Isola Madre
L'Isola Madre è la più grande dell'arcipelago delle Borromee sul Lago Maggiore. Larga 220 metri e lunga 330, l'isola è occupata da alcune costruzioni e soprattutto da giardini. Anticamente era chiamata Isola di San Vittore e successivamente Isola Maggiore.
| Isola Madre | |
|---|---|
| Geografia fisica | |
| Localizzazione | Lago Maggiore |
| Coordinate | 45°54′40″N 8°32′16″E |
| Arcipelago | Isole Borromee |
| Dimensioni | 0.33 × 0.22 km |
| Geografia politica | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Comune | File:Stresa-Stemma.png Stresa |
| Cartografia | |
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Storia
Le fonti storiche indicano che nella metà del IX secolo sull'isola è presente la chiesa con abside a pianta quadra (edificio probabilmente costituente il riferimento alla matrice di una macropieve verbanese dedicata a S: Vittore), un cimitero (il cui ricordo si perpetua nella cosiddetta ‘scala dei morti'); non si esclude che vi potesse sorgere anche un piccolo apprestamento militare, in analogia e assonanza con il castrum di Sant'Angelo sito sull'Isolino di San Giovanni. Per certo si sa che vi erano coltivazioni di ulivi, la cui produzione veniva forse impiegata per usi sacri. A partire dal 1501 Lancillotto Borromeo, uno dei cinque figli di Giovanni III e Cleofe Pio di Carpi, introduce nell'isola le prime coltivazioni di agrumi fatti arrivare dalla Liguria insieme con un giardiniere ("hortolano") che li accudisca; ordina la costruzione di un primo nucleo della dimora gentilizia, che viene successivamente ampliata in forma rinascimentale negli anni ottanta del Cinquecento da Renato I Borromeo. Sono gli anni in cui si avvicendano nella cura dei giardini gli esponenti di una dinastia di "hortolani", i Della Torre, che risiederanno all'Isola Madre sino al primo Ottocento.[1] A partire circa dal 1823-1825, per decisione dei conti Giberto V e Vitaliano IX Borromeo Arese, ad opera di Renato I, Giacomo e Francesco Rovelli, famiglia di giardinieri originaria di Monza, pur preservando il bosco nella parte verso Nord-Ovest dell'isola, i settori tenuti a frutteto vengono convertiti in giardino romantico all'inglese, che ancora viene considerato tra i migliori esempi di quest'arte in Italia.[2]
Monumenti
- Palazzo Borromeo (edificato nel XVI secolo sui resti della primitiva chiesa, cimitero - e fors'anche castello - di S. Vittore) e relativo giardino all'inglese
- Cappella gentilizia del 1858 (al contrario di quella dell'Isola Bella, non contiene cenotafi o monumenti funebri)
- Il grande e scenografico giardino all'inglese di 8 ettari, progettato su un precedente agrumeto, produttivo sino alla fine del Settecento. Famosa è la "scala dei morti", che negli ultimi decenni è stata arricchita con un'importante collezione di Wisteria (glicine).[3]
Note
Bibliografia
- AA. VV., Le Isole Borromee e la Rocca di Angera, Silvana ed., Milano 200.
- Vittorio Grassi-Carlo Manni, Il Vergante, Alberti, Intra 1990.
Voci correlate
Altri progetti
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