Battaglia di Tannenberg (1914)
La Battaglia di Tannenberg fu il primo grande scontro della Prima guerra mondiale sul Fronte orientale; svoltasi fra il 17 agosto ed il 2 settembre 1914, si concluse con una completa vittoria delle forze tedesche che, guidate dal generale Paul von Hindenburg e dal suo abile capo di Stato maggiore generale Erich Ludendorff, accerchiarono, dopo alcuni momenti di difficoltà, le truppe russe che erano avanzate in Prussia orientale.
| Battaglia di Tannenberg parte della invasione russa della Prussia Orientale durante la prima guerra mondiale | |||
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i generali Hindenburg e Ludendorff sul campo di battaglia di Tannenberg | |||
| Data | 17 agosto - 2 settembre 1914 | ||
| Luogo | presso Olsztyn nell'attuale Polonia | ||
| Esito | Vittoria tedesca | ||
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La vittoria, pur non decisiva, permise all'esercito tedesco di fermare l'invasione russa e soprattutto diede grande fama in Germania al generale von Hindenburg che negli anni successivi avrebbe raggiunto, insieme al suo collaboratore Erich Ludendorff, una grande influenza sulla condotta militare e politica del Reich durante la guerra mondiale.
Il "rullo compressore" russo all'inizio della Grande Guerra
Dopo l'inattesa sconfitta nella guerra contro il Giappone nel 1905, l'Impero russo aveva iniziato, in parte con l'aiuto finanziario della Francia, un grande programma di riforme militari allo scopo di migliorare in modo radicale l'efficienza dell'apparato bellico e raggiungere la superiorità militare su tutti i possibili nemici europei[3]. Nel 1914 l'esercito russo, forte di 1.500.000 soldati, era il più grande del mondo ed era previsto un ulteriore incremento numerico fino a raggiungere una forza effettiva entro il 1917 di 2 milioni di uomini[4]; i piani di sviluppo prevedevano inoltre di migliorare l'equipaggiamento delle truppe, potenziare il sistema delle comunicazioni ferroviarie e rafforzare l'artiglieria campale che già superava numericamente quella tedesca.
Inoltre la dirigenza politico-militare dell'Impero aveva radicalmente modificato la pianificazione strategica passando da progetti difensivi ad ambiziosi piani offensivi; l'esercito imperiale russo entrò in guerra nel 1914 con un piano di schieramento che prevedeva che due armate avrebbero attaccato al più presto in Prussia orientale. Venne stabilito, in accordo con lo stato maggiore dell'alleato francese, che entro il quindicesimo giorno dalla mobilitazione i russi avrebbero attaccato la Prussia orientale in coordinamento con la prevista offensiva generale dell'esercito francese all'ovest. Il grosso delle forze terrestri russe, altre cinque armate raggruppate nel Fronte Sud-occidentale, avrebbe invece sferrato l'offensiva più importante contro l'Impero Austro-Ungarico[5].
Alla vigilia della guerra europea la potenza e la dimensione dell'esercito imperiale impressionavano e intimorivano le altre grandi potenze; in particolare in Germania era diffusa la sensazione di una minaccia crescente contro il territorio tedesco[6]. Tra gli alleati occidentali dell'Impero, sia nell'opinione pubblica sia tra i dirigenti politico-militari, era presente un grande ottimismo; si parlava del cosiddetto "rullo compressore russo", l'inarrestabile macchina bellica slava in grado di schiacciare con il peso dei suoi milioni di "mugiki-soldati" le potenze germaniche e marciare su Berlino[7].
La potenza militare dell'Impero russo in realtà era molto sopravvalutata; erano presenti ancora gravi debolezze organizzative e materiali; le armi e le munizioni disponibili non ero sufficienti, l'artiglieria era numerosa ma inferiore a quella tedesca, l'apparato logistico-organizzativo era molto inefficiente. Gli stati maggiori e l'alto comando erano carenti dal punto di vista tecnico e inoltre erano lacerati da discordie e rivalità[8]. I soldati russi, provenienti in gran parte dalla popolazione contadina, in generale erano coraggiosi, disciplinati e molto resistenti, ma le loro qualità positive vennero vanificate dall'inefficienza organizzativa e dalla impreparazione degli alti comandi[9].
Forze in campo
L'VIII armata tedesca, comandata dal generale Hindenburg, col generale Ludendorff come capo di stato maggiore e il colonnello Max Hoffmann come capo delle operazioni, schierava circa 150.000 uomini, divisi in 6 divisioni di fanteria di linea, 3 divisioni di fanteria della riserva, 3 divisioni di territoriali (Landwehr), una divisione di cavalleria e 774 cannoni.
La II armata russa (Armata del Narew), comandata dal generale Samsonov, schierava circa 180.000 uomini, divisi in 9 divisioni e mezza di fanteria, 3 divisioni di cavalleria e 738 cannoni.
Invasione russa della Prussia orientale
Successi iniziali russi
Dopo la vittoria russa di Gumbinnen, l'esercito russo avanzava nella Prussia orientale, per accerchiare le forze tedesche presso Königsberg, diviso in due armate: la I, più a nord, al comando del generale Rennenkampf, la II, a sud-est, al comando del generale Samsonov. Tuttavia i cattivi rapporti tra i due comandanti russi portavano le due armate ad agire senza una buona coordinazione, mentre il terreno difficile rendeva arduo il loro rifornimento, e la trasmissione in chiaro (non cifrata) dei loro messaggi radio permetteva ai tedeschi di conoscere in anticipo le loro mosse.
Il comando tedesco, spaventato dal rischio di una sconfitta sul fronte orientale prima del conseguimento della vittoria decisiva contro Francia e Regno Unito sul fronte occidentale, inviò rinforzi (tre corpi d'armata) dal fronte occidentale (indebolendo così le proprie forze prima della battaglia decisiva della Marna).
Al mattino del 20 agosto 1914 entrò in campo anche la 2ª Armata russa del generale Samsonov; i russi attraversarono la frontiera meridionale della Prussia orientale e avanzarono in territorio tedesco senza incontrare molta resistenza da parte del XX corpo d'armata del generale von Scholtz che ripiegò sulla posizione difensiva principale; il generale tedesco comunicò subito al quartier generale dell'8ª Armata notizie dell'attacco nemico lungo un fronte di "circa 80-100 chilometri"[11].
