Assunta Viscardi

insegnante italiana
Versione del 14 apr 2014 alle 10:23 di AttoBot (discussione | contributi) (Bot: Specificità dei wikilink; modifiche estetiche)

Assunta Viscardi (Bologna, 11 agosto 1890Bologna, 9 marzo 1947) è stata un'insegnante italiana, fondatrice dell'Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza.

Biografia

Si diploma maestra nel 1909 alla scuola normale femminile "Anna Morandi Manzolini" di Bologna. Incomincia a insegnare dapprima a Chiavari in provincia di Genova poi a Fiorentina, nel comune di Medicina, in provincia di Bologna, e infine nella stessa Bologna.

Fonda nel 1928 l'Opera di San Domenico per i Figli della Divina Provvidenza, con scopi di beneficenza. L'Opera di San Domenico ottiene il riconoscimento ufficiale della Chiesa cattolica nel 1948, nel 1955 ottiene dalla Repubblica Italiana la personalità giuridica come ente morale.

Con l'aiuto della famiglia Cosentino, nel 1933 apre "La Porticina della Provvidenza" presso la Piazza San Domenico a ridosso del convento patriarcale domenicano, per dare sostegno materiale ai poveri.

Le è stata dedicata una scuola elementare statale a Bologna.

Giovinezza

Prima di tre figli, Assunta nasce da una famiglia benestante di commercianti, conduce una infanzia felice e cristiana, interrotta dalla perdita di due figure fondamentali per la sua crescita, la nonna Maria e lo zio Filippo.

Nel 1909 terminati gli studi magistrali, accetta un posto di maestra in un educandato retto da monache Domenicane che la portò a Chiavari (GE).

Fece ritorno a Bologna due anni dopo nel 1911 e trasferitasi in una scuola di campagna, matura in lei la vocazione alla vita di clausura. Partita nuovamente per Chiavari al suo ritorno decide di parlare del suo proposito di diventare suora con i suoi genitori e consigliatasi con essi, deciderà di rimandare il suo intento.

Percorso di fede

La prima guerra mondiale scombussolò i suoi piani, e solo nel 1919, a guerra finita, Assunta entrò nel monastero dell'Immacolata di Parma. Ma la vita di clausura si rilevò troppa gravosa per la sua delicata salute e dopo esser caduta gravemente malata, fu costretta a rinunciare dopo 8 mesi dal suo ingresso in monastero.

Di questo periodo Assunta ci ha lasciato il suo diario, che ha pubblicato nel libro "Cuore che si dona" stampato nel 1941.

A Bologna nel 1920 Assunta Viscardi ricomincia la sua attività di maestra nella scuola di Pontevecchio, dove insegnerà fino alla sua morte (ora la scuola porta il suo nome).

In questo stesso periodo Assunta si avvicina alla spiritualità di san Domenico e convinta di doversi dedicare alle anime più bisognose della città, frequenta il convento dei Domenicani, luogo nel quale venivano raccolti, per toglierli dalla strada, molti ragazze e ragazzi e insegnare loro il catechismo.

Fu così che Assunta nelle continue visite alle famiglie dei bambini più bisognosi entrò in contatto con le miserie sociali e morali della città, così che a lei, alle altre terziarie e alle signore che condividevano la sua azione, si presentò subito come impellente la necessità di togliere quei ragazzi da una vita miserabile.

Ed è così che si delineò, agli occhi di Assunta, il fine dell'Opera di S. Domenico: "...una forma di assistenza ai fanciulli e alle loro famiglie...", fu questo pensiero il punto di partenza che la portò a ideare la Casa Vivente.

La casa vivente

La casa vivente era un edificio che accoglieva i fanciulli inviati dall’ Opera di san Domenico, per i quali  la stessa si impegnava a pagare la retta. I ragazzi dovevano rimanere nella casa fino a quando non avevano terminato gli studi o erano pronti per il lavoro.

