Antonio Canova

Antonio Canova (Possagno TV, 1 novembre 1757 - Venezia, 13 ottobre 1822) è stato un celeberrimo scultore italiano, ritenuto il massimo esponente mondiale del Neoclassicismo.
Iniziò giovanissimo il suo apprendistato che si svolse esclusivamente nella città di Venezia, distante circa 80 km. dal suo paese natale Possagno. Nella città lagunare iniziò a scolpire le sue prime opere.
Canova viene considerato anche come l'ultimo grande artista della scultura italiana e tale ruolo gli è riconosciuto non solo in Italia ma a livello mondiale.
L'ambiente veneziano fu per il giovane Canova, l'ambiente della sua formazione. Egli subì, specialmente nel suo primo periodo di produzione artistica, l'influenza ed il fascino dello scultore del Seicento, Gian Lorenzo Bernini, uno dei maestri dello stile barocco.
Successivamente si trasferì a Roma, dove ebbe modo di incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell'arte neoclassica, inserendosi anch'egli in quel clima di capitale della cultura che era la Roma del 1700.
Successivamente alla sua scomparsa, per tutto l'arco del 1800, per quanto riguarda l'arte della scultura non si può certo dire che l'Italia abbia svolto un ruolo di primo piano, nel panorama europeo.
L'infanzia
Molto giovane, Canova rimase orfano del padre, all'età di appena quattro anni.
La madre, che si chiamava Angela Crespano, dopo non molto tempo, ebbe un nuovo matrimonio con tale Francesco Sartori e, subito dopo, si trasferì in un altro paese vicino, Crespano.
Antonio restò a Possagno con il nonno, Pasino Canova, tagliapietre ed anche scultore locale di discreta fama.
Questi, avendone capito la vocazione all'arte della scultura, si procurò di avviarlo e guidarlo nei suoi primi passi .
La sensibilità di Antonio Canova assorbì questi eventi molto profondamente, tanto da restarne segnato per tutta la vita.
L'adolescenza
Già da ragazzino, il Canova dimostrò di possedere una predisposizione per la scultura modellando, con l'argilla di Possagno, piccole, ma già bellissime opere.
E' famoso l'episodio che ci è stato tramandato, di un giovane artista che, all'incirca verso i sei o sette anni di età, durante una raffinata cena di nobili personalità veneziane, in una villa di Asolo, del senatore Giovanni Falier, abbia suscitato enorme meraviglia in tutti gli invitati e convenuti, eseguendo in poco tempo, ma già con grande talento e bravura, una statua di un leone di burro.
Il politico, padrone di casa, intuendo le grandi potenzialità artistiche ed il grande talento del giovane, si interessò personalmente, avviandolo allo studio ed ad una più idonea formazione professionale.
All'età di undici anni, iniziò a lavorare a Pagnasco d'Asolo, in uno studio si scultura dei Bernardi (Torretti), non molto lontano da Possagno.
Fu certamente quello, l'ambiente e la scuola d'arte che fecero crescere artisticamente il piccolo Tonin.
Tramite i suoi maestri, i Torretti, Canova ebbe modo di essere introdotto nel prestigioso mondo veneziano, già ricco di molti fermenti artistici e culturali.
Nella città di Venezia, egli approfondì e studiò il disegno, frequentando la scuola di nudo dell'Accademia.
Lì, il giovane artista si esercitava facendosi ispirare dai calchi in gesso della Galleria di Filippo Fasetti.
La bottega d'Arte
Nel 1775, in cerca di nuovi stimoli e nuove esperienze, lasciò lo studio dei Torretti e si mise in proprio, aprendo una sua bottega d'arte.
Fu proprio in quella bottega che incominciò l'ascesa artistica che, lo doveva rendere famoso, prima a Venezia, nel Veneto ed in Lombardia, e poi, piano piano, in tutta l'Europa.
Le prime opere da lui prodotte furono: Orfeo ed Euridice (1776) e Dedalo e icaro (1779).
Lasciata da parte l'influenza della scultura settecentesca, s'ispirò alla classicità greca, senza però mai cadere nell'imitazione.
