Battaglia di Passchendaele
parte del fronte occidentale della prima guerra mondiale
Bosco nei pressi di Ypres, 19 ottobre 1917
Data31 luglio - 6 novembre 1917
LuogoPasschendaele, Belgio
EsitoVittoria tattica alleata
Strategicamente inconclusiva
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
50 divisioni britanniche (V e II armata)
6 divisioni francesi (I armata)
77 - 83 divisioni (VI armata tedesca)
Perdite
62.000 morti - 164.000 feriti[1].83.000 morti - 250.000 feriti - 26.000 prigionieri[1].
  1. ^ a b Gilbert, p. 457.
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La Battaglia di Passchendaele (o Terza Battaglia di Ypres o semplicemente Passchendaele) è stata una campagna delle prima guerra mondiale, combattuta tra i britannici e i loro alleati contro l'Impero tedesco. Avvenne sul fronte occidentale tra il giugno e il novembre 1917. L'obbiettivo consisteva nel prendere possesso dei crinali meridionale e orientale nei presi della città belga di Ypres nelle Fiandre Occidentali. Passchendaele si trova sull'ultimo crinale orientale rispetto a Ypres. L'avanzata faceva parte di un complesso insieme di operazioni che dovevano portare al controllo totale delle Fiandre. Lo scontro finale si sarebbe svolto nel saliente di Ypres, dove si sarebbero riunite numerose truppe provenienti da ogni parte. Tra le operazioni doveva esserci lo sbarco sulle coste del Belgio presso Nieuwpoort, ancora in mano dei tedeschi. La resistenza della 4ª armata tedesca, il tempo insolitamente umido, il sorgere dell'inverno e altri fattori permisero ai tedeschi di evitare una ritirata generale, che in ottobre era apparsa inevitabile. La campagna terminò in novembre, quando le truppe canadesi catturarono Passchendaele[1].

Gli antefatti

Pianificazione dello sbarco a Middelkerke

Le ragioni della "Battaglia di Passchendaele" vanno innanzitutto ricercate nella personalità del generale britannico Douglas Haig. Molti storici lo hanno sovente considerato un comandante particolarmente ottuso, privo d'inventiva e "conservatore", in realtà, una volta diventato Capo di Stato Maggiore nel dicembre 1915, si adoperò sempre per innovare la strategia militare (basti pensare che fu lui a introdurre i carri armati sul campo di battaglia in occasione dello scontro alla Somme)[2]. Per lo stesso motivo, elaborò un complesso piano che studiò nei minimi dettagli. La sua attenzione era fortemente rivolta nei confronti del fronte occidentale e non aveva mai perso la speranza nello scontro frontale nelle Fiandre. Il suo grande obbiettivo consisteva nello sbarco nella zona costiera delle Fiandre e nella conseguente "pulizia" del luogo. L'operazione doveva concludersi con una spinta in profondità contro Roulers e Bruges e allacciarsi al saliente di Ypres, dove doveva svolgersi lo scontro finale[3].

Sin dalla nomina a Capo di Stato Maggiore, Haig aveva intrattenuto una stretta collaborazione con l'ammiraglio della Marina britannica Reginald Bacon, il quale infiammò facilmente il generale con l'idea originale di uno sbarco con mezzi anfibi. Nella primavera del 1917 Haig ordinò a Bacon di mettere a punto un piano dettagliato. Appena due mesi dopo l'ammiraglio propose di utilizzare sei pontoni armati e circa un centinaio di motovedette per far sbarcare novemila soldati nei pressi di Ostenda. A questo si sarebbe aggiunto un attacco verso nord-est proveniente dalla vicina città di Nieuwpoort che avrebbe offerto una protezione sul fianco destro. Dopo lo sbarco si sarebbero aggiunte alla guarnigione locale tre divisioni di fanteria, per poi attaccare Ostenda e annichilire il fianco destro dell'esercito tedesco[3].

