Ars et Labor Ferrara
La SPAL, per esteso denominata Società Polisportiva Ars et Labor 1907, è stata la società calcistica professionistica della città di Ferrara dove venne fondata nel 1907, e rifondata nel 2005 mediante il Lodo Petrucci in seguito al fallimento del precedente assetto societario. Il 16 luglio 2012 la società non si iscrive in Lega Pro Seconda Divisione, perdendo quindi lo status professionistico e fallendo nuovamente. Ha giocato le proprie gare interne allo Stadio Paolo Mazza dal 1951.
S.S.D. Real Spal Calcio ![]() | |
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Spallini, Biancazzurri, Estensi | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Simboli | Cerbiatto |
Inno | Vecchia SPAL Alfio Finetti |
Dati societari | |
Città | ![]() |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie D |
Fondazione | 1912 |
Rifondazione | 2005 |
Rifondazione | 2012 |
Presidente | Vincent Candela |
Allenatore | David Sassarini |
Stadio | Paolo Mazza (19 000 posti) |
Sito web | www.realspal.it |
Palmarès | |
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Titoli nazionali | 1 Campionato di Serie B |
Trofei nazionali | 1 Coppe Italia Serie C/Lega Pro |
Trofei internazionali | 1 Coppa dell'Amicizia |
Si invita a seguire il modello di voce |
Nella sua storia la SPAL ha vantato 16 partecipazioni nel massimo campionato italiano, detenendo un palmarès che comprende una Coppa Italia di Serie C, una Coppa dell'Amicizia italo-svizzera, e il primo posto nel campionato di Serie B 1950-1951.
Nella stagione 1959-1960 la squadra ferrarese ha raggiunto il maggior risultato a livello nazionale della sua storia giungendo al quinto posto in Serie A. Nella classifica perpetua della Serie A, che tiene conto di tutte le 60 squadre di calcio che hanno militato almeno una volta nella massima serie nazionale, la SPAL si colloca al 25º posto con 470 punti.[1]
Il 9 agosto 2012 la Lega Nazionale Dilettanti ha accettato l'affiliazione di un nuovo club, la Società Sportiva Dilettantistica Real Spal, iscrivendola direttamente in Serie D sulla base dell'applicazione dell'articolo 52 comma 10 delle Norme Organizzative Interne della FIGC (NOIF) ed in virtù delle 81 stagioni sportive professionistiche pregresse della vecchia SPAL.[2] Il calcio ferrarese cade per la prima volta nella sua storia tra i dilettanti.
Il 7 maggio 2013 la società viene rilevata dall'ex calciatore Vincent Candela.
Storia
Le origini
Il nucleo originale di quella che sarebbe poi divenuta la SPAL vide la luce nel 1908 per iniziativa di un sacerdote salesiano, Pietro Acerbis, all’epoca direttore dell’oratorio ferrarese di via Coperta: questi fondò un circolo religioso-culturale dal nome Ars et Labor che successivamente, un paio d’anni dopo, ad opera del nuovo direttore, divenne “Circolo Ars et Labor” e aggiunse alle attività artistiche anche quelle sportive, inizialmente atletica e ciclismo. I colori sociali adottati furono il bianco e l’azzurro, ovvero quelli dello stemma della congregazione dei Salesiani. La sezione calcistica fu istituita nel 1912, quando il ramo sportivo si staccò dall’oratorio e si costituì in “Società Polisportiva Ars et Labor”. Inizialmente la squadra di calcio fu conosciuta con il nome di Associazione Calcio Ferrara. Si dovette attendere il 1919 e la fine della Grande Guerra perché anche la sezione calcistica uniformasse il suo nome a quello di tutta la polisportiva. La prima partita di calcio ufficiale giocata con la denominazione attuale fu SPAL - Triestina 1-4, 16 giugno 1919.
Tra il 1920 e il 1925 la SPAL militò in Serie A: in quel periodo il suo massimo risultato fu la semifinale del campionato nazionale (1922), persa contro la Sampierdarenese. Retrocessa nel 1925, non entrò nella composizione della Serie A a girone unico nel 1929 e fu assegnata al campionato di Serie B. Da quel momento, e per più di un decennio, la SPAL andò incontro a una lunga storia di retrocessioni, cambi di nome e, perfino, di colori sociali (per un periodo la squadra, con il nome di Associazione Calcio Ferrara adottò maglie a strisce bianco-nere in omaggio ai colori civici della città estense). Negli anni venti e trenta comunque spiccano il volo da Ferrara per la Serie A calciatori del calibro di Bruno Bertacchini, Elvio Banchero, Abdon Sgarbi - che vestirà anche la maglia azzurra - Aldo Barbieri, Archimede Valeriani, Mario Romani, Savino Bellini e successivamente negli anni quaranta, Otello Badiali e Albano Luisetto.
L'avvento di Mazza ed il dopoguerra
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, si tornò al bianco-azzurro e al nome SPAL sotto il nuovo presidente - ed ex allenatore della squadra - Paolo Mazza, che successivamente i giornalisti sportivi ribattezzeranno il Mago di campagna, la SPAL tornò in Serie B e con Mazza cercò di ritornare in Serie A, impresa che apparve complicata ma che non impedì al suo presidente di piazzare molti giovani promettenti come la cessione per circa due milioni dell'epoca per il centravanti Mario Astorri alla Juventus nel 1946, che era costato un anno prima appena 25.000 lire.
Altro colpo importante di quegli anni fu la cessione di Egisto Pandolfini anche lui acquistato dalla Fiorentina per poche lire e successivamente rivenduto alla stessa squadra viola per una cifra stratosferica.