Antonio Canova fu sopratutto il cantore della bellezza femminile, basti a tale proposito, ricordare alcune opere quali: Le tre Grazie, Ebe, Venere uscente dal bagno, La Venere Italica, Paolina Borghese.
La sua arte ed il suo genio ebbero una grande e decisiva influenza nella scultura dell'epoca.
Il trasferimento a Roma
Nel 1779, dopo aver esposto il Dedalo e Icaro alla fiera della Sensa in piazza San Marco a Venezia, ed averne ottenuto lusinghieri ed ampi riconoscimenti, decide di partire per Roma e lo fa il 9 ottobre dello stesso anno.
A Roma il Canova eseguirà le sue opere più belle; Amore e Psiche, Le tre Grazie e tante altre ancora.
Lì ebbe modo di incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell’arte neoclassica.
Fu facile per lui potersi inserire in quel clima da capitale della cultura che fu Roma nel settecento.
Fu proprio nella città di Roma, che Canova crebbe come artista, esercitando per lunghissimo tempo la sua attività.
Proprio da lì, iniziò quel riconoscimento al suo genio ed al suo talento che, gli procurò poi, un successo ed una fama mondiale.
A Roma dimorò a Palazzo Venezia e fu ospite dell’ambasciatore veneto Girolamo Zulian, appassionato d’arte e grande mecenate di artisti, particolarmente di quelli veneti, dall’architetto Giannantonio Selva, a Francesco Piranesi, al pittore Pier Antonio Novelli, a Giacomo Quarenghi, agli incisori Raffaello Morghen e Giovannii Volpato.
Fu proprio l’amico Zulian che fece in modo di fargli avere le prime commissioni e, personalmente, gli ordinò le statue di Teseo sul Minotauro, (1781), e quella di Psiche, (1793).
Durante il soggiorno romano, conobbe la figlia dell’incisore Giovanni Volpato, Domenica Volpato. La loro fu un’amicizia ed un rapporto faticoso e molto travagliato.
La pittura
AntonioCanova svolse anche l’attività di pittore ma, in questo campo artistico non eccelse, producendo opere che, non potevano certo avere come confronto , lo splendore e la magnificenza delle sue sculture.
Pertanto, come pittore, fu sempre considerato un’artista non di primo piano.
Durante l’occupazione di Roma , da parte dei Francesi, egli abbandonò la città, per fare ritorno al suo paese natale, Possagno.
Nei due anni che vi soggiornò, si dedicò quasi esclusivamente alla pittura.
Tra le sue tele , si ricordano un autoritratto, un ritratto di T. Lawrence e Le Grazie, olio su tela del 1799.
Molte sue tele sono oggi conservate nella sua casa natale, attuale Museo Canova e Gypsoteca, a Possagno.
L’influenza dell’arte greca
Canova ebbe il grande merito artistico, più di qualsiasi altro scultore, di far rivivere, nelle sue opere, l’antica bellezza delle statue greche, facendo sue e interpretando in maniera sublime, la teoria che andava diffondendo Winckelmann: “la nobile semplicità e la quieta grandezza!”
Egli nella sua arte, aveva studiato come ricalcare le tecniche degli antichi scultori greci; dal disegno, ( schizzo ), idea iniziale di un lavoro,passava al bozzetto in terracotta o, cruda o, in cera, materializzando subito la forma reale dell'opera.
La seconda fase era quella dedicata alla statua in argilla, sopra la quale veniva colato il gesso .
Su questo modello venivano fissati i chiodini, (rèpere), i quali, attraverso l'utilizzo di uno speciale compasso, (pantografo ), servivano a trasferire nel marmo, le esatte proporzioni dell'opera in gesso.
Alcune di queste opere in gesso, complete di rèpere, sono oggi pezzi unici al mondo e considerati loro stessi capolavori, poichè, non esistendo più gli originali in marmo, andati perduti o distrutti.
Tra gli altri, il monumento a George Washington, distrutto in un incendio negli Stati Uniti, i busti di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte, regnanti di Napoli.
Queste opere sono oggi raccolte nella Gipsoteca Canoviana, il Museo di Possagno, TV, sorto in quella che una volta fu la casa natale del Canova.
In essa si trovano circa 300 opee dell'artista, in buona parte provenienti dallo studio romano del Canova.
