Dan Carter

rugbista a 15 neozelandese

Template:Infobox sportivo rugby a 15 Daniel William "Dan" Carter (Christchurch, 5 marzo 1982) è un rugbista a 15 neozelandese, che nel ruolo di mediano d'apertura milita nella squadra provinciale del Canterbury (ITM Cup) e nella franchigia dei Crusaders in Super Rugby, competizione che si è aggiudicato quattro volte. Nazionale negli All Blacks, con essi detiene il record assoluto di punti marcati a livello internazionale (1 385 al 31 dicembre 2012). Quarto giocatore nella storia del rugby a raggiungere i 1 000 punti in gare internazionali dopo Diego Domínguez, Neil Jenkins e Jonny Wilkinson, si alternò con quest'ultimo dal 2010 alla testa della classifica dei migliori realizzatori: dopo averlo superato una prima volta nel novembre 2010 a quota 1 188 ed esserne stato a sua volta superato nel febbraio 2011 a quota 1 190, il 30 luglio successivo Carter tornò di nuovo, e definitivamente, in testa con 1 204 punti. È anche il miglior realizzatore di punti del Super Rugby, 1 365 in 108 incontri dal 2003, anno del suo esordio in tale competizione (disputata ininterrottamente a parte la stagione 2008-09 in Francia al Perpignano).

Vanta la vittoria nella Coppa del Mondo di rugby 2011 con gli All Blacks, pur avendo dovuto abbandonare il torneo dopo i primi due match a causa di un infortunio. In due occasioni, inoltre, nel 2005 e nel 2012, è stato nominato miglior giocatore dell'anno dall'International Rugby Board.

Cenni biografici

Le origini

Cresciuto a Southbridge, cittadina di meno di mille abitanti a circa 45 km da Christchurch, figlio di Neville Carter, in gioventù estremo - mediano d'apertura della locale squadra di rugby, e di Beverly "Bev", insegnante[1], e fratello minore di Sarah, Carter pratica il rugby fin dall'età di cinque anni[2]: i suoi genitori, per permettergli di allenarsi ai calci di punizione che usava tirare oltre il tetto della propria casa, spesso danneggiando la grondaia e mettendo a rischio l'incolumità dei vetri delle finestre[2], gli costruirono come regalo per il suo ottavo compleanno una porta da rugby con pali regolamentari in un appezzamento di terreno retrostante l'abitazione e appositamente acquistato[2][3].

I pali sono ancora presenti nella proprietà dei genitori di Carter e sono divenuti una sorta di attrazione turistica[2], e non è insolito che tuttora alcuni tifosi saltino la siepe che protegge il terreno e si accampino sotto la porta per un picnic[2][3].

Il debutto professionistico

Studente alla High School Old Boys di Christchurch, nella cui squadra di rugby militò fino al 2000[4], l'anno seguente entrò nell'orbita della formazione provinciale di Canterbury, per la quale debuttò in campionato nel 2002[5]; pochi mesi dopo tale debutto esordì anche nel Super 12 2003 nelle file dei Crusaders, la franchise professionistica di Canterbury[5].

La fama internazionale

Alla fine della stagione di Super 12 il C.T. degli All Blacks John Mitchell convocò Carter, all'epoca nella posizione di tre quarti centro, e lo fece esordire ad Hamilton in un test match contro il Galles[6]; nell'occasione Carter contribuì con 20 punti, frutto di una meta, quattro trasformazioni e un calcio piazzato[6], alla vittoria neozelandese per 55-3. Con soli tre test match alle spalle Carter fu convocato per la Coppa del Mondo di rugby 2003 in Australia; in tale torneo disputò 5 incontri, ma non la semifinale contro i padroni di casa degli Wallabies, che la Nuova Zelanda perse; fu ancora in campo per la finale del terzo posto vinta contro la Francia per 40-13[7]. Il 2004 fu l'anno della prima vittoria di rilievo di Carter, il campionato nazionale provinciale con Canterbury; a livello internazionale mancò la vittoria nel Tri Nations, finito al Sudafrica, e nei test match di fine anno in Europa esordì nella posizione di mediano d'apertura (contro l'Italia a Roma, vittoria per 59-10[8]), che divenne da lì in avanti la sua posizione fissa in Nazionale.

 
Carter nel 2006 mentre tenta una trasformazione

Il 2005 fu, invece, l'anno in cui Carter ottenne piena consacrazione internazionale: dopo la vittoria nel Super Rugby con i Crusaders giunse la vittoria per 3-0 degli All Blacks nella serie contro i British Lions in tour in Nuova Zelanda[9], la conquista del Tri Nations e il Grande Slam nel tour neozelandese di fine anno, cui Carter contribuì con 39 punti complessivi negli unici due incontri che in tale occasione disputò, 26 contro il Galles battuto 41-3 (due mete, altrettanti calci piazzati e cinque trasformazioni[10]), e 13 contro l'Inghilterra sconfitta 23-19 (due trasformazioni e tre piazzati[11]).

