Diocesi di Viviers

diocesi della Chiesa cattolica in Francia

La diocesi di Viviers (in latino: Dioecesis Vivariensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Lione. Nel 2010 contava 281.220 battezzati su 316.221 abitanti. È attualmente retta dal vescovo François Marie Joseph Pascal Louis Blondel.

Diocesi di Viviers
Dioecesis Vivariensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Lione
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoFrançois Marie Joseph Pascal Louis Blondel
Vicario generaleMichel Villedieu
Presbiteri139, di cui 103 secolari e 36 regolari
2.023 battezzati per presbitero
Religiosi65 uomini, 569 donne
Diaconi15 permanenti
 
Abitanti316.221
Battezzati281.220 (88,9% del totale)
StatoFrancia
Superficie5.556 km²
Parrocchie24
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleSan Vincenzo
Santi patroniSan Vincenzo di Saragozza
IndirizzoB.P. 1, 07220 Viviers-sur-Rhone, France
Sito webcatholique-ardeche.cef.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2011 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
Statua del Sacro Cuore a Viviers

Territorio

La diocesi corrisponde al dipartimento francese dell'Ardèche.

Sede vescovile è la città di Viviers, dove si trova la cattedrale di San Vincenzo. A Lablachère si trova la basilica minore di Nostra Signora del Buon Soccorso, mentre a Lalouvesc si trova un'altra basilica, quella di San Francesco Régis.

Il territorio si estende su 5.556 km² ed è suddiviso in 3 zone pastorali (Aubenas et Bas-Vivarais; Boutières et Haut-Vivarais, e Vallée du Rhône). A partire dal 2003 l'organizzazione territoriale è stata completamente rivista ed il numero delle parrocchie, che nel 2000 ammontava a 368, è stato ridotto a 24.

Parrocchie

Le 24 "nuove" parrocchie:

  • Saint Andéol d’Ardèche
  • Charles de Foucauld
  • Saint François d’Ouvèze Payre
  • Saint Jean du Pays de Privas
  • Saint Michel du Rhône
  • Saint Pierre de Crussol
  • Saint Luc des Coteaux et de Tournon
  • Sainte Croix du Rhône
  • Saint Christophe lès Annonay
  • Sainte Claire d’Annonay Vocance
  • Saint François Régis
  • Saint Agrève en Vivarais
  • Saint Basile entre Doux et Dunière
  • Notre Dame des Boutières
  • Sacré Coeur en Val d’Eyrieux
  • Notre Dame de la Montagne
  • Saint Roch en Pays de Vals
  • Bienheureuse Marie Rivier en Val d’Ardèche
  • Saint Benoît d’Aubenas
  • Sainte Marie de Berg et Coiron
  • Saint Joseph au Pays de Ligne
  • Sainte Thérèse des Cévennes
  • Saints Pierre et Paul de Païolive
  • Saint Martin du Sampzon

Storia

Secondo la tradizione, il territorio dell'attuale dipartimento dell'Ardèche fu evangelizzato da un gruppo di missionari, inviati in Gallia da Policarpo di Smirne, tra i quali si distinse il suddiacono sant'Andeolo, ricordato nel Vetus Martyrologium Romanum alla data del 1º maggio; i missionari subirono il martirio all'epoca dell'imperatore Settimio Severo (fine II - inizio III secolo).

La diocesi fu eretta nel IV secolo. Prima sede episcopale fu la città di Alba Helviorum, corrispondente all'odierna Alba-la-Romaine[1]. Le fonti ricordano come primo vescovo Januarius. Quando i barbari misero a ferro e a fuoco Alba, i vescovi trasferirono la loro sede nella città di Viviers, presumibilmente nella seconda metà del V secolo. Il primo vescovo documentato con certezza è san Venanzio, che prese parte al concilio di Epaon nel 517.

Originariamente la diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Arles, come stabilito da una decretale di papa Zosimo (417-418), confermata da Leone Magno nel 450. La situazione rimase invariata fino alla decisione di papa Callisto II nella prima metà dell'XII secolo, che assegnò la sede di Viviers alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Vienne.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi fu soppressa ed il suo territorio accorpato a quello della diocesi di Mende.

Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede di Viviers. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, questa decisione non ebbe alcun effetto.

Il 6 ottobre 1822 la diocesi fu definitivamente ristabilita con la bolla Paternae charitatis dello stesso papa Pio VII e da allora comprende quasi tutto il territorio dell'antica diocesi di Viviers così come porzioni delle diocesi di Valence, di Vienne, di Le-Puy e di Uzès e divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Avignone.