Una grande influenza ebbero su di lui, i temi e le letture dei classici della mitologia greca, che era solito farsi leggere mentre lavorava; più di tutte, le opere di Omero.
Era anche un grande lavoratore ed era capace di lavorare anche 12-14 ore al giorno ininterrottamente.
Questi particolari sono riscontrabili nelle lettere al suo amico Melchior Cesarotti.
Lo stile inconfondibile
Antonio Canova lavorò per Papi, Sovrani, Imperatori e Principi di tutto il mondo.
Nelle sue sculture, il Canova era solito adoperare il marmo bianco, che riusciva a rendere armonioso, nel modellarlo con plasticità e grazia, finezza e leggerezza che, quasi le sue figure, sembravano avere un proprio movimento, vivere nella loro immobilità.
Un'altra caratteristica particolare del Canova, era la levigatura delle sue opere, che erano sempre estremamente levigate, creando uno speciale effetto di lucentezza, che ne accentuava la splendida bellezza.
Una bellezza radiosa di purezza, secondo i canoni del classicismo più ortodosso.
La rappresentazione della bellezza idealizzata, eterna ed universale.
Antonio Canova è stato la massima espressione mondiale del neoclassicismo.
La classificazione delle opere
La classificazione delle opere del Canova, può essere effettuata ripartendo la sua produzione in due categorie principali; i monumenti funebri e le allegorie mitologiche.
Fanno parte del primo gruppo i monumenti funebri, realizzati tra il 1782 ed il 1819, a: Clemente XIII, ( Roma, Basilica di S. Pietro in Vaticano, 1787 - 1792, marmo ), Clemente XIV, ( Roma, Basilica dei SS. Apostoli, 1787, marmo ), Stuardi, ( Roma, Basilica di S. Pietro, 1817 - 1819, marmo ), Vittorio Alfieri, ( Firenze, Basilica di Santa Croce, 1806 - 1810, marmo ), Francesco Pesaro, ( Venezia, Museo Correr, 1799, marmo )
I monumenti funebri
Nella rappresentazione dei monumenti funebri, Canova era solito adoperare lo schema classico; quello a tre piani in sovrapposizione.
Nei monumenti che ideò per i due Papi, Clemente XIII e Clemente XIV, al primo livello sono situate le statue che rappresentano le immagini allegoriche, che stanno ad indicare il senso della morte.
Al secondo livello è situata la centralità del monumento stesso; il sarcofago.
Al terzo livello, a dominare l'intera struttura dall'alto, la statua che raffigura il Papa:
Era questo uno schema consolidato, che aveva particolarmente caratterizzato quasi tutta la produzione del trecento, relativa ai monumenti funebri.
Nel monumento a Maria Cristina d'Austria invece, il Canova esce dalla tradizione, e apporta una variazione; in esso egli dà una rappresentazione dell'oltretomba, idealizzata nella rappresentazione di una piramide, verso la quale, un piccolo corteo funebre, si avvicina nell'intento di varcarne la soglia che divide la vita dalla morte.
Anche nei monumenti a stele, il Canova si richiama e, risulta evidente il riflesso, alle innumerevoli stele funerarie che ci sono state tramandate dall'antica Roma.
Il tema della morte
La rappresentazione della morte nei monumenti funebri, fu un tema specifico e caratteristico di tuttto il periodo del neoclassicismo ; furono molti gli artisti che lo sentirono particolarmente.
Non è infatti un caso se, nello stesso periodo, anche il poeta Ugo Foscolo riaffermava l'importanza dei "sepolcri", come memoria del passato e del ricordo dei grandi personaggi che avevano segnato la storia, meritevoli dunque, di esaltazione del valore e del riconoscimento delle proprie virtù.
A differenza del periodo barocco, nel quale la morte era intesa come un qualcosa che dava raccapriccio, funesta e macabra ; nell'arte neoclassica era idealmente come il momento culminante della vita stessa.
Antonio Canova (Possagno TV, 1 novembre 1757 - Venezia, 13 ottobre 1822) è stato un celeberrimo scultore italiano, ritenuto il massimo esponente mondiale del Neoclassicismo.