La Serie A
Nel 1951 la SPAL con Antonio Janni allenatore e Giovanni Emiliani capitano, vince il campionato di Serie B ed ebbe accesso per la prima volta alla Serie A a girone unico, per l’occasione inaugurando il suo nuovo stadio, il Comunale. La formazione di tipo di quell'anno era la seguente: Bertocchi, Guaita, Carlini; Emiliani, Macchi, Nesti; Trevisani, Colombi, Biagiotti, Bennike, Fontanesi. Oltre a loro, Dini, Patuelli e Rosignoli.
Il quindicennio successivo vide la SPAL alla ribalta del calcio nazionale anche se nel 1954 venne costretta agli spareggi ma riuscì a salvarsi condannando il Palermo con le reti di Bernardin e Olivieri. Nel 1955, benché retrocessa, venne ripescata per illecito sportivo di Udinese e Catania.
Mazza e le scoperte dei suoi talenti
Molti furono i giocatori resi celebri dalla SPAL in quegli anni: il portiere Bugatti (poi venduto al Napoli), prelevato dal Seregno nel settembre 1951, fu chiamato in Nazionale dopo soli nove mesi di permanenza in maglia bianco-azzurra; non fu l'unico, un gran numero di giocatori vennero poi valorizzati dalla società ferrarese e andarono poi a raccogliere successi nelle squadre più famose, come Alberto Fontanesi alla (Lazio e successivamente all'Udinese), Antonio Nuciari, Domenico De Vito alla Triestina Armando Picchi, Franco Zaglio, Costanzo Balleri, Beniamino Di Giacomo e Egidio Morbello (all'Internazionale Football Club Milano), Giorgio Bernardin (prima all'Inter poi alla Roma), Sergio Carpanesi (alla Roma poi alla Sampdoria), Carlo Novelli (al Napoli), Orlando Rozzoni (all'Udinese quindi alla Lazio), Fabio Capello (alla Roma, Juventus e Milan), Albertino Bigon (al Foggia, Milan e Napoli), Gianfranco Bozzao, Adolfo Gori, Luigi Pasetti e Carlo Dell'Omodarme (alla Juventus), Saul Malatrasi (all'Internazionale, Fiorentina e infine Milan), Gianni Bui (prima al Bologna poi al Milan e Torino), Carlo Facchin (al Torino e quindi alla Lazio), Ernesto Galli (al Vicenza), Giuliano Bertarelli e Dante Micheli (alla Fiorentina), Edoardo Reja (al Palermo) e Luigi Delneri (all'Udinese). Ma importanti saranno in quegli anni calciatori che arriveranno alla SPAL con una carriera già consacrata come Sergio Cervato, Giovanni Mialich, Onorio Busnelli, Battista Rota, Angelo Villa, gli svedesi Sigvard Lofgren e Dan Heiner Ekner, Enzo Matteucci, Manlio Muccini, Gianni Corelli, Ottavio Bianchi, Carlo Mattrel, Osvaldo Bagnoli, Fulvio Nesti, l'ungherese Jenő Vinyei, i danesi Nils Bennike e Dion Ørnvold, Vincenzo Gasperi, Giancarlo Vitali, Pietro Broccini, Sergio Sega, Silvano Trevisani, Giulio Pellicari, Alberto Orlando, Glauco Tomasin, Enrico Muzzio, Edoardo Dal Pos e Aulo Gelio Lucchi.
Come anche saranno importanti calciatori che avranno la carriera stroncata o gravemente compromessa da infortuni come nel caso di Giovanni Ferraro, Osvaldo Riva, Arturo Bertuccioli, Maurizio Moretti, Eugenio Bruschini e Gianfranco De Bernardi.
Miglior piazzamento in Serie A e l'arrivo di Massei
Il campionato 1959/60 è quello del migliore piazzamento in assoluto nella Serie A, ovvero il quinto posto finale in classifica. Dopo che il campionato precedente si rivelò disastroso, Mazza ritenne indispensabile rinnovare profondamente la squadra. Cedette gli anziani Villa, Vitali, Dal Pos, Broccini, Lucchi e Toros, vendette gli emergenti Malatrasi e Rozzoni per acquistare il ventenne Micheli, Rossi, i debuttanti in Serie A Picchi e Balleri, l'esperto Ganzer, e i rientranti Novelli e Corelli. Dall'anno precedente conservò i soli Bozzao, Morbello, Maietti e Pandolfini. Acquistò inoltre Massei, ritenuto finito, oltre al terzo portiere dell'Inter Nobili.
Il calciatore simbolo degli anni della Serie A resta pertanto il fuoriclasse argentino Oscar Massei che resterà ininterrottamente a Ferrara per ben 9 stagioni consecutive. Quindi la SPAL, contro ogni pronostico, arrivò quinta in Serie A - a pari merito con Padova e Bologna. Questo piazzamento fu, come detto, il suo migliore, risultando nella Classifica finale inferiori solamente alla Juventus campione d’Italia, alla Fiorentina, al Milan e all’Inter: il dato è significativo, perché si trattava delle quattro squadre che unite avevano vinto tutti gli scudetti del decennio precedente. La SPAL arrivò quinta con la seguente formazione tipo: Nobili (Maietti), Picchi, Balleri; Ganzer, Bozzao, Micheli; Novelli, Corelli, Rossi, Massei, Morbello. Oltre a loro Catalani, Trentini, Cecchi, Balloni e Pandolfini. L'allenatore fu Fioravante Baldi e il miglior cannoniere della SPAL risultò Egidio Morbello con 12 reti in 33 partite giocate.