Nel 1901 nella cappella del seminario di Viviers venne ordinato sacerdote Charles de Foucauld, beatificato da papa Benedetto XVI nel 2005.

L'8 dicembre 2002 la diocesi è tornata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Lione.

Cronotassi dei vescovi

Il più antico catalogo dei vescovi di Viviers è contenuto in un documento della metà del X secolo, attribuito al vescovo Tommaso II e chiamato con il nome di Charta vetus. Il documento è ritenuto attendibile benché dei 18 vescovi ivi contenuti pochi sono quelli attestati da documenti esterni alla Charta.[2]

Vescovi di Alba Helviorum

  • Sant'Ianuario †
  • San Settimio †
  • San Maspiciano †
  • San Melanio I † (menzionato nel 396 ?)[3]
  • Sant'Ausonio †

Vescovi di Viviers

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2010 su una popolazione di 316.221 persone contava 281.220 battezzati, corrispondenti all'88,9% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 220.000 248.000 88,7 497 467 30 442 86 1.600 372
1969 220.000 257.927 85,3 411 378 33 535 33 1.950 202
1980 230.000 259.000 88,8 296 296 777 33 1.163 372
1990 245.000 280.000 87,5 307 239 68 798 3 104 820 376
1999 257.000 285.700 90,0 220 175 45 1.168 7 94 797 368
2000 259.000 288.000 89,9 215 172 43 1.204 7 88 760 368
2001 261.000 290.000 90,0 207 163 44 1.260 7 90 757 368
2002 257.423 286.023 90,0 199 152 47 1.293 7 94 753 368
2003 250.000 286.000 87,4 190 145 45 1.315 7 90 708 48
2004 250.000 286.000 87,4 177 135 42 1.412 7 89 683 48
2005 251.000 287.100 87,4 173 133 40 1.450 7 91 672 24
2010 281.220 316.221 88,9 139 103 36 2.023 15 65 569 24

Note

  1. ^ Dal Medioevo fino al 1904 la città aveva il nome di Aps, che mutò nell'attuale a ricordo dell'antica civitas romana.
  2. ^ La presente cronotassi segue quella proposta da Duchesne, che si attiene all'ordine dei vescovi della Charta, mentre Gallia christiana, pur riferendosi alla stessa fonte, propone un ordine diverso. La cronotassi di Gams segue quella di Gallia christiana con l'esclusione dei primi vescovi.
  3. ^ Questo vescovo è escluso da Gallia christiana, perché identificato con l'omonimo del VI secolo; la stessa fonte inserisce al suo posto i vescovi Eucherio, Firmino, Aulo e Eumachio che la Charta menziona più avanti. Anche Rouchier anticipa un vescovo, Aulo (chiamato Avolo). Secondo Duchesne, Melanio I potrebbe essere quel Melanio presente al concilio di Nimes nell'ottobre 396.
  4. ^ Questo vescovo è ammesso da Duchesne e da Yves Esquieu (La cathédrale Saint-Vincent de Viviers, pp. 317-331, in Congrès archéologique de France. 150e session. Moyenne vallée du Rhône. 1992, Société Française d'Archéologie, Parigi 1995). Secondo Duchesne, le altre fonti hanno scartato Promotus in quanto il termine è stato interpretato come un aggettivo e non come un nome proprio.
  5. ^ Eulalio, assente nella Charta, è ammesso da Gallia christiana e da Rouchier, mentre Duchesne lo esclude decisamente in quanto frutto dei lavori di un noto falsario, Polycarpe de la Rivière. Avrebbe partecipato ai concili nazionali dal 452 al 464; Gams tuttavia non inserisce alcun dato cronologico.
  6. ^ Nella Charta Firmino precede Eucherio; nella vita di sant'Aulo invece, lo segue. In Gallia christiana e in Gams, i vescovi Firmino, Eucherio, Aulo e Eumachio sono anticipati dopo Maspiciano.
  7. ^ Ardulfo è l'ultimo vescovo menzionato nella Charta vetus.
  8. ^ Ammesso da Rouchier e Gallia christiana, ma assente in Duchesne.
  9. ^ Così Eubel (vol. I, p. 533); il Gams riporta la data del 1319.
  10. ^ Non diede le dimissioni, come deciso da papa Pio VII con la Qui Christi Domini.

Fonti

Voci correlate

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