La casa vivente fu un'idea che beneficiò tanti bambini, basti pensare che nel 1928 l’opera aveva ricoverato oltre 183 ragazzi presso vari istituti sparsi per tutt’Italia: Bologna, Modena, Imola BO), Castel S. Pietro (BO), Lugo (RA), Faenza, Venezia, Milano, Monterosso al Mare (SP), Spinazzolo (BA), Madonna dell’Arco (NA), Rimini, Bergamo, Firenze, Pisa e Assunta era impegnata di persona nell’accompagnare i ragazzi, curare la corrispondenza e i rapporti amministrativi.

Dal diario di Assunta Viscardi emerge: “dobbiamo cercare bimbi e bimbe che andavano all’elemosina e che elemosinando perdevano ogni senso di dignità…”.

La casa vivente assorbiva una quantità enorme di denaro e Assunta ne aveva sempre più bisogno. Cercava di raccogliere offerte dalle pubblicazioni del “ Giornalino”, bimestrale di due facciate che raccontavano minuziosamente e spontaneamente le azioni benefiche fatte della stessa Assunta in favore dell’infanzia e dei poveri nelle loro necessità. Ma gran parte del denaro veniva ricavato dalla “Strenna”, pubblicazione formata da un centinaio di pagine che raccoglievano poesie e piccoli capolavori letterari.      

      Sunto dello Statuto
SCOPO: Ricercare nelle
pubbliche vie e negli ambienti di malavita, i bimbi e le bimbe che vi trovano
la loro rovina fisica, morale, religiosa, incamminati a un desolante avvenire
di disordini d'ogni fatta.--Collocarli in buoni istituti che ne curano
l'istruzione e l'educazione civile, professionale, religiosa.
MEZZI: La recita
settimanale di cinque "Ave Maria" alla madre dei viventi regina del
rosario, e di cinque "Gloria Patri" a San Domenico patrono degli erranti.--Le
offerte spontanee di Benefattori aderenti all'elevato scopo dell'Ente, e il
contributo mensile di una lira dei soldati dell'Esercito dei protettori della
Pia Opera.
MEMBRI: Un comitato
attivo permanente con sede a San Domenico di Bologna.--Un comitato d'onore
costituito di Patroni e Patronesse della Pia Opera.

Gli elementi essenziali dello Statuto che Assunta Viscardi ha pubblicato nel 1928           

La porticina

Quella che fu denominata quasi immediatamente “la porticina della provvidenza” era un luogo destinato all’accoglienza e alla beneficenza. Si trattava di due piccoli locali, inaugurati nel 1924 in via

 

Rolandino 6 a Bologna e destinati a sopperire alle prime necessità dei poveri, soprattutto dei bambini.

Considerata come una specie di pronto soccorso della carità, vi si distribuiva di tutto: vestiti, calzature, biancheria, libri scolastici, sedie, letti, materassi, culle, carrozzine, ecc. Tutto il materiale che i cittadini donavano per beneficenza o che comunque mettevano a disposizione, la porticina lo distribuiva a chi ne avesse necessità.

Assunta vi trascorreva tutto il pomeriggio e la porticina era una porta aperta a tutte le miserie della città, distribuendo con urgenza non solo cibo e vestiti ma anche, parole di conforto e incoraggiamento.

“Perché da noi a San Domenico, arrivano
così…senza presentazione, senza soggezione: è il carattere precipuo dell’opera
di essere porto sempre aperto… e confessano subito anche quanto pareva
inconfessabile e sanno che non ci son barriere… che subito si cerca d’avviare
per la sua via di migliore soluzione il particolare problema e bisogno che ci
viene sottoposto” Assunta dice ancora che “Diverso è il bisogno di ognuno che viene
alla Porticina, diverso il suo modo di esprimersi, di esporre la sua necessità.
C’è chi ha rotto il volto al domandare e ne ha fatto, quasi direi un’arte, chi
ostenta la sua miseria e chi la vela, chi prega e chi pretende, chi piange e
chi sorride di un sorriso più straziante delle lacrime”.