Intervento di Hunter-Weston

 
Il Capo di Stato Maggiore Sir Douglas Haig

Haig rimase talmente impressionato in modo favorevole che decise di coinvolgere anche un veterano della battaglia di Gallipoli: il colonnello Aymler Hunter-Weston. Questi, però, sconvolse completamente i progetti sino ad allora elaborati.Hunter-Weston era infatti scettico riguardo al successo dell'operazione; riteneva che i tedeschi avessero preso troppe precauzioni onde evitare uno sbarco nemico e che quindiuna sola azione sarebbe risultata troppo rischiosa e fallibile. Chiese allora di organizzare una serie di manovre di sbarco su un tratto di costa più vicino a Nieuwpoort, precisamente nella zona di Middelkerke[4]. Poichè la prosepettiva della costruzione di mezzi anfibi era ben lungi dal diventare reale (fondamentalmente perchè mancavano materiali da costruzione, come l'acciaio molto richiesto per l'arsenale d'artiglieria, Bacon e Hunter-Weston proposero a Haig l'utilizzo di tre piattaforme galleggianti, misuranti circa 190 m, per trasportare ciascuna un'intera divisione. Haig acconsentì entusiasta, anche perchè in questo modo avrebbe potuto schierare i suoi beneamati carri-armati[4]. Haig, Bacon e Hunter-Weston cominciarono a mettere in pratica i loro progetti innanzitutto facendo modificare i carri-armati per affrontare il terreno collinoso a ridosso della zona decisa per lo sbarco e poi dando inizio agli addestramenti dei soldati che avrebbero partecipato all'operazione (vennero allestiti due campi d'addestramento a Dover e a Le Clipon per l'occasione[2]. Non senza interruzioni, alla fine venne fissato all'8 agosto la data dello sbarcoe Bacon e Hunter-Weston stabilirono con precisione la composizione delle unitá: 4.500 uomini, 9 carri armati, 12 cannoni da campagna, 6 obici d'assedio, tre sezioni di mitragliatrici mobili, 600 biciclette e 9 motociclette[2].

Interruzione del primo ministro

Un imprevisto cambio di scena rischiò di mandare in fumo tutti i propositi di Haig. Il primo ministro britannico David Lloyd George, decisamente alieno alla mentalità "occidentalista" di Haig, tentò infatti di dirottare le forze sul fronte di Ypres su quello italiano. Era infatti convinto che aiutando il generale Luigi Cadorna con gli austro-ungarici, avrebbe eliminato il principale alleato tedeso, potendosi poi dedicare più tranquillamente al Belgio. Haig, però, non nutriva alcuna stima nei confronti di Cadorna e che anzi riteneva i suoi sforzi sul fronte dell'Isonzo inutili, riuscì il suo unico superiore (nonchè buon amico), il Capo di Stato Maggiore Imperiale, generale William Robertson, a far sapere al primo ministro l'impossibilità di soddisfare la sua richiesta. Così Haig potè tornare a coltivare i suoi grandi progetti circa lo sbarco a Middelkerke[2].

Battaglia di Messines

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Messines.
 
Trincee tedesche devastate dalle esplosioni a Messines

Nella battaglia di Messines, combattuta tra il 21 maggio e il 7 giugno 1917 avvenne "l'azione più importante mai compiuta dalle squadre di minatori arrivate in Francia due anni e mezzo prima"[5]. In un periodo di sei mesi, i minatori inglesi, canadesi e australiani avevano scavato numerose gallerie, nelle quali vennero poi piazzate diciannove mine, con un potenziale esplosivo pari a 500 tonnellate[5].

Lo scontro diretto risultò praticamente superfluo. Il generale a comando della spedizione era Herbert Plumer. Era noto per l'insolita umanità nei confronti delle vite suoi uomini, la cosa era anche più strana dato che gli era stata data la gestione del saliente di Ypres, noto come uno dei settori più sanguinosi della Grande Guerra. Dunque elaborò un piano che avrebbe indebolito notevolmente l'avversario prima dello scontro. Quando esplosero le mine (piazzate a 30 m sotto le trincee tedesche) l'effetto fu devastante e immediato. Si ritiene che circa 10.000 soldati tedeschi vennero uccisi sul colpo o completamente sepolti, migliaia rimasero tramortiti e 7354 furono fatti prigionieri. Inoltre, subito dopo le deflagrazioni (che si sentirono chiaramente in tutta l'Inghilterra meridionale) seguì un bombardamento d'artiglieria, che vide impegnati 2266 cannoni inglesi. Quattro giorni dopo le esplosioni sotterranee, i tedeschi furono costretti ad abbandonare Wytschaete e Messines, spostandosi più a est. La ritirata fu eseguita con rapidità e precisione sotto la guida del principe Rupprecht di Baviera[5].