Finale di Coppa Italia
Nel 1962 la SPAL raggiunse la finale di Coppa Italia, perdendo contro il Napoli, allora militante in Serie B. La SPAL, Allenata da Serafino Montanari, schierò Patregnani, Muccini, Olivieri; Gori, Cervato, Riva; Dell'Omodarme, Massei, Mencacci, Micheli, Novelli. Il Napoli passò subito in vantaggio su punizione con il ferrarese ed ex spallino Gianni Corelli al 12', la SPAL pareggiò al 15' con Micheli, ma Pierluigi Ronzon al 79' portò definitivamente in vantaggio gli azzurri regalando così alla squadra partenopea il primo trofeo della sua storia.
La prima retrocessione ed il ritorno in A
Nel 1963 dopo che la SPAL raggiunge un ottimo ottavo posto avviene, tra l’altro, una svolta storica: il vecchio disegno delle maglie a tinta unita azzurra con bordi bianchi lasciò il posto a quello a strisce verticali. Dopo tredici anni consecutivi la SPAL retrocede in Serie B nel 1964. Un campionato di Serie B nel 1964/65 ed un terzo posto che valse una nuova promozione in Serie A con una squadra composta da Bruschini, Olivieri, Bozzao; Bertuccioli, Ranzani, Frascoli; Crippa, Bagnoli, Cavallito, Massei, Muzzio. Altri giocatori schierati furono Cantagallo, Cervato, Riva, Balleri, Pasetti, Moretti, De Bernardi, Fochesato, Novelli I°, Pezzato,Scali, Bellei e soprattutto il giovanissimo Capello, allenatore era Francesco Petagna.
Dopo il ritorno in Serie A, la SPAL rimase per altre tre stagioni nella massima serie, riuscendo a salvarsi nel 1966 e 1967 in modo spesso rocambolesco, poi con il passaggio della Serie A da 18 a 16 squadre, nel 1968 retrocesse definitivamente e da quel campionato non sarebbe mai più tornata nella massima serie.
Il viale del tramonto
Dopo la Serie B arrivò addirittura la Serie C nel 1969 in uno sfortunatissimo campionato dove Alberto Orlando, su cui poggiavano le speranze di riscossa, si infortunò e giocò solo 6 partite senza realizzare nemmeno una rete. In quell'anno Mazza subisce, per la prima volta, critiche esplicite e l'ironia di molti ferraresi che ricordavano la sua promessa a inizio campionato: vi prometto un anno di B. In quel campionato gioca le sue ultime partite di calcio professionistico Gastone Bean che però non riuscirà ad impedire l'amara retrocessione dei biancoazzurri.
Gli anni '70 - '80 e la fine dell'era Mazza
Dopo quattro anni di Serie C nel corso dei quali si erano alternati come allenatori Giovan Battista Fabbri, Tito Corsi e Cesare Meucci - alla fine del 1972 Mario Caciagli sostituisce sulla panchina biancoazzurra Eugenio Fantini imprimendo una clamorosa svolta al campionato; Franco Pezzato al termine del campionato sarà il goleador e la SPAL ritorna in Serie B, con una strepitosa rimonta che rimarrà storica. Resterà fra i cadetti altri quattro anni. La squadra dell'incredibile nuova promozione era composta da Marconcini, Croci, Vecchiè, Boldrini, Cairoli, Rinero; Donati, Tartari, Goffi, Mongardi, Pezzato. Altri giocatori schierati furono: Cariolato, Romano, Benedetti, Ragonesi e Fattori.
Nel 1976 - al quarto campionato di B, dopo che a Caciagli si sono succeduti Umberto Pinardi e Guido Capello - Mazza viene estromesso con un blitz poco elegante: dopo trent'anni di successi calcistici e dopo essere stato Commissario Tecnico della Nazionale nel 1962 ai Mondiali del Cile, la società passa a Primo Mazzanti che era già da tempo nella dirigenza spallina ed a Mazza non resterà che prendere amaramente atto che la sua epoca è conclusa. La SPAL, condotta da un vertice impreparato, retrocede di nuovo nel 1977 con Luisito Suarez allenatore ma ritorna in Serie B nel 1978 di nuovo con Caciagli, che entra in modo definitivo nella storia bianco-azzurra, ed ancora per quattro anni. Subisce una nuova retrocessione in C1 nel 1982 con "Titta" Rota prima e Ugo Tomeazzi poi in panchina. L'anno precedente memorabile fu la trasferta della SPAL a San Siro contro il Milan, allora retrocesso in Serie B. Una partita divenuta scandalo, per il rigore annullato alla SPAL dopo il gol di Oriano Grop, e soprattutto per il famoso gol di mano di Walter Novellino, che fece vincere il Milan per 2-1.
Dopo il campionato in Serie C1 con Gaetano Salvemini prima e Giovanni Seghedoni poi come allenatori, pare riaversi sotto la guida di Giovanni Galeone arrivando quarta nel 1984, poi ancora con Ferruccio Mazzola e successivamente, nel 1989, scende in Serie C2.
