«Da questo posto c'è uno dei panorami per cui i pochi viaggiatori che passano da Reggio a Napoli per terra sono abituati a dare entusiasmatiche lodi; una piatta passeggiata o piattaforma, semi circondata da sedili e da una balaustrata, il ritrovo serale dove si ozia a Palmi, finisce da una parte con un gruppo di chiese e altre costruzioni della città, e dall'altra parte cala a picco nel mare blu, un perpendicolare precipizio coperto di cactus.»

La Villa comunale "Giuseppe Mazzini" è un parco pubblico cittadino di Palmi e rientra nell'elenco dei Monumenti nazionali. La villa sorge nel centro storico cittadino, tra la via Roma e la via Toselli, e dalla sua balconata sono ammirabili il Mar Tirreno, lo Stretto di Messina, le Isole Eolie, Bagnara Calabra e Scilla, nonché il sottostante rione Cittadella con le località denominate Palmara e Motta, dov'è ubicato il moderno Palmi Anfiteatro.

Storia

 
Il Piano delle Muraglie nel 1847
 
La Villa comunale Giuseppe Mazzini, in pieno centro storico, vista dal Monte Sant'Elia

L'idea di creare un giardino pubblico a Palmi, venne agli amministratori cittadini del XIX secolo, man mano che un terrapieno utilizzato come discarica pubblica incominciò a diventare una grande spianata. Alla formazione di tale terrapieno concorse lo smaltimento delle macerie dei fabbricati rasi al suolo dal terremoto del 1783 che, per la sua violenza fu definito il "Flagello". Per sostenere l'altipiano, che aveva anche creato un pericoloso strapiombo, e per rendere fruibile ai cittadini il luogo panoramico, si rese necessario costruire una grande muro di mattoni sostenuti da imponenti arcate e solidi blindi. Per tale motivo, prima ancora che il manufatto faraonico fosse ultimato, il luogo fu chiamato dai palmesi "Piano delle Muraglie"[1].

Per la sua realizzazione contribuirono diverse amministrazioni comunali, tra le quali quella guidata da Casimiro Coscinà. In una seduta del Consiglio comunale del 1870 si destinarono 5.000 lire per completare la costruzione della Villa[1].

Già tre anni prima dell’ultimazione dell’opera avvenuta nel 1871, il Consiglio comunale riunito sotto la presidenza del sindaco Pasquale Suriano, decise di ampliarla ulteriormente. Sempre nel 1871, il consiglio comunale decise di far abbattere i pilastri di fabbrica in atto in costruzione e di sostituirli con manufatti in ferro e deliberò di abbellirla con degli alberi, vietando di piantare quelli di alto fusto nello spiazzo per poter costruire il "Palco per la musica". Inoltre il consiglio deliberò anche che la fontana fosse situata dirimpetto alla strada dei Tribunali. Infine si stabilì che il muro di cinta si realizzasse con pietra granitica[1].

La villa venne inoltre dotata di un'illuminazione, per consentire di poterla frequentare nelle ore notturne e per poter ascoltare la musica che si esibiva nella stessa. L'illuminazione però si rivelò alquanto carente come evidenziò la rivista "Il Popolano" nel numero del 19 giugno 1881[1].

Nel 1927 fu stato emanato, per la villa, un decreto di vincolo per "scene panoramiche che da quel luogo si godono"[2], ed in quegli anni la stessa fu intitolata al re d'Italia Umberto I.

Nel 1945 la villa fu intitolata a Giuseppe Mazzini e, da allora, più volte è stata oggetto di lavori di manutenzione e di restauro, l'ultimo dei quali nel 1998.

Progetto

La villa è dotata al suo interno di alberature ad alto fusto, vialetti in pietra, giochi per bambini e al centro vi è collocata una piccola fontana. Inoltre il parco è arredato da alcuni busti di marmo di personaggi del passato (nazionali e locali):

  • Nicola Antonio Manfroce, musicista palmese;
  • Giuseppe Garibaldi, patriota e generale italiano. Subito dopo la morte dell’Eroe dei Due Mondi, avvenuta il 2 giugno 1882, la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Palmi per tramandare ai concittadini la figura del generale, istituì un apposito comitato per raccogliere i fondi necessari per realizzare un busto marmoreo da collocare nella villa comunale. Per compiere l'opera fu scelto lo scultore Messinese Giovanni Belardinelli. Il Busto di Garibaldi fu terminato da Belardinelli nel 1883 ma fu posto nella villa nel 1885[3];
  • Vittorio Emanuele III, re d'Italia;
  • Casimiro Coscinà, sindaco di Palmi del XIX secolo. Anche questo busto fu realizzato dal Belardinelli in data anteriore a quello di Giuseppe Garibaldi. Quest’opera, che in precedenza era stata commissionata al pittore palmese Domenico Augimeri, tardava però ad essere consegnata in quanto l'artista dimorava a Napoli. Ciò indusse la Società Operaia ad incaricare del lavoro il Belardinelli e venne anche deliberato di pagare 400 lire all'Augimeri per compensarlo del bozzetto in argilla di Coscinà che aveva realizzato[3];
  • Francesco Carbone, sindaco di Palmi della metà del XX secolo.

Completano la struttura un chiosco bar, dei bagni pubblici e un palco fisso usato per spettacoli di vario genere e per alcune manifestazioni civili, artistiche e sportive, tra le quali quelle legate alla festa della Varia di Palmi.

Note

  1. ^ a b c d Francesco Lovecchio, periodico "Madre Terra News" n. 32 - Agosto 2012 Pagg. 26-27
  2. ^ PIAR - Piano Integrato Area Rurale - Piana di Gioia Tauro
  3. ^ a b Francesco Lovecchio, periodico "Madre Terra News" n. 19 - Luglio 2011 Pag. 16