A fine tour giunse, per la prima volta, il riconoscimento dell'International Rugby Board quale miglior giocatore dell'anno[12], battendo la concorrenza degli altri quattro nominati al premio, i suoi connazionali Richie McCaw e Tana Umaga e i sudafricani Bryan Habana e Victor Matfield[12].

Il 2006 vide Carter bissare il successo in Super Rugby e, a livello internazionale, nel Tri Nations e successivamente nel tour in Europa, con quattro tappe tra Francia e Gran Bretagna e altrettante vittorie, con 72 punti personali. L'anno successivo gli All Blacks furono in Francia per la Coppa del Mondo di rugby 2007; Carter scese in campo in solo tre incontri, incluso quello che fu fatale alla sua squadra, il quarto di finale perso contro la Nazionale di casa che costò l'eliminazione neozelandese.

Nel 2008 Carter tornò a contribuire alla risalita nel ranking mondiale della Nuova Zelanda, vincendo il Tri Nations e conquistando il suo secondo Slam personale nelle Isole britanniche: con le vittorie sulla Scozia per 32-6[13], sull'Irlanda per 22-3[14], sul Galles per 29-9[15] e infine sull' Inghilterra per 32-6[16], gli All Blacks tornarno al vertice del ranking IRB[17], dal quale erano stati estromessi un anno e due mesi prima dal Sudafrica in occasione della vittoria in Coppa del Mondo.

La Federazione neozelandese accordò a Carter un semestre sabbatico da gennaio a giugno 2009, in previsione del quale il giocatore aveva già firmato un contratto a termine con i francesi del Perpignano[18]; Carter, che si era accordato per circa 700 000 euro per sei mesi[19], si ruppe il tendine di Achille a fine gennaio 2009 dopo solo cinque incontri (uno di Heineken Cup e quattro di campionato), durante un match di Top 14 contro lo Stade français[19], e fu costretto a saltare tutta la stagione; fu di nuovo disponibile solo ad agosto inoltrato, quando fu schierato per la Nuova Zelanda nel Tri Nations.

Il 2010 fu l'anno in cui Carter raggiunse importanti record personali sia a livello di club che internazionali: il 2 aprile, durante un 26 pari contro gli Hurricanes, raggiunse il suo millesimo punto in Super Rugby[20] e, dieci giorni più tardi, ne divenne il miglior marcatore a quota 1 022, battendo il precedente record di 1 019 dell'australiano Stirling Mortlock[20]; mille furono pure i punti raggiunti in Nazionale a giugno, in occasione di un 66-28 a New Plymouth contro l'Irlanda[21]. A novembre dello stesso anno, inoltre, in occasione del tour nelle Isole britanniche che diede alla Nuova Zelanda il terzo Slam in cinque anni e il quarto assoluto, Carter superò una prima volta l'inglese Jonny Wilkinson in cima alla classifica dei marcatori internazionali, raggiungendo quota 1 188 e sopravanzandolo di 10 punti nell'ultimo test match della serie, a Cardiff contro il Galles[22]; Wilkinson riguadagnò la vetta marcando durante il Sei Nazioni 2011, contro la Francia, il suo 1 190º punto[23], record poi ritoccato a 1 195; Carter riguadagnò definitivamente il primato il 30 luglio successivo a Wellington, nel Tri Nations, contro il Sudafrica[24], quando raggiunse quota 1 204[24].

Carter si presentò alla Coppa del Mondo di rugby 2011 come prima scelta del C.T. Graham Henry, ma non finì mai il torneo — pur laureandosi alla fine campione del mondo — a causa di una serie di infortuni, dei quali egli fu la prima vittima in ordine cronologico, che misero fuori uso via via tutti i giocatori avvicendatisi nel ruolo di mediano d'apertura: Carter. infatti, si procurò uno stiramento inguinale durante un allenamento in previsione della partita contro l'Argentina, ancora nella fase a gironi[25]; il suo sostituto Colin Slade a sua volta riportò analogo infortunio prima della semifinale contro l'Australia, dando via libera ad Aaron Cruden, primo dei non convocati e richiamato durante il torneo[26]; infine anche Cruden si infortunò durante la finale contro la Francia e il posto di apertura fu dato a Stephen Donald, in origine neppure compreso tra le riserve da richiamare in caso di emergenza e cooptato a causa del forfait di Slade[27]; fu proprio Donald a marcare i punti decisivi che permisero alla squadra neozelandese di laurearsi campione del mondo[27].

Vita privata

Dan Carter è sposato dal dicembre 2011 con la black stick (hockeista su prato internazionale per la Nuova Zelanda) Honor Dillon[28]; i due sono legati sentimentalmente dal 2003[29] e si erano conosciuti a 18 anni all'università[29]. Oltre alla sua attività sportiva, Honor Dillon è stata occasionalmente modella per un marchio di lingerie e lavora come direttore commerciale per l'estero di una nota industria di birra neozelandese[30].