Dagli anni '90 ad oggi
L'era di Giovanni Donigaglia
Nel 1990 la SPAL ottiene il secondo peggior risultato della sua storia con il decimo posto in Serie C2. Sempre nel 1990 la società viene rilevata dalla Coopcostruttori, una cooperativa di costruzioni del Ferrarese, all'epoca vero e proprio colosso del proprio settore. Nuovo Presidente diventa il massimo dirigente della cooperativa stessa, l'argentano Giovanni Donigaglia. Accanto a CoopCostruttori rimangono con quote di minoranza anche parte dei vecchi soci, l'ex presidente Ravani su tutti. Con questa configurazione la Spal di ritrova di colpo ricchissima, con una disponibilità di mezzi finanziari come mai, nella propria storia, era accaduto. Al calciomercato non vengono lesinati sforzi e denaro, ed in due stagioni la squadra ottiene il doppio salto dalla Serie C2 alla Serie C1 e da questa alla Serie B - nel primo caso dopo un vittorioso spareggio a Verona contro la Solbiatese, nel secondo dominando il campionato - con il ritorno di Giovan Battista Fabbri come allenatore e Giancesare Discepoli come vice. Una volta in serie cadetta, la squadra viene totalmente rivoluzionata per tentare l'immediato approdo alla Serie A. Si sogna in grande, in città c'è chi sogna una Spal da coppe europee: non mancano, d'altronde, né l'entusiasmo (sempre 20.000 spettatori nelle partite casalinghe) né le possibilità economiche. Gli ingenti mezzi finanziari profusi non sono però accompagnati dalla necessaria pianificazione, smantellando il gruppo della doppia promozione per acquistare giocatori non sufficientemente motivati o tecnicamente inadatti alla causa; tra i nuovi arrivi gli attaccanti Marco Nappi e Massimo Ciocci, l'ex difensore della Juventus Dario Bonetti, la meteora Armando Madonna e il giovane Giovanni Dall'Igna; sono state inoltre determinanti le cessioni di Giorgio Zamuner e di Davide Torchia. La squadra retrocede subito, nonostante un serrato testa a testa con la Fidelis Andria nell'ultima parte del torneo. Dopo tre tentativi di immediato ritorno in Serie B (con due eliminazioni ai play-off subite dal Como, l'ultima con un 3-6 casalingo) il presidente Donigaglia decide per un ridimensionamento degli impegni della CoopCostruttori, e nel 1996 cede contestualmente a Vanni Guzzinati la carica di Presidente, rimanendo nelle insolite vesti di "patron". Ne segue una stagione culminata con la retrocessione in Serie C2 perdendo i play-out contro l'Alzano Virescit. Con la squadra caduta al proprio minimo storico, Donigaglia riassume la presidenza e dà immediatamente impulso per un'immediata risalita: affida il compito di formare la squadra all'esperto DS ferrarese Roberto Ranzani (reduce dalla Serie B con il Ravenna), il quale sceglie come allenatore De Biasi e, confermando soltanto 3 giocatori dall'annata precedente, modella un'autentica corazzata portando a Ferrara giocatori come Cancellato, Fimognari, Pierobon e l'esperto Fausto Pari. La squadra riconquista immediatamente la Serie C1 al termine di un entusiasmante duello con il Rimini (70 punti finali). L'anno successivo (1998) Ranzani è protagonista di un mercato estivo con scelte oculate volte a rinforzare ulteriormente un telaio già molto competitivo (su tutti il regista Antonioli, il cui apporto non si rivelerà però pari alle attese, la punta Lucidi e la giovane promessa Ginestra). Dopo un'ottima partenza ed una crisi di risultati coincisa con un doppio lungo infortunio del bomber Cancellato, con i playoff sfumati solo all'ultimo, la squadra giunge comunque alla vittoria della Coppa Italia Serie C. Il finale di campionato, con il mancato raggiungimento degli importanti obiettivi in cui la piazza aveva ormai riposto più di una speranza, porta però alcune incomprensioni tra società e guida tecnica, sfociate con la mancata conferma dell'allenatore De Biasi (nonostante avesse ancora un anno di contratto). I successivi sono campionati piuttosto anonimi: il giocatore più interessante di quel periodo fu certamente Sergio Pellissier, giunto per 2 campionati in prestito dal Chievo.
L'era della coppia Di Nardo e Pagliuso
Visti i problemi economici che colpiscono la CoopCostruttori, la società è acquisita dal cosentino Paolo Fabiano Pagliuso (all'epoca, proprietario e Presidente del Cosenza) cedendo però la carica presidenziale a Lino Di Nardo, commercalista cosentino ed uomo di fiducia del nuovo "patron". Essi scelgono come primo allenatore del loro ciclo l'ex allenatore del Cesena Walter De Vecchi. Del precedente ciclo rimangono solo 9 giocatori, tra cui il portiere Andrea Pierobon, il centrocampista e futuro allenatore della Spal Stefano Vecchi e l'attaccante Gianluca Temelin. Il mercato porta numerosi giocatori dal Cosenza alla Spal tra cui Luca Altomare, Marco Colle, Fabio Di Sole e Tommaso Tatti. La rivoluzione continua con gli arrivi degli attaccanti Fabio Artico, Mario La Canna e Daniele Cacia, i centrocampisti Carlos Aurellio, Francesco Paonessa e Salvatore Papa, i difensori Francesco Zanoncelli e Paolo Minardi. La rivoluzione però non fa ottenere subito dei buoni risultati alla squadra ferrarese, e solo con l'esonero di Walter De Vecchi e l'arrivo in panchina di Giuliano Sonzogni la squadra si riprende e chiude il campionato al 13º posto, anche a causa di gravi vicende che portano all'arresto di Pagliuso ed al congelamento dei suoi beni. La ripresa nel finale di stagione vale la riconferma dell'allenatore per la stagione 2003/2004, la campagna acquisti vede alcuni rinforzi, tra cui Andy Selva e Davide Succi, in un'ottica però di complessivo ridimensionamento dovuta alle vicende extrasportive del proprio patron. La stagione sembra ripercorrere quella precedente, infatti dopo una serie di risultati negativi viene richiamato Giancesare Discepoli che grazie alla sua esperienza riesce a portare la Spal ad un ottimo 9º posto. La stagione 2004/2005 è amara: la panchina viene affidata a Massimiliano Allegri dopo il rifiuto dello stesso Discepoli a proseguire l'avventura. A causa della profonda crisi societaria non è possibile investire per potenziare la squadra (su tutti, si ricorda il mancato rinnovo del contratto di Raffaele Cerbone, uno dei motivi alla base del passo indietro di Discepoli). La stagione si conclude con il 9º posto in campionato. La successiva estate vede una campagna acquisti all'insegna del rinnovamento, con l'ingaggio del tecnico Ezio Glerean e l'arrivo di molti nuovi giocatori. Tuttavia, in un caldo giorno di mezza estate la gloriosa vecchia Spal viene esclusa da tutti i campionati a causa del fallimento societario dovuto ad un dissesto finanziario.