Il generale Samsonov, che aveva installato il suo quartier generale a Ostrolenka, iniziò la sua offensiva con successo ma fin dall'inizio gravi difficoltà di organizzazione e di rifornimento avevano intralciato e rallentato l'avanzata della 2ª Armata. Una parte delle truppe assegnate inizialmente all'armata furono trasferite in altri settori; inoltre sorsero subito forti contrasti tra il generale Samsonov e il generale Žilinskij[12]. Mentre il comandante della 2ª Armata riteneva essenziale marciare in direzione nord-ovest, allargando lo schieramento sull'ala sinistra per sfruttare la linea ferroviaria Novogeorgevsk-Mlava e cercare di tagliare fuori tutte le truppe tedesche in Prussia orientale, il generale Žilinskij preferiva dirigere la 2ª Armata verso nord-est attraverso un territorio privo di vie di comunicazione per mantenere la coesione e il collegamento con le forze del generale Rennenkampf[13]. A causa di queste disposizioni contrastanti i corpi d'armata russi del generale Samsonov si dispiegarono a ventaglio su ampio fronte e dispersero in parte la loro potenza d'urto[14].
Cambio di comando nell'8ª Armata tedesca
Nonostante le difficoltà e le incertezze del generale Samsonov, le notizie dell'avanzata da sud della 2ª Armata provocarono costernazione e preoccupazione degli alti comandi tedeschi; il generale von Prittwitz e il generale von Waldersee apparvero molto pessimisti. Essi temevano che rimanendo in combattimento contro l'armata del generale Rennenkampf, le forze principali tedesche avrebbero rischiato di essere isolate dall'avanzata da sud della 2ª Armata russa; al quartier generale dell'armata si parlò espressamente di ritirata "dietro la Vistola" e sorsero dissensi tra il tenente colonnello Hoffmann, che riteneva l'ordine di ritirata ineseguibile, e il generale von Prittwitz[15]. Il comandante dell'8ª Armata si mise in comunicazione direttamente con il generale Helmuth von Moltke, il capo di stato maggiore generale, e descrisse in termini drammatici la situazione; egli comunicò la sua decisione di ripiegare dietro la Vistola e inoltre avvertì che anche quella linea sarebbe stata difficilmente difendibile in assenza di importanti rinforzi[16]. Il generale von Moltke apparve sorpreso da queste notizie; egli sollecitò il generale von Prittwitz a non abbandonare la Prussia orientale e difendere le posizioni; inoltre cercò di verificare la situazione reale inviando suoi collaboratori a parlare direttamente con i comandanti dei corpi d'armata[17].
Il tenente colonnello Hoffmann non condivideva affatto i timori e il pessimismo del generale von Prittwitz; egli, considerando la lentezza e la prudenza dell'avanzata del generale Rennenkampf, riteneva possibile sfruttare l'estesa ed efficiente rete ferroviaria della Prussia orientale per effettuare un rapido rischieramento a sud dei corpi dell'8ª Armata in modo da fronteggiare la nuova minaccia della 2ª Armata russa. Il capo ufficio operazioni tedesco proponeva di trasferire subito per ferrovia il I corpo d'armata del generale von François per soccorrere il XX corpo del generale von Scholtz; gli altri due corpi, il XVII e il I di riserva, sarebbero stati ritirati verso sud-ovest pronti eventualmente a portarsi a loro volta a sud nel caso in cui il generale Rennenkampf avesse interrotto la sua avanzata verso ovest[18].
Il generale von Waldersee sembrò approvare i piani del tenente colonnello Hoffmann e anche il generale von Prittwitz apparve più ottimista; in un primo momento autorizzò il 21 agosto il trasferimento a sud del I corpo d'armata. Nella serata tuttavia egli annullò l'ordine e in un nuovo colloquio telefonico con il generale von Moltke, richiese rinforzi per difendere la linea della Vistola e affermò che il piano di avanzata a sud era "troppo rischioso"[19]. Il generale von Moltke decise quindi di procedere alla sostituzione del comandante dell'8ª Armata.
Il mattino del 22 agosto il generale von Prittwitz apprense da un dispaccio del quartier generale di essere stato esonerato dal comando che passava all'anziano e poco conosciuto generale Paul von Beneckendorf von Hindenburg con capo di stato maggiore il generale Erich Ludendorff, già famoso tra i militari tedeschi e protagonista della recente vittoria di Liegi. Il generale Helmuth von Moltke inviò al mattino del 22 agosto un importante lettera al generale Ludendorff, che si trovava ancora in Belgio, in cui sottolineava la gravità della situazione in Prussia orientale e la piena fiducia riposta nella sua energia e nelle sue qualità di capo militare[20].
Il pomeriggio del 22 agosto il generale Ludendorff arrivò a Coblenza dove il capo di stato maggiore von Moltke e il Kaiser lo accolsero cordialmente e confermarono l'importanza dell'incarico affidatogli; dal quartier generale tedesco il generale, dopo aver appreso che l'armata si stava ritirando lentamente verso ovest, inviò subito un telegramma ai comandanti dei corpi d'armata con le prime direttive operative che in pratica coincidevano con le proposte del tenente colonnello Hoffmann. Questi ordini stabilivano infatti che, mentre il XVII corpo d'armata del generale von Mackensen e il I corpo d'armata di riserva del generale Otto von Below sarebbero rimasti fermi sulle posizioni in attesa di nuove disposizioni, il I corpo d'armata del generale von François si sarebbe portato subito verso sud per ferrovia e avrebbe appoggiato il XX corpo del generale von Scholtz che stava rallentando l'avanzata principale dei russi del generale Samsonov[21].
Dopo aver inviato queste prime disposizioni il generale Ludendorff si diresse in treno ad Hannover dove si incontrò alle ore 03.00 del 23 agosto con il generale von Hindenburg; i due non si conoscevano e durante questo primo incontro il generale Ludendorff presentò un rapido aggiornamento delle situazione in Prussia Orientale. Da Hannover il treno con i due generali proseguì fino al quartier generale dell'8ª Armata a Marienburg che venne raggiunto nella serata del 23 agosto; al posto di comando i nuovi arrivati si incontrarono subito con i membri del quartier generale tra i quali il capo ufficio operazioni tenente colonnello Hoffmann; in questa occasione furono confermati gli ordini del generale Ludendorff che corrispondevano con le proposte dello stato maggiore dell'armata e con la pianificazione prebellica dell'esercito tedesco in caso di guerra con la Russia[22].
