Angina pectoris

dolore toracico, in genere, retrosternale secondario a ridotto apporto di O2/sangue al muscolo cardiaco
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Template:Disclaimer soccorso Template:Box Malattia L'angina pectoris è un dolore al torace provocato dall'insufficiente ossigenazione del muscolo cardiaco a causa di una transitoria diminuzione del flusso sanguigno (ischemia) attraverso le arterie coronariche. Durante l'attacco di angina, che inizia lentamente, giunge all'apice e poi sparisce nell'arco totale di massimo 15 minuti, il dolore può propagarsi anche agli organi prossimi al torace.

Se la frequenza, insorgenza ed intensità del dolore sono prevedibili si parla di angina pectoris stabile o stenocardia ed è una condizione cronica.

Di fronte a un quadro meno prevedibile e crescente in termini di frequenza ed intensità del dolore si parla di angina pectoris instabile; in particolare la prima insorgenza di angina pectoris in un individuo è sempre, per definizione, instabile.

Quando il dolore si presenta anche in condizioni normali di riposo si parla di angina pectoris variante o angina di Prinzmetal; anche questa è una condizione cronica.

Epidemiologia e cenni storici

In Italia soffre di angina pectoris il 3,3% degli uomini e il 3,9% delle donne tra i 35 e i 74 anni[1] e si presenta generalmente dai 40-50 anni in su; si calcola un nuovo caso all'anno ogni 750 persone.

L'angina di Prinzmetal rappresenta il 2% dei casi di angina pectoris.

L'incidenza dell'angina pectoris è più o meno paragonabile anche nel resto dei paesi occidentalizzati, mentre è molto meno comune nei paesi del terzo mondo dato che i fattori di rischio cardiologico sono strettamente collegati alla società del benessere.

Eziologia

La causa principale è da rinvenire nell'ostruzione di un vaso ad opera di una placca aterosclerotica. Rientrano dunque nei fattori di rischio per l'angina pectoris gli stessi fattori di rischio dell'aterosclerosi:

L'angina pectoris può presentarsi come patologia secondaria in casi di insufficienza cardiaca, aritmia e altre condizioni che possano provocare un ridotto afflusso di sangue al cuore.

L'angina di Prinzmetal è causata da spasmi nelle arterie coronariche; gli spasmi si presentano spontaneamente nella maggior parte dei casi, anche in assenza dei fattori di rischio classici delle malattie cardiache; la metà dei pazienti afflitti da questa rara forma non presenta evidenze aterosclerotiche. Quando gli spasmi non si presentano in condizioni di riposo possono essere indotti da:

  • esposizione al freddo;
  • stress emotivo;
  • assunzione di alcolici;
  • farmaci vasocostrittori;
  • assunzione di cocaina.

Patogenesi

Il dolore insorge per via dell'accumulo di metaboliti tossici nel muscolo cardiaco a causa dell'ischemia transitoria; è caratterizzato da un senso di profonda oppressione o costrizione, normalmente dislocato in zona retrosternale e dura di norma meno di 15 minuti. Frequenti sono le irradiazioni del dolore al braccio sinistro, alle scapole, alla mandibola o alla bocca dello stomaco.

Spesso il fattore scatenante è un'attività che ha comportato un aumento dell'attività cinetica del cuore e della velocità del flusso sanguigno all'interno delle arterie coronariche (uno sforzo, un'emozione o perfino un pasto importante), mentre nella angina di Prinzmetal gli attacchi possono insorgere anche in condizioni di riposo.

Complicanze

L'angina pectoris stabile può evolvere in angina pectoris instabile se non si eliminano i fattori di rischio cardiologico.

L'angina pectoris instabile (o più raramente anche l'angina pectoris stabile) può essere il segno di un imminiente attacco di cuore e non deve in alcun modo essere sottovalutata; questo dunque vale anche per la prima insorgenza del dolore anginoso in un individuo, che deve essere tempestivamente controllato.