L'arrivo di Gianfranco Tomasi
Nel 2005 fu istituita la Spal 1907. La squadra fu iscritta al campionato di Serie C2 2005/06. Il Presidente diventa Gianfranco Tomasi, imprenditore edile di Comacchio, che subito non lesina impegno e mezzi economici. Dopo una prima stagione partita in ritardo a seguito della riammissione grazie al Lodo Petrucci, in cui si è ottenuta una stiracchiata salvezza, nei due successivi campionati vengono allestite formazioni con l'intento di puntare alla promozione in C1, ingaggiando giocatori che avrebbero dovuto rappresentare delle eccellenze per la C2 quali il capocannoniere del girone A Nicola Bisso, lo svizzero ex Napoli e Lecce David Sesa, l'argentino ex Palermo e Padova Christian La Grotteria ed il ritorno dell'ex romanista Cristian Servidei, uno degli artefici della doppia cavalcata dalla C2 alla B. In entrambi i tentativi, però, la squadra viene eliminata ai playoff, nel 2006/2007 contro la Paganese e nel 2007/2008 contro il Portogruaro.
L'era Butelli e la rinuncia alla Lega Pro
A seguito di contestazioni di una parte della tifoseria più accesa che a più riprese lo invita ad andarsene, imputandogli soprattutto il mancato riacquisto all'asta del marchio della vecchia Spal (andato all'ex vicepresidente Benasciutti per 232.000 Euro e ancora oggi in suo possesso), Tomasi cede nel giugno del 2008 il pacchetto di maggioranza all'imprenditore lucchese di origine emiliana Cesare Butelli. Tomasi lascia a Butelli una società finanziariamente in regola, questo fattore si rivela di fondamentale importanza quando nel luglio 2008 la società viene ripescata (insieme a Pro Patria e Lanciano) nel campionato di C1, ora denominato Prima Divisione Lega Pro. Complice l'improvviso ripescaggio, il nuovo presidente Butelli (affidatosi a Gianbortolo Pozzi come direttore generale) è costretto a cambiare l'impostazione del mercato estivo, presentando ai nastri di partenza del campionato una formazione che punta al mantenimento della categoria. La squadra, affidata all'emergente trainer Aldo Dolcetti ed in cui spicca il giovane centravanti marocchino Rachid Arma, parte molto bene per poi calare vistosamente verso fine campionato. Al termine della stagione 2008/09 la SPAL si classifica al sesto posto della graduatoria e viene esclusa dai playoff, nonostante l'inutile vittoria contro il Pergocrema per 2 a 1 all'ultima giornata, successo reso vano dai pareggi di Padova e Reggiana alle quali serviva un punto per giocarsi gli spareggi promozione. La stagione 2009/10 dei biancazzurri non parte nel modo migliore, complici anche alcune discutibili scelte di mercato come la cessione dell'attaccante-rivelazione Arma dopo la seconda giornata di campionato, senza avere nel frattempo scelto un sostituto, rimpiazzandolo soltanto un paio di mesi dopo con lo svincolato centravanti Giacomo Cipriani. L'andamento negativo della squadra dopo le prime tredici giornate convince la dirigenza spallina ad esonerare mister Aldo Dolcetti, chiamando al suo posto Egidio Notaristefano. Il neo-tecnico risolleva le sorti della SPAL che, dall'ultimo posto di inizio gennaio, si classifica settima all'ultimo turno battendo il Foggia per 3 a 0, regalandosi l'ingresso nella Tim Cup dell'anno successivo e condannando i pugliesi a disputare i playout per non retrocedere. Il campionato 2010/2011 della truppa guidata da mister Notaristefano prima e Gian Marco Remondina poi, è un fallimento totale: durante il mercato estivo viene assemblata una squadra con l'intento di ambire alle posizioni nobili della classifica, confermando i migliori giocatori della stagione precedente (Cipriani e Zamboni su tutti) e completando la rosa con elementi di qualità come Ravaglia, Melara e Fofana. L'avvio è ottimo fino a Natale, con la squadra stabilmente nelle prime posizioni. Da quel momento una grossa involuzione di gioco e di prestazioni, complice l'infortunio del bomber Cipriani, che lo costringerà fuori quasi per l'intero girone di ritorno, sfociano in un'impressionante serie di risultati negativi. Il traguardo dei playoff che si era prefissata la triade Butelli, Bena, Pozzi resta un miraggio. Il campionato 2011/2012 non inizia sotto i migliori auspici: partita con una squadra molto giovane e con il dichiarato intento di abbattere al massimo il monte-ingaggi sfruttando al contempo i contributi previsti per l'utilizzo dei giocatori "under", la società del presidente Butelli si ritrova subito con 2 punti di penalizzazione per inadempienze economiche (mancata corresponsione entro il termine del 16 maggio di contributi relativi agli emolumenti di Gennaio, Febbraio e Marzo)[3]. Dopo una partenza assai difficile dal punto di vista sportivo (solo 15 punti "sul campo" al termine del girone d'andata), alla successiva scadenza del 14 Novembre la società è nuovamente inadempiente rispetto ai pagamenti degli emolumenti e dei contributi dei dipendenti, perdendo il diritto ai contributi per l'utilizzo dei giovani[4] e subendo un'ulteriore penalizzazione di 2 punti da scontare in campionato. La serie degli inadempimenti non si interrompe nemmeno alla scadenza di Febbraio, e questo costa alla Spal altri 4 punti in classifica, penalizzazione confermata nonostante un tentativo di appello da parte della società. La Spal risulta quindi la società del proprio girone maggiormente penalizzata, con un totale di 8 punti sottratti alla propria classifica, una situazione mai verificatasi in tutta la sua gloriosa storia. L'assai precaria situazione finanziaria della società si riflette anche in campo legale, con alcuni dipendenti e fornitori che presentano istanze di fallimento per recuperare le proprie spettanze. Il fallimento viene scongiurato grazie all'azione degli imprenditori ferraresi Moretti e Mazzoni che, con la collaborazione del commercialista Zanardi, costituiscono una società denominata ArsLab con lo scopo di convogliare in essa varie forze economiche locali, al fine di rilevare da