La battaglia
L'offensiva della 2ª Armata russa
Il 22 agosto, i corpi d'armata centrali dell'armata del generale Samsonov attaccarono in forze il XX corpo d'armata del generale Scholtz; dopo aspri combattimenti i russi guadagnarono terreno e il XV corpo d'armata del generale Martos occupò le cittadine di Soldau e Neidenburg dove, dopo presunti episodi di resistenza armata da parte di civili, i russi bombardarono la piazza principale e occuparono le abitazioni. Il 23 agosto il generale Samsonov, sollecitato dal generale Žilinskij ad accelerare l'offensiva per tagliare la ritirata dei tedeschi che si presumeva fossero in ripiegamento completo sotto la pressione da est dell'armata del generale Rennenkampf[23], portò avanti sulla destra del XV corpo d'armata, anche il XIII corpo d'armata del generale Klujew e il VI corpo d'armata del generale Blagovečenskij, mentre la sera il generale Martos riprese l'avanzata da Neidenburg e si preparò ad attaccare la linea di resistenza principale del generale Scholtz posizionata tra i villaggi di Orlau e Frankenau[24].
Il generale Žilinskij continuava a mettere sotto pressione il generale Samsonov; egli riteneva che le forze tedesche fossero "insignificanti" e che fosse essenziale "lanciare un offensiva molto vigorosa"[25]; il comandante in capo del Fronte Nord-Occidentale era convinto che il generale Rennenkampf stesse continuando a tenere impegnato il grosso delle forze tedesche e che stesse avanzando secondo i piani. In realtà invece il comandante della 1ª Armata russa non era più in contatto con il nemico di cui ignorava la posizione precisa; egli inoltre il 23 agosto aveva deciso di riprendere l'offensiva ma non verso sud-ovest per avvicinarsi con il generale Samsonov ma verso ovest direttamente in direzione della piazzaforte di Königsberg dove temeva che i tedeschi avrebbero potuto mettere in pericolo il suo fianco destro. Il generale Žilinskij, apparentemente convinto che i tedeschi fossero ormai in fuga dietro la Vistola, non intervenne per modificare gli ordini del generale Rennenkampf[25].
Il 24 agosto il generale Samsonov, sotto la pressione degli ordini del generale Žilinskij, quindi riprese l'avanzata da Neidenburg e sferrò un attacco in forze contro la linea difensiva del generale Scholtz tra Orlau e Frankenau; il XV corpo d'armata del generale Martos aprì la sua azione con un potente sbarramento di artiglieria che colpì duramente le posizioni nemiche; i soldati russi mostrarono grande tenacia e progressivamente guadagnarono terreno pur subendo perdite elvatissime attaccando allo scoperto sotto il fuoco delle mitragliatrici tedesche[26]. Dopo essere giunti a 600 metri dalla posizione di resistenza principale nemica, i russi rimasero fermi su precarie trincee durante la notte e all'alba attaccarono le linee tedesche e sfondarono l'ala destra del XX corpo d'armata; i tedeschi si ritirarono dopo aver abbandonato le mitragliatrici e due cannoni[27]. Nell'attacco si distinse il reggimento Černigovskij che, dopo aver assaltato le posizioni nemiche alla baionetta, fu impegnato in un violento combattimento per difendere il suo stendardo, finendo per avere la meglio[28]. Il XIII corpo del generale Klujew tuttavia non intervenne a sostegno delle truppe del generale Martos e rimase fermo a Omulefofen; il generale von Scholtz poté ripiegare con ordine su una posizione più arrestrata di circa quindici chilometri e i russi del XV corpo occuparono Orlau. Le perdite erano state elevate da entrambe le parti, alcuni reparti russi furono decimati, in totale il XV corpo d'armata contò 4.000 morti e feriti; le perdite tedesche furono di circa 6.000 soldati[26]. Il generale von Scholtz completò con ordine il suo ripiegamento entro la notte del 25 agosto e posizionò il suo nuovo quartier generale nel villaggio di Tannenberg[27].
Il generale Samsonov aveva ottenuto alcuni successi iniziali e l'offensiva sembrava procedere regolarmente; egli riteneva decisivo muovere con la sua armata verso ovest invece che verso nord come previsto dai piani iniziali; in questo modo la 2ª Armata non si avvicinava all'armata del generale Rennenkampf ma Samsonov credeva che i tedeschi fossero in ritirata generale e considerava essenziale intercettare la linea della Vistola e soprattutto la ferrovia strategica Allenstein-Osterode. Il generale comunicò ottimisticamente al generale Žilinskij che, raggiunte quelle posizioni, sarebbe stato possibile marciare "verso il cuore della Germania"[29]. In realtà la situazione della 2ª Armata, nonostante l'avanzata in Prussia orientale, stava diventando pericolosa; le condizioni delle truppe erano critiche a causa delle gravi carenze di vettovagliamento dovute all'inefficienza dei servizi di retrovia e alla mancanza di vie di comunicazione attraverso il difficile territorio boscoso e paludoso. Le truppe russe erano indebolite e stanche; i villaggi erano stati abbandonati dalla popolazione e non fornivano risorse per i soldati. Il generale Žilinskij venne informato delle difficoltà di rifornimento delle sue armate ma egli, isolato nel suo quartier generale arretrato di Volkovysk, non diede peso a queste notizie e invece sollecitò il generale Samsonov ad accelerare l'avanzata verso la Vistola[30].
Contemporaneamente anche i nuovi comandanti dell'8ª Armata tedesca si trovavano di fronte a scelte strategiche decisive; il 24 agosto i generali von Hindenburg e Ludendorff arrivarono al quartier generale del generale Scholtz a Tannenberg per valutare la situzione: il comandante del XX corpo descrisse le condizioni delle sue forze e apparve relativamente ottimista[31]. I due comandanti tedeschi non avevano ancora preso la decisione più importante riguardo l'impiego del XVII corpo d'armata e del I corpo d'armata di riserva che erano stati ritirati dalla prima linea contro il generale Rennenkampf ma erano rimasti fermi in posizione arretrata in attesa di ulteriori disposizioni strategiche; nel frattempo il generale von François era ancora impegnato nella difficile missione di trasferimento ferroviario del suo I corpo d'armata a sud[32]. In questa fase i tedeschi furono aiutati dall'intercettazione di messaggi radio non codificati inviati dal generale Samsonov ai suoi comandati subordinati in cui venivano descritte le missioni tattiche previste per il 25 agosto. Dopo aver appreso queste importanti informazioni, il generale Ludendorff e il generale von Hindenburg, coadiuvati dal tenente colonnello Hoffmann, la sera del 24 agosto decisero infine di concentrare tutte le forze contro la 2ª Armata e quindi venne ordinato al generale von Mackensen e al generale von Below di muovere con la massima velocità verso sud per attaccare il fianco destro del generale Samsonov[31][33].
