Angilramno

abate francese

Angilramno o Angelramno, o Enguerrand le Sage (Ponthieu, 975 circa – 1045) è stato un abate francese.

Di origini agiate, portò avanti una vasta attività culturale presso il convento benedettino di Saint-Riquier di cui divenne abate nel 1020-1022. Suo fratello Guido fu abate di Forest-Montiers.

Biografia

Crebbe nel monastero, dimostrando ben presto una grande attitudine allo studio e alle lettere. Grazie al favore dell'abate Ingélard poté lasciare l'abbazia e formarsi nelle arti liberali, diventando infine discepolo di uno dei maggiori studiosi del suo tempo, Fulberto di Chartres.[1]

Rientrò a Saint-Riquier sul principio dell'XI secolo, non tardando a diffondere attorno a sé gli insegnamenti appresi: rinnovò la dotazione della biblioteca, che ancora non si era ripresa dalla distruzione normanna del IX secolo, copiando numerosi libri; la sua presenza alla guida della scuola abbaziale attirò un gran numero di giovani, rinnovando all'abbazia l'antica fama di centro di cultura (tra i suoi discepoli Guido di Ponthieu, poi vescovo di Amiens ed elemosiniere della regina Matilde, e Drogone, vescovo di Thérouanne). [2]

Fece parte, attorno al 1015, della corte che accompagnò in pellegrinaggio a Roma Roberto il Pio, impressionando il sovrano con la propria sapienza; alla morte di Ingélard Angilramno fu eletto abate dai confratelli, e Roberto non solo confermò l'elezione ma, secondo Hariulfo di Oudenbourg[3], volle essere addirittura presente alla cerimonia di insediamento.[4]

Opere

Sappiamo che compose all'età di 21 anni una Vita Richarii, poema in 4 libri su san Ricario di Centule; il primo libro costituisce una versificazione della biografia del santo scritta da Alcuino di York, il secondo e il terzo riproducono sempre in versi una raccolta di miracoli del santo, composta nel IX secolo, mentre nel quarto libro compone lui stesso la storia della traslazione delle reliquie nel X secolo e dei miracoli avvenuti in quell'occasione. Sono andate perdute una vita di Sant'Austreberta e un Martyrium di San Vincenzo, oltre a una raccolta di canti.[5]

Note

  1. ^ Hénoque, pag. 313-314
  2. ^ Hénoque, pag. 316
  3. ^ Hariulf d'Oudenbourg, "Chronicon centulense", ou Chronique de l'abbaye de Saint-Riquier, traduttore Louis Augustin Le Ver, editore scientifico Ernest Prarond, Parigi, Imprimerie Fourdrinier et compagnie, 1899.
  4. ^ Hénoque, pag. 317-318
  5. ^ Hénoque, pag. 315

Bibliografia

Collegamenti esterni

  • Angilramno, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.