Butelli la proprietà della Spal. Questa azione convince il giudice a concedere alcune proroghe alla società al fine di verificare la possibilità di risanamento finanziario. Al termine della stagione regolare la Spal si piazza quart'ultima con 34 punti (42 sul campo) e nei playout pesca il Pavia terz'ultimo. Nella gara d'andata del 20 Maggio i biancazzurri impattano 0-0 in trasferta ma sette giorni dopo al "Paolo Mazza" vengono sconfitti 2-0 dai lombardi e retrocedono amaramente in Seconda Divisione Lega Pro. Ancora una volta però le maggiori preoccupazioni del popolo spallino non riguardano la sorte sportiva ma quella societaria, in quanto l'udienza fallimentare di Giugno e le successive scadenze imposte dalla Lega rappresenteranno il vero ed ultimo banco di prova per la sopravvivenza stessa della Spal. Il 13 luglio viene esclusa dal campionato 2012-2013 per problemi economici e il 16 luglio non presenta ricorso.
La nuova Real Spal
A seguito dell'esclusione della società Spal 1907 dai campionati, il Sindaco di Ferrara invita tutti i soggetti potenzialmente interessati alla ripartenza del calcio a Ferrara a presentare una dichiarazione comprendente il proprio business plan. L'unica cordata a farsi avanti è quella creatasi attorno alla figura dell'imprenditore sammarinese Oreste Pelliccioni, comprendente anche le figure dell'ex vicepresidente dell'era-Pagliuso (nonché detentore del marchio storico) Roberto Benasciutti e dell'esperto ds Roberto Ranzani, che dovrebbe contare sulla base di un pool di imprenditori-finanziatori provenienti da varie parti d'Italia. La base societaria è composta inizialmente da Benasciutti al 95% e da Ranzani per il restante 5%, quote che nelle intenzioni dovrebbero però variare al momento dell'ingresso dei nuovi soci facenti riferimento a Pelliccioni. Al Sindaco viene prospettata una capacità di investimento di 5 milioni di Euro in 3 anni. La nascitura società (denominata Real Spal) può anche giovarsi dell'utilizzo del marchio storico, portato in dote da Benasciutti.
Il Sindaco accetta la proposta ed a fine Luglio si reca presso i vertici federali per chiedere l'affiliazione della nuova società alla Serie D, il massimo ottenibile: richiesta accolta. Per la città emiliana, che non era mai scesa sotto la Serie C2, si tratta del punto più basso della sua storia sportiva.
La nuova società si mette all'opera per la costruzione della squadra, ma ben presto sorgono numerose difficoltà da affrontare: il nuovo campionato prevede l'obbligo di schierare sempre in campo almeno 4 giocatori giovani (un under 20, due under 19 ed un under 18) e l'essere partiti con circa un mese di ritardo complica non poco il reperimento di elementi "under" adatti alla categoria: i migliori sono già accasati altrove ed anche la vecchia Berretti è ormai disciolta con i giocatori più ambiti già emigrati verso altri lidi.
Alle difficoltà sportive si aggiungono poi nuove difficoltà societarie: già alla definizione dell'organigramma societario (che prevede Ranzani nuovo Presidente e Benasciutti suo vice) non è più presente la figura di Pelliccioni, poiché Benasciutti e Ranzani dichiarano che alla prova dei fatti non v'è traccia dei nuovi soci da lui promessi. Lo stesso Benasciutti si fa quindi carico di saldare in prima persona le quote d'iscrizione al nuovo campionato.
L'essere partiti da zero e con circa un mese di ritardo rispetto alla concorrenza non aiuta certo il lavoro di allestimento della rosa, che viene però comunque assemblata in maniera competitiva e senza ricorrere a folli esborsi economici. Questo grazie alle grandi doti di Roberto Ranzani, che scommette su un allenatore vincente e conoscitore della categoria (David Sassarini, inspiegabilmente esonerato l'anno precedente mentre era alla guida del Venezia primo in classifica) e soprattutto intuisce di puntare su giocatori ferraresi in cerca di rilancio e legati alla piazza. Così la Spal può contare dall'inizio su atleti del calibro di Davide Marchini (un recente passato in serie A, da protagonista), Edoardo Braiati ed Alessandro Marongiu, a cui in seguito si aggrega anche Gianluca Laurenti (che in estate pareva destinato ad un approdo sicuro in serie B). Completano la rosa due attaccanti provenienti da categorie superiori (Rocchi e Pignatta, con quest'ultimo che verrà lasciato libero dopo un paio di mesi a causa di guai fisici), alcuni elementi di sicuro affidamento per la categoria (Cintoi, Nodari, Calistri, Paris) ed un manipolo di giovani di belle speranze, tra cui il portiere Gallo e l'esterno Piras, ex Spal 1907. Le prime giornate sono un saliscendi a livello di prestazioni, con la squadra che fa solo intravvedere a tratti le proprie reali potenzialità, complici il poco amalgama dei giocatori e la deficitaria condizione fisica, che sfocia anche in una sequenza impressionante di infortuni, soprattutto in attacco, dove i due attaccanti della rosa restano fuori per più della metà del girone di andata, con mister Sassarini costretto spesso a ricorrere a soluzioni di emergenza (Marchini o Piras a giostrare da centravanti). Il rientro dagli infortuni del centrattacco Rocchi, parallelamente ad una crescita generale di amalgama e condizione, consentono alla Spal di acquisire un'ottima continuità di rendimento, culminata con il pirotecnico 1-4 a Castenaso (squadra che aveva battuto i biancazzurri nel precedente di Agosto in Coppa Italia) ed il 2-0 casalingo alla quotatissima Pistoiese. Il mercato di riparazione vede per la Spal l'arrivo dell'attaccante Cubillos dal Real Vicenza, oltre ad alcuni elementi per rimpolpare la batteria degli under. Le operazioni in uscita sono le separazioni consensuali con Mazzoli, Pignatta e Paris: se per i primi due il motivo è da attribuirsi alla condizione fisica, per l'ultimo si tratta di scelta tecnico-economica in considerazione degli arrivi a stagione inoltrata di Laurenti e Cubillos, che renderebbero sovraffollato il reparto esterni.