Nel frattempo al quartier generale dell'OHL a Coblenza permaneva ancora grande preoccupazione per la situazione in Prussia orientale; le notizie dell'invasione russa e della fuga della popolazione tedesca, avevano creato un'atmosfera di grande eccitazione nel pubblico. Il generale von Moltke conosceva i propositi controffensivi del generale Ludendorff; egli tuttavia il 25 agosto prese un grave decisione. Informato che l'andamento della battaglia sul fronte occidentale appariva favorevole e che la battaglia delle frontiere si era conclusa con una grande vittoria, egli ordinò il trasferimento sul fronte orientale di tre corpi d'armata e una divisione di cavalleria che sarebbero stati ritirati dall'esercito dell'ovest in marcia su Parigi[34]. La notizia venne comunicata telefonicamente al generale Ludendorff che sembrò sorpreso e ritenne non necessario l'invio immediato di rinforzi. Alla fine venne ritirati dal fronte occidentale e inviati all'est l'XI corpo d'armata e il corpo d'armata di riserva della Guardia[35].
La manovra d'accerchiamento tedesca
Il generale Ludendorff era deciso ad accelerare i tempi e iniziare al più presto la battaglia decisiva contro l'armata del generale Samsonov; egli non aveva ancora informazioni precise sui movimenti dell'armata del generale Rennenkampf e quindi comprendeva il grande rischio che stava correndo trasferendo l'intera massa dell'8ª Armata verso sud. Al mattino del 25 agosto il generale diede precisi ordini al generale von François di sferrare subito l'attacco sull'ala sinistra russa in direzione di Usdau con il I corpo d'armata. Il comandante del I corpo d'armata tuttavia non aveva ancora completato il trasferimento ferroviario delle sue forze; in particolare non erano ancora arrivate le essenziali batterie dell'artiglieria pesante e mancavano le riserve di munizioni. Di conseguenza il generale von François rifiutò, dopo essersi consultato con il tenente colonnello Hoffmann e il generale von Scholtz, di eseguire l'ordine e chiese un rinvio[36].
Il generale Ludendorff si recò subito al posto di comando del I corpo d'armata in compagnia del generale von Hindenburg e del tenente colonnello Hoffmann; egli ebbe un violento scontro verbale con il generale von François e ribadì brutalmente che l'ordine d'attacco andava eseguito[36]. L'atmosfera si rilassò più tardi grazie alle notizie ricevute attraverso due nuovi messaggi non codificati russi intercettati che davano precise indicazioni sui movimenti del generale Rennenkampf e del generale Samsonov; da questi messaggi risultava che il generale Rennenkampf stava avanzando lentamente verso ovest e non sembrava in grado di accorrere in aiuto della 2ª Armata russa. I generali Ludendorff e von Hindenburg e il tenente colonnello Hoffmann appresero con sollievo queste notizie che sembravano confermare la possibilità di effettuare con successo la manovra progettata di concentrazione di tutte le forze tedesche contro il generale Samsonov[37].
Entro la mezzanotte del 25 agosto il generale Ludendorff diramò quindi gli ordini finali per la controffensiva dell'8ª Armata: l'ala destra della 2ª Armata russa sarebbe stata attaccata dal XVII corpo del generale von Mackensen e dal I corpo di riserva del generale von Below; al centro le forze nemiche sarebbero state bloccate frontalmente dal XX corpo del generale von Scholtz, infine sul fianco destro tedesco il generale von François, comandante del I corpo, avrebbe finalmente sferrato l'attacco per aggirare il fianco sinistro russo. Il generale Ludendorff in realtà era estremamente teso e preoccupato per la situazione generale, in particolare continuava a temere il possibile intervento da nord della 1ª Armata russa[38]. Al mattino del 26 agosto giunsero effettivamente al quartier generale tedesco informazioni provenienti dalla ricognizione aerea che sembravano indicare che il generale Rennenkampf aveva messo in movimento verso sud la sua armata; il generale Ludendorff mostrò di nuovo forte nervosismo e apparentemente furono il tenente colonnello Hoffmann e il generale von Hindenburg che sostennero il morale del capo di stato maggiore dell'armata e superarono i suoi dubbi invitandolo a proseguire la manovra secondo i piani[39]. Un nuovo contrasto sorse quando al quartier generale giunse notizia che il generale von François aveva nuovamente rinviato, in contrasto con gli ordini, l'attacco del suo I corpo d'armata contro il fianco sinistro russo; il generale Ludendorff espresse estrema irritazione per il ritardo e reiterò i suoi ordini d'attacco, ma il generale von François, che era ancora in attesa dell'arrivo di tutta la sua artiglieria pesante, decise ugualmente di rinviare ancora l'offensiva al 27 agosto[40].
Mentre al quartier generale tedesco infuriavano accesi contrasti, il generale Samsonov la sera del 25 agosto diramò a sua volta gli ordini ai suoi corpi d'armata; secondo le direttive del generale Žilinskij, la 2ª Armata avrebbe continuato l'offensiva in direzione della ferrovia strategica Allenstein-Osterode per minacciare la linea della Vistola; in questo settore avrebbero attaccato le forze del centro russo, costituite dal XV corpo del generale Martos, dal XIII corpo del generale Krujew e dal XXIII corpo del generale Kondratovič[41]. Il fianco sinistro, dove il generale Samsonov temeva un attacco tedesco, sarebbe stato coperto dal I corpo d'armata del generale Artomonov; infine sull'ala destra era schierato in posizione isolata il VI corpo d'armata. In un primo tempo il generale Samsonov aveva deciso di tenere fermo sulle posizioni raggiunte il VI corpo, ma in un secondo momento egli decise invece di far affluire anche queste forze verso ovest per rafforzare il centro; il generale era apparentemente ignaro della presenza di grandi forze tedesche in movimento da nord che avrebbero potuto mettere in pericolo il suo fianco destro[42].
