Lothar Sieber
Lothar Sieber (Dresda, 7 aprile 1922 – Stetten am kalten Markt, 1º marzo 1945) è stato un aviatore tedesco. È stato il primo pilota ad effettuare un lancio a decollo verticale pilotando l'aereorazzo Bachem Ba 349.
Prima di diventare pilota collaudatore per la Bachem-Werke, aveva volato su Arado Ar 232 in alcune missioni ad alto rischio.Dopo la sua morte fu comunque promosso a tenente.
Carriera
Sieber desiderava diventare pilota fin da bambino e coronò il suo sogno il 17 gennaio 1940 quando iniziò gli studi presso la scuola piloti FFS (A/B) a Gutenfeld e FFS (B) a Schippenbeil. Nel gennaio del 1941 fu valutato "Eccezionale". Sieber era estremamente talentuoso e in guerra riusciva a far fronte a numerosi velivoli nemici. Ha volato su aerei da trasporto italiani, bombardieri russi e americani catturati come il Tupolev TB-3 o il Boeing B-17 Flying Fortress. Sieber per le sue indubbie qualità fu promosso a tenente e ricevette il suo primo comando. Il 22 aprile 1942 venne condannato per aver fatto uso di alcolici e degradato. Sieber fu scarcerato due mesi dopo l'arresto da Hermann Göring. Nell'agosto del 1944 liberò una squadra di 22 compagni del Kampfgeschwader 200 (KG 200) intrappolati dietro le linee nemiche in Ucraina pilotando, in una missione di estrema pericolosità, un Arado Ar 232. Per questo ricevette una lettera di encomio da parte dell'allora capo del KG 200, il maggiore Werner Baumbach, che era anche lui un pilota eccezionale, e la Croce di Ferro di prima classe. Dopo altre vittorie in aeronautica ricevette la Croce Tedesca d'Oro. Sieber rimase pilota di Arado Ar 232 fino al 1944 e poi nel mese di dicembre divenne collaudatore per la ditta Bachem-Werke
Il lancio
Il Ba-349 era un aereo razzo con equipaggio, che dovrebbe raggiungere un'altezza di 10 a 15 km in pochi minuti per combattere contro bombardieri alleati. Il pilota e le parti essenziali del velivolo sarebbero poi dovute atterrare a terra con un paracadute. Lothar si era favorevolmente impressionato del mezzo ed era fermamente convinto della riuscita dell'esperimento. Il 26 gennaio 1945 però il Natter M33 che era auto-guidato esplose poco dopo il lancio. Nonostante l'entusiasmo per il lancio e tutta la fiducia verso il capo ingegnere del progetto Ba-349 Sieber lasciò un testamento il giorno prima del lancio. Il 1 marzo 1945 Sieber entrò nel razzo montato nel dispositivo di lancio a Strassberg presso la base militare di Heuberg per il primo lancio con equipaggio del Progetto Natter. Subito dopo la partenza, Sieber eseguì la prescritta manovra di rotazione sull'asse di 180 gradi ma l'aereo, guadagnando rapidamente quota, perse il tettuccio e scomparve tra le nuvole. Poco dopo riapparve in picchiata ad alta velocità, e si schiantò al suolo a circa 7 km dal punto di lancio. Secondo alcuni quando il
razzo riapparve tra le nuvole in picchiata il motore risultava acceso. Il volo durò solo 55 secondi nel quale il razzo raggiunse la velocità di 800 km/h. La causa ufficiale del fallimento fu una cerniera del tettuccio che era difettosa. Tuttavia, la vera causa fu che il razzo ausiliario non si staccò dopo il comando radio e le manovre violente di Sieber. Il tettuccio infatti venne aperto da Sieber stesso per mettersi in salvo con il suo paracadute ma gli venne proibito di lanciarsi. Sieber avrebbe dovuto azionare il paracadute del razzo che però a causa del guasto al razzo ausiliario non si aprì. Contemporaneamente entro dentro una nuvole e probabilmente perse l'orientamento e provò a lanciarsi da solo ma l'elevata velocità ( 800 km/h) glielo impedì. Dopo l'incidente la causa dell'incidente doveva essere coperta per evitare ritardi nel progetto. Il Ba-349 era nato principalmente come intercettore per piloti con un addestramento rapido. A causa dell situazione in guerra della Germania il lancio venne anticipato e si trattava di una missione suicida. L'avvicinarsi della fine della guerra e l'arrivo degli alleati interruppero bruscamente il progetto.
Funerali
Il 3 marzo 1945 vennero celebrati i funerali con gli onori militari e venne tumulato nel cimitero di Schdedda con gli unici resti che furono ritrovati nel luogo dell'incidente: mezzo braccio e gamba sinistra e un frammento di 14 cm del cranio[1]
Note
- ^ Horst Lommel: Der erste bemannte Raketenstart der Welt. Motorbuch Verlag, 2. Auflage 1998, ISBN 3-61301-862-4, S. 90.