 1939 l'intera palazzina era stata proclamata "monumento nazionale" con tanto di guardia di "onore" svolta da squadristi e combattenti[18]. Il 20 novembre, per esplicita decisione di Mussolini[18], fu ufficialmente consegnata ai giovani mistici della scuola. L'evento fu vissuto come una autentica consacrazione dei giovani insegnati riuniti intorno a Giani[18]. In realtà la consegna era già stata disposta il 18 ottobre 1939, come risulta da un foglio d'ordini del PNF[18] e in quell'occasione il consiglio direttivo era stato ricevuto a Roma da Mussolini. Mussolini li aveva spronati a continuare nella loro attività.
Tra il 19 e il 20 febbraio 1940 a Milano, in occasione del decennale dalla fondazione della scuola, organizzò il "Convegno nazionale di mistica fascista" che nelle sue intenzioni sarebbe dovuto essere il primo della serie[19]. Obiettivo che sfumò a causa dell'entrata in guerra. L'incontro vide oltre 500 partecipanti ed ebbe l’adesione della maggior parte degli intellettuali italiani dell’epoca, compresi rettori e docenti universitari.
La partenza per il fronte
Nel 1940, come gran parte dei "mistici", partecipò nuovamente come volontario alla seconda guerra mondiale, conflitto nel quale vedeva il presagio di una rivoluzione in vista di una nuova era[20].
Inquadrato nell'11° reggimento alpini prese parte alla battaglia delle Alpi Occidentali contro la Francia e venendo decorato con la medaglia d’argento al valor militare per un'azione compiuta il 24 giugno 1940. Terminata la campagna di Francia in seguito all'armistizio Giani tornò alla vita civile ma incominciata nel frattempo la guerra in nord Africa richiese più volte di partire volontario senza ottenere soddisfazione. Alla fine ottenne di partire il 9 novembre 1940 come corrispondente di guerra de Il Popolo d'Italia, della Cronaca prealpina e de L'Illustrazione Italiana presso i reparti della Regia aeronautica.[21] Per quest'ultima realizzò anche diversi servizi fotografici. All'attività di giornalista affiancò anche quella di militare prendendo parte ad alcune azioni e ottenendo una medaglia di bronzo al valor militare. Il 28 dicembre 1940 fu richiamato in Italia dove riassunse la guida de "La cronaca prealpina"
A febbraio nuovamente incorporato nell'11° reggimento alpini ripartì in fine come volontario per la campagna di Grecia, dove cadde sul fronte greco-albanese il 14 marzo 1941 nella battaglia per la conquista della Punta Nord del Mali Scindeli.
Il corpo di Giani andò disperso e gli altri assaltatori che avevano preso parte al fallito attacco dovettero ritirarsi rapidamente incalzati dai soldati greci. Fu pochi giorni dopo incaricato delle ricerche il sottotenente Angelo Carati che era anche vice-direttore della Scuola di mistica ma le sue ricerche a cusa della perdurante situazione di guerra furono nulle, riuscì solo ad individuare il luogo in cui Giani era caduto[22]. Un anno dopo Maria Sampietro, moglie di Giani, fu convocata a Roma per ricevere la medaglia d'oro al valor militare alla memoria del marito. In quell'occasione, richiesta un'udienza al Duce, chiese che potessero partire per l'Albania il cognato Guido Giani e il fratello Aldo Sampietro. Questi ultimi, aiutati dall'ufficiale greco Giovanni Fouskakis che aveva guidato la pattuglia greca che si era scontrata con Giani sul Mali Scindeli, il 10 giugno 1942 rinvennero la salma sepolta in maniera anonima nel piccolo cimitero di Klisura[23].
Pensiero politico
"La marcia sul mondo della Civiltà Fascista"
Giani tra il 9 e il 15 ottobre 1932 elaborò un discorso programmatico in cui enunciò i principi fondanti della Scuola e della Mistica fascista:
Inizialmente i principi esposti da Giani facevano parte di un discorso più ampio da tenersi a Roma in occasione della XXI riunione della Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) che era stata fondata nel 1839. L'ampio discorso fu poi pubblicato alcuni anni dopo nella serie dei "Quaderni" voluti da Giani.[25] con il titolo "La marcia sul mondo della Civiltà Fascista"
Per Giani si imponeva al fascismo un ritorno alle origini, ovvero al movimentismo rivoluzionario del 1919 riallacciandosi idealmente all'esperienza delle prime squadre d'azione e degli arditi della Grande Guerra[26] quindi, secondo Marcello Veneziani "una più radicale rivoluzione coniugata al recupero di una più integralistica tradizione"[27]. Ma più che legati agli enunciati politici del manifesto di sansepolcro i mistici di quella esperienza esaltavano soprattutto la lotta dei giovani contro la borghesia affaristica del primo dopoguerra. La mistica fascista si considerava rappresentante proprio di questo mondo giovanile ispirato dall'amore di patria[28] e posta a guardia della rivoluzione permanente e in contrasto con gli opportunisti e i trasformisti[29].