Iniziò giovanissimo il suo apprendistato che si svolse esclusivamente nella città di Venezia, distante circa 80 km. dal suo paese natale Possagno. Nella città lagunare iniziò a scolpire le sue prime opere.
Canova viene considerato anche come l'ultimo grande artista della scultura italiana e tale ruolo gli è riconosciuto non solo in Italia ma a livello mondiale.
L'ambiente veneziano fu per il giovane Canova, l'ambiente della sua formazione. Egli subì, specialmente nel suo primo periodo di produzione artistica, l'influenza ed il fascino dello scultore del Seicento, Gian Lorenzo Bernini, uno dei maestri dello stile barocco.
Successivamente si trasferì a Roma, dove ebbe modo di incontrare e conoscere i maggiori protagonisti dell'arte neoclassica, inserendosi anch'egli in quel clima di capitale della cultura che era la Roma del 1700.
Successivamente alla sua scomparsa, per tutto l'arco del 1800, per quanto riguarda l'arte della scultura non si può certo dire che l'Italia abbia svolto un ruolo di primo piano, nel panorama europeo.
La pittura
AntonioCanova svolse anche l’attività di pittore ma, in questo campo artistico non eccelse, producendo opere che, non potevano certo avere come confronto , lo splendore e la magnificenza delle sue sculture.
Pertanto, come pittore, fu sempre considerato un’artista non di primo piano.
Durante l’occupazione di Roma , da parte dei Francesi, egli abbandonò la città, per fare ritorno al suo paese natale, Possagno.
Nei due anni che vi soggiornò, si dedicò quasi esclusivamente alla pittura.
Tra le sue tele , si ricordano un autoritratto, un ritratto di T. Lawrence e Le Grazie, olio su tela del 1799.
Molte sue tele sono oggi conservate nella sua casa natale, attuale Museo Canova e Gypsoteca, a Possagno.
L’influenza dell’arte greca
Canova ebbe il grande merito artistico, più di qualsiasi altro scultore, di far rivivere, nelle sue opere, l’antica bellezza delle statue greche, facendo sue e interpretando in maniera sublime, la teoria che andava diffondendo Winckelmann: “la nobile semplicità e la quieta grandezza!”
Egli nella sua arte, aveva studiato come ricalcare le tecniche degli antichi scultori greci; dal disegno, ( schizzo ), idea iniziale di un lavoro,passava al bozzetto in terracotta o, cruda o, in cera, materializzando subito la forma reale dell'opera.
La seconda fase era quella dedicata alla statua in argilla, sopra la quale veniva colato il gesso .
Su questo modello venivano fissati i chiodini, (rèpere), i quali, attraverso l'utilizzo di uno speciale compasso, (pantografo ), servivano a trasferire nel marmo, le esatte proporzioni dell'opera in gesso.
Alcune di queste opere in gesso, complete di rèpere, sono oggi pezzi unici al mondo e considerati loro stessi capolavori, poichè, non esistendo più gli originali in marmo, andati perduti o distrutti.
Tra gli altri, il monumento a George Washington, distrutto in un incendio negli Stati Uniti, i busti di Gioacchino Murat e di Carolina Bonaparte, regnanti di Napoli.
Queste opere sono oggi raccolte nella Gipsoteca Canoviana, il Museo di Possagno, TV, sorto in quella che una volta fu la casa natale del Canova.
In essa si trovano circa 300 opee dell'artista, in buona parte provenienti dallo studio romano del Canova.
Una grande influenza ebbero su di lui, i temi e le letture dei classici della mitologia greca, che era solito farsi leggere mentre lavorava; più di tutte, le opere di Omero.
Era anche un grande lavoratore ed era capace di lavorare anche 12-14 ore al giorno ininterrottamente.
Questi particolari sono riscontrabili nelle lettere al suo amico Melchior Cesarotti.
Lo stile inconfondibile
Antonio Canova lavorò per Papi, Sovrani, Imperatori e Principi di tutto il mondo.
Nelle sue sculture, il Canova era solito adoperare il marmo bianco, che riusciva a rendere armonioso, nel modellarlo con plasticità e grazia, finezza e leggerezza che, quasi le sue figure, sembravano avere un proprio movimento, vivere nella loro immobilità.