Il 26 agosto quindi il VI corpo d'armata russo al comando del generale Blagovečenskij diede inizio alla marcia di trasferimento verso il centro dello schieramento prevista dal generale Samsonov, ma ben presto la notizia dell'avvistamento di ingenti forze tedesche individuate a nord provocò confusione tra le truppe russe. La divisione Komarov del VI corpo ritornò indietro per affrontare le truppe tedesche, ritenute inizialmente reparti in ritirata di fronte alla I armata del generale Rennenkampf. Si trattava in realtà del XVII corpo d'armata del generale von Mackensen che era passato all'offensiva secondo gli ordini del generale Ludendorff: la divisione russa fu attaccata e respinta; la divisione Richter del VI corpo russo interruppe a sua volta la marcia e cercò di venire in aiuto tornando indietro ma si disgregò lungo la strada dispendendosi nei boschi e incappando nelle truppe tedesche del I corpo di riserva del generale von Below passate a loro volta all'attacco[43]. Il generale Blagovečenskij non riuscì a controllare la situazione; il VI corpo d'armata aveva subito pesanti perdite ed era completamente disorganizzato. Nonostante la tenace resistenza della riserva del corpo che al comando del generale Nečvolodov difese il pomeriggio e la sera del 26 agosto, rinforzata da alcune batterie di artiglieria, la stazione di Rothfliess[44], nella notte del 26-27 agosto il comandante del VI corpo diede l'ordine di ritirata generale. Il movimento, effettuato nell'oscurita e malamente organizzato, si svolse nella confusione; una parte delle truppe russe venne respinta verso il lago di Bössau dove molti soldati annegarono[45]; l'ala destra dell'armata del generale Samsonov era ormai in completa ritirata; venne evacuata senza combattere Bischofsburg e le truppe rifluirono ancora più a sud verso Mensguth; il centro dello schieramento russo si trovò con il fianco completamente scoperto[46].
Mentre il VI corpo d'armata russo subiva una dura sconfitta, il 26 agosto 1914 i corpi d'armata centrali del generale Samsonov avevano ripreso l'offensiva contro il XX corpo tedesco; il XV corpo del generale Martos sferrò l'attacco verso la cittadina di Mühlen e raggiunse alcuni successi; il XIII corpo del generale Klujew occupò nella tarda mattinaya del 27 agosto Allenstein con i reggimenti Nevskij, Dorogobužskij e Kaširskij[47]. Sulla sinistra tuttavia, nel settore di Tannenberg, la divisione del generale Mingin del XXIII corpo fu messa in difficoltà da un contrattacco nemico e cedette terreno, intralciando l'avanzata del generale Martos verso Mühlen; per sostenere il XV corpo anche il generale Klujew deviò verso sud-ovest, lasciando in parte scoperto il settore appena conquistato di Allenstein[48]. Alle ore 12.00 del 27 agosto i reggimenti Narvskij e Koporskij, che dal mattino erano stati deviati dalle alture di Grieslienen verso ovest per cooperare con il XV corpo, raggiunsero senza combattere la cittadina di Hohenstein che era stata abbandonata dalla popolazione e che venne saccheggiata[49].
Il generale Samsonov si trovava dal 26 agosto con il capo di stato maggiore generale Potovskij e gli altri ufficiali del quartier generale, tra cui era presente anche l'addetto militare britannico maggiore Knox, a Neidenburg dove venne raggiunto dalle allarmanti notizie delle difficoltà incontrate dal VI corpo d'armata e dal XXIII corpo d'armata; le truppe in confusa ritirata dei reggimenti Revelskij e Estljandskij della divisione Mingin arrivarono a Neidenburg in un atmosfera di panico[48][50]. Il generale Samsonov divenne consapevole nel primo pomeriggio del 27 agosto che la situazione della sua armata stava diventando difficile e che c'era il rischio di una doppia manovra di aggiramento da parte del nemico. Egli tuttavia non rinunciò a battersi; contando sull'imminente arrivo da nord dell'armata del generale Rennenkampf, decise di sferrare un nuovo attacco con i corpi d'armata di centro; il generale inoltre aveva piena fiducia nella capacità dell'eccellente I corpo d'armata del generale Artomonov di difendere il fianco sinistro dell'armata attestato a Usdau[48].
Al quartier generale del Fronte Nord-Occidentale il generale Žilinskij non sembrò comprendere il grave pericolo che stava correndo la 2ª Armata in mancanza di sostegno da parte delle forze della 1ª Armata; il 26 agosto il Granduca Nicola, comandante in capo dell'esercito russo su tutto il fronte orientale, arrivò a Volkovysk e sembrò preoccupato. Egli ordinò al generale Žilinskij di inviare subito la 1ª Armatain in aiuto del generale Samsonov[51]. In un primo momento tuttavia il generale Žilinskij non modificò le sue disposizioni: il generale Rennenkampf ricevette l'ordine di inviare due corpi d'armata verso Königsberg, mentre gli altri due corpi d'armata avrebbero ripreso l'inseguimento del nemico. Il 27 agosto finalmente il generale Žilinskij sembrò allarmarsi per la situazione della 2ª Armata e sollecitò il generale Rennenkampf a muovere in avanti con urgenza la sua ala sinistra; questi ordini, inviati via radio senza codificazione, furono facilmente intercettati dal servizio informazioni dell'8ª Armata tedesca[52].
La situazione della 2ª Armata russa divenne ancor più difficile al mattino del 27 agosto; dopo ripetuti rinvii, finalmente il generale von François diede inizio alle ore 04.00 all'attacco del I corpo d'armata contro il fianco sinistro nemico; avendo completato lo schieramento dei suoi cannoni pesanti e dei necessari rifornimenti di munizioni, il generale poté iniziare un distruttivo fuoco di sbarramento d'artiglieria che colpì con grande efficacia le linee del I corpo d'armata russo del generale Artomonov[53]. Il quartier generale tedesco lasciò il posto di comando temporaneo a Löbau per recarsi su un altura dove i generali Ludendorff e von Hindenburg, in compagnia del tenente colonnello Hoffmann, intendevano controllare l'attacco del generale von François verso Usdau. Il tiro dei cannoni tedeschi si dimostrò decisivo; il bombardamento disgregò le difese del I corpo d'armata russo e i soldati, a corto di vettovagliamento e munizioni, mostrarono segni di cedimento. Nonostante una coraggiosa resistenza sotto il fuoco d'artiglieria e alcuni contrattacchi improvvisati da parte dei reggimenti russi Petrovskij e Nejšlotovskij nel settore della tenuta Ruttkowitz[54], alle ore 11.00 i russi abbandonarono le loro posizioni e Usdau venne occupato dalle truppe tedesche del generale von François[55]. I soldati del I corpo d'armata continuarono ad avanzare sfruttando il cedimento dei russi e la sera del 27 agosto raggiunsero Soldau minacciando le linee di comunicazione dei due corpi d'armati russi ancora impegnati nell'attacco al centro dello schieramento[56]. Il generale Samsonov apprese nel pomeriggio del 27 agosto, poco dopo aver cercato di raggruppare le truppe in fuga verso Neidenburg del generale Mingin, la notizia della ritirata del I corpo d'armata da Usdau; egli apparve irritato ed eccitato dalla disastrosa notizia; il comandante dell'armata decise di destituire immediatamente il generale Artomonov e di sostituirlo con il generale Duškevic[57].
