Angina pectoris

dolore toracico, in genere, retrosternale secondario a ridotto apporto di O2/sangue al muscolo cardiaco
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Template:Disclaimer soccorso Template:Box Malattia L'angina pectoris è un dolore al torace provocato dall'insufficiente ossigenazione del muscolo cardiaco a causa di una transitoria diminuzione del flusso sanguigno (ischemia) attraverso le arterie coronariche. Durante l'attacco di angina, che inizia lentamente, giunge all'apice e poi sparisce nell'arco totale di massimo 15 minuti, il dolore può propagarsi anche agli organi prossimi al torace.

Se la frequenza, insorgenza ed intensità del dolore sono prevedibili si parla di angina pectoris stabile o stenocardia ed è cronica.

Di fronte a un quadro meno prevedibile e crescente in termini di frequenza ed intensità del dolore si parla di angina pectoris instabile.

Quando il dolore si presenta in condizioni normali di riposo si parla di angina pectoris variante o angina di Prinzmetal.

Epidemiologia e cenni storici

In Italia soffre di angina pectoris l'1,1% delle persone[1], con una leggera predominanza dei maschi sulle femmine e si presenta generalmente dai 40-50 anni in su; si calcola un nuovo caso all'anno ogni 750 persone.

La causa principale è da rinvenire nell'ostruzione di un vaso ad opera di una placca aterosclerotica. Rientrano dunque nei fattori di rischio per l'angina pectoris gli stessi fattori di rischio dell'aterosclerosi:

L'angina pectoris può presentarsi come patologia secondaria in casi di insufficienza cardiaca, aritmia e altre patologie che possano provocare un ridotto afflusso di sangue al cuore.

L'angina variante di Prinzmetal rappresenta il 2% dei casi di angina pectoris[2] ed è provocata da spasmi delle arterie coronariche; gli spasmi si presentano spontaneamente nella maggior parte dei casi, anche in assenza dei fattori di rischio classici delle malattie cardiache. Negli altri casi può essere indotta da:

  • esposizione al freddo;
  • stress emotivo;
  • assunzione di alcolici;
  • farmaci vasocostrittori;
  • assunzione di cocaina.

Quadro clinico

Il quadro ischemico è normalmente causa dell'accumulo di metaboliti tossici nel muscolo cardiaco in grado di scatenare un dolore, caratterizzato da un senso di profonda oppressione o costrizione, normalmente dislocato in zona retrosternale e della durata di pochi minuti. Frequenti sono le irradiazioni del dolore al braccio sinistro, alle scapole, alla mandibola o alla bocca dello stomaco. Spesso il fattore scatenante è un'attività che ha comportato un aumento dell'attività cinetica del cuore e della velocità del flusso sanguigno all'interno delle arterie coronariche (una sforzo, un'emozione o perfino un pasto importante).

Un quadro clinico più raro e preoccupante è rappresentanto invece dall' angina pectoris variante (detta anche di Prinzmetal) la cui peculiarità è rappresentata dall'insorgenza di attacchi in condizioni di riposo e non durante l'aumento di attività cinetica del cuore. Ben la metà dei pazienti afflitti da questa rara forma non presenta evidenze aterosclerotiche e il fenomeno, in questo caso, trae origine da un immediato spasmo delle arterie coronariche.

Fondamentale, data la localizzazione del dolore in sede toracica, è escludere altre cause: un dolore simile a quello anginoso, infatti, può derivare anche da esofagiti, ulcera peptica e coliche biliari.

La diagnosi si avvale di diversi strumenti a crescente livello di completezza: l'elettrocardiogramma non è in grado, a meno che non venga praticato durante una crisi, di rilevare l'esistenza di un quadro di angina pectoris; performance migliori può darle l'impiego dell'holter (ECG continuo di 24 ore). Gli strumenti elettivi restano però l'ECG sotto sforzo ed in particolare la coronarografia e l'angiocardiografia.

Le misure terapeutiche

La scelta del trattamento è stabilita in relazione al tipo di angina diagnosticato e dall'eventuale compresenza di altre malattie.

Importanza primaria, oltre che profilattica, è data dall'immediata cessazione di comportamenti a rischio coronorico (fumare, nutrirsi smodatamente fino al sovrappeso) oltre che al controllo della pressione sanguigna e dello stress. Importante è anche la correzione di situazioni predisponenti quali vizi valvolari, aritmie e problemi tiroidei.

La terapia medica dell'angina pectoris si avvale di numerosi farmaci operanti tanto a livello emodinamico quanto ritmico: nitrati, betabloccanti e calcioantagonisti. Anche l'acido acetilsalicilico trova impiego nella terapia di questa patologia in particolare nelle forme instabile e variante, normalmente più esposte al rischio d'infarto.

Il trattamento chirurgico, quando necessario, è orientato all'angioplastica coronarica, in particolare con l'impianto di stent, e al bypass aortocoronarico.

Note

  1. ^ Dati ISTAT 1994.
  2. ^ Dati Medlineplus.

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