Giani individua nell'epoca contemporanea quattro principali mistiche: La mistica liberale, democratica, socialista e comunista. Tutte destinate ad apportare in un primo tempo dei benefici ma poi a fallire.
Mentre l'unica mistica in grado di risolvere le attuali crisi è la Mistica fascista come viene sviluppato nel capitolo intitolato "La marcia ideale"[31]. Far conoscere i nuovi aspetti della mistica fascista è compito delle "èlites" che devono diffonderne le conoscenze presso le masse[32].
Onorificenze
— Punta Nord - Mali Scindeli (Fronte greco), 14 marzo 1941.
Opere
- "La via della gloria" anni 20
- "La marcia sul mondo della Civiltà Fascista", 1932
- "La mistica come dottrina del fascismo", 1937
- "Perché siamo mistici", 1940
Note
- ^ Luigi Emilio Longo, I vincitori della guerra perduta (sezione su Niccolò Giani), Edizioni Settimo sigillo, Roma, 2003, pag.81
- ^ Tomas Carini, Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista 1930-1943, Mursia, 2009, pag.130
- ^ Giacomo De Antonellis, Come doveva essere il perfetto giovane fascista, su storia illustrata n° 243 del febbraio 1978, pag 50
- ^ Giacomo De Antonellis, Come doveva essere il perfetto giovane fascista, su storia illustrata n° 243 del febbraio 1978, pag 48
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.9
- ^ Tomas Carini, Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista 1930-1943, Mursia, 2009, pag.33
- ^ Tomas Carini, Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista 1930-1943, Mursia, 2009, pag.34
- ^ Tomas Carini, Niccolò Giani e la scuola di mistica fascista 1930-1943, Mursia, 2009, pag.35
- ^ Giacomo De Antonellis, Come doveva essere il perfetto giovane fascista, su storia illustrata n° 243 del febbraio 1978, pag 48
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.16
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.16
- ^ Aldo Grandi, Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista, cit., pag.34
- ^ Giacomo De Antonellis, Come doveva essere il perfetto giovane fascista, su storia illustrata n° 243 del febbraio 1978, pag 48
- ^ Cfr. a tale proposito le ricerche di Enzo Laforgia, una cui sommaria sintesi è nel sito varesenews
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.21
- ^ Il saggio, edito da Dottrina Fascista, riporta in forma integra la conferenza inaugurale tenuta dal Giani nell'autunno del 1938, per l'inaugurazione del corso per maestri elementari della Scuola di Mistica Fascista. Cfr. a tale proposito le ricerche di Enzo Laforgia in Books.google
- ^ Aldo Grandi, Gli eroi di Mussolini, BUR, Milano, 2010, pag 52
- ^ a b c d Giacomo De Antonellis, Come doveva essere il perfetto giovane fascista, su storia illustrata n° 243 del febbraio 1978, pag 52
- ^ Giacomo De Antonellis, Come doveva essere il perfetto giovane fascista, su storia illustrata n° 243 del febbraio 1978, pag 52
- ^ Marcello Veneziani, La rivoluzione conservatrice in Italia, Sugarcoedizioni, 1994, Varese, pag 135
- ^ Luigi Emilio Longo, Gli eroi della guerra perduta, edizioni settimo sigillo, 2003, Roma, pag.90-91
- ^ Aldo Grandi, Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista, cit., pag.143-144
- ^ Aldo Grandi, Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista, cit., pag.146-147
- ^ Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.102
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.9
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.19
- ^ Marcello Veneziani, La rivoluzione conservatrice in Italia, Sugarcoedizioni, 1994, Varese, pag 59
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.21
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.21
- ^ Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.55
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.26
- ^ Tomas Carini nella prefazione su Niccolò Giani, La marcia sul mondo, Novantico Editore, Pinerolo, 2010, pag.27
Bibliografia
- Tomas Carini, Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista 1930-1943, prefazione di Marcello Veneziani, Mursia, Milano, 2009
- Aldo Grandi, Gli eroi di Mussolini. Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2004. ISBN 8817003433
- Niccolò Giani, Mistica della Rivoluzione Fascista, Il Cinabro, Catania, 2010
- Aa.Vv, Raido - Speciale Scuola di Mistica Fascista, Raido, Roma, 2009
- Arnaldo Mussolini, Coscienza e dovere, Raido, Roma, 2007