In realtà al quartier generale tedesco era presente ancora grande nervosismo; le notizie dal I corpo d'armata erano confuse; sembrò in un primo momendo che l'avanzata ad est di Usdau procedesse con difficoltà e che ci fossero fenomeni di cedimento tra le truppe; sul terreno vagavano numerosi profughi che avevano abbandonato le loro case accrescendo il disordine, le notizie di soldati tedeschi in fuga nel panico, appartenenti ad un reparto di granatieri contrattaccato dal reggimento Petrovskij, provocarono preoccupazione fino al momento in cui risultò, la sera del 27 agosto, che, nonostante qualche insuccesso locale, il generale von François aveva effettivamente sconfitto in modo decisivo il I corpo d'armata russo[58]. La battaglia tuttavia non era ancora vinta; il centro del generale Samsonov continuava ad attaccare, gli scontri era aspri e incerti, le truppe delle due parti erano ampiamente disseminate nel difficile terreno boscoso e paludoso[59].
In questa fase peraltro secondo lo storico militare britannico Basil Liddell Hart, la conduzione tattica della battaglia da parte del generale Ludendorff divenne più confusa e le sue istruzioni contraddittorie non facilitarono l'azione dei subordinati; inoltre i generali von Mackensen e von Below operarono con scarsa cooperazione[60]. Il I corpo d'armata di riserva del generale Otto von Below, invece di muovere a sud con un movimento aggirante a vasto raggio che avrebbe permesso di chiudere rapidamente l'accerchiamento, diresse subito verso Allenstein per supportare il XX corpo d'armata[60].
I generali von Hindenburg e Ludendorff non avevano ancora un quadro chiaro della situazione e temevano sorprese; di conseguenza, confermarono la deviazione del I corpo d'armata di riserva verso Allenstein e Hohenstein, mentre disposero che una divisione del generale von Scholtz aggirasse Mühlen, dove erano in corso gli assalti del XV corpo del generale Martos, e attaccasse Waplitz[61]. Questa divisione si mosse nella notte del 28 agosto; un reparto di cavalleria entrò nella cittadina ma fu respinto e anche l'attacco all'alba della fanteria incontrò la dura resistenza dei russi[62]. Il reggimento Poltavskij respinse l'attacco; il contrattacco al mattino del 28 agosto delle riserve del reggimento Černigovskij, fatte intervenire dal generale Martos insieme ai resti dei reggimenti Libavskij e Kalužskij, sconfisse le divisione tedesca che, bersagliata per errore dalla propria artiglieria, ripiegò dove aver subito dure perdite; oltre 2.000 soldati furono catturati dai russi che mantennero il possesso di Waplitz e delle alture di Wittmannsdorf[63].
Il generale Ludendorff il 28 agosto incontrò il generale von Scholtz a Frögenau e apparve molto preoccupato per le notizie degli scontri a Waplitz, per un eventuale intervento del generale Rennenkampf e per un possibile cedimento del XX corpo d'armata schierato al centro delle posizioni tedesche; il generale era inoltre irritato dalla mancanza di informazioni provenienti dai generali von Below e von Mackensen[64]. Egli giunse al punto di ordinare al generale von François di arrestare l'avanzata verso est e invece deviare verso nord in direzione di Lahna per sostenere direttamente il XX corpo d'armata[65]. Il generale von François tuttavia non eseguì subito questo ordine e continuò a spingere il I corpo d'armata verso Neidenburg; infine anche il generale Ludendorff si convinse che il centro dell'armata era in grado di resistere e che la situazione tattica sul campo favoriva una manovra di accerchiamento generale del nemico. Il generale von François ricevette quindi alle ore 15.00 del 28 agosto l'approvazione per la sua manovra[65]. Il comandante del I corpo aveva inviato un distaccamento di copertura verso Soldau e con una brigata di fanteria e un "distaccamento volante" di cavalleria e autoveicoli aveva proseguito per tutta la giornata con grande abilità l'avanzata verso Neibenburg che venne occupata dall'avanguardia alle ore 17.00. I deboli reparti del reggimento Estljandskij schierati lungo la strada vennero facilmente superati e anche il generale von François in serata raggiunse la cittadina dove prese il controllo della situazione; egli inviò subito le sue avanguardie ancora più a est verso Willenberg[66].
Mentre il generale von François avanzava sull'ala destra; sul fianco sinistro durante il 28 agosto sorsero notevoli contrasti sulla conduzione tattica della battaglia tra i generali von Below e il generale von Mackensen. I due comandanti entrarono in conflitto riguardo la priorità nell'utilizzo delle poche strade disponibili per avanzare verso sud-ovest in direzione di Hohenstein; il generale von Mackensen, molto contrariato, arrestò il suo corpo d'armata e solo alle ore 16.00 il generale von Hindenburg riuscì a convincerlo ad avanzare verso sud per completare l'accerchiamento[67]. Poco dopo tuttavia il comando dell'8ª Armata cambiò ancora una volta i suoi ordini; dopo aver ricevuto informazioni preoccupanti sul presunto avvicinamento dell'armata del generale von Rennenkampf, il generale Ludendorff decise di arrestare la manovra d'accerchiamento e di organizzare con i corpi d'armata dei generali von Below e von Mackensen uno sbarramento protettivo verso est. Il generale von Mackensen tuttavia, estremente irritato dal continuo cambiamento degli ordini, non obbedì, finse problemi nella ricezione delle disposizioni, e proseguì energicamente con il XVII corpo d'armata a sud verso Willenberg[68].
