Pandosia Bruzia

antica città del Bruzio
                    (Pandosia bruzia tra mito e realtà)

Non tutti sanno che, esistevano due Pandosia,una lucana ed una Bruzia, infatti anche lo storico e geografo Strabone ne fa chiaro riferimento distinguendo le due città omonime, lo stesso dicasi dello storico Tito Livio quando narra le vicende delle ultime fasi delle guerre puniche nel 204-203 a.c. Probabilmente,per aumentare l'importanza della vittoria a favore dell'esercito romano,raccontò più volte lo stesso episodio, di come,cioè, l'esercito romano conquistò Clampetia e di come,a seguito di ciò ,si arresero anche Cosenza e Pandosia ed altre città (ignobiles aliae civitates) cioè di scarsa importanza, e che l'anno succesivo si consegnarono al console Gneo Servilio : Cosenza, Aufugum(aufugo)cioè(Montalto-Uffugo), Berge, Ocriculum (Ocricolo,anche se alcuni storici dicono si tratti di Acriculum)Acri?,Besidie (Bisignano),Linfeo=Liuthi-Liutti(luzzi),Clampetia=Lampeteia-(L)Amantea),naturalmente questi accostamenti sono solo molto somiglianti a quelli di alcuni comuni presenti nel territorio del Cosentino, anche se obbietivamente da alcune recenti campagne di scavo, in alcune di queste città i reperti archeologici rivenvenuti sono molto promettenti, perchè pertinenti proprio al quel preciso periodo storico. Sulla mitica città di Pandosia Bruzia molto si è scritto, fiumi d'inchiostro ed eminenti storici nonchè archeologici si sono cimentati per trovarne il sito ed i resti, eppure la metropoli dei bruzi secondo Strabone era Cosenza,ma della città antica non resta nulla, pochi frammenti, mentre di Pandosia cosa sappiamo? Era la città più antica del popolo Osco-Bruzio, forse la città più antica dell'Italia allora conosciuta, perfino dai greci invasori,dove avevano residenza regale i re dell'antica Italia, molto tempo prima che la città di Roma venisse fondata, il loro re mitico era re Italo che trasformò il popolo semi-nomade in popolo residente e trasformò i pastori in contadini, istituì banchetti comuni e reciproche leggi. Questo popolo, gli Italici, dapprima furono cacciati dalle loro terre dai greci, sopratutto da quelle più fertili. in seguito, divenuti più forti, più determinati e organizzati, anche nel guerreggiare,iniziarono una guerra senza quartiere contro igli invasori greci delle polis, quali Sibari, Crotone, Lamezia,Reggio, Terina,Squillace,e tante altre città minori, con la ferma decisione di distruggere l'elemento greco ,loro odiato nemico.Quando i greci si resero conto, che ormai non potevano più contrastare la forza militare bruzia ,chiesero aiuto alla madre patria che inviò svariati contingenti militari grazie ai quali , per brevi periodi, riuscirono a riprendersi solo parte delle conquiste fatte dai bruzii.Questo solo sino a quando arrivarono i romani con il loro esercito che dopo una lunga battaglia durata diversi anni, degenerata nell'ultima fase più in una guerriglia vera e propria nei confronti delle popolazioni ormai decimate dei Bruzi, comportò la deportazione,di intere popoloziani e la ditruzione di alcune città simbolo della ribellione fra queste, Pandosia e Clampetia simbolo per antonomasia della storia dei Bruzi.Pandosia era considerata città fortezza dalla maggioranza degli storici dell'epoca, compreso Strabone e Tito Livio, Appiano. Di questa città,numerosa di popolo ed estesa su tre colli alquanto distanti tra loro e ricca di acque, ne fanno cenno una imfinità di storici,descritta come una città ricca più di ogni altra città dei Bruzii, definita (Basileum)città regale da Strabone. Gli storici ne raccontano la sua conquista e la sua distruzione quasi totale ad opera di Lucio Silla,(la polazione fu decimata ed i restanti abitanti deportati come schiavi). Ma finalmente si potrà togliere il mistero di questa mitica città da cui l'attuale Italia ne prese il nome perchè vi abitò la famiglia regale di re Italo, per circa sette anni e,anche se in fasi alterne, si sono intraprese delle campagne di scavo in città come Acri, vicino Cosenza,vicinanza essenziale perchè Strabone scrisse che la città si trovava nelle prossimità di Cosenza (posta un po più sopra).Ritornando agli scavi, i reperti fin ora rinvenuti sono veramente molto antichi, risalenti all'eneolitico, fino al Bronzo iniziale -medio e finale, per dirla in parole semplici dal XXIX secolo av.Cristo e cioè ben 5000 anni or sono fino in età cuprolitica(eta del rame).La quantità rinvenuta e tale da richiedere ormai la realizzazione di un Antiquarium. I siti indagati (per il momento due) mostrano che vi abitava una popolazione autoctona ,con uno stile del tutto unico ,simile a quello di (Palma di Campana) o di (Cellerino San Marco) o alla grotta di (Cassano Ionio(I -II), ma con delle differenze che la rendono unica nel suo stile; fin ora sono stati indagati alcuni pianori in prossimità della città vecchia di Acri in provincia di Cosenza, posti a mezza costa sul fiume Mucone ed Chalamo, che sfociano nel Crati, e su di una pianura posta a sud della città vecchia dove sono stati rinvenuti una grandissima quantità di oggetti, di origine bruzia, comprese delle fornaci per la lavorazione della ceramica. Per ultima dei frammenti di ceramica greca arcaica (Ilix) a vernice nera, e, per ora, solo parte di frammenti di una (villa rustica romana del II secolo dopo Cristo)tra cui non pochi mattoni. Gli scavi sono supervisionati dalla Soprintendenza Archeologica della Sibaritide e guidati dal famoso Archeologo (Renato Peroni) direttore di Cattedra all'Università "La Sapienza di Roma" e docente di Protostoria Europea presso la Sapienza in Roma e una folta equipe di archeologi di Roma, tra cui il prof. archeologo A.Vanzetti e l'archeologa professoressa M.A.Castagna, esperta in archeologia dell'antica Roma. I reperti fin ora rivenuti fanno ben sperare, considerando che gli scavi sono solo all'inizio, basti pensare che sono stati esaminate solo poche decine di metri, mentre il sito è di diversi ettari;gli esperti non si sbilanciano, ma nell'aria c'è un discreto ottimismo, per il semplice motivo che Acri era da sempre una delle maggiori candidate, come erede della mitica città di Pandosia, ma fino ad ora non si aveva nulla per avvalorare queste tesi storiche, per altro molto frammentarie. Nella prossima estate, con il patrocinio della amministrazinone Provinciale di Cosenza e del comune di Acri e la Sovrintendenza Archeologica della Calabria e del Lazio, apriranno varie campagne di scavo, che con molto probabilità, finalmente porteranno definitivamente alla luce questa città, Pandosia Bruzia.