La battaglia

 
Disposizione generale delle truppe presso il saliente di Ypres.

La battaglia di Passchendaele annovera un gran numero di scontri, tutti combattuti con l'obbiettivo di conquistare sempre più posizioni intorno a Ypres, dove si sarebbe svolto lo scontro finale.

Prima fase

Nomina di Gough

Douglas Haig nominò, in seguito al vittorioso combattimento a Messines, il generale Hubert Gough, al posto di Plumer, che tanto bene aveva saputo gestire il precedente scontro, al comando della 2ª armata. Questo si rivelò un grave errore. Gough, giovane ufficiale di cavalleria, conosceva poco il saliente e sviluppò una strategia di attacco completamente diversa da quella elaborata in precedenza da Plumer. Quest'ultima consisteva in una serie di modesti slanci di fanteria sotto copertura delle artiglierie campali, per conquistare i bassi crinali intorno a Ypres. Gough, invece, si prefisse obbiettivi alquanto distanti e irrealistici che ebbero in effetto il ritardo dell'offensiva. Questo cambiamento strategico, infatti, unito ai ritardi dovuti all'arrivo della 1ª armata francese comandata dal generale François Anthoine, posticipò lo scontro di ben sette settimane. In tal modo tutto il vantaggio ottenuto con il combattimento a Messines andò perduto e, neanche a dirlo, i tedeschi colsero al volo il tempo regalato per organizzarsi, costruendo persino numerose postazioni fortificate in cemento armato. Di conseguenza anche lo sbarco a Middelkerke venne posticipato al 24 agosto o, addirittura, al 6 settembre.

Battaglia di Pilckem

Dopo un'importante offensiva aerea, che garantì ai britannici il controllo del cielo, avvenne il primo scontro diretto. L'obbiettivo consisteva nella conquista dell'altura di Pilckem. Alle 3.50 del mattino del 31 luglio nove divisioni britanniche irruppero dalle trincee. Tecnicamente la battaglia è da annoverare tra le vittorie britanniche, ma in realtà furono molti gli svantaggi. La fanteria dell'ala sinistra di Gough, supportata da quella di Anthoine, riuscì a guadagnare 3 km, occupando gran parte dell'altura, ma al contempo il centro si indebolì indietreggiando di 550 m. I britannici catturarono 8.000 soldati tedeschi e 67 cannoni, il prezzo, però fu la perdita di 17 dei 19 carri armati sul campo. Dopo la recente esperienza alla Somme, i tedeschi si erano infatti attrezzati in modo tale da contrastarli: avevano a disposizione numerosi fucili anti-carro (i Mauser calibro 13.2 "T-Gewehr"), in grado si perforare le blindature dei dei Mark V britannici. I carri erano anche limitati in quanto a motilità: i continui bombardamenti continuavano a trasformare il terreno in un acquitrino mortale. Così descriva la situazione il soldato semplice Charles Miles (10° battaglione Royal Fusiliers):

«Era incredibile c'era fango, ovunque e l'aria puzzava di rancido, di stantio, di marcio e di morte. [...] Io ero portaordini [...] Mi capitò frequentemente di affondare nel fango e rischiare di essere risucchiato per sempre, ma non fu questa la cosa peggiore del mio lavoro: a volte, invece di sentire la melma sotto gli scarponi, mi succedeva di "galleggiare" su di essa, mentre calpestavo qualcosa di gonfio e ben più compatto. Si trattava di cadaveri, orrendamente sfigurati dalla morte per annegamento i questa palude d'inferno. Era una esperienza raccapricciante.»

Battaglia di Quota 70

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Quota 70.