Un'altra caratteristica particolare del Canova, era la levigatura delle sue opere, che erano sempre estremamente levigate, creando uno speciale effetto di lucentezza, che ne accentuava la splendida bellezza.
Una bellezza radiosa di purezza, secondo i canoni del classicismo più ortodosso.
La rappresentazione della bellezza idealizzata, eterna ed universale.
Antonio Canova è stato la massima espressione mondiale del neoclassicismo.
La classificazione delle opere
La classificazione delle opere del Canova, può essere effettuata ripartendo la sua produzione in due categorie principali; i monumenti funebri e le allegorie mitologiche.
Fanno parte del primo gruppo i monumenti funebri, realizzati tra il 1782 ed il 1819, a: Clemente XIII, ( Roma, Basilica di S. Pietro in Vaticano, 1787 - 1792, marmo ), Clemente XIV, ( Roma, Basilica dei SS. Apostoli, 1787, marmo ), Stuardi, ( Roma, Basilica di S. Pietro, 1817 - 1819, marmo ), Vittorio Alfieri, ( Firenze, Basilica di Santa Croce, 1806 - 1810, marmo ), Francesco Pesaro, ( Venezia, Museo Correr, 1799, marmo )
I monumenti funebri
Nella rappresentazione dei monumenti funebri, Canova era solito adoperare lo schema classico; quello a tre piani in sovrapposizione.
Nei monumenti che ideò per i due Papi, Clemente XIII e Clemente XIV, al primo livello sono situate le statue che rappresentano le immagini allegoriche, che stanno ad indicare il senso della morte.
Al secondo livello è situata la centralità del monumento stesso; il sarcofago.
Al terzo livello, a dominare l'intera struttura dall'alto, la statua che raffigura il Papa:
Era questo uno schema consolidato, che aveva particolarmente caratterizzato quasi tutta la produzione del trecento, relativa ai monumenti funebri.
Nel monumento a Maria Cristina d'Austria invece, il Canova esce dalla tradizione, e apporta una variazione; in esso egli dà una rappresentazione dell'oltretomba, idealizzata nella rappresentazione di una piramide, verso la quale, un piccolo corteo funebre, si avvicina nell'intento di varcarne la soglia che divide la vita dalla morte.
Anche nei monumenti a stele, il Canova si richiama e, risulta evidente il riflesso, alle innumerevoli stele funerarie che ci sono state tramandate dall'antica Roma.
Il tema della morte
La rappresentazione della morte nei monumenti funebri, fu un tema specifico e caratteristico di tuttto il periodo del neoclassicismo ; furono molti gli artisti che lo sentirono particolarmente.
Non è infatti un caso se, nello stesso periodo, anche il poeta Ugo Foscolo riaffermava l'importanza dei "sepolcri", come memoria del passato e del ricordo dei grandi personaggi che avevano segnato la storia, meritevoli dunque, di esaltazione del valore e del riconoscimento delle proprie virtù.
A differenza del periodo barocco, nel quale la morte era intesa come un qualcosa che dava raccapriccio, funesta e macabra ; nell'arte neoclassica era idealmente come il momento culminante della vita stessa.
I soggetti mitologici
Nella rappresentazione di soggetti mitologici, si evidenzia, in tutta la sua immediatezza, più ancora che in altre opere, il riferimento palese alla scultura greca ed ellenistica.
Le forme anatomiche sono di una perfezione unica, il movimento dei gesti sempre contenuto e misurato, le interferenze psicologiche ed emotive, sono quasi sempre assenti o, trasformate ed elaborate in una pacata silenziosità .
Tutto l'insieme delle composizioni, risulta pervaso di un magico equlibrio e staticità.
Nella rappresentazione delle opere, il Canova sceglie sempre l'attimo scenico essenziale, classico, quello del momento del pathòs ; ne è un esempio straordinario il "Teseo sul Minotauro" .
A Canova non interesa rappresentare la dinamica della lotta tra Teseo e quella orrenda figura di essere metà toro e metà uomo.