L'obiettivo di puntare ai piani alti della classifica muta però, sin dai primi mesi del 2013, in una dura presa d'atto di una triste realtà: la società non ha le risorse per provvedere ai rimborsi spese per i mesi successivi a Dicembre. Ad un primo periodo in cui i vertici societari tentano di minimizzare la portata del problema assicurando di adoperarsi per porre rimedio al più presto, segue un clamoroso sciopero dei giocatori, che il 13 Febbraio rifiutano di allenarsi denunciando pubblicamente la situazione, a loro avviso non più sostenibile. Lo stato delle cose non muta nei mesi successivi con la squadra che, priva ormai della necessaria serenità, incappa in una lunga serie di risultati negativi, non riuscendo a vincere nemmeno uno scontro diretto con le rivali più accreditate, terminando il campionato solo per onor di firma e con molti giocatori che non si allenano nemmeno più durante la settimana.
L'azionista di maggioranza Roberto Benasciutti, fiancheggiato dal Comune di Ferrara, si attiva alla ricerca di nuovi partner che permettano maggiore solidità alla compagine societaria. Seguono diversi incontri, i più importanti dei quali con gli attuali proprietari della Giacomense e con una cordata romana facente capo all'ex giocatore francese Vincent Candela. Il 5 Maggio 2013 la SPAL saluta un'altra stagione fallimentare, rimediando a Castelfranco una pesante sconfitta per 4-1 nell'ultima partita di campionato del girone D della serie D, classificandosi settima.
Cronistoria
Cronistoria della SPAL | |
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Stadio
Dal 1982 lo stadio comunale di Ferrara è intitolato a Paolo Mazza, il presidente dei sedici campionati di serie A della squadra. È attivo dal 1928, sebbene - come detto - la SPAL lo occupi in pianta stabile soltanto dal 1951.
Giocatori celebri
Presidenti e allenatori
- 1908-11 – Don Pietro Acerbis
- 1911-12 – Conte Buosi
- 1912-15 – Aminta Gulinati
- 1919-21 – Antonio Santini
- 1921-24 – Enrico Bassani
- 1924-27 – Gaetano Ridolfi
- 1927-28 – Giannino Bonfiglioli
- 1928-31 – On. Ferri
- 1931-32 – Giuseppe Turbiani e Carlo Osti
- 1932-33 – Comm. Gandini
- 1933-34 – Umberto Barbè (commissario straordinario) poi Giulio Divisi
- 1934-35 – Luigi Orsi
- 1935-36 – Giovanno Argazzi
- 1936-37 – Nino Fiorini
- 1937-39 – Angelo Vissoli
- 1939-41 – Annio Bignardi
- 1941-43 – Augusto Caniato
- 1945-46 – Edmondo Bucci
- 1946 – Canè
- 1947-77 – Paolo Mazza
- 1977-85 – Primo Mazzanti
- 1985-86 – Giorgio Rossatti
- 1986-89 – Francesco Nicolini
- 1989-90 – Albersano Ravani
- 1990-96 – Giovanni Donigaglia
- 1996-97 – Vanni Guzzinati
- 1997-02 – Giovanni Donigaglia
- 2002-05 – Lino Di Nardo
- 2005-08 – Gianfranco Tomasi
- 2008-12 – Cesare Butelli
- 2012 – Roberto Ranzani
- 1919-22 – Carlo Marchiandi
- 1922-23 – Armand Halmos
- 1923-24 – Giuseppe Ticozzelli
- 1924-27 – Walter Alt
- 1927-28 – Carlo Osti, poi Carlo Marchiandi, poi Béla Károly
- 1928-29 – Béla Károly
- 1929-31 – György Hlaway
- 1931-32 – Francesco Mattuteia poi poi Adolf Mora Murer
- 1932-33 – Adolf Mora Murer poi Walter Alt
- 1933-34 – Walter Alt
- 1934-35 – Mihail Baiacics
- 1935-36 – György Hlaway poi Guido Testolina
- 1936-37 – Paolo Mazza
- 1937-39 – Euro Riparbelli
- 1939-42 – Paolo Mazza con Giorgio Armari
- 1942-43 – Giorgio Armari con Aurelio Guzzinati e Bruno Maini
- 1945-46 – József Violak
- 1946-47 – Guido Testolina
- 1947-48 – Giuseppe Marchi
- 1948-49 – Bruno Vale
- 1949-54 – Antonio Janni
- 1954-55 – Bruno Biagini
- 1955-56 – Fioravante Baldi
- 1956-58 – Paolo Tabanelli
- 1958-59 – Fioravante Baldi
- 1959-60 – Fioravante Baldi poi Serafino Montanari
- 1960-61 – Luigi Ferrero
- 1961-62 – Luigi Ferrero poi Serafino Montanari
- 1962-63 – Serafino Montanari poi Aurelio Marchese
- 1963-64 – Giacomo Blason poi Giovan Battista Fabbri
- 1964-65 – Giovan Battista Fabbri poi Francesco Petagna
- 1965-68 – Francesco Petagna