Palmarès

Note

  1. ^ Pastonesi, pag. 37
  2. ^ a b c d e Richard Knowler, Parents' gift led to Dan Carter's talent, in Stuff, 23 novembre 2009. URL consultato il 28 novembre 2012.
  3. ^ a b (EN) Marc Greenhill, Goalpost setting of a different sort, in The Press, Christchurch, 22 gennaio 2010. URL consultato il 28 novembre 2012.
  4. ^ (EN) Mark Reason, New Zealand's Dan Carter aims to give Rugby World Cup lift to battered nation, in Daily Telegraph, 6 luglio 2011. URL consultato il 9 gennaio 2013.
  5. ^ a b (EN) Daniel Richardson, All Blacks wary of ageing Carter, in The New Zealand Herald, 10 settembre 2012. URL consultato il 9 gennaio 2013.
  6. ^ a b (EN) Merciless All Blacks crush Wales, in BBC, 21 giugno 2003. URL consultato il 9 gennaio 2013.
  7. ^ (EN) New Zealand dismiss France, in BBC, 20 novembre 2003. URL consultato il 9 gennaio 2013.
  8. ^ (EN) Herman Miller, All Blacks run Italy ragged, in The Observer, 14 novembre 2004. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  9. ^ (EN) Paul Doyle, New Zealand 38-19 Lions, in The Guardian, 9 luglio 2005. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  10. ^ (EN) Kevin Mitchell, All Blacks find a third Gear to leave ragged Wales running on empty, in The Guardian, 6 novembre 2005. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  11. ^ (EN) England edged out by All Blacks, in The Guardian, 20 novembre 2005. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  12. ^ a b (EN) Carter named Player of the Year, in BBC, 27 novembre 2005. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  13. ^ (EN) Rob Hodgetts, Scotland 6-32 New Zealand, in BBC, 8 novembre 2008. URL consultato il 31 ottobre 2012.
  14. ^ (EN) John Haughey, Ireland 3-22 New Zealand, in BBC, 15 novembre 2008. URL consultato il 31 ottobre 2012.
  15. ^ (EN) Bruce Pope, Wales 9-29 New Zealand, in BBC, 22 novembre 2008. URL consultato il 31 ottobre 2012.
  16. ^ (EN) Mark Orlovac, Autumn Tests 2008, in BBC, 29 novembre 2008. URL consultato il 31 ottobre 2012.
  17. ^ (EN) Daniel Gilhooly, All Blacks find redemption after successful 2008, in The New Zealand Herald, 18 dicembre 2008. URL consultato il 31 ottobre 2012.
  18. ^ (EN) Perpignan sign All Black Carter, in BBC, 27 giugno 2008. URL consultato il 14 gennnaio 2013.
  19. ^ a b (EN) Carter's season over thanks to Achilles injury, in The Guardian, 1º febbraio 2009. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  20. ^ a b (EN) Ernie Bogey, Carter Is Super Rugby's Highest Points-Scorer, in Sports Illustrated, 12 aprile 2010. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  21. ^ (EN) Mark Geenty, All Blacks crush 14-man Ireland, in The New Zealand Herald, 12 giugno 2010. URL consultato il 13 gennaio 2013.
  22. ^ (EN) Dan Carter breaks all time pointscoring record, in The Sydney Morning Herald, 28 novembre 2010. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  23. ^ (EN) James Standley, England 17-9 France, in BBC, 26 febbraio 2011. URL consultato il 23 marzo 2011.
  24. ^ a b (EN) Dan Carter regains points record as New Zealand thrash South Africa, in The Guardian, 30 luglio 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
  25. ^ (EN) Mike Averis, Rugby World Cup 2011: New Zealand lose Dan Carter to groin injury, 2 ottobre 2011. URL consultato il 29 novembre 2012.
  26. ^ (EN) Aaron Cruden shocked at All Blacks call-up, in Stuff, 2 ottobre 2011. URL consultato il 29 novembre 2012.
  27. ^ a b (EN) Ian Chadband, Stephen Donald was New Zealand's accidental hero when kicking the winning points in the rugby World Cup final, in Daily Telegraph, 18 novembre 2011. URL consultato il 29 novembre 2012.
  28. ^ (EN) Dan Carter splashes out on his first day of wedded bliss, in The New Zealand Herald, 12 dicembre 2011. URL consultato il 28 novembre 2012.
  29. ^ a b (EN) Megan Horsburgh, Hockey: Honor Dillon's selection propels her into the spotlight, in The New Zealand Herald, 31 ottobre 2004. URL consultato il 28 novembre 2012.
  30. ^ (EN) Rachel Glucina, Dan, Honor in sexy lingerie shoot, in The New Zealand Herald, 27 luglio 2009. URL consultato il 28 novembre 2009.

Bibliografia

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