Egli sceglie un momento diverso, meno dinamico ma, più ricco di fascino, d'interiorità; egli scegllie il momento in cui Teseo, al termine della faticosissima lotta per sconfiggere il minotauro, vuoto ormai di ogni energia, si lascia attraversare quasi , da un incomprensibile senso di pietà verso l'avversario sconfitto.
Ed è proprio in quel momento che il racconto esce dalla storia, splende di luce propria e si avvia a diventare mito eterno ed universale.
Non è certamente un caso se , proprio con quest'opera, arriva per Canova, la fama ed il prestigio internazionale.
Napoleone
Nel periodo napoleonico, il Canova venne scelto e designato dall'imperatore Napoleone Bonaparte, quale suo ritrattista ufficiale.
Di lui egli fece molti ritratti, tra i tanti, anche uno in bronzo, che attualmente si trova all'Accademia di Brera.
A proposito di questa opera, è da ricordare l'anedoto che riferisce di un Napoleone irritato per l'audacia dell'artista, al punto da rifiutare la statua, perchè si vergognava di essere stato ritratto nudo, nella personificazione di " Marte il Pacificatore " .
Il periodo napoleonico fu per Canova, un periodo molto fecondo artisticamente.
Non volle però mai diventare l'artista della corte dell'imperatore francese .
Uno dei ritratti che il Canova produsse per la famiglia imperiale di Napoleone, ed anche uno dei più famosi e belli, è quello che rappresenta Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, seminuda, semisdraiata su un triclino romano, con una mela in mano, nell'allegoria di " Venere vincitrice " .
In questa rappresentazione si sente l'influsso di un'iconografia cara al Tiziano, pur se, nell'intezionalità del Canova , vi era il desiderio di rappresentare la tentazione della bellezza femminile, come origine del peccato.
Intanto la sua fama cresceva sempre di più, in Italia e all'estero ed aumentavano considerevolmente le commesse da tutta Europa:
Le cariche istituzionali
Oltre che esercitare l'attività di scultore, Canova ebbe anche l'incarico della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, che lo impegnò per parecchio tempo.
Fu infatti designato quale capo dell'Accademia di San Luca .
Nel 1802 fu inoltre nominato " Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato della Chiesa " .
Nel 1815, dopo la disfatta di Waterloo e la caduta di Napoleone, Canova che si trovava, in quel periodo a Parigi, in compagnia del fratellastro, Giovanni Battista Sartori , figlio della stessa madre , uno dei suoi più validi collaboratori, che lo seguiva dappertutto e che gli fece da segretario e amico fedele per tutta la vita, si impegnò per ottenere, attraverso un'abile azione diplomatica, la restituzione ed il rimpatrio delle numerose e preziose opere d'arte che, dietro ordine dell'imperatore , erano state trafugate e trasportate illegalmente in Francia :
Pio XII, quale segno tangibile di riconoscenza e di ringraziamento per questo suo grande impegnonella difesa dell'arte italiana, gli conferì il titolo nobiliare di Marchese d'Ischia .
La morte
Canova si spense a Venezia il 13 ottobre 1822, mentre si trovava ospite a casa dl suo amico Francesconi, in una tappa intermedia del suo viaggio di ritorno a Roma.
Il sepolcro che custodisce le sue spoglie è a Possagno, suo paese natale, in provincia di Treviso, dove egli stesso, tre anni prima di morire, nel luglio 1819, si recò personalmente, progettò e fece edificare a sue spese " Il Tempio " , posandovi personalmente la prima pietra .
Questo edificio maestoso era una chiesa parrocchiale, che sarà portato a termine però , solo a dieci anni di distanza dalla sua morte . Proprio nel " Tempio ", nel 1832, per volere del fratellastro Giovanni Battista Sartori, vennero traslate, come definitiva sede, le spoglie terrene del grande artista , dalla vecchia chiesa parrocchiale , dove erano conservate dal 1830 . In questo " Tempio ", ideato e voluto dal Canova, che egli volle donare ai suoi concittadini , si trovano tuttora le sue spoglie mortali.
Il Museo " Gipsoteca Canoviana "
La sua casa natale di Possagno è oggi diventata sede della " Gipsoteca Canoviana " .
In essa è possibile rivisitare gli ambienti che ospitarono il grande scultore.