Bibliografia

(Geografia L'Italia) Strabone, Rizzoli editore 1996; Giuseppe Goia Memorie Storiche e documenti su Lao,Laino,Sibari,Tebe-Lucana napoli 1883;Norman Douglas Vecchia Calabria Giunti editore 1992 ristampa 1998; Monete Romane -Monete Greche Francesco Gnecchi editore Urlico Hoepli 1935; Monete Greche S.Ambrosoli editore Urlico Hoepli Milano 1917;Ettore M. de Julliis Magna Grecia editore Puglia 1996;Pier Giovanni Guzzo (le città scomparse della Magna Grecia)editore Newton Compton 1996;Rosario Curia Bisignano nella storia del Mezzogiorno editore Pellegrini 1987; Museo Nazionale di Reggio Calabria di Elena Lattanzi editore Gangemi 1987;Magna Grecia di Emanuele greco (guide Archeologiche Laterza Bari 1993); Domenico Maringola Pistoia (Cose di Sibari ) editore Libreria Simoniana Napoli 1845;Associazione Culturale Abate Gioacchino onlus di Domenico Martire da (la Calabria Sacra) editore il Migliaccio 1878 riedizione Legenda Cosenza 2002;La civiltà della Magna_Grecia Bizantina o Basiliana e i suoi rapporti con il rinascimento ellenistico d'Italia di dott. Francasco Capalbo da tipografia giornalistica (il giornale di Calabria prima ediz. 1922 riedizione Brenner 1997; Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (atti della XXXVII riunione scientifica su la preistoria della Calabria 2002), Firenze 2004 pubblicazione della Fondazione Padula ,ricerche a cura della Cattedra di Protostoria europea dell'Università (La Sapienza di Roma) a cura di Maria Antonietta Castagna e di Andrea Schiappelli ,direzione tecnica dei lavori Soprintendenza Archeologica della Calabria; Cassetta I, Castagna M.A.,Vanzetti A., Ferranti F., Levi S.T., Luppino Silvana, Peroni Renato, Schiappelli A., (Broglio di Trebisacce, Città Vetere di Saracena, Colle Dogna Acri cs : campagne di scavi 1998,1999 edizione 2000 in( Magna grecia e oriente mediterraneo prima dell'eta ellenistica) ,Atti del XXXIX convegno di studi sulla Magna Grecia pp.749,Roma.