Disfatta dei russi
Il generale Samsonov era sempre più depresso dal succedersi di notizie disastrose provenienti soprattutto dalle due ali della sua armata che appariva ormai irriversibilmente disgregata sul terreno; dopo aver destituito il generale Artomonov a causa dell'abbandono di Usdau, egli aveva appreso che il VI corpo d'armata era in completa ritirata sull'ala destra e aveva evacuato in rotta Mensguth e rifluiva verso Ortelsberg[69]Dopo aver passato una notte insonne, il comandante in capo dell'armata prese una decisione disperata e drammatica; egli si sarebbe portato con pochi ufficiali e una debole scorta di cosacchi ancora più vicino alla battaglia, mentre il grosso del quartier generale avrebbe ripiegato indietro a Janowo. Il generale Samsonov parlò con il generale Knox; descrisse la situazione come "critica" e invitò l'ufficiale britannico a mettersi in salvo nelle retrovie[70]. Alle ore 07.45 del 28 agosto, il generale russo partì da Neideburg insieme ad otto ufficiali e i pochi cosacchi per raggiungere la località di Nadrau, dove era il quartier generale del XV corpo d'armata; poco prima aveva comunicato la sua decisione al generale Žilinskij aggiungendo che, avendo messo fuori uso gli apparecchi di comunicazione, "temporaneamente" non sarebbe stato più raggiungibile[71].
Mentre il generale Samsonov partiva alla ricerca del generale Martos, il quartier generale abbandonò Neidenburg e ripiegò oltre il confine; la situazione in città il 28 agosto divenne rapidamente caotica; gli ospedali erano pieni di feriti; gruppi di sbandati entrarono nell'abitato; i resti disgregati dei reggimenti Revelskij e Estljandskij del XXIII corpo affluirono disordinatamente in città; il generale Kondratovic decise l'evacuazione generale di Neidenburg[72]; solo piccoli gruppi del reggimento Estljandskij formarono un debole sbarramento lungo la strada verso ovest[73]. Il generale Samsonov raggiunse il quartier generale del XV corpo d'armata alle ore 08.30 del 28 agosto; lungo la strada aveva ricevuto conferma della rotta del VI corpo a sud di Ortelsberg; a Nadrau incontrò il generale Martos che riferì sui successi a Waplitz ma affermò che la situazione del suo corpo d'armata, esausto dopo giorni di combattimenti e privo di rifornimenti, era difficile. Il generale Martos riteneva che fosse assolutamente necessario, per evitare una catastrofe, "ripiegare immediatamente"[74].
Il 29 agosto, mentre il generale von Scholtz era ancora impegnato con il XX corpo in duri e incerti scontri con le forze russe del XV corpo d'armata del generale Martos, il generale von Below riuscì a rioccupare Allenstein con il I corpo d'armata di riserva minacciando il fianco destro nemico; i tedeschi ricacciarono indietro il XIII corpo d'armata del generale Klujew che si trovò rinserrato a Hohenstein in uno ristretto spazio boscoso tra due laghi masuriani. In questo settore i combattimenti furono particolarmente accaniti e la fanteria russa, nonostante il coraggio e la resistenza, subì perdite elevatissime sotto il fuoco micidiale dell'artiglieria tedesca del generale von Below[75]. Una parte del XIII corpo d'armata russo, dopo essere stato decimato dal fuoco tedesco a Hohenstein, riuscì a sfuggire verso sud-est; infine il XVII corpo d'armata del generale von Mackensen diresse con le sue forze decisamente a sud per chiudere finalmente la sacca[60].
L'ultima fase dell'avanzata tedesca non fu agevole e venne resa particolamente problematica dalle difficoltà di collegamento e di movimento di grandi masse di soldati attraverso le foreste e i laghi. Il 29 agosto finalmente la cavalleria del generale von François entrò in contatto con i reparti d'avanguardia del XVII corpo d'armata del generale von Mackensen e la sacca venne chiusa; gran parte di tre corpi d'armata russi (XV, XIII e XXIII) erano ormai completamente accerchiati[65].
Nonostante gli errori tattici e i ritardi tedeschi, la ritirata del XIII corpo d'armata del generale Klujew e del XV corpo d'armata del generale Martos verso sud-est per sfuggire all'accerchiamento si tramutò il 29 e il 30 agosto in una catastrofe; le due formazioni erano costituite da unità efficienti che si erano battute coraggiosamente per giorni, ma il ripiegamento si effettuò in disordine attraverso un difficile terreno boscoso e paludoso dove i reparti russi si disgregarono. Privi per giorni di rifornimenti, senza cibo né acqua, i soldati russi durante la confusa ritirata subirono il fuoco delle mitragliatrici tedesche posizionate agli incroci delle piste all'interno delle paludi[76]. Anche gli ufficiali superiori e gli stati maggiori si dispersero sul terreno.
Il 30 agosto, con la resa degli ultimi reparti russi, la battaglia fu pressoché conclusa.
Bilancio e conseguenze
90.000 russi furono catturati, altri 30.000 circa feriti o uccisi. Fra i morti russi il generale Samsonov, morto suicida (il corpo venne ritrovato in mezzo ad altri caduti russi con un foro di proiettile in testa ed in mano la rivoltella), che il 30 agosto aveva detto al proprio capo di stato maggiore: "Come comparire di nuovo al suo cospetto [al cospetto dello Zar] dopo un simile disastro?"[79]. Soltanto 10.000 uomini, prevalentemente appartenenti ai fianchi già in ritirata, riuscirono a sfuggire alla cattura. I tedeschi catturarono inoltre più di 500 cannoni e molto equipaggiamento, che richiese 60 treni per essere trasportato nelle retrovie. L'esercito tedesco perse meno di 37.000 uomini.
Annientata la 2ª armata russa, l'armata del generale Hindenburg poté concentrare le sue forze contro la 1ª armata del generale Rennenkampf, aprendo così la strada alla vittoria tedesca nella battaglia dei Laghi Masuri.
Il generale Ludendorff aveva datato il dispaccio della vittoria dalla località di Frogenau, il tenente colonnello Max Hoffmann (la cui condotta durante la battaglia era stata fondamentale per la vittoria) gli consigliò di datarlo da Tannenberg, teatro nel 1410 della battaglia di Grunwald, in cui un antenato del generale Hindenburg era caduto combattendo coi cavalieri dell'Ordine Teutonico contro i lituani[80].