All'interno dei suoi locali, trovano posto circa 300 opere del grande artista, in buona parte , provenienti dallo studio romano del Canova.
Nelle sue sale è conservata ed esposta, quasi tutta la sua produzione pitttorica .
Nel giardino vive ancora una grande " pignera ", da lui stesso piantata .
Era quello l'ambiente dove lui si recava per riposarsi un pò dall'enorme mole di lavoro che gli veniva continuamente commissionata.
In quella casa, tra il giardino, il porticato e la torretta , lui si dedicava alla pittura, per rilassarsi e , proprio in quei posti , si celebravano le feste che i suoi concittadini erano solito riservargli, quando ritornava dai suoi viaggi da Vienna , Parigi e Roma .
Lì si ritemprava nell'aria fresca e dolce della sua terra natia .
Le opere
Opere le cui datazioni restano tuttora incerte.
- Ercole e Lica, ( Scultura in marmo, Gipsoteca Canoviana, Possagno, TV, )
- Teseo sul Minotauro, ( Gruppo scultoreo in marmo, 145,5 x 158,7 cm., 1781-1783, Victoria and Albert Museum, Londra, )
- Busto di Napoleone, ( Castello di Fontainebleau, marmo , )
- Busto del Cardinale Fesch, ( Musée Napoléonien de l'Hotel de la Ville, Ajaccio, )
- La Pace, ( Scultura in marmo. Conservata fino al 1953 a San Pietroburgo . In seguito portata al Museo d'Arte Occidentale e Orientale di Kiev, )
- Ballerina avente le dita sul suo mento, ( Statua in marmo, 1809-1823, 177 cm., National gallery of Art, Washington D.C. )
- Naiade, ( Marmo, 1815-1823, 80 x 190 cm., National Gallery of Art, Washington D.C. )
Opere le cui datazioni risultano molto attendibili.
- Orfeo e Euridice, ( Museo Correr, Venezia, gruppo scultoreo in marmo, 1775-1776, )
- Dedalo ed Icaro, ( Museo Correr, Venezia, gruppo scultoreo in marmo, h.cm.182, 1777-1779, )
Bibliografia e opere consultate
Napoleone
Nel periodo napoleonico, il Canova venne scelto e designato dall'imperatore Napoleone Bonaparte, quale suo ritrattista ufficiale.
Di lui egli fece molti ritratti, tra i tanti, anche uno in bronzo, che attualmente si trova all'Accademia di Brera.
A proposito di questa opera, è da ricordare l'anedoto che riferisce di un Napoleone irritato per l'audacia dell'artista, al punto da rifiutare la statua, perchè si vergognava di essere stato ritratto nudo, nella personificazione di " Marte il Pacificatore " .
Il periodo napoleonico fu per Canova, un periodo molto fecondo artisticamente.
Non volle però mai diventare l'artista della corte dell'imperatore francese .
Uno dei ritratti che il Canova produsse per la famiglia imperiale di Napoleone, ed anche uno dei più famosi e belli, è quello che rappresenta Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, seminuda, semisdraiata su un triclino romano, con una mela in mano, nell'allegoria di " Venere vincitrice " .
In questa rappresentazione si sente l'influsso di un'iconografia cara al Tiziano, pur se, nell'intezionalità del Canova , vi era il desiderio di rappresentare la tentazione della bellezza femminile, come origine del peccato.
Intanto la sua fama cresceva sempre di più, in Italia e all'estero ed aumentavano considerevolmente le commesse da tutta Europa:
Le cariche istituzionali
Oltre che esercitare l'attività di scultore, Canova ebbe anche l'incarico della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, che lo impegnò per parecchio tempo.
Fu infatti designato quale capo dell'Accademia di San Luca .
Nel 1802 fu inoltre nominato " Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato della Chiesa " .
Nel 1815, dopo la disfatta di Waterloo e la caduta di Napoleone, Canova che si trovava, in quel periodo a Parigi, in compagnia del fratellastro, Giovanni Battista Sartori , figlio della stessa madre , uno dei suoi più validi collaboratori, che lo seguiva dappertutto e che gli fece da segretario e amico fedele per tutta la vita, si impegnò per ottenere, attraverso un'abile azione diplomatica, la restituzione ed il rimpatrio delle numerose e preziose opere d'arte che, dietro ordine dell'imperatore , erano state trafugate e trasportate illegalmente in Francia :
Pio XII, quale segno tangibile di riconoscenza e di ringraziamento per questo suo grande impegnonella difesa dell'arte italiana, gli conferì il titolo nobiliare di Marchese d'Ischia .
