Fra il 1884 ed il 1965, la Santa Sede prescrisse la recita, obbligatoria dopo ogni messa non cantata, di alcune preghiere, all'inizio dedicate alla soluzione della Questione Romana e, dopo che questo essa fu regolata dai Patti Lateranensi, "ut afflictiis Russiae filiis tranquillitatem fideique profitendae libertatem restitui sinat"[1].

Queste preghiere sono note come "Preci leonine" perché fu Papa Leone XIII che, il 6 gennaio 1884, ordinò la loro recita in tutto il mondo. In quello che fu lo Stato Pontificio, esse erano già in uso fin dal 1859.

Le Preci comprendono tre Ave Maria, un Salve Regina seguto da un versetto e un responsorio, e una colletta che, dal 1886, chiede la conversione dei peccatori e "la libertà e l’esaltazione della santa Madre Chiesa", e, ancora dal 1886 in poi, la Preghiera a san Michele. Nel 1904, Papa Pio X aggiunse tre "Cuore santissimo di Gesù. Abbi pietà di noi."

Nel 1964, con effetto dal 7 Marzo 1965, la Santa Sede abrogò l'obbligo della recita delle Preci leonine dopo le messe non cantate[2]. Tuttavia, esse sono ancora recitate dopo le celebrazioni nella Forma extraordinaria del rito romano.

Note

  1. ^ Indictam ante, Allocuzione di S. S. PIO XI pronunciata nel Concistoro segreto del 30 giugno 1930, in Acta Apostolicae Sedis 22 (1930), page 301
  2. ^ S. Rituum Congregatio, Instructio Inter Oecumenici, nn. 23-31: Acta Apostolicae Sedis 56 (1964) 882-884.