Il nido Farlotti

Nel 1944 si realizza un sogno che aveva accompagnato Assunta fin dall’inizio dell’opera di san Domenico e cioè la fondazione di una casa che divenisse un rifugio sicuro per i pargoli.

L’opera di san Domenico ereditò, grazie ad un lascito testamentale, una casa colonica nelle vicinanze di Bologna, presso il paese di San Lazzaro di Savena, chiamò questa casa ”nido di Farlotti” facendo esplicito riferimento alla poesia di G.Pascoli dove si parla dei “Farlotti”, che in dialetto romagnolo sono gli uccellini di un passero molto comune.

Purtroppo  a distanza di 3 anni dall' apertura, anni nei quali Assunta fece faticosamente fronte a tutte le spese necessarie alla sopravvivenza quotidiana  dei piccoli e per la loro formazione  la malattia la colpì irrimediabilmente  a 67 anni.

Assunta morì nel 9 marzo 1947.

I funerali furono seguiti da centinaia di persone, poveri, diseredati, ma anche  tanti benefattori e a causa dell’imponente partecipazione del popolo furono tenuti all’aperto in piazza Trento Trieste.(vedi Enzio Biagi articolo “ho conosciuto la santa”).

Dopo la Morte

Assunta aveva terminato il suo cammino terreno, però l’opera di San Domenico per i figli della provvidenza continuava la sua azione benefica con grande dedizione.

Nel 1950 in maniera inattesa due grandi donazioni allargarono l’orizzonte dell’opera; un terreno di 5 mila mq ed una cospicua somma di denaro diedero via alla costruzione del nido di Farlottine.

Oggi quel nido è diventato un istituto educativo, l’istituto Farlottine che accoglie più di 250 bambini tra asilo nido, materna, primaria, medie. Lo guida un gruppo di 4 donne Mirella,Luciana,Pia e Lorenza che come le loro predecessore Assunta Viscardi, Valentina Turchi, Lina Mingazzi,  dedicano il loro impegno a evangelizzare  i bambini e portare tra i genitori la luce l’amore e la pace della fede.

“poiché il sogno la dolcezza, la santità dell’uomo e della donna è la famiglia, dobbiamo educare alla famiglia e al culto degli affetti per non creare dei ribelli, dei pessimisti, degli amareggiati o scettici, ma piuttosto dei cuori semplicemente compassionevoli, amanti del bene, volenterosi di riparare e pronti al perdono”.

Dopo la fase diocesana del processo di canonizzazione  che fu aperta nel marzo del 2009 Assunta Viscardi  fu beatificata il 16 aprile 2011 dal Cardinale Arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra nella basilica di s.Domenico.

Nello stesso anno il comune di Bologna autorizzava alla realizzazione di un sepolcro per il trasferimento dei resti mortali della serva di dio Assunta Viscardi dal cimitero della Certosa alla cappella dell’istituto scolastico delle Farlottine.

“poiché il sogno la dolcezza, la santità dell’uomo e della donna è la famiglia, dobbiamo educare alla famiglia e al culto degli affetti per non creare dei ribelli, dei pessimisti, degli amareggiati o scettici, ma piuttosto dei cuori semplicemente compassionevoli, amanti del bene, volenterosi di riparare e pronti al perdono”.

Culto

Il 9 marzo 2009, nel 62º anniversario della morte, la Chiesa cattolica ha aperto il processo di beatificazione e canonizzazione.

Note

‎‎‎[ref]http://www.farlottine.it/pag/sito/files/Arca-AssuntaViscardi.pdf[/ref]

[ref]http://www.chiesadibologna.it/comunicati/2011/2011_04_13_Assunta_Viscardi.pdf[/ref]

[ref]http://atti.comune.bologna.it/Atti/GCSTOR.nsf/3e1db74477bbee1cc1257814003a22ed/412567050032ed32c125786a004d29af?OpenDocument[/ref]

  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie