Discussione:Castrolibero


Ultimo commento: 18 anni fa, lasciato da Elitre in merito all'argomento Castrolibero Pandosia?

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Alberto Anelli

LEGGERE IN BASSO LE PRECISAZIONI DI ALBERTO ANELLI SULLE OBIEZIONI DEL SIG. FIORITO

Castrolibero Pandosia?

Obiezioni su affermazioni storiche nella voce

Credo che vi siano delle imprecisioni il sig. Anelli, forse fà un po di confusione, quando parla del nome di Castelfranco ora Castrolibero dice il vero, ma quando scrive Castelfranco = Pandosia e li che sbaglia! Ma mi spiegho meglio uno storico e dotto del passato, puo far luce ,ed e il (Baarlam)(balaàmo monaco da Seminara filosofo e matematico insegnò a Pretrarca ed al Boccaccio e visse tra il 1300 e il 1350)che nel descrivere la storia del valoroso duce Enrico Kalà (inglese di regia stirpe) fratello di Giovanni Kalà a seguito di Federico Lancia ,nelle milizie D'arrigo VI di Svezia a capo dei suoi franchi che nel 1185 si accanparono presso il diroccato (Casale Pantusa) dove erano visibili resti di alcune case e di una chiesa?i franchi, ricostruirono parte della struttura più alta e delle cinta delle mura del casale,in attesa dei saraceni e la battaglia avvenne nei pressi delle spiagge della città di Terina ,impedendone loro l'invasione della Calabria, così scrisse il Leoni nei suoi studi storici su "La Magna Greacia e su la Brezia" ,scrive : "Baarlam Monachi Calabri Carmina in Monarchia Henrici Kalà cum Rubichello gigante" questo testo potrà trovarlo negli appunti di questo storico, che fu poi sintetizzato nel testo dell'Accademia di Studi Cosentina dal professore Francesco Capalbo nel 1922 studio sulle (Chiese e Monasteri Basiliani in Calabria riedito dalle edizione Brenner 1997).In quanto a Pandosia ,pure la città di Acri ha tre quartieri, che cominciano con la P :Pàdia, Picittì, Pàrrieti,e varie frazioni tra cui Pantalea,Pantano lungo,Pantano il Melo,Pantanelle,ec ec,i primi trè quartieri antichissimi, documentati già dal 857, dopo Cristo (Rosario Curia Bisignano storia del mezzogiorno) Luigi Pellegrini editore, e donati al Conte Simone Cofone d'Acri nel 1080,dalla regina Giovanna D'Angiò insieme al casale (fuori porta )detto (San Nicolò de Campo ) ora chiamato (Casalicchio)e la chiesa ora dedicata a San Nicola da Belvedere.Lo stesso dicasi per gli antichi casali "Casale Mosto (attuale San Demetrio Corone che nel 1290 aveva 120 fuochi (famiglie),Casale Appio attuale San Giorgio M.(76 fuochi) Casale Santa Sofia (50 fuochi),mentre Acri contava (1191 fuochi)di pertinenza al vescovo -barone Ruffino che aveva come suoi franchi, 140 uomini, e teneva fortezza presso Acri ,Luzzi S.sofia ,Rota, Lattarico ,con i casali di Mosto e Appio del territorio in terra di Acri,da Rosario Curia Storia di Bisignano edizione Pellegrini cosenza) non e un caso che i più antichi quartieri di San Demetrio C., si chiamano Picitti, Schito, e Poggio esattemente uguali ai più antichi rioni di Acri,infatti scrive Francesco Capalbo :"nel Monastero di San Adriano molte famiglie allettate da utilità private ho bramose di sottrarsi alle vessazioni baronali vanno a stabilirsi da Acri nei possedimenti dei monasteri, così da formarsi casali e villaggi così presso SanT'Angelo d'Acri sorge Garlatia, oggi scomparso"(doveva ubicarsi presso attuale torrente Galatrella),"e nelle adiacenze di SanT'Adriano in terra d'Acri sorsero i quartieri Picitti,Schifo, e Poggio,assorbiti nel processo del tempo dai profughi albanesi, e presso il Patire S.Giorgio disabitato e rioccupato in appresso dagli albanesi formando Crepacore,lacconi,Casalini".Questo processo di ripopolamento avvenne dal 1190 al 1490. Ma il quartiere di Acri più antico è con la chiesa Matrice, Pàdia, dove la chiesa fu eretta su avanzi di un tempio di origine romana, da "Associazione Culturale Vincenzo Padula edizione 2004)e ne pressi, e presente la torre civica unica rimasta dell'antico castello a quattro torri e detta "rocca dei Bruzi o castel Vetere" e cioè vetusto (antichissimo) da "Memorie storiche" di Acri Giuseppe Capalbo edizione Melzi (santa Maria Capua a Vetere Napoli 1912)da precisare che negli scorsi anni furono rivenute numerose monete romane e greche nonchè puniche ora presenti presso il museo di Sibari e di Reggio Calabria Reggio (sezione numismatica vetrina n°8 ripostiglio nel territorio di San Demetrio C. antico territorio della città Acri della cui composizione non si hanno notizie certe ,consta della parte recuperata di esemplari del V secolo av.c. e della prima metà del IV sec. av. C. pertinenti al territorio di Sibari e thurio.pubblicazione del museo di Reggio Calabria edizione Gangemi del 1989 museo di Sibari ritrovamenti ad opera dell'Archeoclub d'Italia ora in possesso del Museo della Sibaritide anno 1998 rinvenute in località Padia monete di origine greca due di Sibari 550 av.C. una di Crotone 390 av.C. tre di Vespasiano 69-79 d.C.,una di Giulia Domna 193-217 d.C., Augusto 27-14 d.C.una moneta di Alessandro il Grande del 334 av.C. una moneta di Cleoplatra I Soster moglie di Filippo I di Macedonia zio di Alessandro Magno e fratello di Olimpia 359 -336 av.C., tre monete di Metaponto due trioboli una drakma ed altre monete di provenienza Illirica e Macedone,(ancora in fase di restauro). Altre tre ritrovamenti nell'anno 2002 ad opera dell'Archeoclub d'Italia: due monete Bruzie, due punte di ossidiana località policaretto Acri, cocci di vasi Osco-bruzi località policaretto Acri ,monete di Metaponto greca località Policareto Acri,pezzi di Hilix greca protogiometrica a vernice nera località policareto Acri ,resti di ceramica greca non identificata località policareto Acri (Soprintendenza della Sibaritide, Sibari li 12/7/2002 (dottoressa Silvana Luppino direttrice del Museo di Sibari e il dott. Petrelli ( capo tecnico restauratore)prot.N° 25497 .(Ritrovamenti nel territorio di Acri nel 2003 Località policaretto grosso insediamento di Probabile origine Osco-Enotria -Bruzia dal XXVII sec.Av C. alla seconda metà del Bronzo finale e resti di una villa rustica romana del II sec. AV.C. per ora solo parzialmente indagata il sito interessato consta di otto ettari,(Conferenza stampa del 5 ottobre del 2006 ore 18'00(piazza S domenico Acri sede della Comunità Montana destra Crati ) Patrocinio assessorato alla cultura del Provincia di Cosenza.(e nucleo per la tutela del Patrimonio storico Archeologico di Cosenza) Ma se cio non bastasse puo chiedere cosa ne pensi L'archeologho Roberto Peroni massimo esperto di protostoria europea direttore a cattedra e i suoi assistenti dottoressa M.A. Castagna e il dott.A. Vanzetti,(dell'Università LA SAPIENZA di ROMA) su tutti i ritrovamenti nel territorio e intorno all'antica città Acri a proposito di Pandosia! poi a voi le conclusioni! Distinti saluti ARCHEOCLUB D'ITALIA SEDE DI ACRI FIORITO ANGELO