- 1968-69 – Francesco Petagna poi Serafino Montanari infine Giovan Battista Fabbri
- 1969-70 – Giovan Battista Fabbri poi Tito Corsi
- 1970-72 – Cesare Meucci
- 1972-73 – Eugenio Fantini poi Mario Caciagli
- 1973-74 – Mario Caciagli
- 1974-75 – Mario Caciagli poi Guido Capello
- 1975-76 – Francesco Petagna poi Umberto Pinardi infine Guido Capello
- 1976-77 – Guido Capello poi Giovanni Ballico con Ottavio Bugatti e Ottavio Bianchi poi Ottavio Bugatti infine Luisito Suarez
- 1977-80 – Mario Caciagli
- 1980-81 – Giovan Battista Rota
- 1981-82 – Giovan Battista Rota poi Ugo Tomeazzi
- 1982-83 – Gaetano Salvemini poi Giovanni Seghedoni
- 1983-84 – Giovanni Galeone
- 1984-85 – Giovanni Galeone poi Giancarlo Danova infine Giovanni Galeone
- 1985-86 – Giovanni Galeone
- 1986-87 – Ferruccio Mazzola
- 1987-88 – Giancarlo Cella poi Giovan Battista Fabbri
- 1988-89 – Giorgio Veneri poi Francesco Paolo Specchia
- 1989-90 – Luciano Magistrelli poi Nello Santin
- 1990-91 – Paolo Lombardo poi Giovan Battista Fabbri D.T. con Luigi Pasetti all.
- 1991-92 – Giovan Battista Fabbri D.T. con Giancesare Discepoli all.
- 1992-93 – Giovan Battista Fabbri D.T. con Giancesare Discepoli all. poi Rino Marchesi poi Giovan Battista Fabbri D.T. con Giancesare Discepoli all. infine Giancesare Discepoli
- 1993-94 – Giancesare Discepoli
- 1994-95 – Giancesare Discepoli poi Vincenzo Guerini
- 1995-96 – Vincenzo Guerini poi Salvatore Bianchetti
- 1996-97 – Salvatore Bianchetti poi Alfredo Magni
- 1997-99 – Giovanni De Biasi
- 1999-00 – Giancarlo D'Astoli
- 2000-01 – Alessandro Scanziani poi Mauro Melotti
- 2001-02 – Mauro Melotti poi Fabio Perinelli infine Mauro Melotti
- 2002-03 – Walter De Vecchi poi Giuliano Sonzogni
- 2003-04 – Giuliano Sonzogni poi Giancesare Discepoli
- 2004-05 – Massimiliano Allegri
- 2005-06 – Paolo Beruatto poi Walter Nicoletti
- 2006-07 – Leonardo Rossi
- 2007-08 – Francesco Buglio poi Roberto Labardi infine Angelo Alessio
- 2008-09 – Aldo Dolcetti
- 2009-10 – Aldo Dolcetti poi Egidio Notaristefano
- 2010-11 – Egidio Notaristefano poi Gian Marco Remondina
- 2011-12 – Stefano Vecchi
- 2012-13 – David Sassarini
Rosa
Rosa aggiornata al 1 settembre 2012[5]
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Palmarès
Campionati nazionali
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
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A |
21 | 1920-1921 | 1967-1968 |
B |
25 | 1925-1926 | 1992-1993 |
C |
44 | 1929-1930 | 2011-2012 |
D |
1 | 2012-2013 | 2012-2013 |
In 90 stagioni sportive dall'esordio a livello nazionale nel 1921: sono compresi 4 tornei di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione (A), 5 tornei fra Seconda Divisione e Cadetteria Alta Italia (B), e 6 campionati di Serie C2. In precedenza la SPAL aveva esordito in due tornei vari del Comitato Regionale Emiliano.
La SPAL è la primatista assoluta di presenze nel campionato di Serie C1/Prima Divisione (23).
I tifosi
A Ferrara il movimento ultras nasce a metà degli anni '70 e trova la sua massima espansione negli anni '80 e '90 con i gruppi Gioventù Estense e Astra Alcool.
Pur non avendo goduto di un grosso ricambio generazionale, a causa di un ventennio avaro di successi sportivi, il movimento ultras a Ferrara rimane tuttora attivo e vitale.
A partire dalla stagione 2011-2012 nasce il movimento Estensi Curva Ovest, cuore pulsante della Curva Campione allo Stadio Paolo Mazza.
Note
- ^ (EN) Rsssf.com all-time Serie A table (calcolata assegnando due punti per vittoria, dati aggiornati alla stagione 2010-2011)
- ^ LND
- ^ (IT) Spal1907.net (Dal sito ufficiale Spal1907)
- ^ (IT) www.ilrestodelcarlino.it (Da "il Resto del Carlino" del 14/11/2011)
- ^ (IT) http://www.lospallino.com/rosa-spal
Bibliografia
- Ferrara e il calcio, di Carlo Fontanelli e Paolo Negri, Geo edizioni, 2009
- Ennio Guirrini, La Spal a modo mio., 2011, Este Edition. ISBN 978-88-96604-55-7.
- http://www.lospallino.com/rosa-spal