La battaglia di Hill 70 è stato uno scontro avvenuto tra le truppe canadesi e cinque divisioni della 6ª armata tedesca. La battaglia si svolse lungo il fronte occidentale nella periferia di Lens a nella regione francese a nord di Pas de Calais, tra il 15 e il 25 agosto 1917. Il generale von Kuhl scrisse in seguito che era stata una grave sconfitta e che "naufragò" il piano di soccorrere quelle divisioni che si erano battute sino alla fine nelle Fiandre[6].

Battaglia di Langemarck: 16 – 18 agosto

Il quartier generale della quinta armata venne influenzato dagli effetti che il ritardo avrebbe avuto sull'operzione costiera, che richiedeva l'alta marea alla fine di agosto o sarebbe stata posticipata al mese seguente. Gough ritenne che il resto del fronte (appena oltre la linea tedesca Wilhelm (terza) line dal bosco del Poligono sino a Langemarck) dovesse essere conquistato e lo Steenbeek superato più a nord[7]. In the II Corps area the disappointment of 10 August was repeated, with the infantry managing to advance, being isolated by German artillery and then (except in the 25th Division area near Westhoek) forced back to their start line by German infantry counter-attacks. Attempts by the German infantry to advance further were stopped by British artillery fire with heavy losses[8]. The advance further north in the XVIII Corps area retook and held the north end of St Julien and the area south-east of Langemarck, while XIV Corps captured Langemarck and the Wilhelm (third) line north of the Ypres–Staden railway near the Kortebeek. The French First Army conformed, pushing up to the Kortebeek and St Jansbeck stream west of the northern stretch of the Wilhelm (third) line, where it crossed to the east side of the Kortebeek[9].

Seconda offensiva a Verdun

Petain aveva impegnato la seconda armata francese nell'attacco a Verdun a metà luglio in aiuto dell'operazione nelle Fiandre. La seconda offensiva della battaglia di Verdun subì un ritardo, in parte dovuto a degli ammutinamenti che l'armata francese stava soffrendo dopo la disastrosa Offensiva Nivelle e in parte perché un attacco tedesco a Verdun (28 - 29 giugno) garantì la cattura di una zona del territorio considerato in precedenza un punto focale dell'attacco francese. Un contrattacco francese catturò il territorio il 17 luglio, ma poi i tedeschi riuscirono a ri-ottenerlo l'1 agosto, per poi prendere terreno verso il lato orientale il 16 agosto[10]. La seconda offendiva a Verdun iniziò il 20 agosto e entro il 9 settembre erano stati fatti 10.000 prigionieri. Il combattimento continuò in modo sporadico a ottobre. Ludendorff scrisse:

«Sul fianco sinistro, vicino a Mosa, una divisione è caduta ... e adesso sia qui che in Francia è stato fatto tutto il possibile per evitare il fallimento ... L'armata francese è stata ancora una volta capace di riprendere l'offensiva. Ha superato rapidamente la sua depressione.»

Fin tanto che le locali divisioni Eingreif rimasero nelle Fiandre non ci furono ulteriori contrattacchi[12].

Sospensione e denuncia di Sassoon

 
L'ufficiale Siegfried Sassoon in una fotografia scattata in tempo di guerra (1915).

Il paesaggio "lunare" che si era creato intorno a Ypres rese talmente ingestibile la situazione che l'alto comando britannico dovette sospendere le operazioni (2 agosto 1917). Haig dovette lottare duramente per evitare la fermate permanente (il gabinetto di guerra era stato enormemente impressionato dal numero di vittime). Inoltre, pochi giorni prima, l'ufficiale inglese Siegfried Sassoon aveva fatto la seguente denuncia:

«BASTA CON LA GUERRA - Dichiarazione di un soldato
Faccio questa dichiarazione come consapevole atto di sfida nei confronti dell'autorità militare, perché credo che questa guerra sia deliberatamente prolungata da coloro che hanno il potere di fermarla. Io dono un soldato e dono convinto di agire per il bene dei soldati. Io credo che questa guerra, che ho intrapreso come guerra di difesa e di liberazione, sia diventata una guerra di aggressione e di conquista. Credo che gli scopi per i quali io e i miei commilitoni ci siamo arruolati avrebbero dovuto essere dichiarati in modo così chiaro da non poter più essere modificati, e che se ciò fosse stato fatto, gli obiettivi che ci hanno mosso sarebbero ora raggiungibili attraverso un negoziato. Ho visto e patito le sofferenze delle truppe e non posso più contribuire a prolungare queste sofferenze per fini che ritengo immorali e ingiusti. Non protesto contro la condotta della guerra, ma contro gli errori e le ipocrisie di carattere politico per cui gli uomini in guerra vengono sacrificati. In nome di coloro che stanno soffrendo, io elevo questa protesta contro l'inganno che viene perpetrato contro di loro; inoltre spero di poter contribuire a distruggere la cinica indifferenza con cui la maggior parte di coloro che sono in patria assistono al protrarsi di sofferenze di sofferenze che non provano e che non hanno sufficiente fantasia per immaginare[13]