Bibliografia Essenziale: (la Civiltà della Magna Grecia bizantina o basiliana edizione Brenner 1922 riedizione 1997). (Paesaggi e memorie fondazione Vincenzo padula edizione 2001 stabilimento tipografico de Rose). (ACRI :Regione Calabria giubileo 2000 edizioni TS). (Museo Nazionale di Reggio Calabria a cura di Elena Lattanzi edizione Gangemi 1987).(Bisignano nella Storia del Mezzogiorno Rosario Curia edizioni pellegrini Cosenza 1985).(Associazione Culturale Abate Giacchino (onlus) "BEATO GIOACCHINO da CELICO "Domenico Martire 1704, nuova edizione Francesco Scarpelli edizione Legenda stampa Pubblisfera San Giovanni in Fiore 1977). ( Memoria Storiche e documenti di Lao ,Laino, sibari, Tebe-Lucana) di Giuseppe Goia stabilimento tipografico Prete Napoli 1883). ( Mondadori :Storia delle Monete imperiali) di Roberto Bartolini edizione 1996).

(Strabone :Geografia di Anna Maria Biraschi Rizzoli editore 1996).
Anelli riporta comunque delle fonti:
"...Dein est Castrifrancum oppidum edito loco. Pandosia olim dicta..." (G. BARRIO: De antiquitate et situ Calabriae - liqri quinque - Roma 1737 p. 70 Lib. II cap. V)
"Castrifrancum... Inter Consentiam, & Montaltum 6 mill. P. circiter fitum oppidum, Olim Pandosia, Oenotrorum Regia..." (E. D'Amato: Pantopologia Calabra - Ed. NA 1725)
(la prima è presente anche sul cartello di benvenuto della cittadina). Se intendi modificare devi comunque citare le fonti (Wikipedia:Cita le fonti). Lui comunque dichiara in un suo sito che Ovviamente sono stati consultati i testi di tutti gli storici, anche di coloro che non prendono una posizione netta o di coloro, ma è una minoranza, che collocano Pandosia in altri siti.. Magari lo contattiamo.--Elitre (ma il copyviol è emergenza sempre) 01:33, 11 dic 2006 (CET)Rispondi


ALBERTO ANELLI - VORREI INTERVENIRE SULLE TESI APPENA ESPRESSE DAL SIG. FIORITO A differenza di quanto fa il Sig. Fiorito non dirò che nelle sue notazioni ci siano "imprecisioni" o lo stesso che faccia "confusione" non è nel mio stile di storico serio. Voglio solo far notare che il "Casale Pantusa" che il Sig. Fiorito cita tra parentesi forse perchè non viene indicato nelle fonti per esteso è, invece ben presente in quel periodo nei pressi di Castelfranco (Castrolibero). Lo storico Davide Andreotti nella sua "Storia dei Cosentini" (opera dell'800) scrive chiaramente che per contrastare i saraceni di Amantea scese in Calabria il Conte Ottone di Bergamo con un esercito di franchi. Sempre secondo Davide Andreotti l'esercito si accampò presso i ruderi dell'antica città di Pandosia e quel luogo da allora si chiamò "castro franco". ossia accampamento dei franchi. Castelfranco è oggi detto Castrolibero. Ancora oggi al confine tra Castrolibero e Marano Principato esiste la frazione "Pantusa". Riportiamo i dati storici: Anno 1278: due documenti della cancelleria angioina riportano un medesimo avvenimento (matrimonio) che coinvolege le medesime persone, con feudatario Guillelmo de Sancto Felice (Santo Felice oggi è il comune di San Fili nei pressi di Castrolibero) dove la località viene indicata una prima volta come "Pandose" e una seconda come "Pantose" (Fonti:Atti accademia Pontaniana - Cancelleria angioina curata da R. Filangeri vol XXI p. 302 n. 351 oppure C. De Lellis Gli atti perduti della cancelleria angioina vol. I in Regesta Chartarum Italiae vol. 31 p. 434 parte VI registro 1278 c. n. 511 in Biblioteca Nazionale Roma; l'altro documento sempre alle stesse fonti p. 317 n. 340 oppure De Lellis ibidem p.413 n. 340)

E' da notare, comunque, che qualche anno prima che i due succitati documenti fossero redatti,una parte della variazione del toponimo era già avvenuta: in un passo relativo alle note vicende del Re Manfredi , si legge che il potente Pietro Ruffo di Calabria, nel mentre si muoveva da San Lucido alla volta di Cosenza, fosse pervenuto ad un casale denominato PANTOSA "..ad quoddam casale quod Pantosa vocatur..." (P. De Grazia: La città di Pandosia p. 233; ma vedi anche F.Fonte: Rende nella sua cronistoria) La successiva volgarizzazione del toponimo e cioè il passaggio da "Pantosa" a "Pantusa", la si può rilevare da un'infinità di atti notarili, rogati dal XVI sec. in poi, disponibili nell'Archivio di Stato di Cosenza. In essi è facile imbattersi in denominazioni del tipo: Pantusa sopra S. Nicola, Pantusa sopra li Funtanesi (Fontanesi è una frazione di Castrolibero), masseria di Pantusa, Porta Pantusa, la fontana di Pantusa, Pantosa confina il fiume ecc. ecc. Ritengo, tuttavia, che sia di estrema importanza riportare lo stralcio di due documenti, tratti dal Regesto Vaticano per la Calabria, ove trattando della chiesa di San Nicola, le cui vestigia esistono ancora nella contrada al confine tra Castrolibero e Marano Principato, si indicò quella località una prima volta col toponimo di "PANTUSA" ed una seconda con quello di "PANTOSA" documenti del 1545 1).....S. Nicolai de PANTUSA de Castrofranco..." (Castrolibero) 2).....Ecclesia S. Nicolai de PANTOSA..."

