Sordità

diminuzione, o perdita dell'udito
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La sordità, detta anche ipoacusia, è una diminuzione, o perdita dell'udito, che dipende da un’alterazione dell’apparato uditivo. Questo può accadere in vari modi (malattia, esposizione a rumori forti, malformazione di origine genetica, traumi, assunzione di farmaci o determinati antibiotici, etc., etc.).

Sordità
Specialitàotorinolaringoiatria
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM389
ICD-10H90
MeSHD034381
MedlinePlus003044
eMedicine994159

La sordità non è limitata agli esseri umani: è infatti associabile anche ad alcune specie di animali. Essa può accompagnare l'individuo sin dalla nascita, ma nella maggioranza dei casi è causata da traumi subiti durante il corso degli anni. È una condizione che colpisce, in maniera parziale, un quinto della popolazione italiana[senza fonte].

La sordità viene spesso definita "handicap invisibile" ma anche "l'habitat della comunicazione", perché presente ma non immediatamente percepibile dall'esterno.

Sordità infantile

Le persone nate sorde o diventate tali nei primi anni di vita hanno difficoltà nell'apprendimento della lingua parlata, che non acquisiscono in maniera "naturale", ma che deve invece essergli insegnata attivamente. Per favorire il successo degli interventi riabilitativi sulla sordità congenita si ricorre sempre più diffusamente allo screening uditivo neonatale. Ciò al fine di attivare precocemente le metodologie diagnostiche, di protesizzazione, impianto cocleare, preliminari ai percorsi riabilitativi e di apprendimento della lingua. Esistono attualmente due metodologie, compatibili e utilizzabili in maniera parallela, per la riabilitazione. Si parla di "oralismo puro" quando la persona sorda viene rieducata all'uso della parola attraverso l'utilizzo di protesi acustiche o, in caso di sordità gravi/profonde, attraverso l'applicazione chirurgica di impianto cocleare, a cui segue un periodo variabile (che può durare anche per tutta la fase di crescita del bambino) di riabilitazione di logopedia svolto in centri specializzati e perfezionato in famiglia e nell'ambiente sociale di vita. Si parla invece di metodo bilingue quando al bambino, dopo la diagnosi e la protesizzatione (o, eventualmente, impianto cocleare), viene insegnato sia l'italiano che la Lingua dei Segni Italiana (LIS), garantendo uno sviluppo cognitivo normale. Alcune ricerche scientifiche indicano che l'apprendimento in tenera età di una Lingua dei segni italiana facilita l'apprendimento della lingua parlata, processo più lungo e difficile. Questo permette oggi di utilizzare serenamente sia la Lingua dei segni che la logopedia. Si può infatti la LIS per permettere ai bambini di accedere a contenuti adatti alla loro età e seguire le lezioni a scuola tramite un Assistente alla Comunicazione o a un interprete e allo stesso tempo migliorare la loro padronanza linguistica dell'italiano grazie alla logopedia, sapendo che la prima non interferisce con la seconda.

Grazie a queste tecniche si può oggi arrivare ad una buona integrazione dei sordi nella società, tale da definire la sordità come l' "handicap della comunicazione" ed anche l'"handicap invisibile", perché presente ma non immediatamente percepibile.

Tipi e livelli di sordità

Il calo uditivo può essere di vario grado: lieve, medio, grave o profondo. In quest’ultimo caso non è possibile sentire la maggior parte dei suoni e rumori, neanche quelli di intensità elevata. La sordità parziale è anche detta con il termine medico di ipoacusia. Esistono diversi tipi di ipoacusia, in base alle cause che l'hanno provocata. I più frequenti tipi sono la presbiacusia (ARHL) correlata strettamente con l'invecchiamento, e l'ipoacusia legata al danno da rumore (NIHL).

Oltre che per l'entità della perdita di udito, le tipologie di sordità e ipoacusia vengono classificate in base alla sede del danno che le ha prodotte.

  • Ipoacusia trasmissiva: il danno è avvenuto a livello dell’orecchio esterno o a livello delle strutture trasmissive dell’orecchio medio (catena ossiculare). Il deficit è solitamente pantonale, benché sia solitamente più accentuato per le frequenze medio-gravi. Raramente il deficit di tipo trasmissivo è superiore a 50-60 dB.
  • Ipoacusia neurosensoriale: il danno è localizzato a livello della coclea (ipoacusia neurosensoriale cocleare) o a livello del nervo acustico (ipoacusia neurosensoriale retrococleare. Il deficit dipende dall’entità del danno e dalla localizzazione mono o bilaterale. Nel caso in cui il nervo acustico non sia eccessivamente danneggiato, parte dell'input uditivo può essere recuperata mediante interventi con impianto cocleare e conseguente riabilitazione.

Alcuni personaggi affetti da sordità

Voci correlate

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