Anche l'angina di Prinzmetal può evolvere in attacco di cuore, soprattutto se la durata degli spasmi dovesse prolungarsi; questa eventualità non è comune e generalmente non si presenta nei pazienti sotto cura specifica.

In rari casi l'angina pectoris può evolvere in aritmia cardiaca.

Clinica

Esami di laboratorio e strumentali

La diagnosi si avvale di diversi strumenti a crescente livello di completezza: l'elettrocardiogramma (ECG) non è in grado, a meno che non venga praticato durante una crisi, di rilevare da solo l'esistenza di un quadro di angina pectoris. Occorre l'impiego dell'holter (ECG continuo di 24 ore) o meglio ancora l'ECG sotto sforzo; infine la coronarografia (o angiografia coronarica) può dare un quadro completo, in particolare per confermare un caso di angina di Prinzmetal.

Diagnosi differenziale

Fondamentale, data la localizzazione del dolore in sede toracica, è escludere altre cause: un dolore simile a quello anginoso, infatti, può derivare anche da esofagiti, ulcera peptica e coliche biliari. Sono da escludere anche pleuriti o dolori di origine reumatica; in rari casi potrebbe trattarsi di una semplice indigestione.

Generalmente, in presenza contemporanea di sintomi sicuramentente anginosi e sicuramente non anginosi si può escludere la malattia coronarica, in quanto le forme atipiche di angina pectoris sono una piccola minoranza.

Trattamento

La scelta del trattamento è stabilita in relazione al tipo di angina diagnosticato e dall'eventuale compresenza di altre malattie.

Importanza primaria, oltre che profilattica, è data dall'immediata cessazione di comportamenti a rischio coronarico (fumare, nutrirsi smodatamente fino al sovrappeso) oltre che al controllo della pressione sanguigna, del colesterolo e dello stress. Importante è anche la correzione di situazioni predisponenti quali vizi valvolari, aritmie, diabete e problemi tiroidei.

La prima cosa da fare all'insorgenza del dolore è mettersi immediatamente a riposo, in modo da abbassare il fabbisogno di ossigeno del muscolo cardiaco. Una leggera attività fisica di tipo aerobico può però essere indicata per ottenere benefici a lungo termine per l'angina stabile.

In presenza di angina instabile (quindi anche alla prima comparsa dei sintomi anginosi) è fortemente consigliato il ricovero ospedaliero.

Farmacologico

La terapia medica dell'angina pectoris si avvale di numerosi farmaci operanti a livello sintomatico, emodinamico o ritmico, da assumere in via continuativa o preventiva o al momento della crisi: la nitroglicerina assunta per via sublinguale è il trattamento generalmente usato per alleviare il dolore; betabloccanti e calcioantagonisti sono usati per un trattamento continuativo. I betabloccanti possono avere controindicazioni nei casi di angina di Prinzmetal, in particolare se causati da assunzione di cocaina.

Nei casi di angina stabile può essere indicata l'assunzione di nitroglicerina prima di sottoporsi a sforzi o altri comportamenti che potrebbero scatenare la crisi anginosa.

Anche l'acido acetilsalicilico trova impiego nella terapia di questa patologia in particolare nell'angina instabile e generalmente nei casi in cui ci sia un maggior rischio d'infarto.

L'associazione con farmaci che abbassano il livello di colesterolo nel sangue può essere indicato nell'angina stabile.

Chirurgico

Il trattamento chirurgico, quando necessario, è orientato all'angioplastica coronarica, in particolare con l'impianto di stent, e al bypass aortocoronarico. L'angioplastica è meno invasiva ma più portata a recidive; il bypass è più rischioso ma risolutivo.

Il trattamento chirurgico non è utile nell'angina di Prinzmetal, a meno che non si rivelino ostruzioni fisse durante l'angiografia.

Prognosi

L'angina stabile tende a migliorare con i trattamenti se si interrompono i comportamenti a rischio coronarico.

L'angina di Prinzmetal generalmente risponde al trattamento farmacologico; in assenza di determinati fattori scatenanti non insorgono le complicanze.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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