Dal punto di vista storiografico è difficile valutare con precisione i meriti e le responsabilità individuali dei principali comandanti tedeschi nell'ideazione della brillante manovra strategica e nella conduzione tattica della battaglia. Secondo alcune fonti il merito principale della vittoria spetterebbe al generale von Hindenburg che, essendo nativo dei luoghi della battaglia, avrebbe conosciuto perfettamente il terreno e avrebbe ideato molti anni prima della guerra una possibile manovra combinata per fronteggiare un'eventuale invasione russa. Altri autori hanno invece rimarcato il ruolo del generale Ludendorff. Sarebbe stato lui, il miglior stratega dell'esercito, a pianificare a tavolino, fin dal suo arrivo a Coblenza, la manovra di concentramento generale contro l'armata del generale Samsonov e che avrebbe diretto con ferrea energia la manovra di vari corpi dell'8ª Armata. E' stato invece sottolineato da altri la funzione decisiva del tenente colonnello Hoffmann che, ancor prima dell'arrivo dei nuovi comandanti, avrebbe previsto la strategia più opportuna per sconfiggere i generali Rennenkampf e Samsonov di cui conosceva l'inimicizia personale e quindi la scarsa propensione a collaborare[81].
In realtà la strategia operativa fondamentale adottata dal comando tedesco che prevedeva, in caso di invasione russa della Prussia orientale, di concentrare, sfruttando la rete ferroviaria, tutte le forze su una delle masse offensive russe, riconducibile alla classica strategia della posizione centrale adottata in molte occasioni da Napoleone Bonaparte, non venne ideata sul momento dai generali dell'8ª Armata, ma derivava direttamente dalla pianificazione strategica classica prussiana che addirittura era stata prevista anche da Federico il Grande quasi un secolo e mezzo prima. Questa strategia era stata studiata accuratamente dallo stato maggiore diretto dal generale Alfred von Schlieffen ed era stata minuziosamente sperimentata durante le manovre di guerra annuali dell'esercito tedesco. Lo stato maggiore dell'armata infatti aveva proposto al generale von Prittwitz di adottare questa strategia; quindi gli ordini del generale Ludendorff non sorpresero gli ufficiali dell'8ª Armata e rientravano perfettamente nella pianificazione prevista da molti anni in caso di invasione russa[82].
Dal punto di vista tattico, il generale Ludendorff, nonostante momenti di grande nervosismo e proccupazione, condusse nel complesso con abilità ed energia la manovra combinata dei corpi d'armata; il tenente colonnello Hoffmann ha elogiato la direzione del generale Ludendorff e la sua decisione di attaccare a Usdau sul fianco sinistro dei russi. Al contrario invece il generale Hermann von François, ritenuto a sua volta da alcuni studiosi l'artefice principale della vittoria, ha criticato il capo di stato maggiore dell'8ª Armata[83]. Lo spirito offensivo, la perspicacia e l'abilità tattica del generale von François sono state apprezzate in particolare da Aleksandr Solženitsyn nel suo celebre romanzo storico Agosto 1914 dedicato alla battaglia di Tannenberg[84].
Il ruolo effettivo del generale von Hindenburg, descritto dalla propaganda del Reich dopo la vittoria come un condottiero di statura quasi mitologica, è stato invece molto ridimensionato negli anni; il tenente colonnello Hoffmann ha affermato nelle sue memorie che il comandante dell'8ª Armata in pratica non avrebbe svolto alcuna funzione reale dal punto di vista operativo; fiacco e dalle modeste capacità strategiche, si sarebbe limitato ad approvare le decisioni prese dal generale Ludendorff in collaborazione con gli altri ufficiali dello stato maggiore[85].
Note
- ^ a b c R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 77.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 245.
- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, pp. 37-38.
- ^ F. Fischer, Assalto al potere mondiale, p. 36.
- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, pp. 38-40.
- ^ F. Fischer, Assalto al potere mondiale, pp. 48-49.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, pp. 75-76.
- ^ I. Montanelli-M. Cervi, Due secoli di guerre, vol. 7, pp. 22-23.
- ^ I. Montanelli-M. Cervi, Due secoli di guerre, vol. 7, pp. 22 e 126-127.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 347.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 261.
- ^ A. Solženitsyn, Agosto 1914, pp. 82-87.
- ^ A. Solženitsyn, Agosto 1914, pp. 87-90.
- ^ A. Solženitsyn, Agosto 1914, p. 91.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, pp. 261-262.
- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 57.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 262.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, pp. 262-263.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, pp. 265-266.
- ^ R.Asprey, L'Alto comando tedesco, pp. 57 e 67.
- ^ R.Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 67.
- ^ R.Asprey, L'Alto comando tedesco, pp. 67-70.
- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 72.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, pp. 272-273.
- ^ a b B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 273.
- ^ a b R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 73.
- ^ a b B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 273.
- ^ A. Solženitsyn, Agosto 1914, pp. 94-95.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 347.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 348.
- ^ a b B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 274.
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- ^ H. H. Herwig, The Marne, p. 156.
- ^ a b B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 341.
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- ^ B.Tuchman, I cannoni di agosto, p. 343.
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- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 74.
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- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, p. 328.
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- ^ a b c R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 76.
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- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 392-393.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, p. 393.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 308-315.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 318-326.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 326-327.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 341-350.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 356-362.
- ^ A. Solženitsyn, agosto 1914, pp. 351-356.
- ^ F. Fadini, Caporetto dalla parte del vincitore, pp. 102-103.
- ^ B. Tuchman, I cannoni d'agosto, p. 357.
- ^ I. Montanelli-M. Cervi, Due secoli di guerre, vol. VI, p. 29.
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- ^ Martin Gilbert - La grande storia della prima guerra mondiale, vol. 1 pag. 69/70
- ^ Martin Gilbert - La grande storia della prima guerra mondiale, vol. 1 pag. 70
- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 69.
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- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, p. 77.
- ^ A. Solženitsyn, Agosto 1914, pp. 218-224.
- ^ R. Asprey, L'Alto comando tedesco, pp. 86-87.
Bibliografia
- Robert Asprey, L'Alto comando tedesco, Rizzoli, 1993
- Francesco Fadini, Caporetto dalla parte del vincitore, Mursia, 1998
- Fritz Fischer, Assalto al potere mondiale, Einaudi, 1965
- Martin Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale, Mondadori, 2000
- Holger H. Herwig, The Marne, 1914, Random House, 2011
- Basil Liddell Hart, La prima guerra mondiale, BUR, 2000
- Indro Montanelli-Mario Cervi, Due secoli di guerra, Editoriale Nuova, 1982
- Aleksandr Solženitsyn, Agosto 1914, Mondadori, 1972
- Barbara Tuchman, I cannoni d'agosto, Bompiani, 1999
Voci correlate
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