Marco Petelio Libone

politico romano


Marco Petelio Libone (... – ...) è stato un politico romano.

Marco Petelio Libone
Console della Repubblica romana

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Consolato314 a.C.

Biografia

Fu eletto console nel 314 a.C., con il collega Gaio Sulpicio Longo[1]. I due consoli rilevato il comando dell'esercito dal dittatore Quinto Fabio Massimo Rulliano, posero l'assedio a Sora, che presero con l'aiuto di un traditore[2].

«Sora era già conquistata, quando all'alba arrivarono i consoli che accettarono la resa di quanti per motivi contingenti erano rimasti in città dopo la strage notturna e la fuga. Ne vennero condotti a Roma in catene 225, quelli cioè che l'opinione pubblica additava come primi responsabili dell'infausto massacro di coloni e della defezione. Il resto della popolazione fu lasciato incolume a Sora, dove venne insediato un presidio armato. Gli uomini deportati a Roma furono bastonati e decapitati in pieno Foro»

Successivamente i due consoli, rivolsero gli eserciti contro gli Ausoni, riuscendo a catturare le città di Ausona, Minturno e Vescia, grazie al tradimento di dodici nobili Ausoni[3].

Quindi, saputo che gli abitanti di Lucera, avevano consegnato la guarnigione romana ai Sanniti, l'esercito si spostò in Apulia, prendendo la città al primo assalto. In Senato si discusse a lungo della sorte di Luceria, e alla fine si decise di inviare 2.500 coloni romani[4].

Intanto, le voci di un'insurrezione in preparazione a Capua, portò alla nomina a dittatore di Gaio Menio Publio[5].

Successivamente gli eserciti romani, condotti dai due consoli, affrontarono i Sanniti in campo aperto in Campania, riportando una chiara vittoria[6].

«Ormai i Romani stavano prevalendo su tutta la linea e i Sanniti, smesso il combattimento, vennero uccisi o fatti prigionieri, fatta eccezione per quelli che ripararono a Malevento, la città che oggi si chiama Benevento. Stando alla tradizione, 30.000 Sanniti sarebbero stati uccisi o fatti prigionieri.»

Note

  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 24.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 24.
  3. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 25.
  4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 25.
  5. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 26.
  6. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 27.

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