Seconda fase

Battaglia di Menin Road

 
Soldati feriti dopo la battaglia di Menin Road

La seconda fase si riaprì con il ritorno del generale Herbert Plumer. Questi, come già detto, caratterizzato da un'insolita umanità nei confronti delle vite dei suoi uomini, riuscì a risparmiare parecchie vite. La battaglia di Menin Road durò dal 20 al 25 settembre e fu caratterizzata da un costante avanzamento dei soldati inglesi col sistema del "Bombardamento Strisciante" (o "Creeping Barrage"). Esso consisteva in uno spostamento in avanti dei fanti, sotto copertura del fuoco d'artiglieria, raggiungevano il loro obiettivo, attendevano che l'artiglieria si muovesse in avanti e così via[13].

On 20 September the Allies attacked on a 14 500 iarde (13 300 m) front and captured most their objectives to a depth of about 1 500 iarde (1 400 m) by mid-morning.Terraine, p. 261 The Germans made many counter-attacks, beginning around 3.00 p.m. until early evening, all of which failed to gain ground or made only a temporary penetration of the new British positions on the Second Army front. The attack was a great success and showed that the German defences could no longer stop well-prepared attacks made in good weather.Harris, p. 366 Minor attacks took place after 20 September as both sides jockeyed for position and reorganised their defences. A larger attack by the Germans on 25 September recaptured pillboxes at the south western end of Polygon Wood at the cost of heavy casualties. Not long after, the German positions near Polygon Wood were swept away by Plumer's attack of 26 September (the Battle of Polygon Wood).Sheldon, p. 165

Note

  1. ^ Gilbert cita le truppe canadesi per rendere evidente la grande riluttanza da parte dei civili a rispondere alla chiamata alle armi. Sun un totale di 331.934 uomini abili risposero solo in 21.568. Gli altri riuscirono mediante scappatoie offerte dalla legge a chiedere l'esonero. Vedi: Gilbert, p. 457.
  2. ^ a b c d Gualtieri, p. 86.
  3. ^ a b Gualtieri, p. 84.
  4. ^ a b Gualtieri, p. 85.
  5. ^ a b c Gilbert, p. 409.
  6. ^ Terraine, p. 234
  7. ^ Edmonds, pp. 189 – 202
  8. ^ Edmonds, p. 194
  9. ^ Edmonds, p. 201
  10. ^ Doughty, pp. 380–383
  11. ^ Terraine, p. 235
  12. ^ Edmonds, p. 231 - 233
  13. ^ a b Gualtieri, p. 95.

Bibliografia

  • (EN) R. A. Doughty, Pyrrhic Victory : French Strategy and Operations in the Great War, 2005ª ed., Cambridge Mass, Belknap Harvard, ISBN 0-674-01880-X.
  • (EN) James Edward Edmonds, Military Operations France and Belgium 1917 II. 7 June – 10 November. Messines and Third Ypres (Passchendaele), Battery Press 1991, London, HMSO, 1948, ISBN 0-89839-166-0.
  • Martin Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale, 2012ª ed., Milano, Mondadori, 1994, ISBN 978-88-04-48470-7.
  • Alessandro Gualtieri, Le battaglie di Ypres, Parma, Mattioli 1885, 2011, ISBN 978-88-626-1227-2..
  • (EN) John Terraine, The Road to Passchendaele: The Flanders Offensive 1917, A Study in Inevitability, Leo Cooper, 1977, ISBN 0-436-51732-9.
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