Ma già nel suo studio su Pandosia il prof. Lunetto Vercillo (Pantosa dal 1278 al 1800), aveva individuato una pergamena del 28 dicembre 1327 dove si faceva riferimento al "casale Pantose ubi Ribitisij dicuntur". Si dà il caso che i "Rivotesi" siano una località vicinissima a Castrolibero. Ma ancora nel 1412 da una pergamena in carta pecora, conservata nell'Archivio di Stato di Napoli, si fa riferimento al "casale desertum de Pantosa". Dal documento redatto al fine di legittimare il possesso del feudo di Castelfranco da parte del feudatario dell'epoca, si evince che il feudo, comprensivo del castello di Castelfranco (Castrolibero) e il suo casale di Cerisano, era delimitato dal fiume Jannello da una parte e dal "casale desertum de Pantosa" dall'altro. (Archivio Sanseverino di Bisignano pergamena n. 57 I num in Archivi privati in Archivio di Stato Napoli).

Da notare, ancora, che un casale con il nome di Pantosa viene riportato nella colletta angioina del 1278 nella zona di Castelfranco.

Se poi il nostro buon Sig. Fiorita avesse il tempo di andare a Roma per visitare i musei Vaticani e in particolare la Galleria delle Carte Geografiche - grandi affreschi realizzati tra il 1580 e il 1583 su dettagli di padre Ignazio Danti - forse gli verrebbero meno gli ultimi dubbi. Sulle enormi carte geografiche potrebbe vedere con chiarezza che proprio ai piedi di quello che un tempo era la città di Castelfranco è collocata una scritta ben precisa: ”Pandosiae Reliquiae” (E si sa qunto fossero certosini i religiosi nel riportare i dati). Nella stessa carta, ben lontani da Castelfranco e dalle “Pandosiae reliquiae”, si leggono i nomi dei paesi del circondario e cioè: Mendicino, Cerisano, Rende e San Fili.


Potrei portare mille altre motivazioni per confutare le tesi del Sig. Fiorita, ma preferisco che parlino in mia vece le carte e i documenti che mi hanno portato in giro per molti archivi d'Italia, pertanto invito chi voglia approfondire la materia a visitare il mio sito su Castrolibero nella sezione Pandosia. Basta trovare nel motore di ricaerca più importante la parola Castrolibero. Il sito si trova nei primissimi posti. Oppure facendo la ricerca su Pandosia troverete la pagina che cercate a mia firma. ALBERTO ANELLI

BIBLIOGRAFIA MINIMA ESSENZIALE - B. MARTIRANO: De Rebus Cosentinis - E. ARNONI: La Calabria illustrata Vol. IV-Il circondario di Cosenza 1877- Ediz. Orizz. Meridionali-Cosenza 1995 - G. MARAFIOTI: Croniche et antichità in Calabria - Padova 1601 - p.267/68 - G. BARRIO: De Antiquitate et situ Calabriae - libri quinque - Roma 1737 p.70 lib. II cap. V - P.T. PUGLIESE Pan. Apol. Civ. cosent. - NA 1701 p. 10 - D. MARTIRE : Calabria Sacra e Profana - Manoscritto in Arch. Stato Cosenza II-I p.287; II-II p.496 n.4 - E. D'AMATO: Pantopologia Calabra: NA 1725 trad. Erasmo Mancuso. - G. ROGLIANO: La Sila vol. I - Cosenza 1963 p. 399 - G. A. FICO: Notizie Storiche sulla patria di San Zosimo Pontefice Romano - Roma 1760 p. 13 - R. MELE: I Musulmani in Calabria p. 44 nota 2 - L. VERCILLO: Pantosa dal 1276 al 1800 - Cosenza 1973 - p. 21 - Biblioteca Civica Cosenza - L. BILOTTO: Ancora su Pandosia - pagg.179-205 in Comune Cosenza - Atti del 2 corso di storia popolare - L. VERCILLO: Pandosia Urbe - 1990 - Biblioteca Civica Cosenza - C. ZUPI: La storia di Cerisano, Marano e Castelfranco -1906 pp. 11-12 Biblioteca Civica Cosenza - De GRAZIA: Le città i Pandosia in Arch. Stor. dlla Calabria- V 1917 pp. 206/35 - F. FONTE: Rende nella sua cronistoria p.34 Biblioteca civica Cosenza - N. LEONI: Della Magna Grecia - NA 1884 p. 32 - E. PAIS: Storia dell'Italia antica - TO 1933 -II 173 n.1 - G. FIORE: della Calabria Illustrata - NA 1691 p. 61 - D. ANDREOTTI: Storia dei Cosentini - vol. i 1978 - p. 352 - S. MAZZELLA: Descrizione del Regno di Napoli - pp.300 ss -G. TURCHI: Storia di Amantea - note cap. II par.3 p.19 n.8 - GIOVIO PAOLO: La vita di Consalvo de Cordova - VE 1557 - A. ANELLI-A.SAVAGLIO: Storia di Castrolibero e Marano - Fasano Ed.1989 Cosenza

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