La morte
Canova si spense a Venezia il 13 ottobre 1822, mentre si trovava ospite a casa dl suo amico Francesconi, in una tappa intermedia del suo viaggio di ritorno a Roma.
Il sepolcro che custodisce le sue spoglie è a Possagno, suo paese natale, in provincia di Treviso, dove egli stesso, tre anni prima di morire, nel luglio 1819, si recò personalmente, progettò e fece edificare a sue spese " Il Tempio " , posandovi personalmente la prima pietra .
Questo edificio maestoso era una chiesa parrocchiale, che sarà portato a termine però , solo a dieci anni di distanza dalla sua morte . Proprio nel " Tempio ", nel 1832, per volere del fratellastro Giovanni Battista Sartori, vennero traslate, come definitiva sede, le spoglie terrene del grande artista , dalla vecchia chiesa parrocchiale , dove erano conservate dal 1830 . In questo " Tempio ", ideato e voluto dal Canova, che egli volle donare ai suoi concittadini , si trovano tuttora le sue spoglie mortali.
Il Museo " Gipsoteca Canoviana "
La sua casa natale di Possagno è oggi diventata sede della " Gipsoteca Canoviana " .
In essa è possibile rivisitare gli ambienti che ospitarono il grande scultore.
All'interno dei suoi locali, trovano posto circa 300 opere del grande artista, in buona parte , provenienti dallo studio romano del Canova.
Nelle sue sale è conservata ed esposta, quasi tutta la sua produzione pitttorica .
Nel giardino vive ancora una grande " pignera ", da lui stesso piantata .
Era quello l'ambiente dove lui si recava per riposarsi un pò dall'enorme mole di lavoro che gli veniva continuamente commissionata.
In quella casa, tra il giardino, il porticato e la torretta , lui si dedicava alla pittura, per rilassarsi e , proprio in quei posti , si celebravano le feste che i suoi concittadini erano solito riservargli, quando ritornava dai suoi viaggi da Vienna , Parigi e Roma .
Lì si ritemprava nell'aria fresca e dolce della sua terra natia .
Le opere
Opere le cui datazioni restano tuttora incerte.
- Ercole e Lica, ( Scultura in marmo, Gipsoteca Canoviana, Possagno, TV, )
- Teseo sul Minotauro, ( Gruppo scultoreo in marmo, 145,5 x 158,7 cm., 1781-1783, Victoria and Albert Museum, Londra, )
- Busto di Napoleone, ( Castello di Fontainebleau, marmo , )
- Busto del Cardinale Fesch, ( Musée Napoléonien de l'Hotel de la Ville, Ajaccio, )
- La Pace, ( Scultura in marmo. Conservata fino al 1953 a San Pietroburgo . In seguito portata al Museo d'Arte Occidentale e Orientale di Kiev, )
- Ballerina avente le dita sul suo mento, ( Statua in marmo, 1809-1823, 177 cm., National gallery of Art, Washington D.C. )
- Naiade, ( Marmo, 1815-1823, 80 x 190 cm., National Gallery of Art, Washington D.C. )
Opere le cui datazioni risultano molto attendibili.
- Orfeo e Euridice, ( Museo Correr, Venezia, gruppo scultoreo in marmo, 1775-1776, )
- Dedalo ed Icaro, ( Museo Correr, Venezia, gruppo scultoreo in marmo, h.cm.182, 1777-1779, )
Bibliografia e opere consultate
Collegamenti esterni
- Museo Canova
- Mostra antologica delle opere
- www.artinvest2000.com ( Vita, opere e percorso formativo )
- www.francescomorante.it ( Notizie biografiche ed opere )
- www.zoooom.it ( Cenni biografici e critici, opere, bibliografia e link correlati )
- www.thais.it ( 1200 anni di scultura italiana )
- www.storiadellarte.com ( Biografia ed opere )
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